Anche la chiesa può (e deve) fare la sua parte

Ieri sera,discutendone, ho avuto un suggerimento che vorrei proporre agli altri soci. Qual'è l'istituzione al mondo con l'organizzazione più capillare ed efficiente al momento esistente? La risposta è semplice la chiesa. Ha sedi in ogni stato al mondo e nelle principali città, addirittura in molti paesi vi è un parroco in ogni paese; inoltre è un sistema fortemente gerarchico e le relazioni tra i vari componenti sono fitte e continue. Perché non chiedere la sua collaborazione nelle politiche migratorie? L'idea è presto detta: Fare un accordo con il vaticano (possibilmente a livello comunitario, altrimenti accontentiamoci a livello nazionale) affinché ci sia una cooperazione diretta tra l'ufficio per l'integrazione e di collocamento (che dovrebbe essere potenziato) e la chiesa. Le richieste di impiego di manodopera straniera vengono inoltrati al vaticano il quale gli invia a tutte le sue diocesi sparse nel mondo. I prelati ed i curati locali a questo punto mandano una lista di possibili candidati appartenenti alla sua comunità alle ambasciate e consolati; e alla fine l'ufficio per l'integrazione decide quale persone siano più appropriate per l'impiego che inviano al curato locale i permessi per ottenere visti temporanei alle ambasciate o consolati. Infine, anche tramite la collaborazione vaticana, si può anche proporre subito un alloggio ai lavoratori in arrivo. In questo modo non solo lo spostamento di manodopera è più gestibile (e sopratutto legale), ma l'immigrato (spostandosi assieme a suoi compaesani) subisce meno traumi mantenendo un legame con le sue radici ed ha di fronte maggiori sicurezze. Inoltre così la chiesa potrebbe finalmente favorire un processo costruttivo di immigrazione (visto che fino a questo momento sul problema non ha dato risposte concrete) Che ne pensate?