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Realizzazione programma NDE Energie Rinnovabili.

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Messaggio Da Ospite Ven Feb 18, 2011 6:44 pm

ecco come sarà suddivisa la bozza del programma che sto stendendo:

Politiche energetiche
Introduzione

1) Energie rinnovabili: valutazioni e proposte
2) No al nucleare: una scelta ponderata
3) Risparmio energetico ed edilizia
4) Ricerca e aziende di stato

Politiche ambientali
Introduzione

per ora posto l'introduzione di politiche energetiche che ho creato:

Il problema delle politiche energetiche è un problema vitale che va affrontato di petto in quanto cattive politiche energetiche, come sono state portate avanti fin'ora in Italia (ma anche nel resto dell'UE), genera danni sulla nostra bilancia commerciale (già piuttosto in difficoltà), sulla nostra capacità di essere indipendenti da paesi terzi (con ricadute sensibili in campo di politica estera), sui costi che il singolo cittadino deve affrontare e ultimo, ma non ultimo, con gravi danni anche all'ambiente (con tutti i costi, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici che ne derivano).

Se a ciò si unisce la corsa internazionale all'accaparramento delle materie prime (con relativi aumenti dei prezzi di queste e problemi strategici annessi) si capisce come il problema energetico quindi si configura sempre di più come uno dei problemi centrali, se non il problema, che ci si ritroverà ad affrontare in un futuro sempre più prossimo in quanto dalla questione energetica deriveranno per la maggior parte tutti gli altri.

Integrare, sviluppare e approfondire quindi politiche di ricerca e supporto alle energie rinnovabili e al risparmio energetico diventa quindi sempre più importante e per questo NDE sviluppa tutta una serie di proposte.

Purtroppo fin'ora il problema delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è stato affrontato solo in un ottica di esclusiva riduzione dell'inquinamento, fattore importantissimo, ma limitante allo sviluppo di politiche realmente competitive in grado di fare affermare tali tecnologie sul mercato non come 'moda' passeggera legate ad una sensibilità ambientale più o meno accesa, ma per il loro reale vantaggio economico derivante dal loro uso; vantaggi che vanno sia al singolo, che alla collettività.

Per questo NDE si propone di affrontare tale problema sotto un'ottica più ampia di come viene normalmente affrontato il problema in maniera da dare soluzioni o alternative realmente effettive e capaci di essere applicate su larga scala.

e di politiche ambientali

Se è vero che da errate politiche energetiche derivano gran parte dei problemi ambientali di oggi (dall'inquinamento delle nostre città al surriscaldamento globale), sicuramente per quel che riguarda l'ambiente è importante anche un'opera di preservazione dello stesso principalmente di tipo paesaggistico.

Purtroppo il nostro paese è indubbiamente vittima di un abusivismo edilizio molto incisivo che va a danneggiare in particolare le nostre coste, a questo si affiancano problemi quali la scarsa manutenzione e controlli a corsi d'acqua e vegetazione che comportano gravi problemi se non veri e propri disastri (un bosco pulito e controllato prenderà fuoco con maggiore difficoltà, un letto di un fiume pulito regolarmente ridurrà il rischio di esondazioni), nonchè errate o obsolete o mancanti procedure di smaltimento di liquami (che finiscono per inquinare i nostri fiumi e mari) e rifiuti, con casi limite come l'inquinamento da prodotti di smaltimento industriale delle falde o la presenza di discariche abusive (per tacere di quelle autorizzate, ma in deroga alle normative).

Per questo NDE ha un ventaglio di proposte nel tentativo di agire meglio in questo settore, settore ambientale in cui l'Italia non ha nulla da invidiare a nessuno, ma che purtroppo troppo spesso viene abbandonato a sè stesso o peggio danneggiato irrimediabilmente per interessi spesso malavitosi.

in quanto gli altri paragrafi non sono ancora pronti (presto spero di postare il numero 1 e 3 che sono a buon punto), notare come politiche ambientali è solo una bozza in una bozza.

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Sab Feb 19, 2011 1:27 am

ok umberto va bene,è chiaro il messaggio di nde di portare avanti le energie alternative allo scopo di farne uso per abbattere i problemi entropia energetica,economica e dell inquinamento,nonchè della sicurezza civile....

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Messaggio Da Ospite Lun Mar 07, 2011 6:25 pm

il punto 4 è sola abbozzato (non che gli altri lo siano di meno ^^ ).

1) Energie rinnovabili: valutazioni e proposte

Come accennato nell'introduzione quello energetico è un problema che va a toccare direttamente ed indirettamente molti campi, anche molto dissimili tra di loro: da quello economico a quello politicoa a quello ambientale.
NDE favorisce l'uso di energie rinnovabili in quanto comporterebbero sicuri miglioramenti in tutti questi campi.
La riduzione di inquinamento renderà ovviamente l'ambiente più vivibile e migliorerà lo status salutare della popolazione, la vivibilità del nostro territorio (in particolare dei grandi agglomerati urbani) ed in generale contribuirà alla salvaguardia ambientale del nostro pianeta.
Bisogna anche notare come una maggiore autosufficenza energetica determinata da corrette politiche di sviluppo delle energie rinnovabili abbia in particolare per l'Italia importanti risvolti geopolitici, oltre che ad assistere un miglioramente della bilancia commerciale (oggigiorno gravata in particolar modo dall'importazione di materie prime), con conseguenti benefici economici, si assisterebbe anche ad una sempre maggior indipendenza energetica, e quindi politica, dalle importazioni di materie prima dall'Africa e dalla Russia.
La creazione di posti di lavoro associati a questo settore è potenzialmente alta ed una riconversione energetica non potrà non essere accompagnata, per essere realmente efficace, anche da una riconversione industriale in questo settore, permettendo di mantenere attivi e funzionanti stabilimenti destinati alla chiusura o in forte declino come soglie occupazionali; l'energia rinnovabile deve anche essere quindi vista come una opportunità di rilancio industriale e occupazionale del paese.
Infatti la produzione di componenti per tali impianti di produzione di energia alternativa è strettamente legato ad un aumento della produzione industriale che comporti un minor costo di produzione di tali impianti (e quindi una maggiore commercializzazione) e quindi una maggiore diffusione (anche in maniera indipendente da incentivi e sgravi), minor costo di produzione e maggior efficenza che oltre che ad un aumento della produzione potrà essere raggiunto favorendo una maggiore ricerca in tale settore (vedere paragrafo 4).
Inoltre il relativo potenziale risparmio nel medio periodo, determinato in particolar modo dalla riduzione delle importazioni di materie prime estere (a costi sempre più elevati in futuro), per l'utente finale comporterà un consistente risparmio economico da parte dei privati e delle imprese consentendo, con relativi benefici in termini di investimenti economici, condizioni di vita e rilancio del mercato interno.

Pannelli solari: energia elettrica e calore
Attualmente, l'uso di pannelli solari (sia per produrre energia, che per riscaldamento delle abitazioni e riscaldamento dell'acqua) raggiunge soglie minime d'utilizzo rispetto a ciò che la nostra posizione geografica ci consente di ottenere, da notare anche le forti diversificazioni tra regioni e regioni dovute a singole politiche regionali con regioni all'avanguardia come diffusione e quantità totale di energia prodotta e molte (in particolare al sud) estremamente arretrate (o con una diffusione di tale tecnologia estremamente bassa) nonostante le possibilità che il clima e l'irraggiamento consentirebbero.
Oltre ad una mancanza di impianti, ciò che dovrebbe essere inserito in quelli futuri per la produzione di energia elettrica è la possibilità di avere un accumulatore di energia (sia per impianti di tipo domestico che di tipo industriale), che limita ulteriormente gli sprechi. Tali accumulatori, se inseriti nella rete nazionale, con ovvi compensi per i cittadini che offrono il loro appoggio allo Stato, consentono di far circolare grandi quantità di energia, rendendo potenzialmente, in cooperazione con gli altri sistemi di produzione di energia, ogni città vicina all'autonomia nella richiesta di energia elettrica.
Utilizzare questo tipo di impianti nelle proprie abitazioni deve dunque diventare un'assoluta priorità nel settore.
Da continuare inoltre sono gli incentivi per supportare tale mercato sia per quel che riguarda il comparto dei piccoli impianti, sia per quel che riguarda impianti più grandi, incentivi che però dovranno essere a scalare man mano che i costi di produzione di tali impianti scenderanno e quindi diventeranno di per sè maggiormente competitivi. Inoltre bisognerà porre molta attenzione all'incentivare i 'campi solari' per far sì che questi non erodano terreno ad uso agricolo (i cui prezzi continuano ad aumentare anche a causa dell'aumento della domanda, ma a ciò non corrisponde una maggiore convenienza da parte dell'agricoltore, incentivando quindi un uso diverso di tali terreni, con ricadute sul lungo periodo ancora più gravi per quel che riguarda costi dei prodotti e produzione totale), bisognerà porre limiti molto stringenti per l'uso a tale scopo di questi terreni, indicativamente non più di un 5 o 10% oppure i campi dovranno risultare incolti da almeno 10 anni.
Ove possibile bisognerà favorire la nascita di un maggior numero di centrali elettriche fotovoltaiche, in particolare, ove possibili, riconvertendo aree e terreni industriali dismessi rendendoli quindi nuovamente produttivi.

Geotermico a bassa entalpia ed eolico: problematici, ma non da scartare.
Il geotermico a bassa entalpia al contrario del fotovoltaico ha il problema che non può essere installato ovunque, in particolare sorgono problemi al riguardo di edifici già esistenti oltre che necessaria sempre una attenta verifica del terreno.
Sulle nuove costruzioni però è una tecnologia da favorire, soprattutto in abbinamento ad altre fonti di energia rinnovabile quali fotovoltaico e collettori termici
Anche l'eolico per sua natura ha una applicazione limitata, oltre al problema di trovare zone sufficentemente ventose impone anche alcuni problemi di tipo paessagistico (questione che in Italia si fa particolarmente sentire) e nei casi di impianti particolarmente grandi anche di disturbo alla fauna e al traffico aereo in alcuni casi limite.
Ciò non toglie che l'eolico, anche in virtù del fatto della sua semplicità, della maggiore durata operativa e dei minori costi di smaltimento rispetto ad un impianto per la produzione di energia solare (allo stato attuale delle tecnologie), sia una tecnologia assolutamente da favorire.
In particolare si impone nel caso specifico una necessaria semplificazione normativa, che seppur necessaria anche negli altri contesti, nel campo dell'eolico diventa particolarmente accentuata per gli impianti sopra i 60 Kw con la necessità di ben 30 autorizzazioni.

Energie 'bio': biogas e biomasse.
Una forma praticabile di produzione di energia rinnovabile è quella del biogas, indicato in particolar modo per l'uso da parte di allevamenti e delle aziende agricole in genere.
Anche come supporto al settore primario è da favorire questa tecnologia, anche tramite semplici semplificazioni normative oltre che tramite incentivi appositi, che può garantire l'indipendenza energetica a molte aziende del settore con relativi risparmi e possibilità di abbattere i costi di gestione.
Il discorso delle biomasse invece è più complicato, questa tecnologia (si ricordino le stufe a pellets ad esempio) di per sè non garantisce nè un consistente passo avanti nel rispetto dell'ambiente o una riduzione dei costi per la collettività in generale, ma data la sua efficenza costituisce un ottimo strumento per il riscaldamento domestico a costi contenuti per il singolo.
Un modo per avere un impatto ambientale molto contenuto, a costi sempre competitivi, è quello della filiera corta unito ad un uso moderno del patrimonio boschivo: tramite la filiera corta si possono abbattere i costi (sia in termini economici che di emissioni) di trasporto, mentre tramite un uso accorto del patrimonio boschivo si può avere una continua rigenerazione di questo (tramite alberi a crescita rapida) senza riduzione quindi del patrimonio boschivo nel complesso.
L'ideale in questo caso sono gli impianti di teleriscaldamento fino a 5/10 MW per l'uso in paesi di dimensioni contenute, tale soluzione, come insegna in particolar modo l'Austria, potrebbe essere ottimale per il rilancio economico di molte zone di bassa montagna attualmente in fase di spopolamento, inoltre può, purchè gestita secondo crismi moderni e non di pur sfruttamento totale fino all'estinzione della stessa della risorsa, comportare anche una migliore gestione di quel patrimonio boschivo che con l'abbandono delle zone e delle attività rurali quali la pastorizia è lasciato a se stesso (con effetti diretti ed indiretti anche gravi quali frane, alluvioni, incendi difficili da spegnere, ecc...).

Il settore automotive: elettricità e riduzione del trasporto su gomma.
Per abbattere la nostra dipendenza dal petrolio (e dai paesi produttori) e rendere l'ambiente più salubre diventa un imperativo ridurre la dipendenza e l'uso di mezzi di trasporto funzionanti con combustibili fossili.
Un miglior uso delle ferrovie per ridurre il trasporto su gomma, incentivare l'acquisto di auto elettriche ed ibride, potenziare i mezzi di trasporto pubblici (dal trasporto locale ai treni pendolari) sono le strade che NDE si prefigge di percorrere per ridurre quindi la dipendenza dagli idrocarburi.
Un problema che si pone però è l'uso degli idrocarburi per usi industriali/produttivi: aumenti del costo del petrolio infatti finiscono per pesare anche su beni di prima necessità (si pensi ai beni agricoli) e su tutta la catena di produzione industriale. Perciò anche l'abbattimento in questo settore dell'uso degli idrocarburi diventa importante e con ricadute a cascata anche sulla vita di tutti i giorni del singolo cittadino, bisogna quindi favorire la ricerca e l'applicazione in questo campo che rispetto al campo del trasporto famigliare risulta in ritardo.

2) No al nucleare: una scelta ponderata

NDE si dice contraria alla produzione da energia derivante da fissione nucleare.
Questa scelta non è dettata da motivi ideologici o puramente di immagine, ma è determinato da un ragionamento costi/rischi/vantaggi che sconsiglia profondamente il ricorso a questa tecnologia.
Ecco alcune delle principali criticità che NDE considera alla base della sua scelta:
1) L'uranio è una risorsa sempre più costosa e richiesta, ed è comunque una risorsa molto limitata e geograficamente poco diffusa, ancora meno del petrolio, basti pensare che l'IAEA stima riserve economicamente sfruttabili (ad un costo di 130 dollari per kg) per 5,4 milioni di tonnellate, con un consumo annuo che nel 2010 risultava di circa 70.000 tonnellate (e per il 2015 è stimato a 77.000 in quanto la domanda sta fortemente aumentando), a fronte di una produzione nel 2010 di circa 55.000 tonnellate, Non solo sul medio/lungo periodo eventuali vantaggi economici rispetto agli idrocarburi sembrano svanire o essere messi in serio pericolo, ma l'uso di tale materia prima aumenterebbe ancora di più la dipendenza energetica dell'Italia a pochi paesi (si pensi che i principali produttori che detengono circa 3/5 delle riserve note economicamente estraibili sono: Australia, Kazakistan e Canada, a cui si aggiunge l'area dell'Africa Centrale). Già oggi per alimentare molte centrali si ricorre anche al plutonio, in particolare da parte dei paesi che devono smantellare parte del loro arsenale atomico.
2) Le scorie continuano ad essere uno dei maggiori talloni d'Achille della fissione nucleare: pericolose per la salute, difficili da stoccare (sia per quanto riguarda la sicurezza e l'individuazione dei siti stessi, sia per la difficoltà fortissima a convincere le popolazioni ad accoglierle, ancora maggiore rispetto alle centrali stesse), nel caso italiano problema ancora più grave in quanto subentra anche il fattore 'fiducia', in quanto si fa fatica a smaltire anche i più 'semplici' rifiuti speciali.
3) Costi e tempi elevati di costruzione, non associati a risultati in termini produttivi che giustificano realmente tale investimento.
4) Tecnologia oramai non più recente (anche nelle sue ultime incarnazioni) e che nel caso italiano, anche per le più rosee previsioni di messa in operatività, risulterà obsoleta quando le prime centrali (in ogni caso in un numero insufficente per coprire una fetta consistente del fabbisogno elettrico italiano e quindi per giustificare almeno sotto questo aspetto questa scelta) dovrebbero diventare operative.
L'errore che è importante non commettere più è quello che rinunciando al nucleare come fonte di energia si rinunci pure alla ricerca e al mantenimento di capacità industriali e scientifiche nel settore (come di fatto è avvenuto in Italia).
Infatti se è fuor di dubbio che oggi l'energia nucleare pone davanti ancora grossi ed importantissimi problemi (sanitari, di approvigionamento della materia prima, scorie, ecc...), ciò non vuol dire che in futuro sarà sempre così.
Già la tecnologia della fusione dovrebbe porre rimedio a molti di questi problemi, ma le ricerche ed i test di tale tecnologia devono essere supportati.
Basti pensare che oltre al costoso e complesso progetto internazionale ITER, in Italia l'ENEA avrebbe avuto già da molti anni la possibilità di compiere grossissimi passi in avanti (passando da una fase teorica addirittura ad una fase di sperimentazionepratica) nel settore con il progetto IGNITOR, progetto che invece è sempre stato bloccato per mancanza di supporto da parte politica che non ha mai assegnato i fondi, peraltro contenuti (circa 300 milioni di Euro), necessari per passare ad una fase di sperimentazione pratica; per la cronaca un prototipo del reattore dovrebbe essere realizzato sul suolo russo a seguito di un memorandum di intesa firmato nel 2010 con la Federazione Russa, cedendo di fatto il progetto.



3) Risparmio energetico ed edilizia

Una idea molto pratica per quel che riguarda il risparmio energetico è quello di applicare l'illuminazione a LED per quel che riguarda l'illuminazione pubblica ed incentivare l'uso di tale tecnologia per uso privato.
In particolare nell'ottica delle amministrazioni comunali ciò a fronte di un costo iniziale comunque contenuto si avrebbero nei bilanci immediatamente successivi risparmi considerevoli.
Bisognerà inoltre rendere stabili gli incentivi alla rottamazione di elettrodomestici a bassa efficenza energetica.
Incentivare l'uso di filiere corte, in particolare nel settore alimentare, tramite sgravi fiscali a chi farà ricorso a tale scelta in maniera continuata e tangibile, la filiera corta infatti permette di ridurre la quantità di inquinamento prodotta per trasportare il singolo alimento a causa dei ridotti tragitti percorsi, ciò dovrebbe ridurre l'inquinamento prodotto da tir, camion e furgoni, riducendo il traffico veicolare sulle nostre strade. Al contempo ciò supporterebbe anche le produzioni alimentari locali con benefici impatti sul piano economico.
In edilizia bisognerà imporre l'obbligo per tutti gli stabili di nuova costruzione di essere costruiti secondo gli standard A+ europei del settore e di integrare obbligatoriamente nei nuovi progetti (e laddove possibile nelle ristrutturazioni) pannelli solari per la produzione elettrica e per il riscaldamento dell'acqua con l'obiettivo di favorire l'indipendenza energetica non solo a livello nazionale, ma anche a livello di singolo nucleo familiare.

4) Ricerca e aziende di stato

Dirigere in maniera fissa e stabilita per legge una aliquota del 10% delle accise sulla benzina (che procurano allo Stato entrate per oltre 30 miliardi di euro) per finanziare la ricerca tecnologica sulle energie rinnovabili e risparmio energetico, evitando sia di aumentare le accise (per evitare di aumentare la pressione fiscale) che di diminuirle (per disincentivare l'uso di carburante fossile).

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Mar 08, 2011 2:01 am

bravo umberto è organizzato bene .prepariamoci ad inserire la tecnologia elettrolitica HHO come free energy risolutiva definitiva.stiamo lavorando sul prototipo dimostrativo ottimale senza accumuli di gas.

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Messaggio Da Ospite Gio Mar 10, 2011 12:13 pm

Una cosa che pensavo si può perfezionare è la proposta sulla benzina.

Per avvicinarci alle necessità di tutti i giorni, senza intaccare però l'alto costo del carburante che incentiva di per sè un uso più accorto del mezzo e l'uso e la ricerca di mezzi più ecologici, si potrebbe pensare di avere un sistema più semplice e lineare per la tassazione della benzina.
Se infatti l'accisa come tale è fissa, quel che contribuisce ad aumentare esponenzialmente il costo della prodotto al suo aumentare del costo è l'IVA che grava sul prezzo finale (prezzo di produzione + accisa).

Si può quindi pensare di abolire l'IVA sui prodotti già gravati dalle accise, impostando una accisa leggermente più alta (per compensare almeno in minima parte le minore entrate dall'IVA, bisogna comunque far conto della difficoltà economica di bilancio attuale, es dallo 0,5 euro circa attuale si può pensare di passare ad uno 0,65 o 0,7, comunque inferiore al valore di accisa+benzina ai costi degli ultimi anni), ma che non va ad incidere esponenzialmente all'aumentare del costo del prodotto quindi alla fine garantendo comunque un certo risparmio per i consumatori e dato che nel medio/lungo periodo il costo di tali prodotti petroliferi è destinato ad aumentare comunque non aumenterà la pressione fiscale, non per lo meno in maniera automatica come invece è ora.

Altra cosa da abolire o da regolare maggiormente inoltre sono le cosìdette accise regionali, cosa che genera differenze anche sensibili tra regione e regione.

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Gio Mar 17, 2011 2:09 pm

bravo umberto,può essere un rimedio valido alla surtassazione dell oro nero.consideriamo questa opportunità

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Messaggio Da Marco Lucano Dom Mar 20, 2011 1:43 pm

Ho letto bene l'argomento. Credo che stiamo sbagliando l'approccio. Troppo specifico e poco generale. Sul fatto che occorra puntare sul rinnovabile siamo tutti daccordo, poi le modalità applicative spettano ai tecnici a tempo debito. Poi se per il gusto di approfondire questi argomenti ne si vuole parlare bene, però non dobbiamo fossilizzarci sugli aspetti tecnici.

Per quanto riguarda l'ultima proposta di Umberto ritengo che sia giusto diminuire il peso della tassazione in linea di principio. Ma visto il trend dei pezzi credo che una riduzione di 5 centesimi finisca solo per gravare sul bilancio senza produrre benefici sensibili per il singolo nel lungo periodo.
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Messaggio Da Ospite Dom Mar 20, 2011 1:58 pm

Marco Lucano ha scritto:Ho letto bene l'argomento. Credo che stiamo sbagliando l'approccio. Troppo specifico e poco generale. Sul fatto che occorra puntare sul rinnovabile siamo tutti daccordo, poi le modalità applicative spettano ai tecnici a tempo debito. Poi se per il gusto di approfondire questi argomenti ne si vuole parlare bene, però non dobbiamo fossilizzarci sugli aspetti tecnici.

A parte che non vedo particolari 'tecnicismi', se non quel minimo che sono necessari a spiegare il perchè di quella o questa proposta (seguendo tra l'altro la traccia: introduzione generale sul sito, approfondimento, questo, in PDF), nel dettaglio cosa proponi? Come lo scriveresti?

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Messaggio Da Cristoforo Simonetta Mar Apr 05, 2011 4:09 pm

D' accordo su tutto, ma riguardo ai bio-combustibili ho i miei dubbi, perchè rischia di essere un boomerang. Infatti per la produzione di bio-combustibili si sottrae terreni che sono per la produzione di cibo e di fronte ad una crisi sempre più forte alimentare nel mondo, non credo sia salutare. Inoltre i grandi produttori di bio-combustibili come Brasile e Cina, sacrificano ettari di foreste e di terreni agricoli per colture intensive di colza, ecc (in particolare la distruzione dell'Amazzonia è dovuta in gran parte a questo Sad ).
per quanto riguarda il trasporto urbano più che favorire l'uso dell'auto elettrica (che in materia di inquinamento è forse peggiore dell'auto normale, per via dell'utilizzo di metalli pesanti come il cadmio e per l'elevate emissioni di Co2 durante la produzione, senza dimenticare che aumenterebbe la nostra dipendenza energetica estera) mi concentrerei sul trasporto pubblico. più che tassare la benzina, tasserei la vendita di macchine inquinanti e invece ridurrei il peso fiscale sulle auto a basso impatto e leggere, affinchè le cause automobilistiche siano costrette a vendere non auto più accessoriate e pesanti (un Suv attuale, benchè sia efficiente, consuma quanto di una Traband degli anni 60' Suspect), ma auto più ecologiche . Sembra impossibile ma brevetti di motori per auto capaci di fare 100Km con un litro esistono (la cosa più eclatante è che nel 1991 la Gm presentò un auto capace di attraversare in linea d'aria l'intero continente africano con un singolo pieno, nonostante questo ha continuato a produrre macchine inquinanti, si è visto la fine che ha fatto Neutral) Per quanto riguarda i treni regionali penso che potremmo prendere esempio dalla Francia che per collegare i piccoli paesi utilizza treni con un solo vagone ma efficienti, che credo che specialmente le regioni montagnose come Calabria o Abruzzo possono essere utili.

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Mar Apr 05, 2011 6:01 pm

ricordo l energia dell elettrolisi ottimizzata a bassa entropia energetica di funzionamento,di acqua in gas HHO .ecco alcuni video dimostrativi http://video.google.com/videoplay?docid=3284393389204681480&q=joe+cell# http://www.joecell.pl/index.php?option=com_content&task=view&id=38&Itemid=48 https://www.youtube.com/watch?v=MUgUF5M3FTI http://www.abodia.com/f/Free-Energy-Devices.htm . http://stores.homestead.com/hydrogengarage/-strse-122/PWM-MC-dsh-1230/Detail.bok QUESTO è UN KIT OSCILLATORE PILOTATO PER CONTROLLARE LA REAZIONE ELETTROLITICA DI ACQUA A BASSA ENTROPIA ENERGETICA PER PRODURRE HHO GASSOSO.SERVE UNO SWICH DA 12 V A 700 VOLTS PER ALIMENTARE COL POLO+ UN ELETTRODO CILINDRICO MICROFORATO DELLA CELLA.MENTRE L ALTRO ELETTRODO- è ALIMENTATO DALLA OSCILLAZIONE DI FREQUENZA DEL OSCILLATORE.tale tecnologia permette di usare l acqua per generare gas combustibile HHO non inquinante.ma la legge italiana non lo permette.


Ultima modifica di archimede/fabio pareto il Sab Mag 21, 2011 6:09 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Gio Apr 07, 2011 7:46 pm

Dei biocombustibili infatti non si parla (le biomasse o il biogas sono comunque una cosa diversa), di fatto sono un fallimento, certo ora si parla di usare le alghe, però comunque rimane un sistema ancora molto arretrato e ci sono anche metodi alternativi (ad esempio si parla di petrolio sintetico).

Per quanto riguarda l'auto elettrica comunque il suo uso viene legato anche al resto del programma ovviamente, se l'energia viene prodotta da energie rinnovabili l'inquinamento prodotto è minimo, in particolare se a quello si uniscono nuove tecnologie (le batterie in 5 anni hanno fatto un balzo in avanti in materiale in efficenza non da poco ad esempio).


Sulla tassazione per le auto inquinanti sono perfettamente d'accordo (di mio vieterei proprio certe auto, ma non voglio esagerare), se tutti sono d'accordo per me si può anche inserire nella bozza.

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Messaggio Da Cristoforo Simonetta Ven Apr 08, 2011 1:36 pm

Umberto ha scritto (di mio vieterei proprio certe auto, ma non voglio esagerare)
non sarebbe proprio una cattiva idea Very Happy

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Ven Apr 08, 2011 8:09 pm

Cristoforo Simonetta ha scritto:
Umberto ha scritto (di mio vieterei proprio certe auto, ma non voglio esagerare)
non sarebbe proprio una cattiva idea Very Happy
Forse sarebbe meglio educare a guardar male gli eccessi del consumismo, quando oggi invece l'ostentazione viene vista con invidia o ammirazione. Lo so che non l'avete proposto come punto di programma però più in generale il metodo del proibizionismo non ha portato a grossi risultati.
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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Ven Apr 08, 2011 8:13 pm

Aggiungo comunque che incentivi alla ricerca nel settore dei traporti possano essere dati dallo stato per sviluppare prototipi sostenibili e per sostenibili intendo sia economicamente che produttivamente e che abbiano una forte componente di realizzazione di massa.
In questo momento sto pensando all'incentivazione alla riconversione di alcuni stabilimenti della fiat in questo senso...
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Messaggio Da Ospite Ven Apr 08, 2011 8:39 pm

Dario De Vita (iRad) ha scritto:
Cristoforo Simonetta ha scritto:
Umberto ha scritto (di mio vieterei proprio certe auto, ma non voglio esagerare)
non sarebbe proprio una cattiva idea Very Happy
Forse sarebbe meglio educare a guardar male gli eccessi del consumismo, quando oggi invece l'ostentazione viene vista con invidia o ammirazione. Lo so che non l'avete proposto come punto di programma però più in generale il metodo del proibizionismo non ha portato a grossi risultati.

Assolutamente vero. Per questo mi pareva esagerato e aggiungerei anche un po' fuori luogo.

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Messaggio Da Cristoforo Simonetta Ven Apr 08, 2011 9:57 pm

Certamente che proibire col pugno di ferro non è una buona idea. Quello che si discuteva era l'ipotesi di tassare le macchine più inquinanti proprio per costringere la casa automobilistiche a produrre macchine più leggere, eco-compatibili e di facile smaltimento e riuso (come per esempio, pezzi componibili, ecc al fine di poter recuperare più materiale possibile). A mio avviso questo potrebbe anche essere un aiuto, indiretto, e anche la ricerca.

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Messaggio Da Ospite Sab Mag 21, 2011 12:48 pm

In vista dell'apertura del nuovo sito sarebbe bello aggiornare anche un po' le pagine di presentazioni dei vari punti programmatici, per questo visto che il programma energie rinnovabili e ambiente non potrà essere pronto per tempo, almeno ampliare l'introduzione non sarebbe male.

Ecco una mia proposta

Il problema delle politiche energetiche è un problema vitale che va affrontato di petto in quanto cattive politiche energetiche, come sono state portate avanti fin'ora in Italia (ma anche nel resto dell'UE), genera danni sulla nostra bilancia commerciale (già piuttosto in difficoltà), sulla nostra capacità di essere indipendenti da paesi terzi (con ricadute sensibili in campo di politica estera), sui costi che lo stato italiano ed il singolo cittadino devono affrontare e ultimo, ma non ultimo, con gravi danni anche all'ambiente (con tutti i costi, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici che ne derivano).

Integrare in ambito UE, sviluppare e approfondire quindi politiche di ricerca e supporto alle energie rinnovabili e al risparmio energetico diventa sempre più importante e per questo NDE sviluppa tutta una serie di proposte: maggiormente le energie rinnovabili saranno competitive sul mercato (anche senza incentivi), maggiormente queste si diffonderanno. In particolare ci proponiamo di destinare per legge una consistente aliquota delle accise proprio alla ricerca sulle energie rinnovabili, anche le aziende del settore in cui lo Stato italiano è socio di maggioranza dovranno percorrere politiche volte a sviluppare maggiormente il settore delle energie rinnovabili, questo anche in vista di una sempre maggiore importanza di questo mercato permettendoci quindi di mantenere e conquistare importanti fette di mercato.

Purtroppo fin'ora il problema delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è stato affrontato solo in un ottica di esclusiva riduzione dell'inquinamento, fattore importantissimo, ma limitante allo sviluppo di politiche realmente competitive, complesse e coordinate in grado di far affermare tali tecnologie sul mercato non come 'moda' passeggera legate ad una sensibilità ambientale più o meno accesa, ma per il loro reale vantaggio economico e politico derivante dal loro uso; vantaggi che vanno sia al singolo, che alla collettività.

NDE considera quindi combinazione delle energie rinnovabili come solare, eolico, bio-gas e geotermico, unito alla possibilità per il privato di accumulare energia (e quindi teoricamente diventare completamente indipendente dalla rete elettrica nazionale, anzi diventando un fornitore), la strada maestra, unitamente ad un maggiore risparmio ed efficienza energetica (ad esempio illuminazione pubblica a LED, edilizia all'avanguardia, maggiore efficienza delle reti elettriche) come passi obbligati a corrolario, per quel che riguarda la produzione di energia elettrica.
A ciò per quel che riguarda il consumo di petrolio bisognerò implementare sempre di più l'uso di mezzi di trasporto elettrici e ibridi, incentivare seriamente, anche tramite interventi struttari se necessari, del trasporto merci su rotaia e avere un trasporto pubblico all'avanguardia per abbattare il consumo di combustibili e carburanti per l'uso privato.

NDE sul nucleare prende una posizione di netto contrasto, ma comunque ponderata. Infatti le tecnologie attuali del settori infatti non garantiscono: la sicurezza necessaria, l'indipendenza per quel che riguarda il rifornimento di materie prime (in questo caso dell'Uranio), non risolvono il problema delle scorie nucleari, al contrario i tempi e costi di costruzione sono estremamente elevati (cosa che impedisce di avere risparmi in bolletta). Tale scelta però non vuol dire bloccare la ricerca in tale settore, con tecnologie future (e già oggi in fase di studio) è immaginabile che tali problemi vengano in gran parte risolti rendendo il nucleare in un futuro una opzione realmente praticabile.

Per quel che riguarda il settore della protezione ambientale vogliamo porre l'accento in particolare sullo smaltimento dei rifiuti, smaltimento che non deve precludere a nessuna opportunità: dal riciclaggio ove possibile all'uso di inceneritori dei più avanzati (in grado di produrre elettricità e anche avere funzioni di teleriscaldamente) ove invece non è possibile riciclare.
Inoltre molto importante deve essere la protezione dei beni paesaggistici, anche in un ottica di sviluppo turistico (in particolare per le regioni del sud), oggi giorno troppo minati da abusivismo edilizio e piani regolatori mal congegnati oppure dal rapido disbocamento (che genera non raramente frane e smottamenti anche molto gravi, con gravi rischi per la popolazione) o la scarsa manutenzione a corsi d'acqua (con conseguenti pericoli sempre per la popolazione) e al territorio in generale.

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Dom Mag 22, 2011 2:28 pm

direi che va bene, ma per una migliore lettura direi di mettere un titolo per ognuno dei punti, così da identificarlo subito. Le descrizioni vanno bene

ps. io aggiungerei anche un punto sullo sminamento delle paretesi tonde dai post di Umberto per il bene della collettività What a Face
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Messaggio Da Ospite Dom Mag 22, 2011 2:30 pm

profondo LOL!

Beh... quello lo lascio fare a voi!

a voi la patata bollente ihihih

---

Più che altro perchè credevo di essermi già piuttosto trattenuto, credo che non riuscirei a toglierne più di 3 o 4 ^_^

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Dom Mag 22, 2011 2:48 pm

Il problema delle politiche energetiche è un problema vitale che va affrontato di petto in quanto cattive politiche energetiche, come sono state portate avanti fin'ora in Italia e nel resto dell'UE, genera danni sulla nostra bilancia commerciale già piuttosto in difficoltà, sulla nostra capacità di essere indipendenti da paesi terzi (con ricadute sensibili in campo di politica estera). Inoltre grava sui costi che lo stato italiano ed il singolo cittadino devono affrontare e porta con sé gravi danni anche all'ambiente con tutti i costi, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici che ne derivano.

Politiche condivise in UE di supporto alle energie rinnovabili
Integrare in ambito UE, sviluppare e approfondire quindi politiche di ricerca e supporto alle energie rinnovabili e al risparmio energetico diventa sempre più importante e per questo NDE sviluppa tutta una serie di proposte: maggiormente le energie rinnovabili saranno competitive sul mercato (anche senza incentivi), maggiormente queste si diffonderanno. In particolare ci proponiamo di destinare per legge una consistente aliquota delle accise proprio alla ricerca sulle energie rinnovabili, anche le aziende del settore in cui lo Stato italiano è socio di maggioranza dovranno percorrere politiche volte a sviluppare maggiormente il settore delle energie rinnovabili, questo anche in vista di una sempre maggiore importanza di questo mercato permettendoci quindi di mantenere e conquistare importanti fette di mercato.

Purtroppo fin'ora il problema delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è stato affrontato solo in un ottica di esclusiva riduzione dell'inquinamento, fattore importantissimo, ma limitante allo sviluppo di politiche realmente competitive, complesse e coordinate in grado di far affermare tali tecnologie sul mercato non come 'moda' passeggera legate ad una sensibilità ambientale più o meno accesa, ma per il loro reale vantaggio economico e politico derivante dal loro uso; vantaggi che vanno sia al singolo, che alla collettività.

Rinnovabile non è moda ecologista, ma anche sostenibilità economica
NDE considera quindi combinazione delle energie rinnovabili come solare, eolico, bio-gas e geotermico, unito alla possibilità per il privato di accumulare energia (e quindi teoricamente diventare completamente indipendente dalla rete elettrica nazionale, anzi diventando un fornitore), la strada maestra, unitamente ad un maggiore risparmio ed efficienza energetica (ad esempio illuminazione pubblica a LED, edilizia all'avanguardia, maggiore efficienza delle reti elettriche) come passi obbligati a corrolario, per quel che riguarda la produzione di energia elettrica.
A ciò per quel che riguarda il consumo di petrolio bisognerò implementare sempre di più l'uso di mezzi di trasporto elettrici e ibridi, incentivare seriamente, anche tramite interventi struttari se necessari, del trasporto merci su rotaia e avere un trasporto pubblico all'avanguardia per abbattare il consumo di combustibili e carburanti per l'uso privato.

No al nucleare, ma senza miopia
NDE sul nucleare prende una posizione di netto contrasto, ma comunque ponderata. Infatti le tecnologie attuali del settori infatti non garantiscono: la sicurezza necessaria, l'indipendenza per quel che riguarda il rifornimento di materie prime, in questo caso dell'Uranio, non risolvono il problema delle scorie nucleari. Al contrario i tempi e costi di costruzione sono estremamente elevati cosa che impedisce di avere risparmi in bolletta. Tale scelta però non vuol dire bloccare la ricerca in tale settore; con tecnologie future e già oggi in fase di studio, è immaginabile che tali problemi vengano in gran parte risolti rendendo il nucleare in un futuro una opzione realmente praticabile.

Il ciclo dei rifiuti nel suo complesso e non il sacchetto nero della signora del terzo piano
Per quel che riguarda il settore della protezione ambientale vogliamo porre l'accento in particolare sullo smaltimento dei rifiuti, smaltimento che non deve precludere a nessuna opportunità: riuso, riciclaggio, compostaggio ove possibile e al considerare seriamente e scientificamente l'opportunità dell'uso di inceneritori più avanzati ove invece non è possibile riciclare. A monte di tutta la catena dei rifiuti attuare politiche di controllo e di incentivo per la riduzione dei rifiuti, dalle materie prime all'utilizzatore finale.

Beni ambientali: ne andiamo fieri da secoli, vorremmo continuare così
Inoltre molto importante deve essere la protezione dei beni paesaggistici, anche in un ottica di sviluppo turistico, in particolare per le regioni del sud, oggi giorno troppo minati da abusivismo edilizio e piani regolatori mal congegnati oppure dal rapido disboscamento, che genera non raramente frane e smottamenti con gravi rischi per la popolazione, o la scarsa manutenzione a corsi d'acqua con conseguenti pericoli sempre per la popolazione e al territorio in generale.
Revisione con qualche aggiunta sul nucleare e sui rifiuti.
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Messaggio Da Ospite Dom Mag 22, 2011 3:25 pm

Ecco la proposta di Dario implementata con il paragrafo che ho segnalato: come la trovate? (per evitare il double posting e mantenere facile la lettura del topic ho copiato il messaggio precedente mio in fondo a questo)

Il problema delle politiche energetiche è un problema vitale che va affrontato di petto in quanto cattive politiche energetiche, come sono state portate avanti fin'ora in Italia e nel resto dell'UE, genera danni sulla nostra bilancia commerciale già piuttosto in difficoltà, sulla nostra capacità di essere indipendenti da paesi terzi (con ricadute sensibili in campo di politica estera). Inoltre grava sui costi che lo stato italiano ed il singolo cittadino devono affrontare e porta con sé gravi danni anche all'ambiente con tutti i costi, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici che ne derivano.

Politiche condivise in UE di supporto alle energie rinnovabili
Integrare in ambito UE, sviluppare e approfondire quindi politiche di ricerca e supporto alle energie rinnovabili e al risparmio energetico diventa sempre più importante e per questo NDE sviluppa tutta una serie di proposte: maggiormente le energie rinnovabili saranno competitive sul mercato (anche senza incentivi), maggiormente queste si diffonderanno. In particolare ci proponiamo di destinare per legge una consistente aliquota delle accise proprio alla ricerca sulle energie rinnovabili, anche le aziende del settore in cui lo Stato italiano è socio di maggioranza dovranno percorrere politiche volte a sviluppare maggiormente il settore delle energie rinnovabili, questo anche in vista di una sempre maggiore importanza di questo mercato permettendoci quindi di mantenere e conquistare importanti fette di mercato.

Purtroppo fin'ora il problema delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è stato affrontato solo in un ottica di esclusiva riduzione dell'inquinamento, fattore importantissimo, ma limitante allo sviluppo di politiche realmente competitive, complesse e coordinate in grado di far affermare tali tecnologie sul mercato non come 'moda' passeggera legate ad una sensibilità ambientale più o meno accesa, ma per il loro reale vantaggio economico e politico derivante dal loro uso; vantaggi che vanno sia al singolo, che alla collettività.

Rinnovabile non è moda ecologista, ma anche sostenibilità economica
NDE considera quindi combinazione delle energie rinnovabili come solare, eolico, bio-gas e geotermico, unito alla possibilità per il privato di accumulare energia è la strada maestra: in questo modo anche il singolo cittadino potrà teoricamente diventare indipendente e anzi fornitore alla rete elettrica nazionale, rendendo anche l'energia elettrica un bene diffuso e a portata di tutti.
Unitamente a ciò sarà necessario un maggiore risparmio ed efficienza energetica (ad esempio illuminazione pubblica a LED, edilizia all'avanguardia, maggiore efficienza delle reti elettriche) come passi obbligati per usare meglio, e quindi non sprecare, l'energia elettrica.
Per quel che riguarda il consumo di petrolio bisognerò implementare sempre di più l'uso di mezzi di trasporto elettrici e ibridi, incentivare seriamente, anche tramite interventi struttari se necessari, del trasporto merci su rotaia e avere un trasporto pubblico all'avanguardia per abbattare il consumo di combustibili e carburanti per l'uso privato. Ciò richiederà ovviamente anni, ma ogni giorno perso a non imboccare tale strada è un danno in più che mettiamo sulle spalle delle future generazioni.

No al nucleare, ma senza miopia
NDE sul nucleare prende una posizione di netto contrasto, ma comunque ponderata. Infatti le tecnologie attuali del settori infatti non garantiscono: la sicurezza necessaria, l'indipendenza per quel che riguarda il rifornimento di materie prime, in questo caso dell'Uranio, non risolvono il problema delle scorie nucleari. Al contrario i tempi e costi di costruzione sono estremamente elevati cosa che impedisce di avere risparmi in bolletta. Tale scelta però non vuol dire bloccare la ricerca in tale settore; con tecnologie future e già oggi in fase di studio, è immaginabile che tali problemi vengano in gran parte risolti rendendo il nucleare in un futuro una opzione realmente praticabile.

Il ciclo dei rifiuti nel suo complesso e non il sacchetto nero della signora del terzo piano
Per quel che riguarda il settore della protezione ambientale vogliamo porre l'accento in particolare sullo smaltimento dei rifiuti, smaltimento che non deve precludere a nessuna opportunità: riuso, riciclaggio, compostaggio ove possibile e al considerare seriamente e scientificamente l'opportunità dell'uso di inceneritori più avanzati ove invece non è possibile riciclare. A monte di tutta la catena dei rifiuti attuare politiche di controllo e di incentivo per la riduzione dei rifiuti, dalle materie prime all'utilizzatore finale.

Beni ambientali: ne andiamo fieri da secoli, vorremmo continuare così
Inoltre molto importante deve essere la protezione dei beni paesaggistici, anche in un ottica di sviluppo turistico, in particolare per le regioni del sud, oggi giorno troppo minati da abusivismo edilizio e piani regolatori mal congegnati oppure dal rapido disboscamento, che genera non raramente frane e smottamenti con gravi rischi per la popolazione, o la scarsa manutenzione a corsi d'acqua con conseguenti pericoli sempre per la popolazione e al territorio in generale.
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msg precedente
Il problema delle politiche energetiche è un problema vitale che va affrontato di petto in quanto cattive politiche energetiche, come sono state portate avanti fin'ora in Italia (ma anche nel resto dell'UE), genera danni sulla nostra bilancia commerciale già piuttosto in difficoltà, sulla nostra capacità di essere indipendenti da paesi terzi, sui costi che lo stato italiano ed il singolo cittadino devono affrontare e ultimo, ma non ultimo, con gravi danni anche all'ambiente: con tutti i costi, non solo ambientali, ma anche sociali ed economici che ne derivano.

Ricerca e sviluppo: una scelta obbligata

Integrare in ambito UE, sviluppare e approfondire quindi politiche di ricerca e supporto alle energie rinnovabili e al risparmio energetico diventa sempre più importante e per questo NDE sviluppa tutta una serie di proposte: maggiormente le energie rinnovabili saranno competitive sul mercato (anche senza incentivi), maggiormente queste si diffonderanno. In particolare ci proponiamo di destinare per legge una consistente aliquota delle accise proprio alla ricerca sulle energie rinnovabili, anche le aziende del settore in cui lo Stato italiano è socio di maggioranza dovranno percorrere politiche volte a sviluppare maggiormente il settore delle energie rinnovabili, questo anche in vista di una sempre maggiore importanza di questo mercato permettendoci quindi di mantenere e conquistare importanti fette di mercato.

Purtroppo fin'ora il problema delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è stato affrontato solo in un ottica di esclusiva riduzione dell'inquinamento, fattore importantissimo, ma limitante allo sviluppo di politiche realmente competitive, complesse e coordinate in grado di far affermare tali tecnologie sul mercato non come 'moda' passeggera legate ad una sensibilità ambientale più o meno accesa, ma per il loro reale vantaggio economico e politico derivante dal loro uso; vantaggi che vanno sia al singolo, che alla collettività.

Energie rinnovabili e risparmio energetico: più energia diffusa, meno sprechi!

NDE considera quindi combinazione delle energie rinnovabili come solare, eolico, bio-gas e geotermico, unito alla possibilità per il privato di accumulare energia la strada maestra: in questo modo anche il singolo cittadino potrà teoricamente diventare indipendente e anzi fornitore alla rete elettrica nazionale, rendendo anche l'energia elettrica un bene diffuso e a portata di tutti.
Unitamente a ciò sarà necessario un maggiore risparmio ed efficienza energetica (ad esempio illuminazione pubblica a LED, edilizia all'avanguardia, maggiore efficienza delle reti elettriche) come passi obbligati per usare meglio e quindi non sprecare l'energia elettrica.


Petrolio e nucleare: due difficili questioni


Per quel che riguarda il consumo di petrolio bisognerà implementare sempre di più l'uso di mezzi di trasporto elettrici e ibridi, incentivare seriamente, anche tramite interventi struttari se necessari, del trasporto merci su rotaia e avere un trasporto pubblico all'avanguardia per abbattare il consumo di combustibili e carburanti per l'uso privato. Ciò richiederà ovviamente anni, ma ogni giorno perso a non imboccare tale strada è un danno in più che mettiamo sulle spalle delle future generazioni.

Nuova Democrazia Europea sul nucleare prende una posizione di netto contrasto, ma comunque ponderata e ragionata. Infatti le tecnologie attuali del settore non garantiscono: la sicurezza necessaria, l'indipendenza per quel che riguarda il rifornimento delle materie prime necessarie, non risolvono il problema delle scorie nucleari, al contrario i tempi e costi di costruzione sono estremamente elevati (cosa che impedisce di avere risparmi in bolletta). Tale scelta però non vuol dire bloccare la ricerca in tale settore, con tecnologie future (e già oggi in fase di studio) è immaginabile che tali problemi possano in gran parte essere risolti rendendo il nucleare in un futuro una opzione realmente praticabile.

Ambiente: dalla vita di tutti i giorni alla protezione di un bene nazionale

Per quel che riguarda il settore della protezione ambientale vogliamo porre l'accento in particolare sullo smaltimento dei rifiuti, smaltimento che non deve precludere a nessuna opportunità: dal riciclaggio sempre più diffuso e incentivato a, ove non è possibile riciclare, all'uso di inceneritori dei più avanzati (in grado di produrre elettricità e anche avere funzioni di teleriscaldamento).
Inoltre molto importante deve essere la protezione dei beni paesaggistici, anche in un ottica di sviluppo turistico (in particolare per le regioni del sud), oggi giorno troppo minati da abusivismo edilizio e piani regolatori mal congegnati oppure dal rapido disbocamento (che genera non raramente frane e smottamenti anche molto gravi, con gravi rischi per la popolazione) o la scarsa manutenzione a corsi d'acqua (con conseguenti pericoli sempre per la popolazione) e al territorio in generale.

--

Ok vedo che hai fatto anche te, ho cambiato comunque radicalmente proprio alcune frasi nel tentativo di farle suonare megli, rendere più accattivanti alcuni concetti e togliere le parentesi, guarda un po' se eventualmente vale la pena di integrare con la tua versione.

--- in particolare io farei così per questo paragrafo


Rinnovabile non è moda ecologista, ma anche sostenibilità economica

NDE considera quindi combinazione delle energie rinnovabili come solare, eolico, bio-gas e geotermico, unito alla possibilità per il privato di accumulare energia è la strada maestra: in questo modo anche il singolo cittadino potrà teoricamente diventare indipendente e anzi fornitore alla rete elettrica nazionale, rendendo anche l'energia elettrica un bene diffuso e a portata di tutti.
Unitamente a ciò sarà necessario un maggiore risparmio ed efficienza energetica (ad esempio illuminazione pubblica a LED, edilizia all'avanguardia, maggiore efficienza delle reti elettriche) come passi obbligati per usare meglio, e quindi non sprecare, l'energia elettrica.

Per quel che riguarda il consumo di petrolio bisognerò implementare sempre di più l'uso di mezzi di trasporto elettrici e ibridi, incentivare seriamente, anche tramite interventi struttari se necessari, del trasporto merci su rotaia e avere un trasporto pubblico all'avanguardia per abbattare il consumo di combustibili e carburanti per l'uso privato. Ciò richiederà ovviamente anni, ma ogni giorno perso a non imboccare tale strada è un danno in più che mettiamo sulle spalle delle future generazioni.

Così le parentesi sono proprio ridotte all'osso ^^

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Messaggio Da archimede/fabio pareto Dom Mag 22, 2011 3:28 pm

ma si che va bene umberto. l importante è sbloccare la strada alla ricerca green energy anche ai privati,mediante sussidi,incentivi,collaborazione da parte dei centri di ricerca nazionali come cnr,enea,che fin ora hanno tenuto le porte chiuse.in tal senso aiutare chi porta avanti le free energy riguardanti lo sfruttamento dell energia dei magneti permanenti in neodimio e dell elettrolisi di acqua a basso consumo mediante dispositivi particolari recenti che non si trovano nei vecchi libri di scienza.


Ultima modifica di archimede/fabio pareto il Mer Giu 15, 2011 6:44 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Mer Giu 15, 2011 4:31 pm

63 miliardi: la bolletta energetica italiana per il 2011, in aumento rispetto al 2010. Di questi 63 miliardi 36 sono dovuti al petrolio.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/06/15/visualizza_new.html_817469454.html

Posto questo articolo in quanto può essere utile per aggiungere qualche dato esplicativo generale nel programma.

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Messaggio Da Ospite Sab Ott 01, 2011 5:58 pm

Non condivido assolutamente il vostro programma sul nucleare:data la natura estremamente pericolosa del nucleare in sè, non credo che nessuna tecnologia nuova per quanto evoluta potrà mai mettere al riparo dal caso fortuito,dall'errore umano,o peggio da atti dolosi(attentati terroristici e quant'altro).Peccato,perchè su altri punti del vostro programma,si potrebbero sviluppare interessanti convergenze anche se solo occasionali.(sono di sinistra, e vorrei poter tornare a votare quella parte un giorno)
Cordiali saluti
Alessandro Di Serio

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Messaggio Da Ospite Sab Ott 01, 2011 6:02 pm

Caro Alessandro, essendo tu socio non capisco di quali convergenze parli.

Comunque non sono io o NDE a dire che eventuali reattori di fusione calda o addirittura fredda sono sicura, ma eminenti scienziati e studiosi, oltre che la più rigorosa logica.

La tecnologia a fusione, di cui è in avvio già la prima fase di sperimentazione con la costruzione di centrali sperimentali di per sè è sicura in quanto non prevede una fissione (che di per sè è pericolosa in quanto equivale a scindere gli atomi) e non produce scorie, la tecnologia a fusione fredda, le cui basi teoriche invero sono più incerte e ancora di là da svilupparsi, lo sarebbe ancora di più in quanto non si avrebbe più la presenza di materiale fissile, ma semplicemente la produzione di energia termica.

PS: tanto per dare una vaga idea di ciò di cui si parla http://it.wikipedia.org/wiki/ITER

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