Blogger e articolisti cercasi
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Blogger e articolisti cercasi
Come da titolo:
Servono blogger e articolisti.
Non bisogna scrivere chissà che, anche semplici articoli. Basta che presentino una forma decente, un ragionamento compiuto e presentabile, siano minimamente articolati (articoli di due righe no, ma già un articolo di 15/20 righe può bastare se ben fatto) e riguardino un fatto di politica, economia, cronaca (se riguarda la società o la politica), cultura, ecc...
Chi fosse interessato mi contatti e provvederò a creari l'account sul sito, oppure può decidere di inviare i suoi articoli a info@nuovademocrazia.eu o via messaggio privato direttamente a me.
Per espandere e far conoscere NDE questo è assolutamente necessario! Quindi vi prego di uscire dalla pigrizia e darvi da fare!
---
OVVIAMENTE A SCANSO DI EQUIVOCI GLI ARTICOLI DEVONO ESSERE SCRITTI DALL'AUTORE DEGLI STESSI. ARTICOLI COPIATI DA ALTRI BLOG, ANSA, GIORNALI VARI NON SONO ACCETTI:
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Non bisogna scrivere chissà che, anche semplici articoli. Basta che presentino una forma decente, un ragionamento compiuto e presentabile, siano minimamente articolati (articoli di due righe no, ma già un articolo di 15/20 righe può bastare se ben fatto) e riguardino un fatto di politica, economia, cronaca (se riguarda la società o la politica), cultura, ecc...
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Ultima modifica di Umberto Banchieri il Sab Nov 19, 2011 12:32 am - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: Blogger e articolisti cercasi
ARTICOLO ARCHIVIATO IN: ITALIA, POLITICA ED ECONOMIA | TORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE
Inserito da Riccardo Ghezzi 17 NOV. 2011
La patrimoniale di Giuliano Amato e Alessandro Profumo: che nessuno li prenda sul serio!
Appare scontato che il nuovo governo “tecnico” di Mario Monti deciderà di varare la tanto temuta “patrimoniale”. Il problema sarà solo capire che tipo di patrimoniale sarà adottata: se “una tantum”, se fissa, quali redditi e patrimoni colpirà, in che percentuale. In Italia ci sono già stati gli esempi del prelievo forzoso del sei per mille su tutti i conti correnti, deciso dall’allora premier Giuliano Amato nel 1992 e di altre patrimoniali “soft” come Ici e tassa di successione. In Francia, invece, si adotta un’aliquota compresa tra lo 0,55% e l’1,8% del patrimonio partendo da un reddito minimo di 780.000 euro annui.
Giuliano Amato, fino all’ultimo in corsa per occupare un posto nel governo Monti, è tornato alla carica, proponendo una “patrimoniale una tantum” che possa ridurre immediatamente il rapporto debito pubblico/pil italiano dal 118% all’80%. Come? Semplice, tassando i ricchi. Che, secondo Amato, sarebbero 1/3 dei contribuenti, pari a circa 20 milioni di italiani ai quali dovrebbero essere prelevati mediamente 30.000 euro ciascuno. Ciò garantirebbe al fisco un gettito totale di 600 miliardi di euro, riducendo di 1/3 il debito pubblico (che, ricordiamolo, si chiama debito pubblico ma in realtà dovrebbe essere chiamato debito statale. Non è dei cittadini, ma dello Stato).
Alla proposta di Amato ha fatto immediatamente eco quella di Pellegrino Capaldo, banchiere ed economista nonché professore ordinario de l’Università La Sapienza. Avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare ministro del governo Monti, fortunatamente così non è stato. Capalbo ha teorizzato nientemeno che un’imposta sugli immobili, variabile dal 5% al 20%, che assicurerebbe un gettito di 900 miliardi di euro e ridurrebbe il rapporto debito pubblico/pil dal 118% al 59%.
Infine, tra le proposte più “suggestive”, circola anche quella di Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit attualmente indagato per frode fiscale (ma guarda un po’!) ed in odore di entrare in politica in quota Pd. Tranquilli, Alessandro Profumo non è Francesco Profumo, nuovo ministro della Pubblica Istruzione. I due, oltre al cognome, hanno in comune Unicredit (Alessandro, come detto, era amministratore delegato, Francesco faceva solo parte del Consiglio di amministrazione, come di tanti altri Consigli di amministrazione. D’altra parte sono ben pochi i ministri del governo Monti che non hanno niente a che fare con le banche) e la passione per il Pd (Alessandro forse ne diventerà la nuova tessera numero 1, Francesco stava per essere candidato alle primarie delle elezioni comunali di Torino), ma non sono la stessa persona. Grazie al cielo.
Alessandro Profumo esattamente due mesi fa dichiarava: “Serve uno sforzo da 400 miliardi, una patrimoniale per abbattere il debito, ma un’operazione di questa portata la può fare solo un governo tecnico”.
Un profeta, il governo tecnico è arrivato.
E ancora: “Con un intervento da 400 miliardi, il debito potrebbe calare dal 120% a circa il 90% del Pil”.
400 miliardi da prelevare direttamente agli italiani, si presume con lo stesso metodo Amato.
Dunque, ricapitolando: un prelievo di 30.000 euro a testa ai danni di circa 20 milioni di italiani per ottenere un gettito di 600 miliardi (Amato), un’imposta sugli immobili variabile tra il 5% e il 20% per un gettito di 900 miliardi (Capalbo) ed un gettito per le Casse dello Stato pari a 400 miliardi da ottenere chissà come, in ogni caso con una patrimoniale (Profumo).
La patrimoniale si farà, Monti è arrivato apposta. Ma speriamo che a nessuno venga in mente di ascoltare i consigli di questi tre signori.
Inserito da Riccardo Ghezzi 17 NOV. 2011
La patrimoniale di Giuliano Amato e Alessandro Profumo: che nessuno li prenda sul serio!
Appare scontato che il nuovo governo “tecnico” di Mario Monti deciderà di varare la tanto temuta “patrimoniale”. Il problema sarà solo capire che tipo di patrimoniale sarà adottata: se “una tantum”, se fissa, quali redditi e patrimoni colpirà, in che percentuale. In Italia ci sono già stati gli esempi del prelievo forzoso del sei per mille su tutti i conti correnti, deciso dall’allora premier Giuliano Amato nel 1992 e di altre patrimoniali “soft” come Ici e tassa di successione. In Francia, invece, si adotta un’aliquota compresa tra lo 0,55% e l’1,8% del patrimonio partendo da un reddito minimo di 780.000 euro annui.
Giuliano Amato, fino all’ultimo in corsa per occupare un posto nel governo Monti, è tornato alla carica, proponendo una “patrimoniale una tantum” che possa ridurre immediatamente il rapporto debito pubblico/pil italiano dal 118% all’80%. Come? Semplice, tassando i ricchi. Che, secondo Amato, sarebbero 1/3 dei contribuenti, pari a circa 20 milioni di italiani ai quali dovrebbero essere prelevati mediamente 30.000 euro ciascuno. Ciò garantirebbe al fisco un gettito totale di 600 miliardi di euro, riducendo di 1/3 il debito pubblico (che, ricordiamolo, si chiama debito pubblico ma in realtà dovrebbe essere chiamato debito statale. Non è dei cittadini, ma dello Stato).
Alla proposta di Amato ha fatto immediatamente eco quella di Pellegrino Capaldo, banchiere ed economista nonché professore ordinario de l’Università La Sapienza. Avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare ministro del governo Monti, fortunatamente così non è stato. Capalbo ha teorizzato nientemeno che un’imposta sugli immobili, variabile dal 5% al 20%, che assicurerebbe un gettito di 900 miliardi di euro e ridurrebbe il rapporto debito pubblico/pil dal 118% al 59%.
Infine, tra le proposte più “suggestive”, circola anche quella di Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit attualmente indagato per frode fiscale (ma guarda un po’!) ed in odore di entrare in politica in quota Pd. Tranquilli, Alessandro Profumo non è Francesco Profumo, nuovo ministro della Pubblica Istruzione. I due, oltre al cognome, hanno in comune Unicredit (Alessandro, come detto, era amministratore delegato, Francesco faceva solo parte del Consiglio di amministrazione, come di tanti altri Consigli di amministrazione. D’altra parte sono ben pochi i ministri del governo Monti che non hanno niente a che fare con le banche) e la passione per il Pd (Alessandro forse ne diventerà la nuova tessera numero 1, Francesco stava per essere candidato alle primarie delle elezioni comunali di Torino), ma non sono la stessa persona. Grazie al cielo.
Alessandro Profumo esattamente due mesi fa dichiarava: “Serve uno sforzo da 400 miliardi, una patrimoniale per abbattere il debito, ma un’operazione di questa portata la può fare solo un governo tecnico”.
Un profeta, il governo tecnico è arrivato.
E ancora: “Con un intervento da 400 miliardi, il debito potrebbe calare dal 120% a circa il 90% del Pil”.
400 miliardi da prelevare direttamente agli italiani, si presume con lo stesso metodo Amato.
Dunque, ricapitolando: un prelievo di 30.000 euro a testa ai danni di circa 20 milioni di italiani per ottenere un gettito di 600 miliardi (Amato), un’imposta sugli immobili variabile tra il 5% e il 20% per un gettito di 900 miliardi (Capalbo) ed un gettito per le Casse dello Stato pari a 400 miliardi da ottenere chissà come, in ogni caso con una patrimoniale (Profumo).
La patrimoniale si farà, Monti è arrivato apposta. Ma speriamo che a nessuno venga in mente di ascoltare i consigli di questi tre signori.
Ultima modifica di Danilo Mazzaglia il Ven Nov 18, 2011 9:23 pm - modificato 1 volta.
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Re: Blogger e articolisti cercasi
Il neo ministro dell’Ambiente fu indagato per inquinamento
A Venezia lo ricordano bene Corrado Clini, medico del lavoro all’Asl dello stesso capoluogo, nominato oggi ministro dell’Ambiente del governo Monti. Nel novembre del 1989, quando le migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi sversati in Libano da aziende lombarde e riportati in Italia dalla Jolly Rosso arrivarono negli impianti Monteco di Marghera, Clini fu il primo a rassicurare tutti: “Bruciando due copertoni – spiegò – si provocherebbero danni maggiori all’ambiente di quelli che comporta questa operazione”. Un tono rassicurante che non è mai piaciuto alle organizzazioni ambientaliste, che gli hanno spesso rimproverato una eccessiva vicinanza con le industrie: “Proponiamo che il direttore generale dell’ambiente, Corrado Clini, sia nominato direttore generale all’industria”, dichiarava Greenpeace nel 1996, in polemica con le scelte del governo di allora sulla protezione dell’ozono.
Per un’intera vita professionale Clini si è occupato di rifiuti industriali e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute delle attività più inquinanti nel nord Italia, partendo proprio da quella sua esperienza come medico del lavoro nella zona di Porto Marghera, zona tra le più inquinate del paese.
Il suo nome – come esperto del ministero dell’ambiente – attraversa quasi tutti gli episodi controversi della storia dei tanti disastri ambientali in Italia. Nel gennaio del 1990 accompagnava l’allora ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo nell’area dell’Acna di Cengio, zona della provincia di Savona devastata da anni di attività industriale, i cui rifiuti sono poi in parte spariti ne meandri dei traffici italiani, da Pitelli fino a Pianura. Pochi mesi dopo Clini iniziava la sua lunga carriera di alto dirigente del ministero che da oggi conduce. Per diverso tempo Clini ha continuato a seguire l’opera di bonifica dell’area di Cengio. Nel 1992 dichiarava: “Non esiste alcun ritardo nei lavori”. Quell’area dopo vent’anni ancora attende una completa bonifica ed è considerato un sito d’interesse nazionale.
Come direttore generale si è occupato, sempre negli anni ’90, dell’Enichem di Manfredonia (gruppo Enimont), gestendo 300 miliardi di lire di fondi per il risanamento, terminato solo qualche anno fa. Nel 1992 inizia a occuparsi di energia, entrando a far parte del consiglio di amministrazione dell’Enea, ente che dopo poco prenderà in carico la gestione di alcuni controlli ambientali, con la creazione dell’Enea-disp.
Le cronache giudiziarie si occuparono di Clini per diverso tempo tra il 1996 e il 1997, quando il neo ministro dell’Ambiente venne indagato dalla procura di Verbania per l’inquinamento prodotto da un impianto di incenerimento di rifiuti della società svizzera Thermoselect. Clini – difeso dall’avvocato Carlo Taormina – chiese ed ottenne di trasferire il processo al Tribunale di Roma. Dopodiché la sua posizione fu completamente archiviata.
Negli ultimi anni l’alto dirigente, diventato ministro, ha iniziato ad occuparsi anche di biocarburanti, il business del millennio contestato a livello mondiale per le conseguenze ambientali sulle foreste tropicali, spesso attaccate per far posto alla coltivazione di semi destinati al mercato dei combustibili. Per diversi anni è stato presidente della Global Bioenergy Partnership, associazione che ha come scopo la promozione dell’uso dei biocarburanti. Ha mantenuto, però, l’interesse professionale per il mondo dei rifiuti, occupandosi di una vicenda denunciata dai missionari comboniani e dal Corriere della sera.
Nel 2007 una società italiana, la Eurafrica, aveva proposto la redazione di un progetto per il risanamento della discarica di Korogocho a Nairobi, pagato 700 mila euro dal ministero dell’ambiente italiano. Secondo una denuncia presentata da padre Alex Zanotelli quella società e quell’operazione presentavano moltissimi dubbi. Corrado Clini, che personalmente promosse il progetto come direttore del ministero dell’ambiente, rispose alle accuse dei comboniani con toni sprezzanti, scrivendo, dopo il blocco dell’intervento da parte di Pecoraro Scanio: “Forse disturbiamo “the lords of pauperty”, i cosiddetti benefattori di professione, che vivono sulla miseria dei disperati”.
A Venezia lo ricordano bene Corrado Clini, medico del lavoro all’Asl dello stesso capoluogo, nominato oggi ministro dell’Ambiente del governo Monti. Nel novembre del 1989, quando le migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi sversati in Libano da aziende lombarde e riportati in Italia dalla Jolly Rosso arrivarono negli impianti Monteco di Marghera, Clini fu il primo a rassicurare tutti: “Bruciando due copertoni – spiegò – si provocherebbero danni maggiori all’ambiente di quelli che comporta questa operazione”. Un tono rassicurante che non è mai piaciuto alle organizzazioni ambientaliste, che gli hanno spesso rimproverato una eccessiva vicinanza con le industrie: “Proponiamo che il direttore generale dell’ambiente, Corrado Clini, sia nominato direttore generale all’industria”, dichiarava Greenpeace nel 1996, in polemica con le scelte del governo di allora sulla protezione dell’ozono.
Per un’intera vita professionale Clini si è occupato di rifiuti industriali e dell’impatto sull’ambiente e sulla salute delle attività più inquinanti nel nord Italia, partendo proprio da quella sua esperienza come medico del lavoro nella zona di Porto Marghera, zona tra le più inquinate del paese.
Il suo nome – come esperto del ministero dell’ambiente – attraversa quasi tutti gli episodi controversi della storia dei tanti disastri ambientali in Italia. Nel gennaio del 1990 accompagnava l’allora ministro dell’Ambiente Giorgio Ruffolo nell’area dell’Acna di Cengio, zona della provincia di Savona devastata da anni di attività industriale, i cui rifiuti sono poi in parte spariti ne meandri dei traffici italiani, da Pitelli fino a Pianura. Pochi mesi dopo Clini iniziava la sua lunga carriera di alto dirigente del ministero che da oggi conduce. Per diverso tempo Clini ha continuato a seguire l’opera di bonifica dell’area di Cengio. Nel 1992 dichiarava: “Non esiste alcun ritardo nei lavori”. Quell’area dopo vent’anni ancora attende una completa bonifica ed è considerato un sito d’interesse nazionale.
Come direttore generale si è occupato, sempre negli anni ’90, dell’Enichem di Manfredonia (gruppo Enimont), gestendo 300 miliardi di lire di fondi per il risanamento, terminato solo qualche anno fa. Nel 1992 inizia a occuparsi di energia, entrando a far parte del consiglio di amministrazione dell’Enea, ente che dopo poco prenderà in carico la gestione di alcuni controlli ambientali, con la creazione dell’Enea-disp.
Le cronache giudiziarie si occuparono di Clini per diverso tempo tra il 1996 e il 1997, quando il neo ministro dell’Ambiente venne indagato dalla procura di Verbania per l’inquinamento prodotto da un impianto di incenerimento di rifiuti della società svizzera Thermoselect. Clini – difeso dall’avvocato Carlo Taormina – chiese ed ottenne di trasferire il processo al Tribunale di Roma. Dopodiché la sua posizione fu completamente archiviata.
Negli ultimi anni l’alto dirigente, diventato ministro, ha iniziato ad occuparsi anche di biocarburanti, il business del millennio contestato a livello mondiale per le conseguenze ambientali sulle foreste tropicali, spesso attaccate per far posto alla coltivazione di semi destinati al mercato dei combustibili. Per diversi anni è stato presidente della Global Bioenergy Partnership, associazione che ha come scopo la promozione dell’uso dei biocarburanti. Ha mantenuto, però, l’interesse professionale per il mondo dei rifiuti, occupandosi di una vicenda denunciata dai missionari comboniani e dal Corriere della sera.
Nel 2007 una società italiana, la Eurafrica, aveva proposto la redazione di un progetto per il risanamento della discarica di Korogocho a Nairobi, pagato 700 mila euro dal ministero dell’ambiente italiano. Secondo una denuncia presentata da padre Alex Zanotelli quella società e quell’operazione presentavano moltissimi dubbi. Corrado Clini, che personalmente promosse il progetto come direttore del ministero dell’ambiente, rispose alle accuse dei comboniani con toni sprezzanti, scrivendo, dopo il blocco dell’intervento da parte di Pecoraro Scanio: “Forse disturbiamo “the lords of pauperty”, i cosiddetti benefattori di professione, che vivono sulla miseria dei disperati”.
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Re: Blogger e articolisti cercasi
De Magistris con l’acqua “pubblica” porta via 3 milioni di euro in 5 mesi alla Regione
“Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questa giornata in cui l’Arin Spa viene trasformata in Abc Napoli, Acqua Bene Comune Napoli, cioè in una azienda speciale a carattere totalmente pubblico. Oltre all’acqua, noi abbiamo cominciato a lavorare anche su altri beni comuni come il sapere, la conoscenza, la cultura, il mare, il territorio, internet. Questi patrimoni non devono appartenere alle multinazionali e ai privati, perchè non appartengono in fin dei conti nemmeno ai governi e agli stati, nemmeno ai municipi e ai governatori, bensì appartengono soltanto alle cittadine e ai cittadini di questo mondo. Non producono utili in senso capitalistico ma producono utilità sociale”.
Non è qualche apostolo della pace alla Martin L. King od alla Ghandi a parlare, ma niente di meno che il Mago di Napoli De Magistris.
Dopo aver difeso a spada tratta il sì al recente referendum contro la privatizzazione dell’acqua, ha cambiato nome alla società comunale che la distribuisce chiamandola “Acqua bene comune”. Ma Luigi De Magistris, da maggio nuovo sindaco di Napoli, in realtà con l’acqua alla fine ci guadagna, e bene, alle spalle della Regione e di centinaia di migliaia di cittadini.
Secondo quanto riporta il sito il tempo.it, il meccanismo che in questi ultimi giorni ha scatenato una vera e propria guerra tra lui e il presidente della Campania Stefano Caldoro, sta nell’acquisto e successiva cessione dell’acqua a prezzi diversi.
La Regione, infatti, vende al Comune una parte delle sue risorse idriche a 0,18 euro al metro cubo. Ma secondo alcune denunce presentate da cittadini, in realtà il prezzo in molti casi sarebbe ancora più basso, grazie a una vecchia convenzione: 0,05 euro al metro cubo. Però la Regione – che per raggiungere tutti i paesi della provincia napoletana, non avendo un sistema idrico così capillare deve per forza sfruttare quello del Comune – a sua volta ad un certo punto la ricompra dalla società “Acqua Bene Comune”. E qui scatta il guadagno per De Magistris. La società, infatti, la fa pagare all’ente regionale quasi tre volte tanto, 0,47 euro al metro cubo.
Un guadagno secco su un bene che Luigi De Magistris si è battuto per non far “privatizzare”. In questo modo il sindaco è riuscito a portare a casa circa 3 milioni di euro in 5 mesi. Con un piccolo ma significativo rovescio della medaglia: il sovrapprezzo che viene praticato dal Comune viene scaricato sulle spalle dei cittadini delle zone servite con l’acqua a prezzo maggiorato.
Solo che in questi giorni il Governatore della Campania Stefano Caldoro, stufo di essere preso per il collo, dopo un lungo braccio di ferro proprio con il sindaco, ha deciso di non rifornire più l’acquedotto napoletano e ha chiuso le prese dell’acqua. Nessun disagio per i cittadini partenopei, che comunque hanno altre fonti di approvvigionamento, ma moltissimi per tutti i cittadini, circa centomila, che abitano nella zona di Somma Vesuviana, Ottaviano e Santa Anastasia. Insomma, Acqua Bene Comune, ma solo per quello di Napoli, di comune.
Forsennatamente preso dai problemi dell’acqua, ed ora si comprende perchè, De Magistris ha trascurato altri problemi che giacciono sulla sua scrivania, tanto che stamane è stato duramente contestato da un gruppo di disoccupati (veri, non quelli organizzati, ndr) ex appartenenti al progetto di reinserimento «Bros», che hanno bloccato per alcuni minuti la sua auto. Tra i manifestanti, una trentina, anche alcune donne che hanno colpito con calci e pugni la vettura con il sindaco a bordo, gridando al suo indirizzo: “Hai fatto solo promesse, siamo stanchi e vogliamo lavorare” ed altre frasi di questo tenore. I precari hanno esibito striscioni e urlato slogan, chiedendo un colloquio con il sindaco che però non c’è stato. Gli agenti della polizia municipale presenti in zona hanno cercato di evitare che la situazione degenerasse. Al termine del “blocco”, durato una decina di minuti e rimosso con l’aiuto della polizia municipale e degli stessi Bros, l’auto del sindaco è stata lasciata andare.
Che dire? Cari amici precari, non perdeteci tempo, lasciatelo perdere che con lui fate solo un buco nell’acqua.
https://www.youtube.com/watch?v=J9GHInX5g-E&feature=player_embedded
“Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questa giornata in cui l’Arin Spa viene trasformata in Abc Napoli, Acqua Bene Comune Napoli, cioè in una azienda speciale a carattere totalmente pubblico. Oltre all’acqua, noi abbiamo cominciato a lavorare anche su altri beni comuni come il sapere, la conoscenza, la cultura, il mare, il territorio, internet. Questi patrimoni non devono appartenere alle multinazionali e ai privati, perchè non appartengono in fin dei conti nemmeno ai governi e agli stati, nemmeno ai municipi e ai governatori, bensì appartengono soltanto alle cittadine e ai cittadini di questo mondo. Non producono utili in senso capitalistico ma producono utilità sociale”.
Non è qualche apostolo della pace alla Martin L. King od alla Ghandi a parlare, ma niente di meno che il Mago di Napoli De Magistris.
Dopo aver difeso a spada tratta il sì al recente referendum contro la privatizzazione dell’acqua, ha cambiato nome alla società comunale che la distribuisce chiamandola “Acqua bene comune”. Ma Luigi De Magistris, da maggio nuovo sindaco di Napoli, in realtà con l’acqua alla fine ci guadagna, e bene, alle spalle della Regione e di centinaia di migliaia di cittadini.
Secondo quanto riporta il sito il tempo.it, il meccanismo che in questi ultimi giorni ha scatenato una vera e propria guerra tra lui e il presidente della Campania Stefano Caldoro, sta nell’acquisto e successiva cessione dell’acqua a prezzi diversi.
La Regione, infatti, vende al Comune una parte delle sue risorse idriche a 0,18 euro al metro cubo. Ma secondo alcune denunce presentate da cittadini, in realtà il prezzo in molti casi sarebbe ancora più basso, grazie a una vecchia convenzione: 0,05 euro al metro cubo. Però la Regione – che per raggiungere tutti i paesi della provincia napoletana, non avendo un sistema idrico così capillare deve per forza sfruttare quello del Comune – a sua volta ad un certo punto la ricompra dalla società “Acqua Bene Comune”. E qui scatta il guadagno per De Magistris. La società, infatti, la fa pagare all’ente regionale quasi tre volte tanto, 0,47 euro al metro cubo.
Un guadagno secco su un bene che Luigi De Magistris si è battuto per non far “privatizzare”. In questo modo il sindaco è riuscito a portare a casa circa 3 milioni di euro in 5 mesi. Con un piccolo ma significativo rovescio della medaglia: il sovrapprezzo che viene praticato dal Comune viene scaricato sulle spalle dei cittadini delle zone servite con l’acqua a prezzo maggiorato.
Solo che in questi giorni il Governatore della Campania Stefano Caldoro, stufo di essere preso per il collo, dopo un lungo braccio di ferro proprio con il sindaco, ha deciso di non rifornire più l’acquedotto napoletano e ha chiuso le prese dell’acqua. Nessun disagio per i cittadini partenopei, che comunque hanno altre fonti di approvvigionamento, ma moltissimi per tutti i cittadini, circa centomila, che abitano nella zona di Somma Vesuviana, Ottaviano e Santa Anastasia. Insomma, Acqua Bene Comune, ma solo per quello di Napoli, di comune.
Forsennatamente preso dai problemi dell’acqua, ed ora si comprende perchè, De Magistris ha trascurato altri problemi che giacciono sulla sua scrivania, tanto che stamane è stato duramente contestato da un gruppo di disoccupati (veri, non quelli organizzati, ndr) ex appartenenti al progetto di reinserimento «Bros», che hanno bloccato per alcuni minuti la sua auto. Tra i manifestanti, una trentina, anche alcune donne che hanno colpito con calci e pugni la vettura con il sindaco a bordo, gridando al suo indirizzo: “Hai fatto solo promesse, siamo stanchi e vogliamo lavorare” ed altre frasi di questo tenore. I precari hanno esibito striscioni e urlato slogan, chiedendo un colloquio con il sindaco che però non c’è stato. Gli agenti della polizia municipale presenti in zona hanno cercato di evitare che la situazione degenerasse. Al termine del “blocco”, durato una decina di minuti e rimosso con l’aiuto della polizia municipale e degli stessi Bros, l’auto del sindaco è stata lasciata andare.
Che dire? Cari amici precari, non perdeteci tempo, lasciatelo perdere che con lui fate solo un buco nell’acqua.
https://www.youtube.com/watch?v=J9GHInX5g-E&feature=player_embedded
Danilo Mazzaglia- Messaggi : 19
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Re: Blogger e articolisti cercasi
Un documento su internet svela le misure lacrime e sangue studiate da Napolitano e Monti
Pubblichiamo un documento che sta girando su internet, ma la cui autenticità non è ancora stata provata. Il contenuto è però curioso. Ed anche troppo preciso per essere scartato a priori come inattendibile.
Si tratterebbe di un testo recuperato tramite scansione OCR da un documento fatto dattilografare in data 22 settembre 2011 da Mario Monti su suggerimento e richiesta di Giorgio Napolitano.
Se l’autenticità fosse provata, il documento dimostrerebbe come il Presidente della Repubblica avesse da tempo sposato la politica di accettazione ai dettami di Ue e Bce, con l’intenzione di fare pressioni sul governo affinché si muovesse in tal senso. Ma, ancor di più, renderebbe palese come il nome di Monti circolasse già in tempi non sospetti.
Di fatto, Napolitano e Monti avrebbero studiato insieme una serie di provvedimenti per uscire “dalla crisi”, o meglio per accontentare le richieste di Unione Europea e mercati.
Se questo fosse vero, dal documento verrebbe fuori uno spaccato di ciò che può essere considerata una bozza del programma del nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti. Ecco, quindi, cosa ci potremmo aspettare:
” (…) si allega alla presente relazione sullo stato del debito pubblico come commissionata dal Emm. Napolitano Giorgio Presidente della Repubblica Italiana e da me dattiglografa Maria xxxxxxxxx e da me Dott. Mario Monti.
Trattandosi di grave crisi strutturale di liquidità e non di fondamentali si deve tendere alle seguenti manovre da applicare ante Dicembre 2011:
-Riduzione Spesa pensionistica in regime minimis Ex Manovre Dini, Ex DdL Veltroni;
-Cancellazione Sovvenzione Pensionistica per sopravvenuti limiti di età;
-Innalzamento età contributiva minima fino a 69 Anni per ambo i settori e sessi;
-Stop quote per TFR e Liquidazioni Pubbliche;
Inoltre si intendono le seguenti linee guida di riduzione a spesa in conto capitale per i seguenti settori tramite taglio non percentuale né progressivo:
-Trasporti;
-Sovvenzione canale di Sicilia;
-Sovvenzione su Pedaggi Autostradali;
-Ministero Salute;
-Ministero dello Sviluppo;
-Ministero Economia;
-Ministero Interni;
Ulteriormente si accordano con l’ Em. Presidente Giorgio Napo¤litano le seguenti misure restrittive per raggiungere un avanzo primario:
-Introduzione Imposta Patrimoniale secca al 20% per capitali sopra i 500,000 €uro;
-Dismissione tramite Offerta Pubblica Vincolata di beni dello stato infruttiferi;
-Licenziamento di corpo retribuito per un totale %krz> «medio ponderato di 1.600 persone;
-Blocco Scatti ISTAT per i dipendenti pubblici fino al 2013;
-Introduzione del’imposta sul profitto relativo;
-Blocco assunzioni pubblico impiego;
-Cancellazione sovvenzioni Ex. DDL 7/2009 per Famiglie Numerose;
-Cancellazione Bonus Libri SCFC;
-Incremento Accise bevande Alcoliche;
-Introduzione Tassazione Sanitaria per Fumatori;
-Introduzione Tassazione Sanitaria Alimenti e Produzioni Dolcearie.
Su suggerimento dell’ Em. Presidente Giorgio Napolitano il presente documento redatto dalla Sig.na Maria xxxxxxxxx sotto mia dettatura viene accettato ed imposto AD PARTEM al presente Capo di governo (…)”
Pubblichiamo un documento che sta girando su internet, ma la cui autenticità non è ancora stata provata. Il contenuto è però curioso. Ed anche troppo preciso per essere scartato a priori come inattendibile.
Si tratterebbe di un testo recuperato tramite scansione OCR da un documento fatto dattilografare in data 22 settembre 2011 da Mario Monti su suggerimento e richiesta di Giorgio Napolitano.
Se l’autenticità fosse provata, il documento dimostrerebbe come il Presidente della Repubblica avesse da tempo sposato la politica di accettazione ai dettami di Ue e Bce, con l’intenzione di fare pressioni sul governo affinché si muovesse in tal senso. Ma, ancor di più, renderebbe palese come il nome di Monti circolasse già in tempi non sospetti.
Di fatto, Napolitano e Monti avrebbero studiato insieme una serie di provvedimenti per uscire “dalla crisi”, o meglio per accontentare le richieste di Unione Europea e mercati.
Se questo fosse vero, dal documento verrebbe fuori uno spaccato di ciò che può essere considerata una bozza del programma del nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti. Ecco, quindi, cosa ci potremmo aspettare:
” (…) si allega alla presente relazione sullo stato del debito pubblico come commissionata dal Emm. Napolitano Giorgio Presidente della Repubblica Italiana e da me dattiglografa Maria xxxxxxxxx e da me Dott. Mario Monti.
Trattandosi di grave crisi strutturale di liquidità e non di fondamentali si deve tendere alle seguenti manovre da applicare ante Dicembre 2011:
-Riduzione Spesa pensionistica in regime minimis Ex Manovre Dini, Ex DdL Veltroni;
-Cancellazione Sovvenzione Pensionistica per sopravvenuti limiti di età;
-Innalzamento età contributiva minima fino a 69 Anni per ambo i settori e sessi;
-Stop quote per TFR e Liquidazioni Pubbliche;
Inoltre si intendono le seguenti linee guida di riduzione a spesa in conto capitale per i seguenti settori tramite taglio non percentuale né progressivo:
-Trasporti;
-Sovvenzione canale di Sicilia;
-Sovvenzione su Pedaggi Autostradali;
-Ministero Salute;
-Ministero dello Sviluppo;
-Ministero Economia;
-Ministero Interni;
Ulteriormente si accordano con l’ Em. Presidente Giorgio Napo¤litano le seguenti misure restrittive per raggiungere un avanzo primario:
-Introduzione Imposta Patrimoniale secca al 20% per capitali sopra i 500,000 €uro;
-Dismissione tramite Offerta Pubblica Vincolata di beni dello stato infruttiferi;
-Licenziamento di corpo retribuito per un totale %krz> «medio ponderato di 1.600 persone;
-Blocco Scatti ISTAT per i dipendenti pubblici fino al 2013;
-Introduzione del’imposta sul profitto relativo;
-Blocco assunzioni pubblico impiego;
-Cancellazione sovvenzioni Ex. DDL 7/2009 per Famiglie Numerose;
-Cancellazione Bonus Libri SCFC;
-Incremento Accise bevande Alcoliche;
-Introduzione Tassazione Sanitaria per Fumatori;
-Introduzione Tassazione Sanitaria Alimenti e Produzioni Dolcearie.
Su suggerimento dell’ Em. Presidente Giorgio Napolitano il presente documento redatto dalla Sig.na Maria xxxxxxxxx sotto mia dettatura viene accettato ed imposto AD PARTEM al presente Capo di governo (…)”
Danilo Mazzaglia- Messaggi : 19
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Re: Blogger e articolisti cercasi
a soluzione è sempre quella: tasse, tasse e ancora tasse
Il Risolutore Monti, per il quale si sospende la sovranità del popolo, ha già deciso i portentosi interventi, tali che dovrebbero dare credibilità internazionale all’Italia e risolvere l’emergenza economica: l’ICI sulla prima casa, intervento sulle pensioni di anzianità, la patrimoniale.
Caspita che interventi!
Nessuno ci aveva mai pensato e quindi sicuramente giustifica il non ricorso alle urne per insediare un Governo politico voluto dal popolo.
A questo punto sarebbe stato meglio andare alle elezioni e far vincere la sinistra, tanto le cose che avrebbe fatto sono simili: tasse, tasse, tasse, soltanto tasse.
Penso che le tasse siano il motore della sinistra, il suo “cuore”, e questo per un motivo preciso: mortificare il cittadino e renderlo succube, così con una mano lo si rende bisognoso, con l’altra finta benevola lo si assiste per legarlo in modo indissolubile a sé.
Tutti gli apparati autoritari, i regimi autoritari, hanno bisogno di tale dialettica per imporsi, far diventare la loro azione un rapporto personale trasformando i cittadini in mendicanti della politica.
Il mendicante politico, cui la sinistra autoritaria italiana mira, sa che per spezzare ogni individualità deve agire sulla dignità personale e cosa c’è di meglio che privarlo della sussistenza e dall’altra farsi garante di quella stessa sussistenza.
Perciò tasse, tasse, tasse a volontà…
Il Risolutore Monti, per il quale si sospende la sovranità del popolo, ha già deciso i portentosi interventi, tali che dovrebbero dare credibilità internazionale all’Italia e risolvere l’emergenza economica: l’ICI sulla prima casa, intervento sulle pensioni di anzianità, la patrimoniale.
Caspita che interventi!
Nessuno ci aveva mai pensato e quindi sicuramente giustifica il non ricorso alle urne per insediare un Governo politico voluto dal popolo.
A questo punto sarebbe stato meglio andare alle elezioni e far vincere la sinistra, tanto le cose che avrebbe fatto sono simili: tasse, tasse, tasse, soltanto tasse.
Penso che le tasse siano il motore della sinistra, il suo “cuore”, e questo per un motivo preciso: mortificare il cittadino e renderlo succube, così con una mano lo si rende bisognoso, con l’altra finta benevola lo si assiste per legarlo in modo indissolubile a sé.
Tutti gli apparati autoritari, i regimi autoritari, hanno bisogno di tale dialettica per imporsi, far diventare la loro azione un rapporto personale trasformando i cittadini in mendicanti della politica.
Il mendicante politico, cui la sinistra autoritaria italiana mira, sa che per spezzare ogni individualità deve agire sulla dignità personale e cosa c’è di meglio che privarlo della sussistenza e dall’altra farsi garante di quella stessa sussistenza.
Perciò tasse, tasse, tasse a volontà…
Danilo Mazzaglia- Messaggi : 19
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Re: Blogger e articolisti cercasi
“Se il golpe è dei banchieri, lo chiamano governo tecnico”. La Russa intervistato da Qelsi
“Se lo fanno le forze armate è un golpe, se lo fanno i banchieri lo chiamano governo tecnico”. E’ un Ignazio La Russa in grande forma quello che accetta di buon grado di lasciare un saluto al nostro blog e a tutti gli iscritti alla fan page di Qelsi, commentando l’intricata situazione politica di questi giorni.
Combattivo e vivace come sempre, per nulla rassegnato e arrendevole nonostante la caduta del governo, l’ormai ex ministro della Difesa traccia un bilancio della crisi di governo usando la consueta ironia.
La Russa, da dove partire per commentare l’imminente avvento del governo tecnico di Monti?
Da ieri sera. Anche se la giornata non era da ridere, ieri sera a me è venuto da ridere. Ho visto una sinistra intenta a festeggiare in maniera sguaiata, ma di cosa erano contenti quelli che sono scesi per strada? Non hanno vinto nulla. Certo non hanno vinto le elezioni, ma non c’è stata neppure una vittoria politica delle forze di opposizione. Semplicemente, diventa presidente del Consiglio Mario Monti, ossia colui che è il nemico della sinistra, in quanto rappresenta le banche, la finanza, il capitale, i mercati, i poteri forti, i padroni. Tutti gli stereotipi che la sinistra voleva combattere. O meglio, diceva di voler combattere. E poi mi veniva in mente una battuta…
Quale battuta? La dica anche a noi.
Beh, non facevo altro che pensare “Se lo fanno i militari lo chiamano golpe; se la stessa cosa la fanno i banchieri la chiamano governo tecnico”. E’ solo una battuta ovviamente, ma un fondo di verità c’è. Poi però ho smesso di ridere.
Pensando ancora ai festeggiamenti?
Ho pensato che neanche se avessero vinto loro le elezioni avrebbero dovuto festeggiare in quel modo. In questi anni a noi è capitato di vincere, ed anche di festeggiare per le strade. Ma festeggiavamo una nostra vittoria, e l’abbiamo sempre fatto in maniera educata.
A noi di destra non sarebbe mai venuto in mente di fare quello che hanno fatto loro. Non saremmo mai andati sotto casa di Prodi, D’Alema, Veltroni, Bersani o Rosy Bindi, a disturbare, insultare e urlare il nostro odio. Che significato ha festeggiare sotto casa? Questa è una delle tante differenze che c’è tra noi e loro.
Se mai ci fosse bisogno di una conferma, è stata un’ulteriore dimostrazione che il popolo della sinistra ama festeggiare solo le sconfitte altrui, mai le proprie vittorie. Anche perché non hanno vinto proprio nulla. Anzi.
“Se lo fanno le forze armate è un golpe, se lo fanno i banchieri lo chiamano governo tecnico”. E’ un Ignazio La Russa in grande forma quello che accetta di buon grado di lasciare un saluto al nostro blog e a tutti gli iscritti alla fan page di Qelsi, commentando l’intricata situazione politica di questi giorni.
Combattivo e vivace come sempre, per nulla rassegnato e arrendevole nonostante la caduta del governo, l’ormai ex ministro della Difesa traccia un bilancio della crisi di governo usando la consueta ironia.
La Russa, da dove partire per commentare l’imminente avvento del governo tecnico di Monti?
Da ieri sera. Anche se la giornata non era da ridere, ieri sera a me è venuto da ridere. Ho visto una sinistra intenta a festeggiare in maniera sguaiata, ma di cosa erano contenti quelli che sono scesi per strada? Non hanno vinto nulla. Certo non hanno vinto le elezioni, ma non c’è stata neppure una vittoria politica delle forze di opposizione. Semplicemente, diventa presidente del Consiglio Mario Monti, ossia colui che è il nemico della sinistra, in quanto rappresenta le banche, la finanza, il capitale, i mercati, i poteri forti, i padroni. Tutti gli stereotipi che la sinistra voleva combattere. O meglio, diceva di voler combattere. E poi mi veniva in mente una battuta…
Quale battuta? La dica anche a noi.
Beh, non facevo altro che pensare “Se lo fanno i militari lo chiamano golpe; se la stessa cosa la fanno i banchieri la chiamano governo tecnico”. E’ solo una battuta ovviamente, ma un fondo di verità c’è. Poi però ho smesso di ridere.
Pensando ancora ai festeggiamenti?
Ho pensato che neanche se avessero vinto loro le elezioni avrebbero dovuto festeggiare in quel modo. In questi anni a noi è capitato di vincere, ed anche di festeggiare per le strade. Ma festeggiavamo una nostra vittoria, e l’abbiamo sempre fatto in maniera educata.
A noi di destra non sarebbe mai venuto in mente di fare quello che hanno fatto loro. Non saremmo mai andati sotto casa di Prodi, D’Alema, Veltroni, Bersani o Rosy Bindi, a disturbare, insultare e urlare il nostro odio. Che significato ha festeggiare sotto casa? Questa è una delle tante differenze che c’è tra noi e loro.
Se mai ci fosse bisogno di una conferma, è stata un’ulteriore dimostrazione che il popolo della sinistra ama festeggiare solo le sconfitte altrui, mai le proprie vittorie. Anche perché non hanno vinto proprio nulla. Anzi.
Danilo Mazzaglia- Messaggi : 19
Data d'iscrizione : 24.09.11
Re: Blogger e articolisti cercasi
Gli articoli, ovviamente, devono essere scritti dall'autore degli stessi, non scopiazzati da altri giornali o blog ;-)
Ospite- Ospite
Richiesta info
Salve, sarei interessata al vostro annuncio e vorrei maggiori info in merito.
trramoto- Ospite
Re: Blogger e articolisti cercasi
Salve a te e benvenuta! Se hai degli articoli da proporre con tema politico italiano od internazionale o di cronaca giudiziaria puoi inviare gli articoli ad info@nuovademocraziaeuropea.eu
Sul sito di NDE esiste un blog di informazione dove sono pubblicati gli articoli scritti dai nostri soci e sostenitori. Ovviamente come hai già potuto leggere sono richiesti un minimo di standard qualitativi e la citazione delle fonti.
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Dario De Vita (iRad)- Messaggi : 797
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