La Grecia, il contagio dell'Italia e la crisi economica
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La Grecia, il contagio dell'Italia e la crisi economica
La crisi del debito greco potrebbe contagiare anche l'Italia e il Belgio, prima di estendersi in Spagna, a causa soprattutto dell'elevato debito pubblico italiano. E' il monito che lancia il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in una intervista al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung. Ieri sera l'agenzia di rating Moody's ha collocato il rating Aa2 dell'Italia sotto revisione in vista di un possibile downgrade.
LA CRISI PESA SUL RATING DELL'ITALIA, MOODY'S VALUTA IL TAGLIO - Dopo l'outlook negativo assegnato al rating italiano da Standard & Poor's, il merito creditizio del nostro Paese finisce sotto la lente di Moody's, in vista di una possibile revisione al ribasso. Con un comunicato diramato in tarda serata, la principale agenzia di rating del mondo ha confermato l'attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro nel caso in cui l'Italia non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti di Moody's: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.
Meno di un mese fa, il 20 maggio scorso, la seconda agenzia internazionale, Standard & Poor's, aveva tagliato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l'incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività. E di sviluppo torna a parlare anche Moody's, sottolineando che la "revisione del rating si concentrerà soprattutto sulle prospettive di crescita per l'economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine".
Sotto il faro dell'agenzia di rating finirà anche "l'abilità del Governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici", anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l'Italia da parte di Moody's da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating. Ora l'attenzione del mercato si sposta a lunedì, per valutare la possibile reazione delle borse, che avevano registrato freddamente il taglio dell'outlook da parte di S&P. Occhi puntati lunedì prossimo soprattutto sulle aste dei titoli di Stato, con quelle di Bot e Ctz, a cui faranno seguito martedì quelle di Btp e Cct. In giorni in cui i rendimenti, e di conseguenza gli spread, dei titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona sono già sotto pressione a causa del traballante debito greco, l'annuncio di Moody's potrebbe provocare ulteriori tensioni sui titoli di Stato, quelli italiani in prima battuta.
LA CRISI PESA SUL RATING DELL'ITALIA, MOODY'S VALUTA IL TAGLIO - Dopo l'outlook negativo assegnato al rating italiano da Standard & Poor's, il merito creditizio del nostro Paese finisce sotto la lente di Moody's, in vista di una possibile revisione al ribasso. Con un comunicato diramato in tarda serata, la principale agenzia di rating del mondo ha confermato l'attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro nel caso in cui l'Italia non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti di Moody's: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.
Meno di un mese fa, il 20 maggio scorso, la seconda agenzia internazionale, Standard & Poor's, aveva tagliato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l'incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività. E di sviluppo torna a parlare anche Moody's, sottolineando che la "revisione del rating si concentrerà soprattutto sulle prospettive di crescita per l'economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine".
Sotto il faro dell'agenzia di rating finirà anche "l'abilità del Governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici", anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l'Italia da parte di Moody's da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating. Ora l'attenzione del mercato si sposta a lunedì, per valutare la possibile reazione delle borse, che avevano registrato freddamente il taglio dell'outlook da parte di S&P. Occhi puntati lunedì prossimo soprattutto sulle aste dei titoli di Stato, con quelle di Bot e Ctz, a cui faranno seguito martedì quelle di Btp e Cct. In giorni in cui i rendimenti, e di conseguenza gli spread, dei titoli di Stato dei Paesi dell'Eurozona sono già sotto pressione a causa del traballante debito greco, l'annuncio di Moody's potrebbe provocare ulteriori tensioni sui titoli di Stato, quelli italiani in prima battuta.
Ospite- Ospite
Re: La Grecia, il contagio dell'Italia e la crisi economica
Logicamente tutte queste verità vengono censurate o cmq se ne parla poco nei grandi media.
Lo dico da tempo: tra meno di 5 anni in Italia il livello di povertà toccherà strati enormi della popolazione italiana ma in quel caso sarà troppo tardi bisogna portare un cambiamento nella dirigenza politica ed economica del paese fin da ora. NDE è qui per questo informiamo ma sopratutto agiamo per portare nel governo e nelle amministrazioni gente onesta, competente e capace.
Lo dico da tempo: tra meno di 5 anni in Italia il livello di povertà toccherà strati enormi della popolazione italiana ma in quel caso sarà troppo tardi bisogna portare un cambiamento nella dirigenza politica ed economica del paese fin da ora. NDE è qui per questo informiamo ma sopratutto agiamo per portare nel governo e nelle amministrazioni gente onesta, competente e capace.
Re: La Grecia, il contagio dell'Italia e la crisi economica
Sulle agenzie di rating ci sarebbe molto da dire.
In particolare c'è da notare che non sono responsabili neanche civilmente per i loro giudizi, ma in particolare che in passato hanno preso (in maniera interessata) cantonate su titoli o azioni a causa di un vero e proprio mercato del rating (pure noi in Italia ne sappiamo qualcosa con i vari crack di aziende quotate alle grande come rating).
Non di meno l'economia italiana ha realmente dei grossi problemi e se è vero che un fallimento greco (al di là delle conseguenze strategiche) colpirebbe immediamente più la Germania che l'Italia a causa dell'esposizione delle sue banche è anche vero che l'economia italiana nn è poi così distante dai problemi che gravano su quella greca, cosa ancora più grave se si considera che come per la Grecia a problemi economici si assommano problemi quasi criminosi di bilancio (in Grecia la precedente legislatura aveva addirittura truccato i conti!).
Mancano scelte corraggiose: d'altronde si continua a parlare di taglio delle tasse pur di conquistare qualche voto in più (da una parte e dall'altra) e questo non può che mettere in allarme gli investitori in quanto un taglio delle tasse (anche solo minimale) senza risorse non può che tradursi in una catastrofe. Ci voglioni interventi strutturali sulla nostra economia e sulle politiche di bilancio statali e locali, solo così possiamo sperare di rimettere i conti in ordine... non possiamo aspettare che siano sempre i tedeschi a metterci i soldi per salvarli... anche perchè se la Germania continua a rimanere la locomotiva d'Europa noi allora ne siamo la zavorra che impedisce ad un buon intercity di diventare un Freccia Rossa...
In particolare c'è da notare che non sono responsabili neanche civilmente per i loro giudizi, ma in particolare che in passato hanno preso (in maniera interessata) cantonate su titoli o azioni a causa di un vero e proprio mercato del rating (pure noi in Italia ne sappiamo qualcosa con i vari crack di aziende quotate alle grande come rating).
Non di meno l'economia italiana ha realmente dei grossi problemi e se è vero che un fallimento greco (al di là delle conseguenze strategiche) colpirebbe immediamente più la Germania che l'Italia a causa dell'esposizione delle sue banche è anche vero che l'economia italiana nn è poi così distante dai problemi che gravano su quella greca, cosa ancora più grave se si considera che come per la Grecia a problemi economici si assommano problemi quasi criminosi di bilancio (in Grecia la precedente legislatura aveva addirittura truccato i conti!).
Mancano scelte corraggiose: d'altronde si continua a parlare di taglio delle tasse pur di conquistare qualche voto in più (da una parte e dall'altra) e questo non può che mettere in allarme gli investitori in quanto un taglio delle tasse (anche solo minimale) senza risorse non può che tradursi in una catastrofe. Ci voglioni interventi strutturali sulla nostra economia e sulle politiche di bilancio statali e locali, solo così possiamo sperare di rimettere i conti in ordine... non possiamo aspettare che siano sempre i tedeschi a metterci i soldi per salvarli... anche perchè se la Germania continua a rimanere la locomotiva d'Europa noi allora ne siamo la zavorra che impedisce ad un buon intercity di diventare un Freccia Rossa...
Ospite- Ospite
Papa: 'Troppe famiglie in crisi e giovani precari'
Benedetto XVI a San Marino davanti a 22 mila persone
SAN MARINO - Edonismo e smania di potere rischiano di annullare ogni moralita'. E' il richiamo lanciato dal Papa durante la messa a San Marino. ''Anche qui, infatti, come altrove - ha detto ai fedeli di San Marino, ma idealmente a tutti - non mancano difficolta' e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralita'.
Si e' insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacita' di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realta'''. Nell'attuale fase storica e sociale non vanno ''dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita' psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuita' formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta', prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita' lavorativa''.
E' uno dei passaggi centrali dell'omelia pronunciata oggi dal Papa durante la messa a San Marino, dove oggi e' in visita pastorale. La messa si svolge nella spianata dello stadio di Serravalle, una frazione ai piedi della rocca di San Marino,dove sono presente almeno 22 mila persone. Nel pomeriggio ci sarà poi l'incontro con le autorità civili a Piazza della Libertà e poi nel Palazzo Pubblico, cuore di San Marino. Più tardi Benedetto XVI si sposterà in elicottero a Pennabilli: è la prima volta che il paese riceve la visita di un pontefice. Qui ci sarà la veglia con i giovani: attese almeno 4000 persone. Stanotte il forte vento che ha soffiato nella zona ha creato qualche preoccupazione per l'organizzazione della visita papale. Ma stamani il tempo è buono.
ACCOGLIERE RIFUGIATI, ASSICURARE DEGNE CONDIZIONI VITA - Bisogna garantire ai rifugiati ''accoglienza e degne condizioni di vita''. E' l'appello che il Papa ha rinnovato oggi, da San Marino, dove e' in visita pastorale, prima della recita dell'Angelus. ''Desidero ricordare che domani - ha detto Benedetto XVI - ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato. In tale circostanza, quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario dell'adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi. Invito quindi le Autorita' civili ed ogni persona di buona volonta' a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa - ha concluso - che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza''
A NAPOLITANO, PER ITALIA PROGRESSO SOCIALE E CIVILE - Per l'Italia auspico "progresso spirituale, civile e sociale". Lo afferma Papa Benedetto XVI nel telegramma inviato al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prima di partire per la sua visita pastorale nella Repubblica di San Marino. Come sempre, prima di un viaggio fuori dal territorio italiano, il pontefice invia un telegramma al Presidente della Repubblica. "Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale nella Repubblica di San Marino - si legge nel testo - per incontrare quella popolazione incoraggiandone la testimonianza cristiana e la costruzione del bene comune, mi è caro rivolgere a Lei, signor Presidente, e all'intera nazione il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia".
SAN MARINO - Edonismo e smania di potere rischiano di annullare ogni moralita'. E' il richiamo lanciato dal Papa durante la messa a San Marino. ''Anche qui, infatti, come altrove - ha detto ai fedeli di San Marino, ma idealmente a tutti - non mancano difficolta' e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralita'.
Si e' insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacita' di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realta'''. Nell'attuale fase storica e sociale non vanno ''dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita' psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuita' formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta', prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita' lavorativa''.
E' uno dei passaggi centrali dell'omelia pronunciata oggi dal Papa durante la messa a San Marino, dove oggi e' in visita pastorale. La messa si svolge nella spianata dello stadio di Serravalle, una frazione ai piedi della rocca di San Marino,dove sono presente almeno 22 mila persone. Nel pomeriggio ci sarà poi l'incontro con le autorità civili a Piazza della Libertà e poi nel Palazzo Pubblico, cuore di San Marino. Più tardi Benedetto XVI si sposterà in elicottero a Pennabilli: è la prima volta che il paese riceve la visita di un pontefice. Qui ci sarà la veglia con i giovani: attese almeno 4000 persone. Stanotte il forte vento che ha soffiato nella zona ha creato qualche preoccupazione per l'organizzazione della visita papale. Ma stamani il tempo è buono.
ACCOGLIERE RIFUGIATI, ASSICURARE DEGNE CONDIZIONI VITA - Bisogna garantire ai rifugiati ''accoglienza e degne condizioni di vita''. E' l'appello che il Papa ha rinnovato oggi, da San Marino, dove e' in visita pastorale, prima della recita dell'Angelus. ''Desidero ricordare che domani - ha detto Benedetto XVI - ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato. In tale circostanza, quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario dell'adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi. Invito quindi le Autorita' civili ed ogni persona di buona volonta' a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa - ha concluso - che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza''
A NAPOLITANO, PER ITALIA PROGRESSO SOCIALE E CIVILE - Per l'Italia auspico "progresso spirituale, civile e sociale". Lo afferma Papa Benedetto XVI nel telegramma inviato al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prima di partire per la sua visita pastorale nella Repubblica di San Marino. Come sempre, prima di un viaggio fuori dal territorio italiano, il pontefice invia un telegramma al Presidente della Repubblica. "Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale nella Repubblica di San Marino - si legge nel testo - per incontrare quella popolazione incoraggiandone la testimonianza cristiana e la costruzione del bene comune, mi è caro rivolgere a Lei, signor Presidente, e all'intera nazione il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia".
Ospite- Ospite
Moody's, sotto osservazione società pubbliche ed enti italiani
L'agenzia di rating, che venerdì ha messo in guardia l'Italia su un possibile taglio, valuterà le principali partecipate e 23 tra città, province e regioni. "Si concentrerà sui singoli profili di liquidità e sull'esposizione al contesto macroeconomico italiano"
ROMA - Moody's non si ferma: dopo aver avvisato, venerdì scorso, di un possibile taglio del rating del debito italiano, l'agenzia ha messo sotto osservazioni le principali società partecipate (Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna) nonché 23 tra città, province, regioni ed enti. La decisione dell'agenzia di rating, si legge in un comunicato, è una diretta conseguenza dell'annuncio di venerdì scorso.
A rischio downgrade - fa sapere ancora Moody's - le province autonome di Trento e Bolzano, la Basilicata, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria e il Veneto; le province di Arezzo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Torino; le città di Bologna, Firenze, Milano, Siena, Venezia; la Cassa del Trentino e Finlombarda.
"Per le province autonome di Trento e Bolzano e per la regione Lombardia, la revisione si focalizzerà sui fattori istituzionali che hanno consentito ai loro rating di restare sopra al livello nazionale", mette in evidenza Moody's, ricordando che Trento e Bolzano hanno un rating Aaa e la regione Lombardia Aa1. "Per Trento e Bolzano questo include lo status costituzionale unico che consente loro un grado di isolamento dai fattori macroeconomici e finanziari che impattano sul rating sovrano. La Lombardia non ha uno status costituzionale speciale di provincia autonoma, è la maggiore regione italiana e rappresenta il 20% della produzione economica nazionale. Ha mantenuto una perfomance finanziaria molto forte negli ultimi anni".
Per quanto riguarda le società partecipate, i rating attuali sono A2 per Enel, Aa3 per Eni, A3 per Finmeccanica, Aa2 per Poste e A2 per Terna. Oltre che sulle caratteristiche specifiche di ogni società, nella propria valutazione Moody's, in generale, "si concentrerà sui singoli profili di liquidità e sull'esposizione al contesto macroeconomico italiano".
Venerdì scorso, Moody's ha confermato per l'Italia l'attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro 1 nel caso in cui il Paese non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti dell'agenzia: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali e una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito. A scontare, oggi, la decisione dell'agenzia, è stata la Borsa di Milano 2, che ha lasciato sul terreno un sostanzioso 2%.
Un mese fa, il 20 maggio, la seconda agenzia internazionale, Standard&Poor's, aveva tagliato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l'incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività. Di sviluppo ha parlato anche Moody's, sottolineando che la "revisione del rating si concentrerà soprattutto sulle prospettive di crescita per l'economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine". Sotto il faro dell'agenzia di rating finirà anche "l'abilità del governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici", anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l'Italia da parte di Moody's da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating.
ROMA - Moody's non si ferma: dopo aver avvisato, venerdì scorso, di un possibile taglio del rating del debito italiano, l'agenzia ha messo sotto osservazioni le principali società partecipate (Enel, Eni, Finmeccanica, Poste e Terna) nonché 23 tra città, province, regioni ed enti. La decisione dell'agenzia di rating, si legge in un comunicato, è una diretta conseguenza dell'annuncio di venerdì scorso.
A rischio downgrade - fa sapere ancora Moody's - le province autonome di Trento e Bolzano, la Basilicata, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia, le Marche, la Sicilia, la Toscana, l'Umbria e il Veneto; le province di Arezzo, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Torino; le città di Bologna, Firenze, Milano, Siena, Venezia; la Cassa del Trentino e Finlombarda.
"Per le province autonome di Trento e Bolzano e per la regione Lombardia, la revisione si focalizzerà sui fattori istituzionali che hanno consentito ai loro rating di restare sopra al livello nazionale", mette in evidenza Moody's, ricordando che Trento e Bolzano hanno un rating Aaa e la regione Lombardia Aa1. "Per Trento e Bolzano questo include lo status costituzionale unico che consente loro un grado di isolamento dai fattori macroeconomici e finanziari che impattano sul rating sovrano. La Lombardia non ha uno status costituzionale speciale di provincia autonoma, è la maggiore regione italiana e rappresenta il 20% della produzione economica nazionale. Ha mantenuto una perfomance finanziaria molto forte negli ultimi anni".
Per quanto riguarda le società partecipate, i rating attuali sono A2 per Enel, Aa3 per Eni, A3 per Finmeccanica, Aa2 per Poste e A2 per Terna. Oltre che sulle caratteristiche specifiche di ogni società, nella propria valutazione Moody's, in generale, "si concentrerà sui singoli profili di liquidità e sull'esposizione al contesto macroeconomico italiano".
Venerdì scorso, Moody's ha confermato per l'Italia l'attuale valutazione ad Aa2, ma ha avvisato di un possibile taglio in futuro 1 nel caso in cui il Paese non riesca a far fronte ai principali profili di rischio citati dagli analisti dell'agenzia: in particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali e una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro; i rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento e mantenerlo a livelli sostenibili; e quelli collegati al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito. A scontare, oggi, la decisione dell'agenzia, è stata la Borsa di Milano 2, che ha lasciato sul terreno un sostanzioso 2%.
Un mese fa, il 20 maggio, la seconda agenzia internazionale, Standard&Poor's, aveva tagliato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia, citando le attuali deboli prospettive di crescita e l'incerto impegno politico per attuare riforme che stimolino la produttività. Di sviluppo ha parlato anche Moody's, sottolineando che la "revisione del rating si concentrerà soprattutto sulle prospettive di crescita per l'economia italiana nei prossimi anni, ed in particolare sulla rimozione di importanti e strutturali colli di bottiglia che possono frenare la ripresa economica nel medio termine". Sotto il faro dell'agenzia di rating finirà anche "l'abilità del governo nel raggiungere ambiziosi obiettivi di consolidamento dei conti pubblici", anche alla luce del possibile aumento dei tassi di interesse. Nel caso dovesse arrivare un taglio, sarebbe il primo per l'Italia da parte di Moody's da oltre quindici anni, visto che le ultime due azioni (nel 1996 e nel 2002) avevano portato ad un aumento del rating.
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