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Realizzazione programma NDE Lavoro e imprenditoria

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Messaggio Da Ospite Lun Set 27, 2010 9:54 am

volevo aggiungere che il contibuto statale potrebbe anche essere limitato soltanto alla parte contributita , lasciando la parte salariale interamente a carico dell'impresa.

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Messaggio Da Ospite Lun Set 27, 2010 12:56 pm

Potrebbe questa essere un'ottima soluzione di compromesso, viste anche quanto sono alte le tasse sul lavoro in Italia già così sarebbe un grande aiuto per l'avviamento.

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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Ott 01, 2010 8:42 am


Posto sunto Lavoro ed Impresa inviatomi da Enrico

RIASSUNTO SEZIONE “LAVORO E IMPRESE” + RICERCHE
membri CD Enrico Zanchetta e Lorenzo Ferrua

Riporto di seguito i punti salienti degli interventi fatti nel campo “Lavoro e imprese” dove, ho notato che, le maggiori proposte, idee, partono sempre e giustamente dal livello salariale che deve essere palesemente rivisto inserendo livelli minimi e coerenti di salario, fissare tetti per manager di banche. Serve per cui una riforma ben strutturata del sistema fiscale italiano che come sappiamo è antagonista dell'eroe inglese Robin Hood.
Altri interventi rilevanti sono riguardanti il vergognoso sistema che porta alla precarietà quindi ammortizzatori sociali e a mio avviso eliminare questa vergogna.
Poi incentivi alle imprese produttive, dinamiche che non licenziano dipendenti “a gratis”. Interessante l'accorgimento, e per questo serve una vigilanza degli organi preposti (finanza ecc...) che amministratori pubblici non rientrino anche come tali nel settore privato.
Altri incentivi proposti sono alle aziende contrarie alla mafia.


* Prevedere il ricorso generalizzato ai contratti di solidarietà (I contratti di solidarietà sono stati introdotti nel nostro ordinamento nel 1984 con il DL 726, convertito poi in L. 863. I contratti di solidarietà, riferiti al mondo del lavoro, comportano una riduzione dell’orario di lavoro e relativa retribuzione e possono essere invocati dalle aziende che ne hanno bisogno)
* Raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane
* Disporre ammortizzatori sociali a favore di tutti coloro che ne sono privi a partire dai precari (“aggiungo una considerazione personale. Proporre leggi che eliminino la figura del precario”)
* Abbattere il costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato
* Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese
* Prevedere la copertura dei periodi di assenza per maternità, malattia e infortunio per le partite Iva con un reddito inferiore a 20.000 euro l’anno
* 20% di aliquota minima fiscale su stipendi, pensioni e bassi redditi
* 20% di tassazione sulle rendite finanziarie, immobiliari esclusi i titoli di Stato
* 20% di aumento stipendi e pensioni minime nei prossimi 3 anni
* Detassare la tredicesima mensilità
* Fissare un tetto massimo per le retribuzioni dei manager di banche, di aziende pubbliche e di aziende che ricevono aiuti di Stato
* Ripristinare tutte le norme approvate dal governo Prodi in tema di sicurezza sul lavoro
*Abrogazione della cosiddetta "Legge Biagi" ( http://www.lavorointernet.org/la-legge-biagi-cose-pregi-e-difetti )
* Riproporre e approvare una tassazione per le banche.
* Salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese
* Salario da 1000 euro in su per laureati, dottorati, specializzati
* Salario da 1000 euro in su per coloro che hanno compiute esperienze anche durante il periodo universitario: Erasmus, confidenza con più lingue, esperienza associative ed organizzative.
* Indicazione per legge del salario minimo. Questo serve per garantire un salario in linea con la costituzione a tutte quelle categorie che non hanno un contratto collettivo di lavoro nazionale e sopratutto impedisce (creando un reato penale e non più solo civile) la diffusione del cosiddetto lavoro nero che deprime le risorse del nostro paese.
* Riforma del fisco. bisogna ridurre la tassazione sugli stipendi medio-bassi, considerando la riduzione proposta dall'attuale governi di 10 punti delle trattenute degli stipendi più alti si deve ridurre quelli medio-bassi con gli stessi criteri almeno, quindi introduzione di una fascia di trattenute al 13%.
Questo è vero riduce gli incassi dello stato stato però si può compensare con i maggiori consumi interni ed una lotta all'evasione fiscale maggiore.
* introduzione della legge Patrimoniale sul modello americano, che colpisca i possessori di beni e non solo i redditi dichiarati. Sia da destra che da sinistra si prende sempre come esempio gli statti uniti per proporre leggi varie allora perché non introdurre come negli USA l'ergastolo per gli evasori? si ricorda che negli USA questa legge venne introdotto l'indomani della grande crisi del '29 per colpire i contrabbandieri e gli interessi mafiosi negli anni '50-'60.
* Introduzione di una legge che impedisca ad un amministratore delegato di essere a capo di più imprese nella stessa filiera produttiva creando così conflitti di interessi e commistioni varie.
* Gli amministratori di imprese pubbliche non possono amministrare anche imprese private
* Abolizione dei notai (siamo l'unico paese occidentale ad averli) e degli albi per dare vitalità e slancio all'economia con una maggiore concorrenza evitando così cartelli (nei limiti possibili dalla legge).
* Per legge gli aiuti statali alle imprese che si impegnano a non licenziare per tot anni o ad assumere (non capisco perché prima abbiamo dato soldi pubblici alla FIAT e subito dopo la stessa a messo operai in cassa integrazione e poi si è comprata Chrysler e dopo aver fallito l'acquisto di Opel ha chiuso termini- Imerese)
* Introduzione e sviluppo delle free-energy , quindi di imprese e lavori che puntino sullo sviluppo di tecnologie pulite e non inquinanti (fotovoltaici..)
*Per ridurre l'evasione occorre trovarlo e la legge Patrimoniale può essere un valido esempio inoltre se le tasse le riduciamo ad imprese ed ai contribuenti attraverso l'eliminazione degli enti inutili, alla fine gli imprenditori onesti che hanno sempre dichiarato tutto e pagato tutto, si ritroveranno ad avere una netta riduzione di tasse anche con la patrimoniale (che sposterà solo la voce dei loro attuali pagamenti) mentre con quella legge si va a colpire gli evasori in un indagine da me svolta nel 1999 sulle imprese italiane in collaborazione con la FIT-CNA si evinceva allora che l'evasione fiscale era almeno il doppio se non il triplo di quello che una piccola o media impresa potrebbe evadere per sopravvivere, comunque per concludere l'importante è portare l'evasione nell'ambito del 3-5 % in lene con gli altri paesi pensa una cosa se manteniamo la stessa pressione fiscale per 3 max 5 anni con l'evasione al 5% e naturalmente la stessa stretta sulle spese, avremmo un avanzo tale da abbattere quasi completamente il debito pubblico, si evince per cui che la lotta all'evasione è la vera risorsa per la riduzione delle tasse che è possibile una riduzione complessiva intorno al 20% ed utilizzando eventuali avanzi di cassa per la riduzione del debito innescando così un movimento virtuoso per cui nel tempo potranno (abbassando il debito) a ridurre ulteriormente la pressione fiscale.
per quello che riguarda la FIAT il mio era solo un esempio, nella sezione giustizia ho spiegato meglio che per mantenere gli investimenti in Italia e richiamarli dall'estero abbiamo bisogno della riforma della giustizia in modo sia da avere pene certe (anche qui applicherei l'elasticità delle pene sul modello americano ) ma sopratutto tempi certi.





Di seguito riporto alcuni dati comprensivi di fonti che riguardano il livello di salute o meno del nostro sistema imprenditoriale e salariale.

LA LEGGE BIAGI ( fonte: http://www.lavorointernet.org/la-legge-biagi-cose-pregi-e-difetti)

La legge Biagi introduce una serie di novità la cui portata è paragonabile allo Statuto dei lavoratori. Diversamente da quest’ultimo, però, l’intento del legislatore parte dal presupposto secondo cui la flessibilità in ingresso nel mercato del lavoro è il mezzo migliore, nella attuale congiuntura economica, per agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro e inoltre che la rigidità del sistema crea spesso alti tassi di disoccupazione. La vastità della riforma è evidenziata dallo stesso numero degli articoli del Decreto, ben 86, e dagli istituti introdotti ex novo o modificati.
Come si nota proprio dalla ampiezza degli istituti trattati, è agevole osservare che la legge Biagi ha introdotto o modificato numerosi contratti di lavoro: dalla somministrazione all’apprendistato, al contratto di lavoro ripartito, al contratto di lavoro intermittente, o al lavoro accessorio e al lavoro occasionale, nonché il contratto a progetto, ha disciplinato le agenzie di somministrazione di lavoro abrogando l’istituto del lavoro temporaneo o interinale, ha introdotto procedure di certificazione e la Borsa continua nazionale del lavoro, ossia un luogo di incontro fra domanda e offerta di lavoro [1].
Il decreto n. 276/2003 è stato successivamente modificato da alcuni decreti legislativi: il D. Lgs. 6 ottobre 2004, n. 251, c.d. correttivo del D. Lgs. n. 276/2003; la legge n. 80/2005; ma soprattutto la legge Legge 24 dicembre 2007, n. 247, recante “Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale“, che ha dato attuazione al Protocollo sul Welfare del luglio 2007. Tra le altre cose è scomparsa la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato e il lavoro a chiamata (tranne che nel turismo e nel settore dello spettacolo), il lavoro a tempo determinato è stato limitato a casi meno generici.
Secondo coloro che ritengono inadeguata la riforma Biagi, rispetto allo Statuto dei lavoratori, la norma riduce drasticamente diritti e tutele e le possibilità di intervento della magistratura nelle questioni contrattuali (si pensi alla certificazione dei contratti di lavoro o alla limitazione della riqualificazione del contratto nell’ambito della para subordinazioneee, quale co.co.co. o co.co.pro), altre volte sembra ampliare in maniera massiccia la posizione tutoria dei Sindacati comparativamente più rappresentativi per derogare in peius alcuni istituti, in generale si assiste alla proliferazione di nuove figure lavorative che, nelle intenzioni del legislatore, meglio si adattano alle esigenze del mercato del lavoro globalizzato. IL decreto legislativo n. 276/2003, inoltre, estende notevolmente la definizione di trasferimento di ramo d’azienda all’art. 2112 del Codice Civile, non creando nuovi ambiti di possibile applicazione, ma includendovi operazioni già previste dalle normative, per le quali non esistevano gli stessi diritti e tutele. La modifica a vantaggio dei lavoratori, aumenta il numero di quanti beneficiano dei diritti previsti in caso di out.sourcing, al comma 5 del citato articolo (introdotti con la legge n. 18 del 2001).
Secondo i sostenitori della riforma, di contro, la legge Biagi aumentando la flessibilità in ingresso nel mondo del lavoro, produce di fatto un aumento del tasso di occupazione e sostituisce uno strumento, ritenuto dagli stessi obsoleto, come quello della concertazione tra le parti sociali.
Pregi
Le aziende che hanno deciso di introdurre le nuove tipologie contrattuali per le assunzioni, hanno beneficiato di sconti contributivi e fiscali nonché di un maggiore fattore di ricambio del personale, ove quello assunto non si fosse giudicato adatto. Inoltre le forme contrattuali previste (i cosiddetti contratti atipici di lavoro) sono considerevolmente aumentate di numero per meglio venire incontro alle molteplici esigenze implicite di un mercato del lavoro eterogeneo e globalizzato.
I primi anni di attuazione della legge Biagi hanno visto una generale riduzione del tasso di disoccupazione che è tornato ai livelli di quello del 1992.
Inoltre sembra, che col tempo, la situazione lavorativa di coloro che sono entrati nel mondo del lavoro con un contratto c.d. flessibile tenda a stabilizzarsi ed a concretizzarsi in un contratto a tempo indeterminato. Secondo il IX Rapporto Alma Laurea, a cinque anni dalla laurea, risultano stabili 71 occupati su cento. Il grande balzo in avanti è dovuto in particolar modo all’aumento dei contratti a tempo indeterminato, che sono lievitati di 15 punti percentuali, raggiungendo quasi il 47% a cinque anni.
La legge non introduce modifiche alle norme dei contratti a tempo indeterminato, e non doveva applicarsi al settore del pubblico impiego (art. 1), dove poi si è rivelato maggiore il ricorso ai contratti a termine e alla flessibilità. La legge introduceva alcune norme a tutela dei lavoratori in materia di esternalizzazioni e lavoro in appalto. La legge Biagi introduce: -un obbligo in solido di appaltatore e società appaltatrice per il pagamento delle retribuzioni;
-una definizione di esternalizzazione come cambiamento della titolarità dell’impresa, che è molto più estesa delle precedenti, e allarga le casistiche alle quali si possono applicare diritti e tutele che erano previsti in tema di esternalizzazioni.
Difetti
Alla prevista flessibilità non ha fatto seguito una riforma perpendicolare sugli ammortizzatori sociali, tramutando di fatto una situazione di lavoro flessibile in una situazione precaria, e soprattutto un contesto economico nel quale è facile e rapido il ricollocamento nel mondo del lavoro. Numerose testimonianze relative al disagio che ha comportato questa forma di precariato sono state raccolte da Beppe Grillo nel libro Schiavi Moderni, liberamente scaricabile in formato digitale. La situazione è differente da altri Paesi come gli USA dove ad un mercato del lavoro flessibile si accompagna dal dopoguerra una facilità a trovare un nuovo impiego in tempi rapidi per tutte le fasce di età che compongono la forza-lavoro.
Dovendo le aziende versare minori contributi, i lavoratori precari hanno un accantonamento pensionistico inferiore ai loro colleghi con contratti tipici. Questa situazione, combinata al progressivo invecchiamento dei componenti del nostro paese, ha fatto emergere un dibattito sull’opportunità di integrare le pensioni statali (gestite dall’Inps) con un fondo pensione privato (il cui rischio ricade totalmente sul sottoscrittore).
L’elevato numero di forme contrattuali previste ha, in molti casi, disorientato le società (soprattutto quelle medio-piccole), spingendole a sfruttare solo una piccola percentuale dell’ampio ventaglio di soluzioni messo a disposizione. Forme come il lavoro condiviso, il lavoro a chiamata o lo staff leasing sono concretamente poco o per nulla usate.
Nel mercato del lavoro, le retribuzioni e i livelli di qualifica non sono proporzionate al livello di istruzione crescente delle ultime generazioni. Esiste inoltre una forte differenza di salario, a parità di mansioni, tra operaio, quadro e impiegato di concetto, fra i differenti contratti nazionali.
Alcuni dati pongono in discussione l’ipotesi del libero mercato efficiente e della capacità del mercato del lavoro di assumere la migliore configurazione possibile nell’interesse economico delle parti, in assenza di vincoli legislativi.
Come tutte le forme di flessibilità, anche quelle introdotte dalla riforma Biagi non godono dei benefici economici della contrattazione di secondo livello (c.d. contratto integrativo).
Il lavoro precario inoltre crea delle situazioni economiche complicate per i dipendenti con in contratti “atipici” che in quanto precari, non sono in grado di poter fornire garanzie reali di un salario nel lungo periodo, lasciandoli in evidente difficoltà nel momento in cui sono costretti, anche in età avanzata, a richiedere agli istituti di credito del denaro per far fronte alle piccole spese quotidiane o per l’acquisto della casa nella quale andare ad abitare.
Il precariato, inoltre, pone il dipendente in una situazione di debolezza, nella quale, sottoposto al rischio di perdere il lavoro, più difficilmente potrà rivendicare i suoi diritti (sicurezza compresa) ed un salario migliore.
In merito al rinnovo dei Contratti Nazionali nel 2007, in particolare, quello metalmeccanico, si è più volte accennato all’introduzione dell’orario medio di lavoro, già previsto dalle leggi vigenti. Il riferimento all’orario di lavoro medio non è minimamente accennato nella legge Biagi, ma è contenuto nel poco citato Decreto Legislativo n. 66 del 2003. La legge Biagi parla di lavoro modulato e flessibile ma in riferimento a nuove tipologie di contratti a termine, che non riguardano il lavoro a tempo indeterminato.
Fonte (http://www.corriere.it/quotidiano/archivio/mario_sensini.shtml, http://www.innovando.it/il-declino-del-salario-degli-italiani-2290.html)

So che questo è un argomento discusso e delicato ed è difficile per molti versi trattarlo in modo semplicistico soprattutto perché è facile cadere nella faciloneria, però resta comunque un argomento scottante che parallelamente al problema del lavoro, ha ripercussioni piuttosto negative sul sistema economico italiano.
Il salario degli italiani, lavoratori nel settore pubblico e privato, è un po’ la cartina di tornasole dell’andamento generale del Bel Paese: in declino.
Ed è un declino sistemico, non un declino economico, che sia ben chiaro. L’Italia economicamente parlando ha i suoi punti di eccellenza, il brand Made in Italy è ancora vitale e futuribile. Ma il sistema Paese ha i suoi enormi problemi e questi prima o poi verranno al pettine.
Parlando del salario della stragrande maggioranza dei lavoratori italiani, i dati OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dicono che il costo del lavoro in Italia cresce mediamente più in fretta, rispetto agli altri Paesi europei: nei servizi, il 2,1% e nell’industria l’1,3% rispetto agli 0,7% e 0,5% dei Paesi Europei dell’area OCSE. L’Italia qui è in testa alla classifica. Non male.
In sostanza, dalle ultime analisi OCSE, emerge che l’Italia figura in testa alla classifica per quanto concerne l’aumento del costo del lavoro, ben oltre i livelli dei paesi più industrializzati, addirittura nel mondo, tranne la Corea del Sud.
Purtroppo però, l’aumento del costo del lavoro non registra un altrettanto aumento di ciò che rimane in tasca al lavoratore. I problemi grossi sono anche qui. Il prelievo fiscale e contributivo è ai massimi livelli, tra i più alti in Europa, ma con un livello salariale non certo da prima donna. Anzi. Ecco che Fisco e costo del lavoro, iniziano a frenare le assunzioni.
Intanto, sempre secondo l’OCSE la busta paga degli italiani è al 23° posto. Non male nemmeno qui!


LASCIO ALCUNI LINK SU CUOI LEGGERE RAPPORTI OCSE E COMMENTI RIPORTARLI SAREBBE FUORVIANTE E RIPETITIVO.
1.http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/7647/ocse-disoccupazione-ferma-all85.html
2.http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-09-10/ocse-italia-080414.shtml?uuid=AYdICSOC
3.http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-09-07/ocse-italia-investe-poco-123214.shtml
4.http://yespolitical.wordpress.com/2010/09/09/previsioni-ocse-italia-ai-margini-della-ripresa/
5.http://www.loccidentale.it/articolo/pil.+ocse+stima+calo+dello+0,3%25+in+italia+nel+terzo+trimestre+2010.0095472
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Messaggio Da Ospite Ven Ott 01, 2010 1:22 pm

Per quel che riguarda il salario minimo come ho già detto (ma l'avevo scritto in un topic poco visitato e perciò credo sia sfuggito anche visto che non ho ricevuto risposta) l'idea in sè è buona, ma è male formulata: proponendo un salario mensile minimo la formula può essere facilmente aggirata, per dirne una con un maggior ricorso a contratti part-time (e mi si può dire tutto, ma non si può pagare un full-time tanto quanto un part-time, credo che la cosa sia ovvia), la formula proposta dovrebbe essere invece quella del salario orario minimo, salario orario che in quanto tale può essere esteso praticamente a quasi tutte le tipologie di contratto diventando difficilmente aggirabile. Comunque il salario minimo bisogna stare molto attenti alla sua applicazione, potrebbe essere interessante solo se accompagnato da incentivi verso gli stipendi maggiori (diciamo fluttuanti per un lavoratore a tempo pieno senza straordinari tra 1000 e 2000 euro) visto che senza accorgimenti potrebbe diventare non solo lo stipendio minimo, ma anche quello unico per intere categorie in quanto i datori di lavori potrebbero applicare il minimo senza avere alcun interesse ad eventuali aumenti e similari in quanto il minimo è dato per legge (e quindi per certe letture di comodo 'incontestabile').

Per quel che riguarda la cassa integrazione anche qui quoto quanto già detto
Prolungare la durata cassa integrazione può invece avere un effetto boomerang, non solo e non tanto sul costo del welfare (cosa che andrebbe ad erodere altri capitoli di spesa, come istruzione o sanità), ma quanto sul fatto che potrebbe ancora di più diventare una leva degli industriali per far ricadere loro costi sulla collettività, quindi di fatto deresponsabilizzandoli ulteriormente, con una cassa integrazione ancora più lunga ad esempio le industrie del settore automotive (che hanno un andamento di vendite ciclico) potrebbe ancora di più aumentarne il ricorso ad essa solo con la prospettiva di massimizzare i guadagni disinvestendo nel periodo 'magro' sapendo però di avere la manodopera pronta nel periodo 'grasso' (cosa che avviene già ora tra l'altro, ma che allungando ulteriormente la cassa integrazione diventerebbe regola e normalità).
Aggiungo quindi che ci sarebbe bisogno anche di una profonda revisione delle regole stesse della cassa integrazione per evitare quanto sopra.

Sugli 'enti inutili' bisogna stare attenti a non sovrastimarne la quantità (a seconda di come si calcola tra gli enti inutili possono finirci dentro anche gli enti culturali ad esempio solo perchè non generano utili) ed i loro costi, in quanto pur presenti, sono spesso meno -o occupano meno risorse- di quello che sembra a tatto, perciò le risorse traibili da essi potrebbero essere cifre non così alte da assicurare quanto prospettato nell'ultimo punto.

* Per legge gli aiuti statali alle imprese che si impegnano a non licenziare per tot anni o ad assumere (non capisco perché prima abbiamo dato soldi pubblici alla FIAT e subito dopo la stessa a messo operai in cassa integrazione e poi si è comprata Chrysler e dopo aver fallito l'acquisto di Opel ha chiuso termini- Imerese)

Per legge è impossibile assegnare aiuti statali alle singole imprese private stando alle normative europee, quindi questo paragrafo è di fatto inattuabile: gli aiuti, come gli incentivi per le auto, sono infatti applicabili solo se indirizzati all'intera categoria o settore in generale, al più si possono prevedere accordi con le intere categorie che con le singole aziende.

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Messaggio Da Ospite Ven Ott 01, 2010 10:34 pm

scusate ma secondo me' siete un po' fuori di testa. io non capisco come si fa a pensare in modo unilaterale soltanto con un' ottica completamente appiattita sull' assistenzialismo , come se il problema della continua chisura delle aziende e conseguente riduzione drastica dei posti di lavoro non esiste. mi sembra che anche il segretario della cisl bonanni, per la prima volta ha detto che senza le aziende non esistono diritti. e, detto da un sindacalista e' il massimo.
poi marcello ha scritto delle cose talmente lontane dalla realta' in cui credo per uno sviluppo del paese. che e' meglio che mi astengo dal commentarle.


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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Ven Ott 01, 2010 11:46 pm

@Mimmo, il post di Marcello in realtà non è suo: si è semplicemente limitato a pubblicare un lavoro di sintesi fatto da Lorenzo Ferrua ed Enrico Zanchetta. (leggi l'inizio del messaggio)
Loro si sono presi l'onere di raccogliere tutti gli interventi sul tema "lavoro ed impresa" e riassumerli in un unico post (ancora da sistemare come schema) per cui tutte queste informazioni sono ancora da verificarsi. Purtroppo per noi Lorenzo ha dovuto abbandonare per problemi esterni ed il lavoro è stato portato nelle ultime fasi a termine da Enrico. Credo quindi (e qui Enrico confermerà o smentirà) che i pareri personali che si leggono nella sintesi siano di quest'ultimo.

Premesso questo e che concordo con te sui punti che hai sollevato, qui si dovrà mettere un po' d'ordine su questo tema; in proposito scrivi una cosa giustissima
mimmo.web ha scritto:[...]a questo punto credo che per prima cosa conviene costruire un elenco dettagliato della tipologia dei problemi correlati alla tipologia e/o categoria delle singole persone, quindi un elenco molto vasto e particolareggiato. dopodiche' si puo pensare a una scrematura dei problemi cercando delle soluzioni concrete e dettagliate nell'ottica della priorita' ed efficacia. mi rendo conto che non parlo di una cosa facile ma di un lavoro enorme che sicuramente ha bisogno di materia grigia di alta qualita' che dia delle indicazioni che riscuotano il consenso degli italiani. ecc. ecc.ecc.
Quindi occorre muoversi in più direzioni senza perdere il quadro di insieme: recuperti i punti riassunti tocca scremarli prendendo una direzione sul tema, ovvero ancor prima di verificarli bisogna vedere quali di questi punti si trovino su una stessa linea guida e sono condivisibili. Un'altra traccia, ma con lo stesso obiettivo, è quella di sviluppare l'idea della "Impresa a riscatto" che proponi.

Per far questo occorre fare qualche riunione specifica sul tema, altrimenti si continuerà a procedere a tentoni...

Per come si muove e si struttura NDE occorre mettere al più presto in piedi un team corposo di persone che lavorino allo stesso progetto che debbano però coordinarsi. Ti rinnovo la proposta ad entrare e costruire questo team (ormai costituito attualmente soltanto da Enrico). Il lavoro sarà lungo, ma prima sarà messo in un clima di cooperazione attiva prima raccoglierà i suoi frutti. E se questa operazione di strutturare questo team sarà fatta a dovere, il programma su questo punto (Lavoro ed impresa) potrà quanto prima diventare forte e poco attaccabile.

In ogni caso le critiche, soprattutto quelle negative, se enunciate in un'ottica di miglioramento e non di orgoglio personale non possono che far bene. Dico questo perché ho letto il tuo "secondo me siete un po' fuori di testa" come un pungolo per andare a rivedere le posizioni che non reggono e non come offesa gratuita. Fà attenzione però perché non tutti possono avere questa lettura e sarà davvero dannoso se queste discussioni calino in un clima di prese di posizione d'orgoglio, d'offesa o di testardaggine ecc ecc...

(ripeto: anch'io vedo molto poco chiari alcuni dei punti riassunti fin'ora e credo di capire a cosa ti riferisci. Ma attento all'esposizione del disappunto!)
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Messaggio Da Marcello.DeVita Sab Ott 02, 2010 11:01 am

Concordo con Dario e aggiungo che NDE favorisce e incoraggia qualunque socio a scrivere ciò che pensa su ogni argomento, non esiste un socio migliore o peggiore. Successivamente ogni intervento sarà valutato da tutti i soci (ma con rispetto) ed in particolare dal Comitato Direttivo perchè anche il più semplice intervento può essere un impulso al miglioramento di NDE, questo è semplicemente l'applicazione del concetto di meritocrazia. Scrivere "sei fuori di testa" non incoraggia certo i soci più timidi o che conoscono da poco NDE a partecipare al Forum.

Mimmo grazie dei tuoi interventi che sono stati apprezzati da molti soci di NDE ma ti invito ad usare un linguaggio più moderato. Grazie per la collaborazione.
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Messaggio Da Ospite Sab Ott 02, 2010 5:17 pm

mi fa' piacere che dario ha letto nel modo giusto e confermo che la mia critica era solo e soltanto per un miglioramento di NCE non certo per orgoglio personale , anzi dico che tutta la mia collaborazione per NDE e' finalizzata soltanto al miglioramento delle politiche e dei programmi di sviluppo di NDE, indipendentemente da orgogli personali o cose del genere.
detto questo vorrei dire a dario che mi ha fatto piacere il suo intervento molto equilibrato, che ha cercato di chiarire alcuni aspetti importanti, prospettando anche giustamente delle riunioni specifiche per approfondire le idee con un dialogo piu' diretto.Invece per quanto riguarda la costituzione di un team operativo il mio contributo puo' essere inquadrato in una collaborazione leggera sull'analisi e valutazione dei problemi e delle soluzioni da applicare in relazione ai settori dove io ho una esperienza diretta e quindi mi sento in grado di poter capire e valutare gli aspetti specifici, ma non posso certamente pensare a una collaborazione a tempo pieno quindi e' necessario studiare delle soluzioni che ci permettono di dialogare e analizzare in modo approfondito e con continuita' i problemi. E' qui la parte del leone spetta sicuramente alla componente dei giovani di NDE. per quanto riguarda "l'impresa a riscatto" ti posso dire che c'e' molto lavoro dietro ma potrebbe essere una via importante per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro, insieme ad altre idee di alleggerimento che ho in mente per ridurre i costi eccessivi che opprimono tutti gli italiani. poi volevo anche dire che se il mio modo di esprimere a volte e' un po' rude fa' parte del mio carattere e del mio modo diretto di affrontare le cose, ma in compenso molto spesso riesco a centrare l'obbiettivo.

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Messaggio Da Ospite Mer Ott 06, 2010 4:00 pm

Se posso proporrei anche l'abolizione degli studi di settore che costituiscono una vera e propria palla al piede ai liberi professionisti.

Trovo infatti profondamente ingiusto pagare tasse non su quanto effettivamente guadagnato, ma pagare tasse in base a formulazioni teoriche/statistiche e non basate sui dati soggettivi dei conti dell'attività.

http://it.wikipedia.org/wiki/Studio_di_settore

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Messaggio Da Ospite Mer Ott 06, 2010 9:06 pm

approvo quello che dice umberto sugli studi di settore sono assolutamente da eliminare
in quanto formulare una tassazione impositiva basata soltanto su indicatori che non tengono conto delle difficolta' del mercato reale. E' una imposizione da paese feudale e non certamente democratico. vorrei aggiungere alla lista anche la famigerata, reverse-charge di recente introduzione, che ha dato il colpo di grazia alle piccole imprese che erano gia' in difficolta', praticamente uno sbarramento tra le piccole imprese e l'accessso agli appalti medio alti con le grandi imprese, quindi un freno enorme alla potenzialita' ed allo sviluppo della PMI che gia' faticano non poco ad avere accesso al credito. e che successivamente non avendo risorse sufficienti hanno chiuso o sono diventate delle microimprese riducendo i costi inclusi i dipendenti. quindi un mercato del lavoro pesantemente squilibrato.







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Messaggio Da Ospite Mer Ott 06, 2010 11:43 pm

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Messaggio Da lorenzoferrua Gio Ott 14, 2010 6:04 pm

Umberto Banchieri ha scritto:Se posso proporrei anche l'abolizione degli studi di settore che costituiscono una vera e propria palla al piede ai liberi professionisti.

Trovo infatti profondamente ingiusto pagare tasse non su quanto effettivamente guadagnato, ma pagare tasse in base a formulazioni teoriche/statistiche e non basate sui dati soggettivi dei conti dell'attività.

http://it.wikipedia.org/wiki/Studio_di_settore

Ciao a tutti! Scusate questa assenza prolungata.
Per quanto riguarda gli studi di settore sono stato uno strumento per disincentivare l'evasione dell' IVA.
In fase di dichiarazione dei redditi, in base ai dati inseriti, si può essere congrui e coerenti con gli studi di settore oppure no. In caso non lo si fosse non è automatico l'adeguamento a quello che prevedono gli studi di settore.
L'imprenditore non è obbligato ad adeguarsi allo studio di settore, quindi non è vero che l'imprenditore paga tasse non su quello guadagnato.
E' vero però che in caso di non adeguamento si è sotto ricatto di un controllo fiscale quasi certo.
Ma se l'imprenditore non ha evaso IVA o commesso altre mancanze fiscali non vedo perchè debba sentirsi costretto ad adeguarsi agli studi.
Anche per una mia esperienza personale alcuni commercialisti invitano i loro clienti ad adeguarsi...forse per evitare noie in caso di controlli?
E purtroppo in italia l'evasione dell' IVA è così diffusa che gli studi di settore sono visti in modo negativo.
Secondo me però sono un buon strumento per combattere l'evasione fiscale...forse devono essere adeguati al difficile periodo economico e migliorati.
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Messaggio Da Ospite Gio Ott 14, 2010 6:46 pm

Il problema in Italia è che se non ci si adegua agli studi di settori non è che viene sottoposti a controlli amichevoli, ma è quasi come se si venissi puniti.

Uno può anche avere i conti a posto e aver dichiarato fino all'ultimo cent, ma basta che in un documento ci sia un punto fuori posto o qualsiasi altra inezia o svista (tra l'altro normale tanto maggiore è la quantità di documentazione fosse solo per una questione di statistica) che si vieni puniti così pesantemente che allora si preferisce pagare piuttosto lo studio di settore...

Se fosse una scelta libera quella di appoggiarsi agli studi di settore o meno avresti ragione, ma di fatto non è così... tra l'altro chi ci rimette dagli studi di settore non è chi evade le tasse (che invece ci guadagna dagli studi di settore), ma chi invece le paga fino all'ultimo cent si ritrova, sopratutto in momenti come questi di crisi, a non aver quasi più utile (quando va bene) e con una concorrenza sleale da parte chi le tasse le evade (ma in quanto avendo pagato in base agli studi di settore eccetto grossi casi o controlli assolutamente casuali e fortunosi difficilmente verranno mai sottoposti a controlli).

Per lo meno richiederebbe una GROSSA riforma il settore... questo è poco, ma sicuro Very Happy

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Messaggio Da Ospite Lun Ott 18, 2010 8:57 pm

io non credo che gli studi di settore servono a non evadere l'iva perche' l'iva e' una partita di giro che e' regolata con la famosa "reverse-charge", che impone a chi fattura per lavori in subappalto nel settore edilizio e affini praticamente tutto quello che riguarda il mondo delle costruzioni e degli impianti tecnologici a fatturare senza iva
mediante un sistema piramidale nella quale soltanto l'appaltatore fattura con iva al committente , mentre tutte le ditte subappaltatrici, fatturano all'appaltatore senza iva.
cosi accade che molti piccoli subappaltatori dovendo aqquistare tutte le merci con iva non hanno la forza di sostenere l'esborso finanziario dell'iva anticipata e spesso sono costretti a chiudere schiacciati dai costi.
per quanto riguarda i famigerati studi di settore ha ragione umberto quando dice che vanno eliminati assolutamente. anche perche' fanno parte delle politiche degli ultimi governi e possiamo vedere che i risultati sull'economia sono stati disastrosi. se continuiamo a seguire i percorsi dei governi prendendoli ad esempio per i ns programmi penso che non sia la strada giusta. la strada giusta e' quella di capire come puo' ripartire l'economia basata sulla fiducia e non sul sospetto.

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Messaggio Da Ospite Mar Ott 19, 2010 9:42 pm

vorrei aggiungere che, secondo me' da quello che si vede e si legge oggi in italia al di la' degli studi di settore, pensare che il titolare di una PMI, un artigiano o lavoratore autonomo che paga tutte le tasse,"addizzionali regionali , provinciali, comunali e balzelli vari sommati ai numerosi costi generali di una impresa", e contestualmente riesca anche a sfamarsi e vivere degnamente mantenendo anche in modo decoroso una famiglia, e' una cosa praticamente impossibile.
a pagare tutte le tasse ci potrebbe riuscire solamente se lavorasse come una bestia e vivesse di stenti. ed alla fine come ricompensa per aver lavorato e pagato tutto per tutta la vita un bel calcio nel culo e giu' nel fosso. da qui' l'equazione diffusa
(artigiano benestante= evasore)
Non vorrei sembrare troppo crudo ma secondo me' oggi viviamo in un paese che appare piu' una giungla in cui regna l'ipocrisia e la legge del piu' forte che si nutre del piu' debole e piu' andiamo avanti e piu' ognuno pensa solo per se' stesso. alla faccia poi dell' unione europea a cosa serve? quando non siamo in grado di unire neanche un condominio, il parlamento e' spaccato, i partiti sono spaccati, i sindacati sono spaccati, l'economia e' spaccata, e l'unione europea lentamente con le sue leggi spesso idiote ci sta spaccando del tutto.
Ecco perche' ritengo essenziale che i giovani oggi prendano in mano la situazione per cambiare in meglio il paese, (l'unico che abbiamo e che ci conviene tenercelo stretto) perche' se speriamo ancora nell'attuale ceto politico non c'e' speranza. E credo che NDE sia nata nel momento giusto nel posto giusto e sembra anche con l'uomo giusto.

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Realizzazione programma NDE Lavoro e imprenditoria - Pagina 2 Empty Reddito di cittadinanza e fiscalità monetaria

Messaggio Da giubizza Mar Feb 15, 2011 4:19 pm

Salve a tutti. Sono un fiero sostenitore del reddito di cittadinanza universale e della connessa fiscalità monetaria. Si tratta di un dividendo sociale che spetta a tutti i cittadini di una comunità in quanto comrpoprietari e soci del capitale naturale da cui si attinge l'utile che è il cosiddetto PIL. Tutti i cittadini hanno quindi diritto a una quota di ricchezza sociale, fermo restando la proprietà privata dei mezzi di produzione, della aziende e via dicendo. Anzi, questo reddito permetterebbe al settore privato una maggiore libertà di ristrutturarsi e diventare più competitivo in quanto, avendo i lavoratori in quali tà di cittadini, una quota di reddito garantita oltre al proprio salario, le rivendicazioni salariali e le pressioni sociale sarebbero ridotte moltissimo.

Mi permetto di inserire link dei post del mio blog in cui ne parlo.

Moneta elettronica e reddito sociale
http://giubizza.blogspot.com/2006/02/moneta-elettronica-e-reddito-sociale.html

La democrazia è un buon principio di governo. Ma un governo deve, per funzionare, attingere le opportune risorse monetaria per andare avanti.
La fiscalità monetaria sostituendo tutti i tipi di imposte esistenti potrebbe costituire un metodo "idolore" di prelievo fiscale da parte delle isitutzioni. La moneta elettronica favorirebbe enormente questa nuova forma di fiscalià. In effetti sarebbe una tassazione sui capitali: poniamo che io ricevo un reddito vitale di 500 euro al mese e che abbia un'attività professionale che mi garantisce un'entrata mensile di circa 1500 euro al mese. Ebbene, a fine anno avrò un capitale di 24000 euro.
Poniamo una tassazione del 10% annua, il fisco preleverà da questo ammontare 2400 euro, in maniera abbastanza "indolore" garantendo la sicurezza che nessuno potrà evadere. Inoltre con un sistema elettronico avanzato è possibile rendere il prelievo anche più dilazionato nel tempo, magari anche continuato, potremo giugnere all'ipotesi di un microtasso di prelievo ogni secondo. Tutto ciò garantirebbe una continua disponibilità finanziaria alle istituzioni per l'assolvimento dei loro compiti.
Pensa che la massa monetaria solo in italia si aggira a circa 5 mila miliardi di euro. Un tasso annuo del 10% garantirebbe un'entrata di 500 miliardi di euro.
Per distribuire un reddito vitale di 500 euro a ogni residente in Italia occorrerebbero 300 miliardi di euro. Quindi le istituzioni potrebbero disporre dei restani 200 miliardi per assolvere ai propri compiti. Il tutto da svolgersi sotto l'occhio vigile dei cittadini. Se servissero più soldi si potrebbe alzare il tasso di prelievo. Se i soldi fossero troppi si potrebbe optare di abbasssare il tasso o di aumentare il reddito vitale.
I residenti avrebbero come vantaggi l'usufrutto di un reddito vitale, un sistema di tassazione indolore e senza le incombenze attuali, oltre tutti i vantaggi connessi alla piena applicazione della moneta elettronica.
Ma il tutto non è un punto di arrivo, ma una base di partenza per poter meglio affrontare le sfide connesse all'evoluzione economica e sociale dell'Umanità, tipo la globalizazione, la specializzazione internazionale e così via... Il tutto senza traumi sociali e opposizioni dovute a incontenti popolari. Nessuno può negare la necessità delle ristrutturazioni aziendali come nessuno può negare gli enormi disagi e sofferenze che queste provocano nella popolazione lavoratrice.
Per poter far in modo che le aziende si ristrutturino senza provocare tali disagi, il reddito vitale potrebbe essere cosa utilissima.
Questi sono i miei punti di vista che non credo cozzino coi tuoi, anzi possono benissimo integrarsi. Però considera che la democrazia è solo un principio, un mezzo, se essa non porta vero benessere rimane un principio vuoto la cui vacuità ben viene colta nelle parole di quella anziana donna di colore americana degli anni sessanta la quale disse : "Ho sempre votato ma a cosa mi è servito?"


Progetto antropocratico
http://giubizza.blogspot.com/2006/02/progetto-antropocratico.html

Quando una forza politica italiana perverrà al convincimento che, per evitare il definitivo Declino Sociale, sarà necessario adottare il Progetto Antropocratico, inserendo nel proprio Programma Elettorale l'instituzione del Reddito di Cittadinanza Universale, vincerà ...... a man bassa le Elezioni. Dopo tale vittoria potrà attuare rapidamente il Progetto, con la conversione degli Euro in Eurolire Elettroniche e con l’immediata istituzione del Reddito di Cittadinanza Universale, che verrà Emesso Mensilmente e versato nei Conti di Cittadinanza dei Cittadini, individuati dai Codici Fiscali.
La contropartita di tali versamenti sarà costituita dalle Decurtazioni Monetarie Mensili dello 0,5%, della Massa Monetaria, che tenderà costantemente alla stabilizzazione ed eviterà inflazione da eccessi monetari.
La Misura del Reddito di Cittadinanza Universale sarà tale da consentire la dignitosa sopravvivenza di ciascun Cittadino, in aggiunta ad eventuali altri Redditi.
Ciò in conformità a quanto previsto nel Progetto Antropocratico.Con l’abolizione della Moneta Cartacea si otterrà inoltre il risultato di rendere impossibile i furti monetari, ogni pagamento in nero, con conseguente necessità di emersione del lavoro nero, che, d’altro canto, non avrà più ragione di essere data l’assenza di Imposizioni Fiscali e Previdenziali, derivanti dall’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza e per le Spese Statali.
Tutti i pagamenti avverranno tramite Banche e lasceranno tracce controllabili dalla Magistratura, per i casi di denaro sporco.Quanto agli investimenti si è già detto che essi avverranno tramite Emissioni Individuali a scadenza (come le vecchie Cambiali e Tratte) da parte di chi avrà Progetti Economici o di Ricerca, che prevedano vantaggiosi rientri e quindi idonei ai rimborsi alle scadenze.
Tali Progetti saranno allegati alla pratica di apertura del Conto di Investimento e permetteranno la verifica della congruità delle Spese, registrate nei Conti Bancari, con il Progetto.
I pagamenti saranno gravati di un onere del 10% su base annua, in minima parte a copertura delle spese bancarie e per la maggior parte per alimentare un Fondo destinato a copertura dei casi di insuccesso economico e quindi della impossibilità di estinguere i debiti alla scadenza.
Con i semplici provvedimenti sopra indicati, illustrati nel Progetto Antropocratico, l’Assetto Sociale prenderà immediato vigore sia dal lato dei Consumi che da quello delle Produzioni.
Il cittadino sarà definitivamente liberato dalla Schiavitù Monetaria e quindi dalla Miseria e potrà configurare la propria Condotta su Ragioni Soggettive e quindi con Soddisfazione.
L’Essere Umano non può vivere senza la creatività del Lavoro e se deciderà di non lavorare lo farà a causa di superiori esigenze individuali, connesse alla salute del suo Corpo e della sua Anima.
Le scelte in tal campo saranno insindacabili e rientreranno nella facoltà della Libera Coscienza Individuale.
L’applicazione delle Macchine, sempre più robotizzate, del resto, renderà impossibile che tutti lavorino contemporaneamente e quindi l’alternanza, delle fasi lavorative e non lavorative, sarà un fondamentale elemento terapeutico per i danni ricevuti dagli impegni lavorativi e che solo gli interessati potranno percepire e valutare.
Finora lo sviluppo sociale, dal baratto ad oggi, è avvenuto naturalmente ed inarrestabilmente con conseguenze positive ed altre negative, ma sempre al di sopra delle Volontà dei Cittadini che progressivamente sono stati impigliati in meccanismi superiori alle loro possibilità di scelta.
Era pensabile che prima o poi si giungesse ad un momento di riflessione e si conformasse il tutto in ragione delle Esigenze degli Esseri Umani.
Quanto ai vincoli da signoraggio, all’esigenza di una corretta Vita Giuridica e alla necessità della sburocratizzazione, saranno questioni di secondo momento e potranno essere risolte chiamando anche i Cittadini ad esprimere il loro parere, con i mezzi rapidi che lo Sviluppo Elettronico mette a disposizione.
Spetta agli Antropocratici approfondire e diffondere i vari argomenti, nella fiducia che la Verità, alla lunga, trionfa sempre, con l’aiuto del Buonsenso.


Moneta elettronica
http://giubizza.blogspot.com/2006/04/moneta-elettronica.html

Tutte le razionalizzazioni sociali, proposte dall’Antropocrazia comporteranno delle perdite di ricavi illeciti e leciti, per l’eliminazione di lavori socialmente inutili o dannosi, con conseguenze sul diritto alla vita dei Cittadini dei settori interessati.Va tenuto presente che si presuppone sempre che il primo provvedimento dovrà essere quello della istituzione del Reddito di Cittadinanza Universale che consentirà di non rendere traumatiche anche le perdite di lavori superflui o illeciti, oppure quelli derivanti dalle inevitabili ristrutturazioni industriali.Eliminando la Moneta Cartacea e lasciando quella Elettronica: assegni e carte di credito, si avranno delle importanti conseguenze positive.Mancherà la molla che spinge a commettere i reati monetari e quindi non saranno più possibili i rapimenti a scopo di riscatto, gli assalti ai furgoni portavalori, i furti nelle case, le rapine nei negozi, i borseggi, le corruzioni, i ricatti monetari, il “pizzo”, l’usura e in genere tutti quei reati che presuppongono pagamenti in nero, etc. Diverrà impossibile lo spaccio di droga, la Mafia e ogni associazione a delinquere, la prostituzione a scopo monetario, etc.Ciò perché ogni pagamento dovrà di necessità passare per un conto bancario con possibilità per la Magistratura di rintracciare facilmente i titolari.L’obbiezione che con ciò verrebbe meno la privacy è priva di fondamento in quanto anche oggi il grosso dei beni monetari ha carattere elettronico e quindi non cambierebbe nulla.Con tale riforma le forze di Polizia diverrebbero esuberanti ed il loro lavoro sarebbe limitato ai reati sulle persone e sulle cose, derivanti da anomalie psicologiche e malattie mentali.Venendo meno la possibilità di reiterare i reati monetari, sarà possibile liberare tutti i detenuti che abbiano commesso tali reati monetari, riducendo fortemente la popolazione carceraria.Inoltre passando all’emissione monetaria diretta sarà possibile, con la necessaria volontà politica, liberarsi facilmente dalla dipendenza dalle Banche Centrali, con il loro potere sulle tipografie monetarie.Il passaggio alla “moneta immateriale” (elettronica) è tecnicamente molto semplice.C’è da chiedersi come mai a nessuno sia venuta in mente la necessità di una tale riforma.Forse questa è una ulteriore prova che le forze dirigenti nazionali ed internazionali non perseguono il fine di migliorare la vita dei Cittadini, ma quello di contendersi il potere su di essi.Su questo argomento sarà fatto un sondaggio per vedere se esiste qualcuno che sia contrario a questa proposta.Questa Riforma fa parte integrante del PROGETTO 2011 di cui alla pagina http://www.bellia.com/ . Nicolò Giuseppe BelliaTarquinia, 16 gennaio 2006


C'è poi quest'altro mio blog in cui questo argomento è in primo piano: http://giubizza.giovani.it/

Ecco il primo post:

Il sistema antropocratico
http://giubizza.giovani.it/diari/1369020/il_sistema_antropocratico.html

Voglio qui esporre una proposta di riforma sociale che potrete approfondire ai siti www.bellia.com, www.domenicodesimone.it, www.loafimo.it, www.simec.org, www.sovranitamonetaria.org.

Parliamo del redito di cittadinanza.
Dunque per il reddito di cittadinana mettete da parte le cretinate bertinottiane: è tutt'altra cosa.
Non è uno stipendio dato a chi non lavora. E' il riconoscimento di un diritto che spetta a tutti i cittadini: a chi appartiene la natura? Di certo a tutti gli esseri umani. Ora se dalla natura la società estrae quelle risorse da cui ricava ricchezza allora questa è come il capitale sociale di una company. Pertanto tutta la società umana è una company. Il Pil di ongi nazione è un utile che la comunità nazionale ricava dallo sfruttamento delle risorse naturali. Quindi ogni cittadino ha diritto a una quota di questo utile come dividendo.
Questo dividendo è il reddito di cittadinanza che spetta dalla nascita a ogni cittadino!
Ma come attingere la ricchezza per distribuirla in maniera capillare a tutti i cittadini? Con la fiscalità monetaria.Questa sostituisce tutte le imposte e le tasse esistenti attraverso la decurtazione monetaria da farsi nel seguente modo:1. per i conti correnti non c'è problema: si decurta una percentuale periodicamente, percentuale che potrebbe essere il 5% l'anno o il 10% a seconda di quanto stabilisce il parlamento annualmente.
2. per il denaro circolante si introduce il denaro a scadenza: una moneta da un euro emessa nel 2006 vale per tutto l'anno, poi scade il 31 dicembre del 2006. I possessori di denaro cartaceo e monetario allora vanno in banca e consegnano il denaro alla banca. Questa lo cambia decurtandolo della percentuale stabilita per quell'anno: se è del 10% allora per ogni euro consegnato la banca corrisponde 90 centesimi. Il tutto senza dover fare più dichiarazioni dei redditi, versamenti ici e roba varia...
Beh, non so se sono bravo a esporre la questione. E non so se possa apparire realizzabile. So solo che a me questa proposta ha colpito molto e la trovo abbastanza buona.
Per qualsiasi altra precisazione a disposizione.


Poi ci sono i post seguenti che credo sia inutile pubblicarli qui..


Per chi vuole approfondire:

UN MILIONE AL MESE A TUTTI, SUBITO! di Domenico De Simone
http://giubizza.blogspot.com/2010/07/un-milione-al-mese-tutti-subito-di.html

http://www.scribd.com/doc/13789900/Un-milione-al-mese-a-tutti-Subito-

http://books.google.it/books?id=bXeoYCb6ixwC&printsec=frontcover&dq=Domenico+De+Simone,+un+milione+al+mese+a+tutti,+subito!&hl=it&ei=E-1STIqmGtC6jAeg7ezCBA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CCsQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false


UN'ALTRA MONETA di Domenico De Simone
http://giubizza.blogspot.com/2010/07/unaltra-moneta-di-domencio-de-simone.html

http://books.google.it/books?id=RgQLH2imKaIC&printsec=frontcover&dq=Domenico+De+Simone,+un'altra+moneta&hl=it&ei=NutSTMGBK5WTjAfCyc3DBA&sa=X&oi=book_result&ct=book-thumbnail&resnum=1&ved=0CDAQ6wEwAA#v=onepage&q&f=false

http://www.laleva.org/it/2004/02/unaltra_moneta_di_domenico_de_simone.html


Per ora mi fermo qui.
Un salutone a tutti voi.
Peppe
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Messaggio Da Ospite Mar Feb 15, 2011 5:01 pm

Inanzitutto benvenuto!

giubizza ha scritto:
Pensa che la massa monetaria solo in italia si aggira a circa 5 mila miliardi di euro. Un tasso annuo del 10% garantirebbe un'entrata di 500 miliardi di euro.
Per distribuire un reddito vitale di 500 euro a ogni residente in Italia occorrerebbero 300 miliardi di euro. Quindi le istituzioni potrebbero disporre dei restani 200 miliardi per assolvere ai propri compiti. Il tutto da svolgersi sotto l'occhio vigile dei cittadini. Se servissero più soldi si potrebbe alzare il tasso di prelievo. Se i soldi fossero troppi si potrebbe optare di abbasssare il tasso o di aumentare il reddito vitale.

La massa monetaria in Italia non è calcolabile per via del fatto che siamo in Eurozona (si può calcolare al più la massa monetaria dell'Eurozona a voler essere realistici che io sappia).
Il Pil però posso dire che è di circa 1600 miliardi e lo Stato ha entrate per 500 miliardi circa.
http://www.senato.it/documenti/repository/dossier/bilancio/Elementi_di_documentazione/ED9.pdf

Per il resto sono contrario al reddito di sussidio, in quanto può provocare effetti di mantenimento di situazioni sociali generando una bassissima mobilità sociale, sfruttamento indebito dello strumento, ecc... poi per come l'hai formulato non ci sono differenze tra ricchi e poveri, che i poveri devono essere aiutati ad arrivare almeno alla fine del mese su quello sono d'accordo (anche se non credo che elargire dei soldi a fondo perduto sia il metodo realmente opportuno per generare sviluppo), ma che tutti debbano avere un reddito di cittadinanza (su questo concetto poi ci sarebbe da discutere) indipendentemente dal loro reddito proprio no, anche per dare 500 euro a uno che ne guadagna 5000 al mese allora piuttosto si agisca per ridurre le tasse...

Personalmente sono pure contrario ad una fiscalità di tipo esclusivamente 'monetario', tanto più in un paese come il nostro dove c'è una grande ricchezza di patrimonio che sia di tipo immobiliare o mobiliare.



Quando una forza politica italiana perverrà al convincimento che, per evitare il definitivo Declino Sociale, sarà necessario adottare il Progetto Antropocratico, inserendo nel proprio Programma Elettorale l'instituzione del Reddito di Cittadinanza Universale, vincerà ...... a man bassa le Elezioni.

Scusami la franchezza e la schietezza, ma in media si vota chi ti dice che alzerà le tasse o chi le abbasserà? E' ovvio che in media il cittadino (sopratutto quando poco preparato) annuirà sempre se gli diranno: ti diamo dei soldi o ti abbassiamo le tasse... ciò però non vuol dire che sia automaticamente il meglio e personalmente credo nella capacità di leadership dei partiti che nella followship ^^


Ciò in conformità a quanto previsto nel Progetto Antropocratico.Con l’abolizione della Moneta Cartacea si otterrà inoltre il risultato di rendere impossibile i furti monetari, ogni pagamento in nero, con conseguente necessità di emersione del lavoro nero, che, d’altro canto, non avrà più ragione di essere data l’assenza di Imposizioni Fiscali e Previdenziali, derivanti dall’Emissione Monetaria Diretta per il Reddito di Cittadinanza e per le Spese Statali.
Rammento solo che:
A) Non si può avere capacità di emissione di moneta legale da parte del singolo stato in zona Euro.
B) Non la farei così semplice sulla eliminazione del nero, magari si ridurebbe quello, però c'è il rischio che invece aumentino i casi di truffa telematica... è già stato dimostrato come gente capace possa mettere qualche zero in più nei sistemi informatici della banche facendo risultare conti eccezzionalmente alti. Si perderebbe cioè qualsiasi capacità di controllo fisico sulla moneta....


Tutte le razionalizzazioni sociali, proposte dall’Antropocrazia comporteranno delle perdite di ricavi illeciti e leciti, per l’eliminazione di lavori socialmente inutili o dannosi,
Parole belle, ma scusa di nuovo la franchezza non si capisce come nella pratica, cambierebbero solo modi e metodi... in fondo si può corrompere con una mazzetta di euro, o con un gioiello... la prostituzione ad esempio esiste già da ben prima che esistessero sistemi monetari propriamente intesi.

noltre passando all’emissione monetaria diretta sarà possibile, con la necessaria volontà politica, liberarsi facilmente dalla dipendenza dalle Banche Centrali, con il loro potere sulle tipografie monetarie.

Semmai sarebbe proprio il contrario in quanto le banche centrali avrebbero la possibilità di controllare in tempo reale ed in maniera assoluta proprio la moneta elettronica che verrebbe promossa a legale... la questione di digitare uno 0 in più o in meno su un pc...

Il Pil di ongi nazione è un utile che la comunità nazionale ricava dallo sfruttamento delle risorse naturali.

Di nuovo mi costringi ad essere distruttivo ^^
Falso! Il PIL (prodotto interno lordo) oltre ad essere solo un metodo di calcolo come altri (c'è anche il PNL o il RNL tanto per citarne altri due che mi vengono in mente) esprime solo una grandezza dei beni e servizi prodotti in una determinata paese, inoltre non vengono considerate nel sistema di calcolo la produzione destinata ai consumi intermedi solitamente.
L'Italia non vale il suo PIL: basta pensare come nel PIL italiano non possano essere considerate le opere d'arte o il valore paesaggistico... per non dire del fatto che il PIL non tiene conto delle transazioni di altro tipo rispetto a quelle monetarie: in natura, a titolo gratuito, ecc... (si pensi al volontariato).
Inoltre tiene conto come positive anche transazioni che in realtà hanno effetti negativi come quelli per l'appunto della criminalità o del malaffare in alcuni casi limite....

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Messaggio Da Alex01 Sab Feb 19, 2011 1:18 pm

Allora per quanto riguarda gli stipendi confrontati agli altri stati europei metto un link abbastanza esauriente

http://www.businessonline.it/news/2512/stipend-italiani-confronto-con-stipendi-stranieri.html

questo invece è ancora piu dettagliato con stipendi netti mensili con aggiunta aliquota addizionale regionale 0,9% e comunale 0,18%

http://www.dozarte.com/wordpress/2009/08/31/stipendi-italiani-dirigenti-quadri-impiegati-e-operai/

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Messaggio Da Marcello.DeVita Sab Feb 19, 2011 2:06 pm

Il primo link è anche troppo ottimista, che i francesi guadagnino meno di noi non lo credo proprio. Non ho mai conosciuto un francese che recepisse come lavoratore dipedente uno stipendio inferiore ai 1500 euro (un commesso).

Secondo in quell'articolo dice che la media italiana è praticamente di 1800 euro al mese come lavoratore dipendente..pura fantasia..essendo una media significa che ci sono molti lavaratori che guadagnano anche più di 2000/3000 euro al mese. Sfido chiunque a confermare queste cifre.

In Italia al di sotto dei 35 anni (tra poco 40 anni) lo stipendio medio è di 700/800 euro al mese con contratti indecenti.
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Messaggio Da Alex01 Sab Feb 19, 2011 2:20 pm

Difatti hai pienamente ragione...c'è molta teoria su queste indagini approssimative
dove vai vai gli stipendi sono difatti in media sui 800-900 euro mensili perlopiu con contratti quasi tutti precari!
e se provi a chiedere anche di poco un aumento si è capaci di licenziare...ormai con questi tempi di crisi e la disoccupazione giovanile è ai suoi record storici e per i datori di lavoro basta un niente per licenziarti e prendere magari un giovane in cerca di occupazione!

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Messaggio Da Marcello.DeVita Sab Feb 19, 2011 2:52 pm

La situazione inoltre peggiora tantissimo al centro e al sud dove farsi assumere è molto volte una chimera. Bisogna ridurre i tipi di contratti (in Italia ci sono oltre 40 tipi di contratti) l'assunzione deve avvenire a contratto determinato o indeterminato, lavorare per pochi euro o addirittura gratis molte volte è un realtà nel nostro paese che fa riferimento ad un solo termine sfruttamento.

Un idea che mi frulla in testa è la creazione di un portale internet con un certo controllo governativo dove le aziende inseriscono le loro proposte di lavoro con la massima chiarezza (tipo di contratto, mensilità, luogo, mansione/i previste ecc.) in modo che il futuro lavoratore abbia sempre un idea chiara e posso far riferimento a tale pubblicazione nel caso non venisse rispettato la proposta pubblicata dall'azienda.

Oggi nella maggior parte dei portali o giornali i lavori offerti sono principalmente rappresentante ( di svariati generi per lo più immobiliare e assicurativo) privo di qualsiasi contratto che lavora a provvigioni misere o proposte in call center..questo è veramente triste.
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Messaggio Da Marco Lucano Lun Feb 21, 2011 3:23 pm

E' sempre il solito discorso...le imprese fanno i loro interessi e i lavoratori vorrebbero i proprio. Serve l'arbitro che è lo stato che faccia la sua parte. Io non credo che i contratti a tempo determinato siano il "male assoluto", ma sono d'accordo sul fatto che 40 tipi diversi di contratto siano troppi.
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Messaggio Da Cristoforo Simonetta Mar Apr 05, 2011 10:02 pm

Marcello de Vita ha scritto* Abolizione dei notai (siamo l'unico paese occidentale ad averli)
a parte che ho parenti notai e quindi di partenza devo difendere la categoria Very Happy , posso garantire che anche in Francia ed in Germania ci sono per esperienza personali; inoltre senza notai per le compra/vendite e eredità da chi ci potremmo rivolgere?
Parlando seriamente penso che parlando di imprese e lavoro, bisogna anche considerare maggiormente un altro attore che mi è parso marginale nei discorsi : la finanza.
Nel breve termine sono proprio i meccanismi borsistici che soffocano il mercato ed impediscono un uscita dalla crisi. I piani di austerity attuali sono assolutamente inutili perchè in questo contesto sembrano più "un serpente che si morde la coda". Infatti sono fatti in previsione di una crescita economica futura, ma più vi sono tagli alla spesa pubblica, meno consumi, meno crescita e quindi alla fine l'indebitamento non diminuisce, anzi aumenta, la Grecia ne è una triste prova.
Bisognerebbe regolare anche i mercati finanziari, almeno in scala europea meglio su scala mondiale, ma cerchiamo di essere coi piedi per terra: propongo che per legge i soggetti giuridici non possono fare transazioni finanziarie, a meno che non vi sia una persona fisica che per conto del soggetto giuridico effettui la compra-vendita (in questo modo possiamo individuare meglio gli attori che agiscono "nell'arena borsistica").
Mettere una tassa europea, cioè che gli introiti finiscono nelle casse comunitarie e non nazionali, sulle transazioni finanziarie e non solo: concretamente le transazioni possono essere effettuate solo un'ora dopo che il soggetto fisico rappresentante del soggetto giuridico decida di farlo ( per esempio se Mario dell'azienda cipollotti vuole comprare 10 azioni carotelli; dopo aver comunicato la sua intenzione, prima che la compera diventi effettiva Mario dovrà aspettare un'ora) in questo modo la speculazione verrebbe notevolmente rallentata.
Le agenzie di Rating straniere non possono, e non devono, classificare la competitività dei diversi stati europei (l'esperienza ci ha insegnato che il crack greco finale è dovuto anche alle agenzie di rating americane che hanno declassato la Grecia come livello di competitività con finalità di indebolire l'euro). Le banche non possono avere un controllo azionario delle imprese superiore al 15%. Le banche devono ritornare ad essere divise quelle di risparmio e quelle di investimento (com'era un tempo).
Inoltre abolirei mostruosità come i sub-prime e artefatti simili che servono solamente per speculazioni.
Infine a mio parere l'Italia, ed anche l'Ue, dovrebbe fare una lista di imprese "strategiche" che possono essere vendute a imprese europee, ma non esterne (principalmente Cina, benché ne dica Umberto, la maggior parte delle ditte cinesi sono controllate dall'esercito e quindi vengono utilizzate anche come strumento politico-strategico). Per quanto riguarda la globalizzazione, lo dico senza mezzi termini, si è dimostrato un metodo di crumiraggio internazionale; perchè le ditte si sono trasferite, approfittando dei prezzi bassi dei trasporti, per sfruttare legalmente operai di altri stati. Non solo fino a poco tempo fa lo stato italiano era anche tra quegli stati europei che finanziavano la delocalizzazione, ci impoverivamo pagando pure No. Se questi finanziamenti non sono ancora aboliti, dovrebbe essere la prima cosa da fare, non solo, anche tassare le imprese che sono dislocate fuori dall'Europa (principalmente in Asia, dove lo sfruttamento è pane quotidiano) e i ricavi saranno utilizzati per pagare "i danni della globalizzazione".
Per ridurre l'indebitamento dello stato e gli enti locali nei bilanci, non dovrebbero essere considerati nelle entrate guadagni futuri (quello che chiamano investimento sul credito), perché se quei ricavi non si realizzano si rischia di finire come Antonio del mercante di Venezia ("piccola citazione d'autore" Very Happy). questo ovviamente deve essere applicato nel medio-lungo termine perchè altrimenti migliaia di enti pubblici dichiarerebbero bancarotta.
Comunque sia con una cosa sono d'accordo con Umberto, facendo più debiti non si fa che peggiorare la situazione.

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Messaggio Da Caesar94 Dom Ott 09, 2011 3:59 pm

I notai esistono anche negli altri Paesi , ma il terimne ha un accezione completamente diversa negli altri Stati UE : un "notaio" non é altro che un esperto di burocrazia al quale la gente si rivolge per essere aiutata , una specie di commercialista insomma . Nessun albo per essere autorizzati a svolgere la professione ne tariffe minime , è il mercato che decide a chi si rivolgeranno i cittadini (a spese loro) . E' una professione come un'altra che chiunque può praticare . Qui invece il notariato é una casta dalla quale i cittadini sono vessati , costa tantissimo ed è obbligatorio ogni atto notarile (fino a pochi anni fa anche se acquistavi uno scooter c'era bisogno del benestare del notaio) , più che una professione la definirei come la residua "nobiltà" parassitica XD
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