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Messaggio Da Enrico.Zanchetta Mar Nov 09, 2010 10:34 pm

Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande "I CARE". È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: "me ne importa, mi sta a cuore". È il contrario esatto del motto fascista "me ne frego".
( Da Lettera ai giUdici
ci)

Con questa citazione di don Lorenzo Milani voglio aprire seriamente questo tema delicato introducendovi quanto il mio cuore ha insito nelle proprie viscere di studente, ragazzo, uomo, per poi concludere con altre citazioni di chi la scuola l'ha creata, l'ha fatta amare il sopracitato don Milani, allego un link da leggere http://www.donmilanigioiosa.it/temi/lettera%20ad%20una%20alunna_2.pdf




la scuola oggetto d'eterno conflitto dello studentesco amore-odio, la scuola eterna gogna che affligge ogni ministero dell'istruzione l'unico ministero che sia a destra che a sinistra e' sempre andato peggio. ma a me piace pensare "i care" diceva don lorenzo milani, che e' il contrario del motto fascista "me ne frego", a me sta a cuore, interessa che nessuno cada piu' nella parte dell'odio per l'istruzione.

la scuola italiana a mio avviso necessita di alcune migliore radicali e profonde che sradichino la mentalita' del giorno d'oggi e abbattano l'ignoranza che sta tornando padrona e madre di molti nostri giovani, un ignoranza che porta il mondo sempre al ribasso e spesso l'ignoranza conduce alla malavita, e' risaputo infatti che spesso la mafia si serve di gente che non ha avuto voglia di fare della cultura un bagaglio indispensabile per la propria vita e da qui bisognerebbe partire dal far innamorare i ragazzi della scuola, della conoscenza, del rispetto attraverso persone, docenti che amino e facciano amare la materia per questo serve la selezione del personale, un ritorno al rigore nelle selezioni, le valutazioni costanti dei docenti e il tronco licenziamento di chi invece la scuola la manda a quel paese! in primis questo persone che si facciano rispettare facendo innamorare della materia.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

le mie proposte dunque divengono:

- selezione dei docenti mediante formazioni, pagelline, incaricati a sorpresa del ministero.

- ritorno alla figura seria del docente, piu' rispetto della figura professionale, una volta l'insegnante incuteva timore ma sapeva spesso insegnare ora non puo' nemmeno dare dello stupido o dell'ignorante che viene denunciato.

- orario continuato alla mattina lezione normale, al pomeriggio seguiti da tutor (che saranno insegnanti in prova o studenti universitari che imparano) si fanno esercitazioni (compiti) lezioni di recupero o di potenziamento, attivita' didattiche e ricreative come cineforum, visite culturali, conoscenza dell'arte e della storia, tornei sportivi, lezioni di musica ....
incontri culturali con personaggi di rilievo dal politico al docente universitario, dal cardinale allo sportivo, dal medico al capo operaio comunque dopo lo studio, i compiti e l'apprendere queste attivita', magari lasciando il sabato libero:-)

- copia e incolla del modello anglossone dunque con piu' pratica della materia studiata, il ricorso ai pomeriggi puo' ridurre i mesi di lezione e dunque portare in ragazzi a fare esperienze di stage del percorso scelto ogni 3\4 mesi con valutazione che fa media con la pagella, al fine di portare gente motivata all'universita' e preparata nel mondo del lavoro.

-universita' che premi il merito, criteri simili per la valutazione dei docenti veramente anche dove sono io ci sono dei cani che non sanno spiegare e fanno diventare tedioso anche un gioco, all'universita' serve dunque docenza seria e preparata con strumentazione didattica adeguata per far apprendere gli studenti. servono dare compiti a casa al fine di non essere ammessi per evitare di fare nulla per mesi e mesi.
l'universita' deve essere un diritto non solo un privilegio e come ho detto la cultura batte l'ignoranza, non si cura un paziente senza medico, un buon ingegnere e' meglio di 1000 muratori, un buon geologo sa prevenire e curare il proprio pianeta con basi scientifiche forti.

- cosi come per le lingue propongo frequenti scambi culturali tra studenti di diversa nazionalita' e soggiorni estivi scolastici ogni anno, questo e' imparare la cultura e la lingua non sinceramente ridurla a un esame e un corso non tenuto da docenti madrelingua (altra pecca italiana)

- lo stato deve incentivare la ricerca e lo studio, abbassare le tasse dagli stipendi irrisori di molti professori (dai 5.000 euro in su!! ma che scherziamo?), tagliare il costo della politica e investire su scuola e lavoro, su istruzione e sicurezza, su materiale didattico e nuove giovani imprese, sul permettere a tutti di studiare e conseguire almeno il diploma superiore, con la proposta di abbattere l'analfabetismo con il rischio della galera per chi non manda i figli a scuola se ci fossero problemi economici superiori o universita' dev'essere l'istituzione politica r e\0 religiosa a garantire questo diritto/dovere/privilegio.

- vorrei inoltre ricordare agli extracomunitari di diverse religioni che non si chiama piu' i.r.c. (insegnamento della religione cattolica) ma religione e religioni dunque una materia di conoscenza piu' ampia che comprende il dialogo inter-religioso,interculturale, interrazziale e quindi prima di dire che gli italiani sono razzisti queste persone dovrebbero fare un esame di coscienza capendo di esserlo loro quando negano ai figli la possibilita' di seguire questo corso questa materia che di fatto e' religione e religioni e piu' che una materia di devianza religiosa sta divenendo un ora dove conoscere se stessi e il mondo che ci circonda in un ottica di pace, solidarieta' e fratellanza. oggi chi nega questo diritto al figlio e' razzista contro se stessoe il paese che lo ospita.



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Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

( Da Lettera a una professoressa)


Se la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato. Se un’azione è inutile, è buttar via un bel dono di Dio. È un peccato gravissimo, io lo chiamo bestemmia del tempo. E mi pare una cosa orribile perché il tempo è poco, quando è passato non torna.

( Da Una lezione alla scuola di Barbiana. )

L’arte dello scrivere è la religione. Il desiderio di esprimere il nostro pensiero e di capire il pensiero altrui è l’amore. E il tentativo di esprimere le verità che solo si intuiscono e le fa trovare a noi e agli altri. Per cui essere maestro, essere sacerdote, essere cristiano, essere artista e essere amante e essere amato sono in pratica la stessa cosa.

( Da Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana)
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Messaggio Da Ospite Mer Nov 10, 2010 9:24 am

- vorrei inoltre ricordare agli extracomunitari di diverse religioni che non si chiama piu' i.r.c. (insegnamento della religione cattolica) ma religione e religioni dunque una materia di conoscenza piu' ampia che comprende il dialogo inter-religioso,interculturale, interrazziale e quindi prima di dire che gli italiani sono razzisti queste persone dovrebbero fare un esame di coscienza capendo di esserlo loro quando negano ai figli la possibilita' di seguire questo corso questa materia che di fatto e' religione e religioni e piu' che una materia di devianza religiosa sta divenendo un ora dove conoscere se stessi e il mondo che ci circonda in un ottica di pace, solidarieta' e fratellanza. oggi chi nega questo diritto al figlio e' razzista contro se stessoe il paese che lo ospita.

Primo c'è da dire che comunque tecnicamente la materia a livello ministeriale continua ad essere indicata come IRC, inoltre nei fatti una buona fetta del personale (30%), nonostante la riforma del 2004, per l'insegnamento di tale materia continua a essere selezionata direttamente dagli enti ecclesiastici (dall'autorità diocesiana), mentre il 70% viene scelto dall'ufficio scolastico regionale, ma comunque d'intesa con la diocesi, con tutto ciò che ne consegue, solo i programmi sulla carta (e spesso tale rimane) sono cambiati (e neanche in maniera così radicale come sarebbe necessario per avere un reale corso di religioni del mondo e storia delle religioni): per ora di fatto quindi rimane a tutti gli effetti Insegnamento della Religione Cattolica e non un corso sulle religioni in generale

Per poter avere una materia di insegnamento sulla religioni realmente obiettiva prima di tutto sarebbe necessario cambiare ciò, in particolare la composizione del corpo docente che deve essere al 100% di assunzione statale, finchè comunque una buona fetta sarà scelta (e sull'altra avrà comunque un certo potere diretto o meno) dall'autorità diocesiana di fatto non si può sperare in un insegnamento obiettivo.

http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/4662/relazione%20Annuario%20IRC%2020072008.pdf

Per non parlare dei programmi ancora fortemente influenzati (se non decisi in tutto e per tutto) dalla CEI...

http://www.istruzione.it/web/istruzione/cm70_10

Insomma ora come ora questo corso per come è impostato è un corso non equilibrato (anzi chiaramente di parte), non è utile ad ampliare le proprie conoscenze (piuttosto c'è il catechismo organizzato dalle varie parrocchie, che è libera scelta aderirvi o meno, se si vuole imparare la religione cattolica), non è obiettivo (cosa che tra l'altro sul lungo periodo se vogliamo aiuta anche una certa disaffezione nei confronti della stessa religione cattolica) ed è fortemente propagandistico, cosa piuttosto fastidiosa visto che si parla spesso di bambini o ragazzini non ancora maturi ed in grado di ragionare in maniera completamente indipendente.

D'altronde per qualsiasi riforma in tale settore non bisogna dimenticarsi che c'è una difficoltà importante e difficilmente evitabile: il Concordato, in quanto impone sia problemi costituzionali, sia di rapporti con un'autorità estera (e perciò rientra in parte anche nei trattati internazionali, anche se bisogna notare il diverso status dello 'Stato del Vaticano', questo considerato come stato a tutti gli effetti, e della 'Santa sede', organo dotato di propria personalità giuridica nel diritto internazionale)

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Messaggio Da Ospite Mer Dic 08, 2010 6:00 pm

Enrico.Zanchetta ha scritto:
le mie proposte dunque divengono:
- selezione dei docenti mediante formazioni, pagelline, incaricati a sorpresa del ministero.
- ritorno alla figura seria del docente, piu' rispetto della figura professionale, una volta l'insegnante incuteva timore ma sapeva spesso insegnare ora non puo' nemmeno dare dello stupido o dell'ignorante che viene denunciato.
- orario continuato alla mattina lezione normale, al pomeriggio seguiti da tutor (che saranno insegnanti in prova o studenti universitari che imparano) si fanno esercitazioni (compiti) lezioni di recupero o di potenziamento, attivita' didattiche e ricreative come cineforum, visite culturali, conoscenza dell'arte e della storia, tornei sportivi, lezioni di musica ....


Sono artemidos.

a) Se le ispezioni sono un obbligo da parte del ministero, ma solo se valutano dati obiettivi e non entrano in merito alla libertà di insegnamento, è mortificante e gravemente lesivo della dignità umana e professionale essere sottoposti a pagelle valutative di qualunque genere perché: per una valutazione reale e sul campo esiste già il dirigente scolastico; chi dice che gli ispettori non prendano l'occasione di accanirsi volutamente o per un abbaglio contro qualcuno per motivi ideologici/personali/politici?
E poi: per cominciare, lei confonde formazione e valutazione. Poi lei non si rende conto di voler instaurare un modello unico ministeriale. Terzo, la formazione di cui lei parla non è tutto, ci deve essere una crescita umana degli insegnanti, che NESSUNO potrà mai né garantire né verificare.

b) Non credo sia professionalmente e umanamente corretto dare dello stupido o dell'ignorante a nessuno - chi lo fa va giustamente punito o limitato. Quello che lei cita è un problema di prestigio, e nessuno può sanarlo per legge.

c) Fin dal 1996 le scuole dovrebbero essere dei centri di formazione permanente, ma non parte nessuna iniziativa per mancanza di soldi.

La sua giovane età, a mio parere, non le permette di rendersi conto di molti aspetti: da studenti si vogliono certe cose, ma da lavoratori le stesse cose appaiono molto diverse. Così come in ogni campo dovrebbero essere gli adetti ai lavori a fare proposte, così anche per la scuola ci vorrebbero conoscenze di prima mano.


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Messaggio Da Marcello.DeVita Mer Dic 08, 2010 6:39 pm

Sono d'accordo nei punti b e c.

"è mortificante e gravemente lesivo della dignità umana e professionale essere sottoposti a pagelle valutative di qualunque genere" gli studenti allora? Tutti noi siamo valutati ogni giorno in particolare in ambito lavorativo. Valutare l'insegnamento è difficile poiché si uniscono vari elementi pubblico, insegnanti, direttori, studenti, genitori ecc. ma non per questo significa che sia impossibile dare una giusta valutazione. Reputo l'insegnamento uno dei mestieri più difficili al mondo ma in Italia ci sono molte mancanze alcune volte gravi dove può capitare che il posto di insegnante sia occupato da persone incapaci di offrire un adeguato insegnamento.

Le proposte in NDE le fa chiunque senza distinzioni di età o appartenenza a quella o questa categoria lavorativa, certamente un ruolo centrale spetta ad insegnanti, studenti e genitori (in particolare per gli studenti di età minore) ma sullo stesso piano poiché tutti e tre ne sono i principali protagonisti.
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Messaggio Da Ospite Mer Dic 08, 2010 8:23 pm

Credo ci sia un equivoco. La valutazione sugli studenti riguarda le competenze acquisite, si basa su elementi che dovrebbero essere obiettivi (risoluzione di problemi, ad esempio) e non si occupa di dare giudizi su una persona, quella sugli insegnanti è, a detta di tutti gli interessati, a qualunque livello tranne che a quello ministeriale, impossibile o perlomeno diffiicile: su cosa valutare? Sulle competenze degli studenti - ma allora non è diretta e riguarda obiettivi che sono stati stabiliti arbitrariamente, come sempre si è fatto. Sulla capacità di insegnare - ma non ci sono elementi oggettivi per preferire un metodo invece di un altro. Sulla abilità a compilare documenti - ma allora non si valuta l'insegnamento. Non dimentichiamoci che una valutazione negativa a scuola fa perdere un anno, mentre quella sul posto di lavoro può far perdere il posto e lasciare sul lastrico una famiglia. Un cattivo insegnante è stato un cattivo allievo che non è stato fermato al momento opportuno.
Inoltre credo sia necessaria una profondissima riflessione sulla smania attuale di valutare tutto e tutti, sempre, a qualunque costo. Perché si devono far ricadere le persone in canoni predeterminati? Perché ciò che sfugge a questi canoni non viene considerato come una risorsa ma come una minaccia? Tutto ciò ha molto a che fare con la monetizzazione dell'essere umano. Non è invocando paramentri valutativi che le cose andranno meglio: ci vuole una presa di coscienza da parte di ogni singolo cittadino.

Riguardo alla partecipazione dei genitori e degli studenti, credo fermamente che sia del tutto inopportuna: i primi non hanno competenze didattiche e i secondi sono minori e non conoscono il mondo.

artemidos

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Messaggio Da Marcello.DeVita Mer Dic 08, 2010 8:50 pm


La valutazione sugli insegnanti riguarda appunto se gli studenti hanno acquisito le competenze. Se questo non è avvenuto perché? da cosa è stato causato? dalle strutture inadeguate? dallo studente? dagli insegnanti?

"Non dimentichiamoci che una valutazione negativa a scuola fa perdere un anno, mentre quella sul posto di lavoro può far perdere il posto e lasciare sul lastrico una famiglia"

Ad un insegnante deve essere garantito il posto di lavoro ad vitam? Forse è un lavoratore speciale? Privilegiato?

Perdere un anno a scuola non è importante? Se fosse capitato a me sarei uscito a 20 anni!

Secondo Punto:

Prima di tutto non tutti gli studenti sono minorenni. Mi sono diplomato a 19 anni in modo regolare mai bocciato (sono nato a Febbraio appunto si esce molto tardi dalle scuole italiane). A 17 anni si diventa emancipati. A 14 anni si può cominciare a lavorare.
Che facciamo doveri sì diritti no?

I genitori sono i primi educatori, protagonisti e primi testimoni diretti dell'educazione di ogni persona. Le loro proposte e valutazioni sono primarie cosa c'entra la competenza didattica?

E' come se in un processo non si ascoltino testimoni o imputanti solo perché non hanno una competenza giuridica.

Si prega di essere un minimo aperti alle proposte degli altri e non rimanere bloccati sulle proprie ragioni. NDE è una piattaforma aperta a tutti con lo scopo anche di aiutare a ragionare e migliorarsi senza rimanere fossilizzati sulle proprie idee che vengono rispettate ma non accettate meramente se prima non c'è un dibattito costruttivo di reciproca apertura mentale.
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Messaggio Da Ospite Gio Dic 09, 2010 7:23 pm

Sono Paolo.
Vorrei rispondere nel medesimo tono che @Marcello.DeVita ha usato.

Ad un insegnante dovrebbe essere garantito il rispetto, il posto è tale come qualsiasi altro lavoro. La stabilità del lavoro dovrebbe essere garantita a tutti e non solo per chi lavora nello stato, altrimenti non sarà mai possibile per nessuno crearsi una famiglia in serenità. Il precariato (come i giochi sporchi delle banche, delle lobby, ecc) nelle sue diverse forme è causa non solo di malessere, ma anche della distruzione della stessa società.

Perdere un anno di scuola è una cosa sicuramente importante, ma non ha nulla a che fare con il perdere il lavoro e mettere una famiglia sulla strada. I "se fosse" non sono la realtà, ma solo una ipotesi che noi immaginiamo. Tutte le volte che immaginiamo qualcosa, quella resterà una possibilità, mai un dato di fatto e un'esperienza. Ritengo poi che nelle difficoltà possiamo scoprire risorse inaspettate e cambiamenti che mai avremmo pensato. Ma anche questa è un assunto generale, ognuno ha la sua storia personale.

Fino a 18 anni si è minorenni e fino a quando non si tocca la realtà del lavoro la visione del mondo è assai parziale, si può avere ed è giusto avere una propria opinione, ma proprio per questo si deve essere aperti alle vedute di chi ha più esperienza. Essere aperti non significa prendere tutto per oro colato, ma riflettere se quello che è stato detto può essere rilevante per la nostra crescita. A 14 anni si fa "apprendistato", spesso svolgendo mansioni ritenute umili e si impara un mestiere. Il giovane ha ovviamente responsabilità, diritti e anche doveri; doveri e responsabilità ancora più importanti per il suo datore di lavoro.

I genitori SONO i primi educatori, non solo dei figli, ma anche di se stessi: spesso gli adulti vengono a mancare proprio nella loro educazione e quindi vengono a mancare di conseguenza nei confronti dei figli. Questo piccolo ma fondamentale passaggio è del tutto assente perfino dagli obiettivi minimi della società moderna ed è per questo che questa non è una società sana.

C'è da domandarsi seriamente, per quindi stendere il programma, cosa i diversi livelli della scuola debbano fornire: la scuola deve educare/formare, deve addestrare al lavoro o deve trasmette cultura? Perché in rapporto a cosa la scuola deve fare, si potrà poi affermare o meno se i genitori possono o non fornire la loro opinione.

Ritengo che eliminare anni di scuola senza una seria e approfondita rivisitazione dei programmi scolastici e un altrettanto serio e approfondito aggiornamento dei docenti non porterà nulla di positivo e causerà nuovi problemi che graveranno sempre sui futuri cittadini e sulla società, cosa di cui siamo sempre tutti responsabili.

Riporto quindi una sua frase: "Si prega di essere un minimo aperti alle proposte degli altri e non rimanere bloccati sulle proprie ragioni." È stato chiesto di parlare in merito alla propria esperienza e competenza e questo è stato fatto.

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Messaggio Da Marco Lucano Sab Gen 22, 2011 7:03 pm

paxlex ha scritto:Sono Paolo.
Vorrei rispondere nel medesimo tono che @Marcello.DeVita ha usato.

Ad un insegnante dovrebbe essere garantito il rispetto, il posto è tale come qualsiasi altro lavoro. La stabilità del lavoro dovrebbe essere garantita a tutti e non solo per chi lavora nello stato, altrimenti non sarà mai possibile per nessuno crearsi una famiglia in serenità. Il precariato (come i giochi sporchi delle banche, delle lobby, ecc) nelle sue diverse forme è causa non solo di malessere, ma anche della distruzione della stessa società.

Perdere un anno di scuola è una cosa sicuramente importante, ma non ha nulla a che fare con il perdere il lavoro e mettere una famiglia sulla strada. I "se fosse" non sono la realtà, ma solo una ipotesi che noi immaginiamo. Tutte le volte che immaginiamo qualcosa, quella resterà una possibilità, mai un dato di fatto e un'esperienza. Ritengo poi che nelle difficoltà possiamo scoprire risorse inaspettate e cambiamenti che mai avremmo pensato. Ma anche questa è un assunto generale, ognuno ha la sua storia personale.

Fino a 18 anni si è minorenni e fino a quando non si tocca la realtà del lavoro la visione del mondo è assai parziale, si può avere ed è giusto avere una propria opinione, ma proprio per questo si deve essere aperti alle vedute di chi ha più esperienza. Essere aperti non significa prendere tutto per oro colato, ma riflettere se quello che è stato detto può essere rilevante per la nostra crescita. A 14 anni si fa "apprendistato", spesso svolgendo mansioni ritenute umili e si impara un mestiere. Il giovane ha ovviamente responsabilità, diritti e anche doveri; doveri e responsabilità ancora più importanti per il suo datore di lavoro.

I genitori SONO i primi educatori, non solo dei figli, ma anche di se stessi: spesso gli adulti vengono a mancare proprio nella loro educazione e quindi vengono a mancare di conseguenza nei confronti dei figli. Questo piccolo ma fondamentale passaggio è del tutto assente perfino dagli obiettivi minimi della società moderna ed è per questo che questa non è una società sana.

C'è da domandarsi seriamente, per quindi stendere il programma, cosa i diversi livelli della scuola debbano fornire: la scuola deve educare/formare, deve addestrare al lavoro o deve trasmette cultura? Perché in rapporto a cosa la scuola deve fare, si potrà poi affermare o meno se i genitori possono o non fornire la loro opinione.

Ritengo che eliminare anni di scuola senza una seria e approfondita rivisitazione dei programmi scolastici e un altrettanto serio e approfondito aggiornamento dei docenti non porterà nulla di positivo e causerà nuovi problemi che graveranno sempre sui futuri cittadini e sulla società, cosa di cui siamo sempre tutti responsabili.

Riporto quindi una sua frase: "Si prega di essere un minimo aperti alle proposte degli altri e non rimanere bloccati sulle proprie ragioni." È stato chiesto di parlare in merito alla propria esperienza e competenza e questo è stato fatto.

Io ho frequentato un liceo prestigioso della "roma bene", la mia ristrettezza di vedute spero sia in parte compensata dalla condivisione di esperienze di tanti amici.

Sono in parte daccordo. Se da un lato bisogna garantire la serenità all' insegnante...è anche vero che nella scuola italiana si incontrano spesso e volentieri personaggi imbarazzanti. Persone ormai rimbambite che non insegnano niente. Gente scocciata che fa pesare la sua frustrazione agli allievi. Senza contare il personale ausiliario, i cosiddetti "bidelli" tra i quali nella mia storia di studente posso annoverare tanti esempi di persone che scaldavano il posto con influenze molto negative sui ragazzi.
Penso che un meccanismo di controllo VERO sia anche una garanzia per quei docenti che invece fanno della passione per l'insegnamento una ragione di vita.

Con questi discorsi "eh ma bisogna garantire..." spesso in Italia si sono consentiti atteggiamenti di negligenza e inefficienza...è ora di finirla. Chiaramente bisogna sempre ricordare il buon senso, perchè una scuola non è un' azienda manifatturiera.
Tra l'anarchia di adesso e il pugno di ferro che ascrivi a Marcello ci sono tante vie di mezzo percorribili.

Per quanto riguarda la riduzione degli anni di studio esprimo ancora una volta la mia assoluta contrarietà. Quando i nostri laureati escono fanno ancora i padroni in Europa...c'è ancora del buono nella scuola Italiana. Non adattiamoci verso il basso!

A mio avviso il problema è un altro. In Italia si tende a considerare la formazione professionale una cosa di serie B. Questo è sbagliatissimo. Il risultato è che tutti fanno i licei, vanno all' università e molti non concludono nulla.
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