Legge elettorale: cambiarla è una priorità per il mantenimento della democrazia.
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Legge elettorale: cambiarla è una priorità per il mantenimento della democrazia.
Riporto dal sito di Nessun Partito, con il quale collaboriamo per le comunali di Torino, un avvio di una proposta di legge popolare o di referendum abrogativo. Potete vedere la pagina originale cliccando qui
Potrebbe scaturirne una nostra azione già che facciamo gazebi ed altro, magari in concertazione con altri movimenti e partiti che hanno questa proposta con gli stessi obiettivi.
Se siete in grado di scrivere una proposta di legge con tutti i crismi, cimentatevi pure. Altrimenti potete semplicemente commentare!
Per completezza aggiungo i commenti già postati nell'intervento.Nessun partito ha scritto:La legge elettorale è il cuore del sistema democratico e questa pessima legge è una delle cause del degrado politico a cui stiamo assistendo. Tutti criticano l’attuale legge e dicono di volerla cambiare, ma nessuno in Parlamento si attiva. Non sarà che tutti i partiti in fondo ne beneficiano?
Questa è la peggiore legge elettorale della storia della nostra Repubblica. Garantisce stabilità, in realtà solo alla Camera, ma a un prezzo davvero alto per la democrazia.
Ecco in sintesi i problemi:
1. Il Premio di Maggioranza è eccessivo, perchè la lista o la coalizione che ottiene la maggioranza relativa con almeno 20% dei voti conquista il 55% dei seggi alla Camera, ove i partiti presentano una lista unica nazionale. Con il 21% dei voti si ha la maggioranza. Democratico? In questo modo si può legittimare in pratica una dittatura. E’ così, pensateci. Anche Gheddafi potrebbe ottenere il 20% dei voti in Libia, se gli altri gruppi fossero divisi.
2. Le liste sono bloccate. Le segreterie dei partiti propongono una graduatoria fissa di candidature. I cittadini non possono esprimere preferenze. Un manipolo di persone, arroccate nelle segreterie dei partiti, decide quindi chi va in Parlamento. E ai partiti interessa piazzare nei seggi persone di provata fedeltà,
non importa se e quanto qualificate. E’ per questo che la qualità dei parlamentari va degradando. A fronte di un grado di istruzione medio che è cresciuto, il grado di istruzione dei nostri parlamentari negli ultimi cinquanta anni è diminuito. Anche qui…dov’è la democrazia?
3. La legge prevede l’opposto di quanto hanno indicato i cittadini Italiani in più referendum. E’ noto che gli Italiani si sono sempre espressi per sistemi ove la scelta del candidato prevale rispetto alla scelta del partito. Questo è saggio, perchè la concorrenza fra candidati porta a una maggiore qualità sia dei candidati stessi, che degli eletti. Con l’uninominale i candidati si contendono i seggi uno per uno. Gli elettori hanno potere di scelta effettivo. I partiti, per non perdere, devono presentare candidati qualificati. Anche un candidato al di fuori dei partiti che godesse di grande consenso in un collegio potrebbe presentarsi con buone possibilità.
4. Un altra conseguenza è l’appiattimento del Parlamento sulle posiszioni del Governo, perchè entrambi fanno capo alle stesse segreterie dei partiti… E’ da 15 anni che gli Italiani cercano di opporsi alla partitocrazia. … ma le opinioni dei cittadini evidentemente non contano. I partiti, vecchi e nuovi, continuano a dominare la scena politica infischiandosene delle opinioni dei cittadini. Questa legge elettorale, che tutti i partiti dicono di voler cambiare, senza che nessuno degli stessi si attivi di conseguenza, fa evidentemente comodo.
5. La stabilità è tutt’altro che garantita al Senato. Lo vedremo presto, se andremo a votare. Alla Camera emergerà automaticamente una maggioranza. Al Senato, dove le liste sono regionali, può essere che nessuna maggioranza sia possibile. Risultato: ingovernabilità garantita.
Cambiare questa legge è una priorità assoluta.
Dobbiamo attivarci con programmi di iniziativa popolare. Come?
Sono perseguibili due strade, non incompatibili fra di loro:
1) una proposta di refendum abrogativo (per cui occorre raccogliere minimo 500.000 firme);
2) una proposta di legge di iniziativa popolare ( che richiede minimo 50.000 firme).
Se si proponesse l’abrogazione tout-court dell’ attuale legge elettorale del 2005, si tornerebbe allo status quo precedente, cioè alle leggi Mattarella del 1993. Le leggi Mattarella non erano perfette, ma in ogni caso molto molto meglio dell’attuale. E’ chiaro che una nuova proposta di legge potrebbe cambiare ancora più radicalmente la situazione, ma non sarebbe facile ottenere che le Camere la inseriscano all’ordine del giorno.
Diteci che ne pensate.
Valerio Cavallo ha scritto:La proposta di iniziativa popolare è la più perseguibile.
I risultati referendari, sono stati spesso manipolati, disattendendo la volontà del Popolo.
Inoltre, ci sono gli strumenti per controllare l’eventuale dibattito nella camera di competenza.
Il networking, se lo si usa nel modo corretto, permette di verificare l’attività che scaturirebbe dall’iniziativa…
laccisaglia ha scritto:In realtà già due consultazioni referendarie hanno avuto successo. Il maggiore problema è costituito dagli ostacoli, anche pretestuosi, che potrebbe sollevare la Corte Costituzionale. Se la proposta di referendum passasse, credo proprio che la gente andrebbe compatta a votare. Basta far capire che è un voto CONTRO I PARTITI.
Potrebbe scaturirne una nostra azione già che facciamo gazebi ed altro, magari in concertazione con altri movimenti e partiti che hanno questa proposta con gli stessi obiettivi.
Se siete in grado di scrivere una proposta di legge con tutti i crismi, cimentatevi pure. Altrimenti potete semplicemente commentare!
Dario De Vita (iRad)- Messaggi : 797
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