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La crisi economica, le sue cause e la strafottenza della classe politica

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Lun Giu 21, 2010 11:32 pm

Palit30 ha scritto:La crisi economica a mio avviso è stata provocata dai vari governi, proseguendo poi vertiginomente dal secondo mandato berluscoliano.
A breve distanza hanno attuato un'altra finanziaria, a discapito delle fasce medio basse. I politicanti dalla precedente finanziaria si sono aumentati le rendite mensili: bloccando stipendi e pensioni per i comuni cittadini e congelando l'adeguamento al costo della vita. Sono aumentati i cassaintegrati a vita ed i disoccupati, mentre i politicanti trascendono nell'assurdo, acquistando nuove autoblu con tanto di autisti liberi di trasgredire il codice stradale... Non solo, il primo ministro si fa proteggere dai suoi cittadini, da numerose guardie del corpo: sempre a nostre spese. Non è accettabile il numero di politicanti che sfruttano il bene pubblico percependo stipendi troppo elevati alla media.

Debbono essere annullati i privilegi: dalle pensioni dopo appena 5 anni di mandato, assieme all'assurdo stipendio ed all'assumere un figlio di papà neo diplomato per € 16.000 mensili... quando invece ad un neo laureato gli è difficilissimo trovare lavoro, e forse può raggiungere tale importo... annuale. Non esistono ragioni per tali disparità economiche. Non trascuro l'importanza delle chiusure dei pronti soccorsi, degli ospedali a danno della popolazione... mentre sti politicanti si gingillano con i pod o i pad sperperando 500.000.000€ a danno di noi cittadini... ecc. ecc. ecc.

Come si può contrastare questo stormo di arroganti pretestuosi, facendoci crollare economicamente e negandoci la costituzione sin'ora rispettata? Nessuna causa deve cadere in prescrizione né accettare l'esistena dell'immunità parlamentare e neppure accettare il legittimo impedimento per andare a zonzo... sempre a spese dei lavoratori/pensionati.
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Messaggio Da Rossella Gio Giu 24, 2010 3:49 pm

Sono d'accordo sul fatto che questa crisi economica è cominciata da svariati anni e in quest'ultimo decennio non ha fatto altro che peggiorare: ma la cosa peggiore è che nonostante sia sotto gli occhi di tutti, troppa gente non se ne accorge. O fa finta di non vedere (molto peggio a mio avviso).

Esempio calzante: vivo in un paese di 20.000 persone, la maggior parte delle quali ha lavorato in molte delle fabbriche che ci hanno resi "famosi" per i sanitari (Civita Castellana, per chi la conoscesse). Oggi sono solo due le fabbriche ancora attive e non saprei dirvi con certezza quante famiglie vivono dei pochi soldi che la cassa integrazione passa loro. Nonostante questo molti miei coetanei gridano al Fascio, urlano "Morte ai Comunisti!" e continuano a votare PdL e affini senza neppure informarsi per cosa stanno votando (mi è capitato di chiedere il motivo di tale scelta e mi riservo di riportare le risposte, mi hanno quasi mandato all'ospedale per un infarto l'ultima volta per la rabbia).
Mi pare, quindi, di capire che il voto sia diventato di moda da queste parti. Se non voti Berlusconi, o Bossi, sei un Comunista e come tale Dio riserverà per te una morte peggiore di quella che tu possa immaginare nel tuo incubo peggiore.

Torno al discorso iniziale; a Berlusconi va dato il merito di essere un ottimo oratore e un perfetto sofista, poiché riesce persino a far credere alla gente che 'Gogol' sia la pronuncia corretta che tutti noi comuni mortali abbiamo sempre sbagliato. Figuriamoci se non è in grado di far credere che aumenti di stipendi e privilegi vari non siano un diritto sacrosanto (per loro, ovviamente).
Ho scritto forse un po' troppo con lo scopo di dire una sola cosa: il problema non sono i politici, siamo noi che lo permettiamo (concedetemi il plurale maiestatis).
E l'unico sistema per rimediare a questa catastrofe è schiaffeggiare (moralmente eh Very Happy) tutti quelli che preferiscono affidarsi a quella poca informazione che ci passa la TV piuttosto che perdere 10 minuti della loro preziosa vita a cercare qualcosa di più, per farsi un'idea PROPRIA.
Oppure riuscire a farsi eleggere a Presidente del Consiglio e rivoluzionare tutto Smile

Scusate se in tutto questo scrivere ho perso il filo del discorso, ma non riesco a rimanere troppo lucida quando mi arrabbio Very Happy
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Messaggio Da Marcello.DeVita Gio Giu 24, 2010 4:32 pm

Ti capisco Rossella anch'io alcune volte mi sono "arrabbiato" come te su questi temi. Ma dopo le ultime elezioni regionali ho capito bene una cosa i cittadini italiani non si sentono rappresentati e si sono stancati di votare il meno peggio o come dicono alcuni il male minore. Infatti i risultati delle regionali parlano chiaro quasi il 50% degli elettori non si è recato alle urne. Per non parlare delle elezioni svoltesi in Sardegna alcune settimane fa, ai ballottaggi solo il 30% è andato a votare.

I cittadini italiani vogliono una vera alternativa!
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Messaggio Da Rossella Gio Giu 24, 2010 4:51 pm

Quella è stata sicuramente una 'pseudo-vittoria' (anche per quanto riguarda il lieve vantaggio della Polverini nel Lazio). Per questo voglio seguire il percorso di questa nuova NDE, voglio fare in modo che questa SIA la vera alternativa e non semplicemente il male minore. Sono molto speranzosa al riguardo Smile
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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Ago 10, 2010 6:07 pm

il paese attraversa una brutta crisi,e LORO,I PREVILEGIATI si cuccano oltre 30000 euro al mese.lo hanno detto recentemente in tv....basta previlegi,immunita,ecc.devono essere trattati come ogni cittadino che lavora.se lavorano bene saranno pagati 2000 euro mese,senno niente .stesse condizioni.

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Messaggio Da lorenzoferrua Mar Ago 10, 2010 7:17 pm

...2000 euro al mese...è una proposta ridicola.
Se ci fosse una legge che pone 2000 euro di stipendio ai politici avremo al governo gente più incapace di quella che c'è oggi.
Infatti chiunque abbia delle capacità preferirebbe avere un attività imprenditoriale che saprà far fruttare molto più di 2000 euro al mese. Chi credi che andrebbe a fare il politico per 2000 euro?? forse qualcuno mosso da grandi principi o senso del servizio verso il paese...ma quanti potrebbero essere?? la politica deve essere un servizio fatto alla comunità ma non un regalo, il ritorno economico deve essere di un certo peso.
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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Ago 10, 2010 7:20 pm

NDE difatti ha questi nobili principi.se la ragioniamo per i soldi,allora non ne usciamo proprio da sta mangiatoia

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Messaggio Da lorenzoferrua Mar Ago 10, 2010 7:26 pm

NDE tra i principi ha la riduzione degli stipendi dei politici...ma da qui a portarli a 2000 euro la strada è più lunga. Io non la ragiono sui soldi...ma 2000 euro per un servizio di responsabilità è una proposta ridicola.
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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Ago 10, 2010 7:28 pm

A MIO MODESTO PARERE ASSOLUTAMENTE NO,ANZI DIAMO IL BUON ESEMPIO DI ONESTA.

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Messaggio Da lorenzoferrua Mar Ago 10, 2010 7:47 pm

Si certo. Facciamo la bella compagnia di gente con bellissimi ideali e forti principi e poi? immaginiamo di vincere le elezioni e di dover formare la squadra di governo...chi pensi di mettere come ministri? Ci vuole gente capace di far politica e di occuparsi dei ministeri che gestiscono...e gente capace che svolge bene i propri compiti non sono ben pagati a 2000 euro al mese.
Non condivido i 30.000 o i 12.000 euro attuali ...ma nemmeno i 2.000 da te proposti.
Secondo me una retribuzione giusta è intorno ai 4-5.000 euro.
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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Ago 10, 2010 7:49 pm

ok,confermo,ma non oltre.senno diventa interesse previlegiato.

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Messaggio Da Fabrizio Marchionne Mar Ago 10, 2010 10:38 pm

Sì, 4000-5000€ è quello che stavo pensando anch'io.
Con una riforma economica decente e tutti i cambiamenti che devono essere intrapresi nel settore energetico, della ricerca, nella riforma delle province e via discorrendo, anche i vari impiegati e dipendenti noteranno un aumento negli stipendi in ogni caso, quindi non ci sarà più il divario che vediamo oggi.
All'estero un ingegnere con esperienza che lavora in settori importanti, prende comunque i suoi 3500/4000€, quindi 7000€ non sono quest'esagerazione, se rapportati ai 10000 e passa euro che prende un politico qui e i 2000€ tirati che prende un ingegnere di qui. È comunque troppo, quello non lo nego. Ma bisogna tener conto della differenza che c'è tra l'Italia e altri paesi europei.
Come dicevo in un altro topic, l'abbassamento degli stipendi dei politici deve avvenire gradualmente, in modo da farli star buoni nel primo periodo.
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Messaggio Da Marcello.DeVita Mer Ago 11, 2010 6:24 am

Ci deve essere un diminuzione dello stipendio del parlamentare italiano ma deve seguire l'andamento europeo e l'importanza del ruolo che svolge. So molto bene che oggi essere un parlamentare italiano è in molti casi non più un dovere ma un privilegio quasi assoluto ma quello che NDE deve raggiungere come obiettivo è anche quello di restituire al parlamentare il suo vero ruolo quello di rappresentante dei cittadini.

Certamente essere tale rappresentante, se fatto a dovere, è un ruolo difficile e impegnativo che deve essere remunerato adeguatamente.

Deve essere lo stipendio dei cittadini che deve essere aumentato e raggiungere così la media europea.
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Messaggio Da lorenzoferrua Mer Ago 11, 2010 12:26 pm

Ho riletto tutta la discussione. Nel primo intervento si da la colpa ai governi per l'attuale crisi economica. Poi più volte viene sottolineato il divario di stipendi tra politici e cittadini, con la necessità di aumentare quelli dei cittadini.
Il sistema economico mondiale è basato sul consumo. Ogni cittadino deve aumentare i suoi consumi per sostenere le produzioni e l'aggiornamento sempre più veloce dei prodotti. Da qualche anno il meccanismo si è inceppato. I consumi sono calati.
I sistemi di valutazione della vita prendono come riferimento i consumi, gli stipendi.
Ogni aspetto viene considerato da un alto prettamente economico. Siamo numeri che devono generare numeri.
Un governo da solo non può invertire tutto questo meccanismo, risanando l'economia di un paese.
Secondo me bisogna abbandonare questo sistema ormai insostenibile e basare le aspettative di vita di ogni cittadino secondo altri criteri.
Introducendo dei "misuratori" di felicità, soddisfazione. A me non interessa avere un aumento di stipendio, preferisco avere più tempo da passare con la famiglia. O non mi importa avere un elevato potere di acquisto per avere un cellulare di ultima generazione, o l'auto nuova, preferisco avere uno stile di vita più lento, meno frenetico, riscoprire i rapporti diretti con i miei vicini.
Bisogna rilanciare i valori, sganciarsi dal denaro come unico scopo di vita...che senso ha per una coppia, in cui lavorano sia la moglie e il marito, pagare la babysitter e mandare i figli all'asilo?
Non essere ipocriti quando si parla di parità tra uomo e donna. Uomo e donna hanno diverse attitudini naturali. I nove mesi di gravidanza più il periodo dell'allattamento sono una fase esclusiva della vita di una donna. Bisogna studiare qualcosa per far si che non siano un impedimento ad avere figli (magari per non interrompere un percorso lavorativo). Dobbiamo riscoprire queste diversità e utilizzarle per crescere come società.
Dobbiamo mettere al centro della società, dell'economia, del lavoro,ecc, la persona, la famiglia!
Dobbiamo avere la possibilità di svincolare l'economia al settore dell'auto. E' impensabile basare gran parte delle risorse di un paese solo in quel campo.
In Italia abbiamo una tradizione agricola eccelsa, e c'è la possibilità di farlo un settore di punta.
Sarebbe anche uno dei modi più semplici per diminuire l'inquinamento...spostiamo l'economia da industria (inquinante) a agricoltura (meno inquinante).
Dobbiamo entrare nel futuro attingendo dal passato, perchè questo presente non è un gran chè!


Ultima modifica di lorenzoferrua il Mer Ago 11, 2010 12:37 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Fabrizio Marchionne Mer Ago 11, 2010 12:33 pm

Quello che dici è giustissimo, e lo condivido appieno, sono le cose che vado sempre dicendo in giro, ma la gente mi risponde: "Ma che dici? Sembra che caschi dalle nuvole! Dove vai con questi ideali inutili?".
Purtroppo, credo siano ancora troppo giovani i tempi per un cambiamento generazionale di questa entità. Noi stiamo proponendo i primi passi verso un sistema migliore, ma da soli non arriveremo così lontano. Qualcuno comincia ad avere una concezione della realtà un pò più elevata rispetto a quella della massa, completamente schiava del consumismo, ma non siamo così tanti.

Con NDE iniziamo dal basso, rieducando e cercando di sanare le ferite di cui questo paese è pieno. Già dei mass media di qualità avranno un grande impatto sulla popolazione.
Con il tempo, con un tenore di vita più decente, la possibilità per ogni cittadino di sentirsi parte integrante di un sistema funzionante, arriveremo anche a quello.

Siamo numeri che devono generare numeri.
La storia delle cose? ;D


Quoto sull'agricoltura.
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Messaggio Da archimede/fabio pareto Gio Ago 12, 2010 9:59 am

sono daccordo con voi.diffondiamo NDE al massimo.solo cosi possiamo farcela.io nel parlo in giro e mi danno retta.anche sul web.coraggio

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Messaggio Da Ospite Sab Gen 08, 2011 9:08 pm

Io ho una idea della crisi economica credo tutta mia, ma della quale sono assolutamente convinto, per me non e' quella che ci vogliono fare intendere alla televisione, poi se vogliamo discutere di tutti gli sprechi di denaro e delle ingiustizie sociali potremmo discutere per giorni, questo per dire che secondo me che ho 45 anni di cui 30 di lavoro alle spalle, la vera crisi e' data dalla mancanza e precarieta' del lavoro, guardando indietro negli anni 80, perlomeno nella mia regione le marche, il lavoro dovevi solo sceglierlo, ce ne era a volonta', per primo nelle piccole imprese ed artigiani, negli anni novanta e' cominciata la discesa, le grandi aziende cominciavano a portare il lavoro fuori dall'italia ottenendo secondo me
"cosa assurda" la cassaintegrazione per gli operai italiani, allo stesso tempo lo stato soffocava di tasse le piccole imprese definite l'oro dell'italia ma che di fatto si costringono a farle chiudere, fino ad arrivate ad oggi dove purtroppo queste tendenze sono aumentate, se a questo aggiungiamo i cinesi in primis di seguito gli altri extracomunitari, che percarita' non voglio fare un discorso razzista, ma di fatto questa gente, porta i loro guadagni nei loro paesi, indebolendo ilnostro.
concludo dicendo che non voglio essere contro la globalizzazzione, ma dobbiamo pensare di fare qualcosa contro questo sistema, altrimenti secondo me la annunciata fine della crisi non ci sara'... MAI!!!!!!!!

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Sab Gen 08, 2011 9:29 pm

quoto roberto

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Messaggio Da Ospite Sab Gen 08, 2011 9:46 pm

roberto.cesoni1965 ha scritto: se a questo aggiungiamo i cinesi in primis di seguito gli altri extracomunitari, che percarita' non voglio fare un discorso razzista, ma di fatto questa gente, porta i loro guadagni nei loro paesi, indebolendo ilnostro.
concludo dicendo che non voglio essere contro la globalizzazzione, ma dobbiamo pensare di fare qualcosa contro questo sistema, altrimenti secondo me la annunciata fine della crisi non ci sara'... MAI!!!!!!!!

Per cui la crisi in America e' colpa degli emigrati italiani che hanno portato via lavoro agli americani?
Io credo che un extracomunitario assunto regolarmente abbia comunque la sua tassazione sullo stipendio e se sono assunti a nero, come accade spesso in regioni come la calabria diamo anche la colpa a chi li assume in nero e che ognuno si prenda le proprie responsabilita'.
Ti porto l'esempio che ho sotto gli occhi, quello del "bergamino" vale a dire colui che si occupa della mungitura delle mucche, lavoro nonmassacrante in quanto tutto viene svolto dalle macchine, ma con orari particolari e senza conoscere Natale, Pasqua e Ferragosto..lavoro che molti italiani non vogliono piu' fare, come accadde in passato quando gli italiani andarono a lavorare nelle miniere del Belgio.
Semmai la globalizzazione consente a imprenditori italiani, e sottolineo italiani, di portare le loro frabbriche all'estero dove possono pagare di meno un operaio che per paura prende un salario da miseria e, soprattutto nei paesi dell'est, tace e non si lamenta per paura di perdere il posto di lavoro. Allora piu' che prendermela con gli extracomunitari prendiamocela con questi signori che fanno questi loro sporchi giochi sulla pelle dei lavoratori e in nome del personale arricchimento.
Altro aspetto sono gli imprenditori stranieri che stanno perdendo interesse a investire in questo paese per i veri disservizi che esistono.

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Messaggio Da Ospite Dom Gen 09, 2011 12:11 am

il sistema economico di ogni paese si regge sul lavoro. quindi un paese non puo' reggersi senza un rapporto equilibrato tra il lavoro prodotto (pil) e i soldi che spende (spesa pubblica) . pertanto se un paese vuole crescere in ricchezza e benessere deve innanzitutto sostenere questo equilibrio attraverso il contenimento della spesa pubblica e lo sviluppo del sistema delle imprese dalla multinazionale alla piccola impresa artigiana.
invece in italia i nostri politici strafottenti hanno fatto esattamente il contrario e questo e' il risultato a distanza di anni di una classe politica accecata di potere che pensa solo al proprio interesse personale.
E' stata una cosa assolutamente demenziale aumentare a dismisura la spesa pubblica, distruggere le grandi imprese industriali aumentare le tasse alle imprese artigiane e costringere quelle rimaste a portare la propria produzione all'estero per non chiudere
con conseguente forte crisi economica del paese in una economia ingabbiata e senza via di fuga.

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Messaggio Da Ospite Dom Gen 09, 2011 1:04 pm

GraziaM ha scritto:
roberto.cesoni1965 ha scritto: se a questo aggiungiamo i cinesi in primis di seguito gli altri extracomunitari, che percarita' non voglio fare un discorso razzista, ma di fatto questa gente, porta i loro guadagni nei loro paesi, indebolendo ilnostro.
concludo dicendo che non voglio essere contro la globalizzazzione, ma dobbiamo pensare di fare qualcosa contro questo sistema, altrimenti secondo me la annunciata fine della crisi non ci sara'... MAI!!!!!!!!

Per cui la crisi in America e' colpa degli emigrati italiani che hanno portato via lavoro agli americani?
Io credo che un extracomunitario assunto regolarmente abbia comunque la sua tassazione sullo stipendio e se sono assunti a nero, come accade spesso in regioni come la calabria diamo anche la colpa a chi li assume in nero e che ognuno si prenda le proprie responsabilita'.


Esattamente.

Il problema dell'immigrazione è un non problema sotto l'aspetto del mercato del lavoro (se si pensa inoltre che secondo alcune analisi il sistema del welfare in Italia fin'ora bene o male ha retto grazie alle tasse pagate dagli immigrati, che poi spesso manco usavano o usano i servizi disponibili, e via dicendo si capisce come forse il discorso è tutt'altro che lineare) anche perchè, salvo piccole minoranze, i lavori che vanno ad occupare i migranti sono lavori 'scartati' dal lavoratore italiano o comunque europeo occidentale, la concorrenza in settori come il tessile o altri non viene fatta da lavoratori stranieri in Italia infatti (salvo rarissimissime eccezioni), viene fatta direttamente negli e dagli altri stati.

Il tessile, per dire un caso lampante, in Italia non va male per la concorrenza cinese che c'è a Prato per esempio, il tessile in Italia va a rotoli sia per motivi interni (spesso le aziende non si sono modernizzate/rinnovate quando avrebbero potuto e dovuto e quindi ora in ogni caso sono fuori dal mercato anche rispetto a concorrenti di altri paesi industrializzati con un alto pil pro capite, tipicamente i paesi 'storici' dell'UE) sia per appunto la concorrenza esterna (India, di cui tutti si dimenticano, ma esiste anche l'India, come la Cina o paesi emergenti minori asiatici o africani, nel campo tessile si può ricordare il Pakistan ad esempio).

----
PS: ovviamente poi l'ultima parte del discorso che ho fatto si rialaccia anche al discorso di Mimmo, se da un lato c'è stata anche una certa non curanza di una parte del settore imprenditoriale che non ha saputo cogliere le opportunità ed il momento giusto per rinnovarsi (parlo sempre del tessile su cui ci sono stati anche accordi a livello internazionale nel tempo proprio per limitare la diffusione delle merci dei paesi in via di sviluppo e dare quindi tempo alle produzioni dei paesi avanzati di ricalibrare e rinnovare le produzioni), c'è stata anche dall'altra parte l'incapacità da parte della classe politica italiana di garantire quelle condizioni e/o incentivi necessari perchè quelle 'proroghe' e limitazioni esistenti diventassero per gli imprenditori una opportunità di rinnovamento (reali incentivi sul rinnovamento dei macchinari e delle linee produttive o piuttosto favorire la ricerca e lo sviluppo tecnologico o piuttosto favorire la concentrazione delle aziende tessili spesso estremamente piccole e senza possibilità di crescita in entità più grandi o piuttosto altre cose ancore, che anche quando sono state fatte non sono mai state fatte con la forza e determinazione necessarie) piuttosto che un procristinare (sempre per quel motivetto che in Italia si chiama: rimandare il problema a data da destinarsi) la morte industriale di un intero settore come invece è stato fatto.

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Messaggio Da Ospite Dom Gen 09, 2011 6:00 pm

premesso che rispetto il parere e l'idea di ognuno e che il mio vuole essere solamente un commento costruttivo e di confronto, parlando di concorrenza e' positiva nel caso di concorrenza leale e paritaria, vedi la telefonia, ma non ad esempio quando si lavora 20 ore al giorno in ambienti non idonei e senza pagare le tasse. comunque non volevo incentrare il discorso sugli extracomunitari, il mio voleva essere un messaggio rivolto alle cause per cui e' subentrata la " crisi " riepilogo i punti principali, mancanza di lavoro perche' portato all'estero, e' vero che alcune aziende non riuscirebbero ad essere competitive sul mercato con la monodopera italiana, ma e' vero anche che ci sono aziende che vendono molto cari i loro prodotti e che non mi vengano a dire che in italia non potrebbero produrre, quindi non tutti portano il lavoro dove costa meno per necessita', questo e' il punto in cui metto l'accento. vero che non solo gli italiani agiscono in questo modo , ma per me non e' consolatorio. l'altro punto importante e' il rilancio necessario e vitale delle piccole, imprese, non basta che si dica e' gia passato il tempo per cui bisogna fare qualcosa. per me e' da questi punti che bisogna ripartire a fare in modo che lavoro e conti ricomincino a tornare.

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Messaggio Da Ospite Dom Gen 09, 2011 6:39 pm

roberto cesoni ha scritto:
"parlando di concorrenza e' positiva nel caso di concorrenza leale e paritaria, vedi la telefonia, ma non ad esempio quando si lavora 20 ore al giorno in ambienti non idonei e senza pagare le tasse."
sono daccordo anzi la concorrenza fa molto bene al mercato quando e' leale e paritaria. Infatti prima della UE e della globalizzazione in italia cerano i dazi doganali che servivano a avvicinare i prezzi dei prodotti esteri ai prezzi dei prodotti italiani. e questo permetteva alle nostre imprese di poter produrre in italia in quanto il prezzo dei loro prodotti era simile al prezzo dei prodotti esteri e quindi erano convenienti, se poi in cina gli operai lavoravano 20 ore al giorno non era certo per colpa nostra. Ma purtroppo i nostri politici come al solito non hanno capito che togliendo tutti i dazi doganali mettevano le nostre imprese con il culo per terra in quanto era impossibile riuscire senza un periodo di tempo di riqualificazione del sistema produttivo interno ad avere la stessa produttivita' del modello cinese e quindi di fronte ad una concorrenza cosi sbilanciata anzi abissale non c'e' nessuna possibilita' di resistere. Dobbiamo pertanto ringraziare come al solito la demenziale lungimiranza dei nostri politici che hanno dato la possibilita' a chiunque di invaderci con i suoi prodotti spesso di dubbia qualita' senza che ci sia una minima concorrenza da parte delle nostre imprese ormai decimate dalla crisi interna. Poi visto che si e' discusso di globalizzazione vorrei che qualcuno mi spiegasse i veri vantaggi che ci ha portato?

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La crisi economica, le sue cause e la strafottenza della classe politica Empty Re: La crisi economica, le sue cause e la strafottenza della classe politica

Messaggio Da Ospite Lun Gen 10, 2011 7:41 pm

mimmo.web ha scritto:non hanno capito che togliendo tutti i dazi doganali mettevano le nostre imprese con il culo per terra in quanto era impossibile riuscire senza un periodo di tempo di riqualificazione del sistema produttivo interno ad avere la stessa produttivita' del modello cinese e quindi di fronte ad una concorrenza cosi sbilanciata anzi abissale non c'e' nessuna possibilita' di resistere.

Sarò diretto: falso.

Primo, come storia insegna, se noi mettiamo i dazi qualcun'altro li mette a noi.

Sul breve periodo possono anche servire, sul lungo periodo generano solo distorsioni di mercato, chiusura commerciale (se tu non fai importare qualcun'altro non ti farà esportare), poca concorrenza e prezzi alti, arretramento tecnologico (la storia economica dell'italia anni '20 e '30) ed incapacità delle aziende di stare sul mercato.

Secondo, il tempo per la riqualificazione c'è stato ed è stato anche lungo, tant'è che la riqualificazione del sistema produttivo è avvenuto in tutta l'UE laddove se ne rendeva necessario (tant'è che gli altri paesi esportano e conquiste fette di mercato cinese anche importanti, non limitandosi a qualche bottiglia di vino o vestito di lusso, per carità importanti, ma che rappresentano comunque quote minime di mercato), intere città hanno cambiato i loro connotati e si sono riaddatati se qua in Italia non è avvenuto è per colpa della miopia della classe produttiva e politica italiana non per colpa della presenza o meno dei dazi (che comunque ancora ci sono, solo che se ne occupa dell'UE e non più i singoli stati nazionali)

Poi visto che si e' discusso di globalizzazione vorrei che qualcuno mi spiegasse i veri vantaggi che ci ha portato?

Il mondo, secondo molte analisi, era molto più globalizzato tra l'ottocento ed il novecento, rispetto ad allora l'unica cosa che è realmente avanzata è la velocità a cui circolano le informazioni ed eventualmente le persone.

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La crisi economica, le sue cause e la strafottenza della classe politica Empty Re: La crisi economica, le sue cause e la strafottenza della classe politica

Messaggio Da Ospite Mar Gen 11, 2011 12:24 am

caro umberto devo dire che con te la discussione acquista corposita'. pertanto ti vorrei dire che:
in primis io nell'ottocento non c'ero e quindi non mi ero accorto della maggiore globalizzazione poi non vorrei che si confondesse la globalizzazione con il progresso tecnologico in quanto la velocita' di trasmettere e la maggiore rapidita' di spostarsi con treni ed aerei, credo che sia principalmente dovuta al progresso tecnologico. invece la globalizzazione e' sostanzialmente lo scambio commerciale internazionale senza piu' dogane o barriere di qualsiasi tipo. favorendo lo spostamento della produzione dai paesi più industrializzati a quelli in via di sviluppo, zone franche i cui tutti i diritti umani non sono garantiti e dove i salari sono più bassi. Il tutto senza dare reali benefici alla popolazione, anzi distruggendone buona parte dell'economia locale. Inoltre durante la messa dell'Epifania del gennaio 2008 Papa Benedetto XVI afferma che non si può dire che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro e aggiunge: i conflitti per la supremazia economica rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale. pertanto pensavo che visto che sostanzialmente hai detto che non ci sono stati vantaggi evidenti potevi elencare un tuo parere su eventuali svantaggi.
Perche' non credo che la globalizzazione degli ultimi anni sia stata ad impatto zero.

poi per quanto riguarda i dazi, e' evidente che non possono essere utilizzati ad oltranza ma soltanto per un arco temporale che sia sufficiente e sopratutto gradualizzato per rendere il piu' possibile meno traumatica la globalizzazione. e questa
salvaguardia delle imprese e' sicuramente il compito principale di ogni buon governo che si rispetti. quindi probabilmente e' mancato qualcosa, perche' se fino agli anni 90 l'economia andava bene senza la globalizzazione, mi chiedo cosa e' successo con la globalizzazione per arrivare a tanto sfascio come oggi. Forse allora era meglio non incentivarla.

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