Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
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Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
Per avviare la discussione su questo spinoso argomento posto qui questo articolo di Marco Lucano pubblicato sull'Effemeride http://leffemeride.blogspot.com/2011/01/caso-fiat-lui-lei-laltro.html
Caso FIAT: lui, lei, l’altro.
Di Marco Lucano
Un pezzo di Italia se ne va. FIAT: Fabbrica Italiana Automobili Torino, che per più di un secolo è stata legata indissolubilmente a questo Paese, forse non “ci appartiene” più, parafrasando un recente spot commerciale. FIAT appartiene al passato, ora c’è FIAT Group Automobiles, un marchio dalla chiara vocazione internazionale dall’ anima di multinazionale.
Alzi la mano chi non ha accolto con entusiasmo l’acquisizione da parte di Fiat del pacchetto di maggioranza della Chrysler. Un momento storico per molti. Dopo cinquant’anni di supremazia economica indiscussa da parte degli USA, un’ azienda italiana assumeva il controllo di un simbolo dell’ industria statunitense.
Ma di italiano in questo gruppo pare essere rimasto ben poco. Nel momento in cui Marchionne minaccia di trasferire gli impianti in Polonia, si capisce che qualcosa che prima funzionava, si è rotto. Questo è “l’altro” del titolo, lavoratori di altri paesi dove la forza lavoro costa meno, un fattore estremamente rilevante nello scacchiere della globalizzazione.
Molti penseranno che FIAT ha un debito di riconoscenza verso la Nazione: protezionismo, fondi pubblici, agevolazioni, eco-incentivi e la totale collaborazione dei governi hanno traghettato l’azienda attraverso gli anni, le hanno fatto superare crisi e ora è una grande multinazionale, ma ci ha rimesso l’anima.
Sia chiaro, anche l’Italia deve molto a FIAT. Una grande storia d’amore tormentata che è iniziata nel lontano 1899 non può finire così. Ma le cose cambiano.
Le ragioni dell’ economia, “del portafoglio” (per citare la Littizzetto) sono spietate, ma d'altronde i vertici aziendali fanno il loro dovere.
E pagano gli operai. Gli si dice che altrove il lavoro costa un terzo, di venire incontro alle necessità dei datori di lavoro. Ma in Italia il loro stipendio è a mala pena sufficiente, come si fa?
La colpa non è né di FIAT né degli operai. Per sopravvivere una multinazionale deve essere competitiva a livello di costi, per sopravvivere un operaio italiano deve portare a casa uno stipendio commisurato al costo della vita.
Apparentemente due posizioni inconciliabili. Nel dubbio il “coltello dalla parte del manico” ce l’ha il datore di lavoro.
Fortunatamente esiste un terzo soggetto, che è preposto a fare gli interessi dei propri cittadini: lo Stato.
Abbiamo assistito nel corso anni ’80 al crollo delle economie pianificate, quindi sarebbe improponibile sostenere un’ intervento statale eccessivo.
Ma alla luce delle divisioni interne e all’ impotenza dei sindacati, uno stato autorevole che faccia la voce grossa su tematiche economiche e sociali è quanto mai auspicabile.
Ricordiamoci sempre l’articolo 3 della Costituzione Italiana che nella seconda parte recita:
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Di fatto nel nostro statuto è sancito il dovere dello Stato ad intervenire. Per ora invece, solo un silenzio assordante.
Se per anni il protezionismo ha tutelato l’industria automobilistica italiana, forse è il caso che adesso qualcosa di analogo tuteli i lavoratori italiani.
Visto che una multinazionale segue meccanicamente le leggi del bilancio, introduciamo un vincolo che le renda molto doloroso lasciare a casa i nostri operai.
Se qualcuno obbietterà che ciò è improprio, allora pretendiamo la restituzione di tutti i fondi elargiti a FIAT negli ultimi 100 anni con un provvedimento retroattivo. Lo si vuole fare con la maggiore età per togliere d’impaccio pochi “utilizzatori finali”, vuoi che non lo si può fare per tutelare 100.000 metalmeccanici???
Ospite- Ospite
Ancora su Fiat
Marco,
ho letto con interesse il tuo articolo sul caso Fiat. Però non capisco bene la tua posizione : ti sta bene l'operato di FIAT o sei contrario?
Personalmente, credo che FIAT sia ancora una Azienda italiana, ma giustamente proiettata ad una dimensione internazionale perchè questa ormai è l'unica strada per rimanere sul mercato, almeno in molti settori dell'economia. E l'auto è uno di quelli!
Marchionne ha l'assoluta necessità di rendere competitive le auto FIAT in un contesto mondiale. Non deve necessariamente produrre al minor costo possibile, ci sono anche altri fattori, non ultimo la logistica, ma deve poter contare su produttività, flessibilità e qualità.
Per rimanere in Italia non ha bisogno , come in tanti stanno invece cercando di far credere, di "cancellare il diritto di sciopero", "ridurre gli stipendi", "non permettere alla gente di ammalarsi" e "eliminare le pause durante l'orario di lavoro".
Deve poter contare su produttività (ed è disposto a pagare di più, per questa!) e su flessibilità (per far fronte alle fluttuazioni degli ordinativi).
Gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d'Europa perchè, purtroppo, i costi delle inefficienze (burocrazia, rigidità del mercato del lavoro, tempi biblici per farsi pagare da clienti morosi, infrastrutture insufficienti, tassazione, ecc.) sono altissimi! E perchè la produttività è tra le più basse d'Europa! In Germania, dove si produce di più e meglio, guarda caso, gli stipendi degli operai sono quasi il doppio di quelli italiani!
ho letto con interesse il tuo articolo sul caso Fiat. Però non capisco bene la tua posizione : ti sta bene l'operato di FIAT o sei contrario?
Personalmente, credo che FIAT sia ancora una Azienda italiana, ma giustamente proiettata ad una dimensione internazionale perchè questa ormai è l'unica strada per rimanere sul mercato, almeno in molti settori dell'economia. E l'auto è uno di quelli!
Marchionne ha l'assoluta necessità di rendere competitive le auto FIAT in un contesto mondiale. Non deve necessariamente produrre al minor costo possibile, ci sono anche altri fattori, non ultimo la logistica, ma deve poter contare su produttività, flessibilità e qualità.
Per rimanere in Italia non ha bisogno , come in tanti stanno invece cercando di far credere, di "cancellare il diritto di sciopero", "ridurre gli stipendi", "non permettere alla gente di ammalarsi" e "eliminare le pause durante l'orario di lavoro".
Deve poter contare su produttività (ed è disposto a pagare di più, per questa!) e su flessibilità (per far fronte alle fluttuazioni degli ordinativi).
Gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d'Europa perchè, purtroppo, i costi delle inefficienze (burocrazia, rigidità del mercato del lavoro, tempi biblici per farsi pagare da clienti morosi, infrastrutture insufficienti, tassazione, ecc.) sono altissimi! E perchè la produttività è tra le più basse d'Europa! In Germania, dove si produce di più e meglio, guarda caso, gli stipendi degli operai sono quasi il doppio di quelli italiani!
Liliana- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
Liliana ha scritto:Marco,
ho letto con interesse il tuo articolo sul caso Fiat. Però non capisco bene la tua posizione : ti sta bene l'operato di FIAT o sei contrario?
Personalmente, credo che FIAT sia ancora una Azienda italiana, ma giustamente proiettata ad una dimensione internazionale perchè questa ormai è l'unica strada per rimanere sul mercato, almeno in molti settori dell'economia. E l'auto è uno di quelli!
Marchionne ha l'assoluta necessità di rendere competitive le auto FIAT in un contesto mondiale. Non deve necessariamente produrre al minor costo possibile, ci sono anche altri fattori, non ultimo la logistica, ma deve poter contare su produttività, flessibilità e qualità.
Per rimanere in Italia non ha bisogno , come in tanti stanno invece cercando di far credere, di "cancellare il diritto di sciopero", "ridurre gli stipendi", "non permettere alla gente di ammalarsi" e "eliminare le pause durante l'orario di lavoro".
Deve poter contare su produttività (ed è disposto a pagare di più, per questa!) e su flessibilità (per far fronte alle fluttuazioni degli ordinativi).
Gli stipendi in Italia sono tra i più bassi d'Europa perchè, purtroppo, i costi delle inefficienze (burocrazia, rigidità del mercato del lavoro, tempi biblici per farsi pagare da clienti morosi, infrastrutture insufficienti, tassazione, ecc.) sono altissimi! E perchè la produttività è tra le più basse d'Europa! In Germania, dove si produce di più e meglio, guarda caso, gli stipendi degli operai sono quasi il doppio di quelli italiani!
Ti ringrazio per averlo letto. Non ho cercato di dare risposte, ma puntare l'attenzione su alcuni interrogativi che ho come italiano.
Io non faccio parte del CdA di Fiat per cui non posso sapere quale siano le loro priorità, so solo che Marchionne ha dichiarato che avrebbe potuto in caso di problemi spostare gli impianti in Polonia per questioni economiche.
Io non giudico male Fiat perchè cerca di fare gli interessi dei suoi azionisti, fa parte del gioco. Giudico male lo Stato che dovrebbe fare da arbitro e garante...invece tace.
Marco Lucano- Messaggi : 120
Data d'iscrizione : 03.01.11
Età : 36
Località : Roma
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
ma quando mai lo stato che gia' deve garantire a tutto lo sterminato esercito di dipendenti pubblici di cui non si riesce neanche a contare quanti milioni stipendi (meritati e rubati) elargisce ogni mese, deve garantire anche gli stipendi delle aziende private? e' veramente assurdo. La fiat che e' una azienda privata in forte ascesa ha dimostrato in modo assolutamente inequivocabile che fino a quando era sovvenzionata con gli aiuti di stato era una azienda decotta sull'orlo del fallimento e controllata dal potere dei sindacati. da quando e' stata guidata da marchionne senza piu' aiuti di stato ha fatto un balzo da gigante diventando addirittura una multinazionale con i bilanci in attivo e le azioni che volano in borsa. Marchionne ha dimostrato che senza gli aiuti di stato e contestualmente senza lo strapotere dei sindacati che si limitano a gestire i contratti e non a governare l'azienda, si puo farcela. Lo stato dovrebbe intervenire soltanto riducendo l'enorme tassazione che grava sugli stipendi e che e' il vero ostacolo che lo stato dovrebbe rimuovere visto che e' stato citato l'articolo 3 della costituzione.
joy- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
joy ha scritto:ma quando mai lo stato che gia' deve garantire a tutto lo sterminato esercito di dipendenti pubblici di cui non si riesce neanche a contare quanti milioni stipendi (meritati e rubati) elargisce ogni mese, deve garantire anche gli stipendi delle aziende private? e' veramente assurdo.
Non ha scritto questo Marco nel suo articolo (che comunque vuole essere solo uno spunto alla discussione), ha scritto semmai che lo stato deve intervenire a difendere i posti di lavoro sul suolo nazionale sfavorendo delocalizzazioni e varie altre (cosa sacrosanta direi), cosa ben diversa dal garantire gli stipendi.
Evitiamo polemiche inutili partendo da storpiature su quel che dice il prossimo tanto per...
La fiat che e' una azienda privata in forte ascesa ha dimostrato in modo assolutamente inequivocabile che fino a quando era sovvenzionata con gli aiuti di stato era una azienda decotta sull'orlo del fallimento e controllata dal potere dei sindacati. da quando e' stata guidata da marchionne senza piu' aiuti di stato ha fatto un balzo da gigante diventando addirittura una multinazionale con i bilanci in attivo e le azioni che volano in borsa. Marchionne ha dimostrato che senza gli aiuti di stato e contestualmente senza lo strapotere dei sindacati che si limitano a gestire i contratti e non a governare l'azienda, si puo farcela. Lo stato dovrebbe intervenire soltanto riducendo l'enorme tassazione che grava sugli stipendi e che e' il vero ostacolo che lo stato dovrebbe rimuovere visto che e' stato citato l'articolo 3 della costituzione.
Marchionne non ha ancora dimostrato nulla per inciso in quanto la FIAT è ben lontana dall'essersi stabilizzata.
Marchionne per ora ha stabilizzato il settore di bilancio/finanziario (ed il fatto che le azioni volino in borsa non vuol dire niente, si è visto come molte aziende che magari valevano tantissimo in borsa nella realtà valevano molto meno e quel valore era determinato solo da speculazione quindi non mi sembra un buon parametro di giudizio), non quello industriale (ed infatti in numero di immatricolazioni la FIAT è scesa del 15% contro una media del 5%, risultato pessimo obiettivamente), tra l'altro devo dire che la FIAT agli aiuti di stato fa ancora ricorso seppur in modo subdolo visto che fa ricorso massicciamente alla cassa integrazione (che paghiamo noi), quindi non la esalterei tanto da parte mia.
Ospite- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
joy ha scritto:ma quando mai lo stato che gia' deve garantire a tutto lo sterminato esercito di dipendenti pubblici di cui non si riesce neanche a contare quanti milioni stipendi (meritati e rubati) elargisce ogni mese, deve garantire anche gli stipendi delle aziende private? e' veramente assurdo. La fiat che e' una azienda privata in forte ascesa ha dimostrato in modo assolutamente inequivocabile che fino a quando era sovvenzionata con gli aiuti di stato era una azienda decotta sull'orlo del fallimento e controllata dal potere dei sindacati. da quando e' stata guidata da marchionne senza piu' aiuti di stato ha fatto un balzo da gigante diventando addirittura una multinazionale con i bilanci in attivo e le azioni che volano in borsa. Marchionne ha dimostrato che senza gli aiuti di stato e contestualmente senza lo strapotere dei sindacati che si limitano a gestire i contratti e non a governare l'azienda, si puo farcela. Lo stato dovrebbe intervenire soltanto riducendo l'enorme tassazione che grava sugli stipendi e che e' il vero ostacolo che lo stato dovrebbe rimuovere visto che e' stato citato l'articolo 3 della costituzione.
Lo Stato nasce per garantire il benessere e tutela ai propri cittadini. Altrimenti non ha ragion d'essere.
Se avessi letto con attenzione non avresti commentato così. Ho specificato che sono contrario all' intervento statale massiccio nell' economia; lo Stato deve fare da Arbitro e Garante, per cui a mio avviso è chiamato a dirimere le controversie e tutelare le parti più deboli.
Nonostante di mestiere faccia l'ingegnere gestionale mi rendo conto che è molto facile scadere nel qualunquismo su queste tematiche, per cui mi asterrò da ulteriori considerazioni. Un po' ti invidio per le tue posizioni così nette.
Grazie a Umberto per le precisazioni.
Marco Lucano- Messaggi : 120
Data d'iscrizione : 03.01.11
Età : 36
Località : Roma
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
concordo con joy ma vorrei dire a marco lucano che a parte il fatto che se non vuoi piu' fare le tue considerazioni non c'e' bisogno di scriverlo basta semplicemente non farle, e poi da come ne parli bene probabilmente anzi sicuramente tu non hai mai avuto bisogno di un servizio erogato dallo stato come per esempio la sanita' che riguarda appunto il "benessere" e' un vero schifo una odissea. A meno che' non hai una polizza sanitaria privata. poi la funzione di arbitro e garante probabilmente , anzi sicuramente non hai mai avuto affari o rapporti diretti con ministeri o funzionari pubblici, perche' per loro l'unica vera garanzia o arbitraggio e' solo a favore del loro interesse personale. Per quanto riguarda poi la tutela e la difesa dei piu' deboli e' risaputo che lo stato e' forte con i deboli e debole con i forti ( scusa ma questo lo sanno anche i sassi ). e' come se tu vivessi in un paese un po' diverso dall'italia reale.
castellinimario- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 21.01.11
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
Castellinimario inanzitutto benvenuto in NDE.
Però ti devo un attimo invintare ad abbassare i toni e ti consiglio di leggere meglio quel che scrive Marco prima di attaccarlo così violentemente, marco dice che lo stato deve fare da garante, ma se leggi il suo articolo critica appunto il fatto che lo stato non lo sta facendo; poi lo si può condividere o meno questo discorso, però il discorso che fa è questo e da quel che scrivi sembra che tu non abbia neanche letto ciò che ha scritto.
In ogni caso attacchi personali non sono graditi nei confronti di nessun socio, tanto più con quell'aria sprezzante con cui li hai fatti.
Ognuno c'ha le proprie esperienze e tu non sai quelle che ha avuto o non avuto Marco, esattamente come noi non sappiamo le tue e nessuno è tenuto a saperle.
Qui su NDE si parla infatti con i fatti, non con attacchi su quel che avrebbe fatto o meno, o sulle esperienze subite o meno, da questo o quel socio.
Però ti devo un attimo invintare ad abbassare i toni e ti consiglio di leggere meglio quel che scrive Marco prima di attaccarlo così violentemente, marco dice che lo stato deve fare da garante, ma se leggi il suo articolo critica appunto il fatto che lo stato non lo sta facendo; poi lo si può condividere o meno questo discorso, però il discorso che fa è questo e da quel che scrivi sembra che tu non abbia neanche letto ciò che ha scritto.
In ogni caso attacchi personali non sono graditi nei confronti di nessun socio, tanto più con quell'aria sprezzante con cui li hai fatti.
Ognuno c'ha le proprie esperienze e tu non sai quelle che ha avuto o non avuto Marco, esattamente come noi non sappiamo le tue e nessuno è tenuto a saperle.
Qui su NDE si parla infatti con i fatti, non con attacchi su quel che avrebbe fatto o meno, o sulle esperienze subite o meno, da questo o quel socio.
Ospite- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
castellinimario ha scritto:concordo con joy ma vorrei dire a marco lucano che a parte il fatto che se non vuoi piu' fare le tue considerazioni non c'e' bisogno di scriverlo basta semplicemente non farle, e poi da come ne parli bene probabilmente anzi sicuramente tu non hai mai avuto bisogno di un servizio erogato dallo stato come per esempio la sanita' che riguarda appunto il "benessere" e' un vero schifo una odissea. A meno che' non hai una polizza sanitaria privata. poi la funzione di arbitro e garante probabilmente , anzi sicuramente non hai mai avuto affari o rapporti diretti con ministeri o funzionari pubblici, perche' per loro l'unica vera garanzia o arbitraggio e' solo a favore del loro interesse personale. Per quanto riguarda poi la tutela e la difesa dei piu' deboli e' risaputo che lo stato e' forte con i deboli e debole con i forti ( scusa ma questo lo sanno anche i sassi ). e' come se tu vivessi in un paese un po' diverso dall'italia reale.
"da come parli bene"
..scusami se ho avuto un' istruzione, tra l'altro erogata esclusivamente dallo stato...se vuoi la prossima volta mi adeguo ai tuoi standard.
In ogni caso qui c'è libertà d'espressione. Al contrario di quanto dice Umberto, per quello che mi riguarda puoi continuare...ognuno usa le argomentazioni che vuole e per questo viene giudicato.
Marco Lucano- Messaggi : 120
Data d'iscrizione : 03.01.11
Età : 36
Località : Roma
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
inizo OT
Verissimo, purchè non si scada nell'attacco personale becero e senza argomenti. Comunque la discussione deve mantenere un certo tono, sotto quelli ovviamente non è più una discussione e fa solo un danno al forum tutto. Su questo per quanto possibile cerco di non fare troppi sconti
Quindi che ora la discussione continui, ma sui binari giusti. Se no è anche inutile che sia stata aperta.
Fine Ot
Marco Lucano ha scritto:
In ogni caso qui c'è libertà d'espressione. Al contrario di quanto dice Umberto, per quello che mi riguarda puoi continuare...ognuno usa le argomentazioni che vuole e per questo viene giudicato.
Verissimo, purchè non si scada nell'attacco personale becero e senza argomenti. Comunque la discussione deve mantenere un certo tono, sotto quelli ovviamente non è più una discussione e fa solo un danno al forum tutto. Su questo per quanto possibile cerco di non fare troppi sconti
Quindi che ora la discussione continui, ma sui binari giusti. Se no è anche inutile che sia stata aperta.
Fine Ot
Ospite- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
Ragazzi, tranquilli, non c'è mai un confine netto tra ragione e torto. Meglio, non esiste. Ognuno la vede a modo suo, sulla base delle sue esperienze, della sua cultura, dell'imprinting familiare, ecc. ecc.
Su una cosa mi sento di dare ragione a chi (ma chi? ...mi sono persa nei vostri botta e risposta ...) auspicherebbe una maggiore regolamentazione da parte dello Stato ( ma sarebbe meglio da parte di organismi sovranazionali, oramai!): il liberismo puro ha dimostrato tutti i suoi limiti proprio con questa crisi. D'altra parte non si può immaginare di tornare agli interventi di Stato in politica economica, tipici di molti paesi europei nello scorso secolo. Abbiamo ben visto a che situazioni han portato!
Forse la strada giusta sta nel garantire le migliori condizioni perchè le aziende possano operare e competere : facilitazioni fiscali per chi investe davvero, regole di lavoro chiare, giuste e che salvaguardino i lavoratori senza ingessare gli imprenditori, abbattimento delle burocrazie, infrastrutture funzionanti, una giustizia che funzioni, e così via. E poi bisognerebbe introdurre delle regole per le multinazionali che vogliono vendere i loro prodotti nei vari mercati : vuoi sfruttare il mercato del mio Paese, bene, in questo Paese tu garantisci anche posti di lavoro. Ma qui si torna al discorso di prima : nessuno Stato può pensare di obbligare un imprenditore a produrre in un Paese dove le condizioni sono per lui più sfavorevoli che in altri!
Su una cosa mi sento di dare ragione a chi (ma chi? ...mi sono persa nei vostri botta e risposta ...) auspicherebbe una maggiore regolamentazione da parte dello Stato ( ma sarebbe meglio da parte di organismi sovranazionali, oramai!): il liberismo puro ha dimostrato tutti i suoi limiti proprio con questa crisi. D'altra parte non si può immaginare di tornare agli interventi di Stato in politica economica, tipici di molti paesi europei nello scorso secolo. Abbiamo ben visto a che situazioni han portato!
Forse la strada giusta sta nel garantire le migliori condizioni perchè le aziende possano operare e competere : facilitazioni fiscali per chi investe davvero, regole di lavoro chiare, giuste e che salvaguardino i lavoratori senza ingessare gli imprenditori, abbattimento delle burocrazie, infrastrutture funzionanti, una giustizia che funzioni, e così via. E poi bisognerebbe introdurre delle regole per le multinazionali che vogliono vendere i loro prodotti nei vari mercati : vuoi sfruttare il mercato del mio Paese, bene, in questo Paese tu garantisci anche posti di lavoro. Ma qui si torna al discorso di prima : nessuno Stato può pensare di obbligare un imprenditore a produrre in un Paese dove le condizioni sono per lui più sfavorevoli che in altri!
Tommaso Carrettoni- Messaggi : 145
Data d'iscrizione : 29.04.10
Località : nord ovest della provincia di milano
basta ricatti
Lo stato deve tornare ad essere il primo imprenditore nazionale con alitalia con fiat ed altro. Non è possibile che un azienda importantye come fiat parli di abbandonare l'italia se non si rispetta il nuovo contratto:sono ricatti inammissibili che solo il governo berlusconi poteva acconsentire basta che sia il primo ed unico caso
Ospite- Ospite
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
gennaro.ambrosio ha scritto: Lo stato deve tornare ad essere il primo imprenditore nazionale con alitalia con fiat ed altro. Non è possibile che un azienda importantye come fiat parli di abbandonare l'italia se non si rispetta il nuovo contratto:sono ricatti inammissibili che solo il governo berlusconi poteva acconsentire basta che sia il primo ed unico caso
L'esperienza delle partecipazioni statali del passato però ha evidenziato come la gestione di queste aziende fruisse indebitamente di aiuti statali ingenti che coprivano inefficienze e inettitudini varie...
Comunque speriamo.
Marco Lucano- Messaggi : 120
Data d'iscrizione : 03.01.11
Età : 36
Località : Roma
Re: Il caso FIAT: il ruolo dei sindacati, le necessità dei lavoratori ed i problemi degli imprenditori
Assolutamente contrario allo Stato primo imprenditore, come dice Marco, il passato ha già evidenziato i grossi limiti di questa azione (basti pensare all'URSS dove praticamente tutto era nelle mani dello Stato ed infatti sappiamo tutti come l'economia russa è finita...)... semmai lo stato deve essere una sorta di garante per il bene del paese sulle aziende grandi e importanti per l'economia italiana quali Fiat.
M.G.- Admin
- Messaggi : 661
Data d'iscrizione : 21.12.10
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