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Realizzazione programma NDE Politica Estera ed Europea

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Messaggio Da Ospite Ven Set 17, 2010 10:19 am

Sono sorti diversi punti base dalle varie discussioni tra i soci, ospiti e dalla traccia del programma su cui dovrebbe convergere il programma di politica estera, che per comodità, maggior chiarezza ed obiettive diversità delle materie trattate per comodità ho diviso in "Politiche Europee Interne ed Esterne" e "Politica estera italiana" di NDE, di seguito verranno elencati tali punti come sono apparsi o anche solo accennati e sfiorati di striscio nei dibattiti (con ? verranno indicati in particolare quei punti in particolare che pur necessitando di un dibattito o venendo toccati o accennati da vari punti del programma o dalle discussioni sul forum non sono mai stati affrontati organicamente e su cui perciò il discorso è da impostare).

Politiche Europee Interne ed Esterne

http://www.nuovademocraziaeuropea.eu/europa.htm

  • 1 Riforma delle istituzioni europee volte a dare maggiore poteri ai cittadini e maggiore effettività politica all'UE:


A Ampliamento dei poteri dell'Europarlamento attraverso in primis una maggiore chiarezza nella ripartizione dei poteri e delle competenze con le altre istituzioni UE.

B Commissione UE come vero esecutivo, ma con poteri maggiormente limitati nel processo legislativo per favorire l'Europarlamento (diretta espressione dei cittadini).

  • 2 Maggiore cooperazione ed incentivi nel campo della ricerca per ottenere una maggiore indipendenza nel campo tecnologico/industriale, compreso quello energetico (maggiore ricerca sulle energie rinnovabili per renderle ancora più cost effective e di più facile applicazione su larga scala rendendo così l'UE autonoma dai rifornimenti esteri).


  • 3 Maggiore integrazione nel campo della Sicurezza e della Difesa in modo da garantire economie di scala per avere maggior risultati a minor costi (nonchè maggiori ed effettivi strumenti in mano alla Commissione UE).


  • 4 Politiche di immigrazione comunitarie (discussione da incrociare con il programma immigrazione di NDE)


  • 5 Espansione UE: apertura di massima verso i nuovi stati richiedenti purchè rispettino i parametri previsti dai Trattati, non presentino ricadute negative (in particolare di tipo economico) sugli stati già membri e dimostrino in particolare piena accettazione dei valori e delle idee (uguglianza, cooperazione, libertà di parola, libertà di credo, libertà economica, rispetto dei diritti umani...) alla base dell'Europa Unita.


A Approfondire la questione turca.

  • 6 Linee madri in fatto di politica estera comunitaria (? diritti umani, commercio, accordi di paternariato ecc...).


Politica Estera Italiana

  • 7 Maggiore attenzione al tema dei diritti umani (?).


  • 8 Rapporti italo-russi e italo-libici (?).


  • 9 Aziende di Stato e politiche estere di queste (? Finmeccanica, ENI, ecc...).


  • 10 Dipendenza energetica dell'Italia dai rifornimenti esteri da diminuire tramite ricorso ad una maggiore efficenza energetica, diversificazione degli approvvigionamenti energetici per non dipendendere da una sola fonte ed impulso alle energie rinnovabili.


Da notare che in quanto la politica estera per sua natura è volatile ed essendo NDE un partito politico -e non un gruppo di studio di un qualche organo ministeriale che deve delineare scenari futuri più o meno possibili- soprattutto per quel che riguarda la politica estera nostrana quel che basterebbe ad NDE sono delle linee di principio di azione politica (non per questo meno importanti) più o meno dettagliate su cui impostare di volta in volta il discorso a seguito di fatti e accadimenti correlati a tali argomenti.

---
A margine di ciò NDE dovrebbe creare anche un proprio archivio con informazioni base su ogni punto (per esempio sugli stati che in futuro potrebbero entrare nell'UE) in modo da costituire un punto consolidato di partenza per ogni futura e più approfondita discussione.
----

Invito tutti ad intervenire, anche solo una breve considerazione o pensiero possono tornare utilissimi per delineare meglio il programma! Come vedete ho anche numerato i vari punti (e dove c'erano dei sottopunti li ho elencati con una lettera) nel caso vi andasse di dare repliche schematiche o punto per punto.

Se invece voleste sollevare nuove proposte o nuovi argomenti che non rientrano a quanti sopra elencati, per evitare confusione consiglio di aprire un topic apposito in 'Parlamento Europeo' o in 'Proposte varie' dove se ne potrà discutere in maniera più tranquilla e chiara.


Ricordo che su tali argomenti c'erano già stati diversi interventi da parte di diversi utenti, ricordo:
Marcello de Vita (sulla Turchia e sull'Islanda)
Umberto (sulle politiche energetiche, sulle istituzioni UE, nuovi paesi UE, alcuni accenni alla nostra politica estera)
Tommaso Carrettoni (sull'Islanda, sulla Croazia e accenni ad importanti questioni di politica estera ed internazionale)
Archimede/Fabio Pareto (sulle politiche energetiche)
Tetravus (sull'Islanda)

Di seguito trovate inoltre una raccolta con tutti i principali interventi sulle materie pubblicati precedentemente sul forum correlati da veloce analisi di ogni posizione di fondo:

http://www.megaupload.com/?d=R6Q2224R

Fondamentalmente il fulcro di questa sezione infatti è costituita da tali posizioni ed interventi sopra raccolti.
-------------------------------------


edit: novembre 8 2010

Bozza completa di programma

http://rapidshare.com/files/429575177/Programma_Pol._Estera.pdf

programma completo finale:
http://www.nuovademocraziaeuropea.eu/europa.htm


Ultima modifica di Umberto Banchieri il Sab Feb 05, 2011 1:16 pm - modificato 6 volte.

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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Set 17, 2010 11:14 am

D'accordo in molti punti.

Ma sulla Commissione aggiungo che:

Già dal suo nome si deduce che è un organo a carattere temporaneo le commissioni vengono create per raggiungere un obiettivo o realizzare un progetto.

L' obiettivo di questa commissione è quello di rendere il Parlamento Europeo il vero organo rappresentativo dei cittadini dell'Unione Europea con a capo un governo europeo come avviene in tutte le democrazie. Ma oggi sembra che tale obiettivo sia sempre più lontano.

Oggi la Commissione non eletta, non solo funge da esecutivo e gestisce il budget dell’UE, ma monopolizza inoltre il diritto di promuovere leggi.

Quando avremo un vero governo europeo la Commissione cesserà di esistere.
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Messaggio Da Fabrizio Marchionne Ven Set 17, 2010 11:17 am

D'accordo su tutti i punti. Ne commento nello specifico un paio.

Umberto ha scritto:
* 1 Riforma delle istituzioni europee volte a dare maggiore poteri ai cittadini e maggiore effettività politica all'UE:
Concordo su questo punto, ma da quando è passato ed è in vigore il trattato di Lisbona, mi pare che i cittadini non abbiano molto peso decisionale. E mi pare sarà quasi impossibile cambiare questa situazione a breve termine.


Umberto ha scritto:
  • 2 Maggiore cooperazione ed incentivi nel campo della ricerca per ottenere una maggiore indipendenza nel campo tecnologico/industriale, compreso quello energetico (maggiore ricerca sulle energie rinnovabili per renderle ancora più cost effective e di più facile applicazione su larga scala rendendo così l'UE autonoma dai rifornimenti esteri).


  • 10 Dipendenza energetica dell'Italia dai rifornimenti esteri, prospettive tra diversificazione degli approvvigionamenti energetici (e questioni etiche e di impatto ambientale spesso correlate) ed energie rinnovabili.


D'accordissimo.
Se guardiamo un attimo fuori dall'Europa, verso la Cina, ad esempio, ci rendiamo conto che il resto del mondo si sta già organizzando efficacemente per entrare nella nuova generazione di approvvigionamento energetico. Prendendo proprio come esempio l'Asia, proprio quest'anno le più grandi aziende automobilistiche stanno pensando di passare ai motori elettrici, supportati da pannelli solari e efficientissimi accumulatori di energia. Il governo cinese sta premendo e spendendo moltissimo sulla ricerca di questi accumulatori, che sperano diventino un pò la colonna portante del settore che in questo momento pare sia il più avanguardista. Nelle strade di Tokyo già a metà dell'anno prossimo si dovrebbero poter trovare dei rifornitori energetici per le batterie delle auto, alcuni dei quali saranno costruiti proprio dove oggi sono situati dei distributori di benzina. Già questo la dice lunga.
È ovvio che continuando di questo passo, la Cina potrebbe dare del filo da torcere alla stabilità dell'economia europea, come già lo sta facendo. Quindi, investire nelle risorse energetiche non è solo un fatto di qualità della vita, che migliora la nostra salute e quella dell'ambiente, ma anche un modo per rimanere al passo con gli altri paesi emergenti, che stanno dimostrando una interessante competitività su molti fronti.

Il geotermico e il solare, da soli, possono garantire l'energia sufficiente al riscaldamento e agli elettrodomestici di interi condomini, dove gli impianti sono fatti in modo apprezzabile. Già questo risolve molti problemi, di nuovo sul contesto della politica estera. Infatti, sappiamo che la Russia ogni anno fa un sacco di problemi per passare il gas all'Europa, e non è solo quello. Già riducendo la richiesta di gas, quindi, c'andiamo a togliere un altro peso e delle altre spese, che si potrebbero quindi utilizzare per incentivare la costruzione di questi mezzi di approvvigionamento energetico a livello nazionale.
I paesi dell'unione europea dovrebbero quindi provvedere alle proprie risorse enrgetiche in modo autonomo, anche richiedendo aiuto agli altri membri della comunità, che però non devono essere visti come delle riserve da cui attingere ininterrottamente.
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Messaggio Da Ospite Ven Set 17, 2010 11:47 am

Marcello.DeVita ha scritto:D'accordo in molti punti.

Ma sulla Commissione aggiungo che:

Già dal suo nome si deduce che è un organo a carattere temporaneo le commissioni vengono create per raggiungere un obiettivo o realizzare un progetto.

L' obiettivo di questa commissione è quello di rendere il Parlamento Europeo il vero organo rappresentativo dei cittadini dell'Unione Europea con a capo un governo europeo come avviene in tutte le democrazie. Ma oggi sembra che tale obiettivo sia sempre più lontano.

Oggi la Commissione non eletta, non solo funge da esecutivo e gestisce il budget dell’UE, ma monopolizza inoltre il diritto di promuovere leggi.

Quando avremo un vero governo europeo la Commissione cesserà di esistere.

Ti devo parzialmente correggere, infatti almeno nella forma attualmente il presidente della Commissione, con il trattato di Lisbona, viene eletto dall'Europarlamento (che tra l'altro ha visto aumentare le sue compentenza con l'estensione della procedura di codecisione, quindi è vero che la Commissione può bloccare iter legislativi, ma d'altro canto il PE ha acquisito anche l'ultima parola sull'adozione del bilancio annuale, in pratica si è formato un equilibrio di sistema di veti e contro veti piuttosto complesso tra PE e Commissione), anche se in effetti la designazione viene effettuata dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata, idem per i commissari. Diciamo che politicamente quindi quello del parlamento è più che altro un atto di riconoscimento in quanto le decisioni su chi e come vengono ancora fatte su logica prettamente nazionale.

Comunque tra l'altro sulla questione del nome mi piace ricordare che in effetti sono molti (anche della stessa Commissione) che vorrebbero che il nome sia cambiato, in quanto comunque la Commissione con i trattati di Lisbona si è trasformata effettivamente in un esecutivo (anche se mancante di moltissimi poteri invero, perciò riesce molto difficile nella pratica chiamarlo in tale modo) in quanto l'UE ha acqusito personalità giuridica.

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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Set 17, 2010 12:18 pm

Si ma quando ci sono le elezioni del Parlamento Europeo nessuna sa chi sarà il Presidente della Commissione perchè viene nominato non eletto . Cmq è chiaro a tutti che il sistema legislativo ed esecutivo dell'Unione non è chiaro e non può andare in avanti solo a trattati. E' tempo che ci sia un PE che possa agire come tale e che ci sia un governo composto da eletti non da nominati chissà da chi e con quali meriti.
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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Set 17, 2010 12:22 pm

date un occhiata qui è una bozza da completare

http://www.nuovademocraziaeuropea.eu/organiparlamentoeu.htm
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Messaggio Da Ospite Ven Set 17, 2010 12:28 pm

Marcello.DeVita ha scritto:Si ma quando ci sono le elezioni del Parlamento Europeo nessuna sa chi sarà il Presidente della Commissione perchè viene nominato non eletto .

Indubbiamente, ci tenevo solo a ricordarlo, perchè tecnicamente parlando essendo l'Europarlamento eletto dai cittadini si potrebbe leggere (anche se personalmente reputo che ci voglia un bel po' di coraggio per affermare ciò) l'elezione del Presidente della Commissione come se fosse voluta per volontà popolare (seppur mediata), sulla carta potrebbe anche essere così, ovviamente nella pratica è sotto gli occhi di tutti che non è così.

Per la bozza ti consiglio in particolare di scaricare l'ultimo file di questo elenco ( http://www.scipol.unito.it/index.php?page=55&idins=1244&s=5&l=_&sede=1&semestre=0&cds=29 ) sono le lezioni universitarie del mio professore di storia dell'integrazione europea, spiega molto schematicamente com'è l'UE dopo il trattato di Nizza prima e Lisbona, puoi prendere qualche utile spunto secondo me.

PS: il numero dei parlamentari in futuro sarà di 750 + il presidente, io lo scriverei.

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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Set 17, 2010 12:44 pm

Umberto ha scritto:

Indubbiamente, ci tenevo solo a ricordarlo, perchè tecnicamente parlando essendo l'Europarlamento eletto dai cittadini si potrebbe leggere (anche se personalmente reputo che ci voglia un bel po' di coraggio per affermare ciò) l'elezione del Presidente della Commissione come se fosse voluta per volontà popolare (seppur mediata), sulla carta potrebbe anche essere così, ovviamente nella pratica è sotto gli occhi di tutti che non è così.

Quoto al 100%

Umberto ha scritto:
Per la bozza ti consiglio in particolare di scaricare l'ultimo file di questo elenco ( http://www.scipol.unito.it/index.php?page=55&idins=1244&s=5&l=_&sede=1&semestre=0&cds=29 ) sono le lezioni universitarie del mio professore di storia dell'integrazione europea, spiega molto schematicamente com'è l'UE dopo il trattato di Nizza prima e Lisbona, puoi prendere qualche utile spunto secondo me.

Ottimo materiale, consiglio di leggerlo
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Messaggio Da Ospite Ven Set 17, 2010 1:22 pm

Fabrizio Marchionne ha scritto:
È ovvio che continuando di questo passo, la Cina potrebbe dare del filo da torcere alla stabilità dell'economia europea, come già lo sta facendo. Quindi, investire nelle risorse energetiche non è solo un fatto di qualità della vita, che migliora la nostra salute e quella dell'ambiente, ma anche un modo per rimanere al passo con gli altri paesi emergenti, che stanno dimostrando una interessante competitività su molti fronti.

Come ha anche cercato di dimostrare anche l'amministrazione americana (seppur con piani di intervento di cui si vedranno i frutti solo tra diversi anni) quello dell'efficenza energetica ad esempio non è una spesa senza ritorni, ma un vero e proprio investimento che permetterà maggiori risparmi in futuro e maggiore indipendenza dall'estero (spesso indipendenza necessaria vista l'instabilità e la precarietà di molte nazioni esportatrici di idrocarburi). La linea in cui bisogna muoversi è quella: purtroppo si tende ancora troppo spesso a leggere spese volte a migliorare l'efficenza come spese inutili e senza alcun ritorno, sicuramente questo è un argomento su cui una forte sensibilizzazione già da sola contribuirebbe a migliorare non poco la situazione.


Il geotermico e il solare, da soli, possono garantire l'energia sufficiente al riscaldamento e agli elettrodomestici di interi condomini, dove gli impianti sono fatti in modo apprezzabile. Già questo risolve molti problemi, di nuovo sul contesto della politica estera. Infatti, sappiamo che la Russia ogni anno fa un sacco di problemi per passare il gas all'Europa, e non è solo quello. Già riducendo la richiesta di gas, quindi, c'andiamo a togliere un altro peso e delle altre spese, che si potrebbero quindi utilizzare per incentivare la costruzione di questi mezzi di approvvigionamento energetico a livello nazionale.

Verissimo, può sembrare stupido, ma detto in soldoni cominciare a sapere che se anche Putin decide di tagliare i rubinetti la tua popolazione non muore di freddo vuol dire cominciare ad essere molto meno condizionabili: è vero che rimarebbero problemi per gli impianti industriali, ma intanto la gente non muore di freddo o per lo meno non deve vivere con questo problema che potrebbe presentarsi imminentemente con poco preavviso.... l'Ucraina ne sa qualcosina....

Sicuramente adottare alti standard costruttivi unificati a livello europeo potrebbe già essere un grande passo.

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Messaggio Da Ospite Lun Set 20, 2010 2:56 pm

Lancio alcune proposte per il punto 3:

Creazione di un alto rappresentante per le politiche di sicurezza (scorporandolo da quello della politica estera) dal quale dipenderebbe l'EDA (European Defense Agency), questa struttura deve diventare l'unica in Europa a poter effettuare gare d'appalto di materiale bellico (in maniera da aumentare l'uniformità degli equipaggiamenti in servizio) e ne dovrebbe essere sviluppata una simile che abbia la possibilità di autorizzazione ultima per le acquisizioni per i corpi di polizia e di polizia militare, nonchè per la creazione di standard unificati per l'addestramento e l'equipaggiamento sempre delle forze di polizia.

Commissione di Controllo parlamentare - può chiedere audizioni, effettuare ispezioni e altre attività di controllo sull'operato dell'alto rappresentante o dello Stato Maggiore Europeo e delle strutture correlate.

Creazione di uno Stato Maggiore Europeo (sulla base dell'UEMS, European Union Military Staff) con rotazione al vertice di 6 mesi con compiti di controllo e comando sulla struttura, capacità di pianficare e operare controlli sulle forze armate nazionali, pianificazione di attività addestrative e su incarico del creando Alto Rappresentate Politiche di Sicurezza delineare e attuare i piani operativi laddove se ne renda necessario.
Tale Capo Di Stato Maggiore verrebbe coadiuvato da:
Camera di Consiglio dei capo di Stato Maggiore Europei o dei Rappresentati militari designati (di cui il Capo di Stato Maggiore Europeo sarebbe presidente) (creabile partendo dalla European Union Military Committee) - riunioni a cadenza mensili o bimensili, possibilità di convocare sedute extra, possibilità di tenere audizioni, delinea le linee strategiche di competenza della struttura.
Agenzia Europea per gli Armamenti- sotto questa struttura dovrebbe passere il controllo di tutti i futuri programmi militari europei, inoltre dovrebbe gestire la parte tecnica delle gare d'acquisizione ed i programmi di sviluppo di tecnologia ad uso bellico. Da questa agenzia dovrebbero dipendere anche le attività di sviluppo spaziali legate alla sicurezza (satelliti da ricognizione e di comunicazione) ad esempio.
Gruppo Studi Strategici - Struttura a supporto del Capo di Stato Maggiore Europeo e della Camera di Consiglio, deve fornire i report e le informazioni necessarie per la creazione dei documenti di indirizzo e dei piani operativi, devi altresì fornire analisi strategiche e di sviluppo. In un secondo momento si può pensare di trasformare questa struttura nel fulcro di una vera e propria intelligence.

Lo Stato Maggiore Europeo avrebbe il controllo sulla struttura di comando (permanente) che dovrà essere sviluppata, approfondita ed estesa (per quanto possibile sfruttando quanto è già stato creato) in maniera da poter dirigere contemporaneamente le attività dei battlegroups europei e almeno 4/5 operazioni fuori area, in linea di massima si potrebbe dire che l'unità di comando permanente più piccola dovrebbe essere proprio quella del battlegroup, a margine di ciò gli stessi battlegroup europei -oltre ad aumentare di numero (per comprendere tutte le unità operative disponibili dei paesi UE- dovrebbero diventare unità più stabili e permanenti (cosa che un comando permanente sicuramente aiuterebbe).
Alla struttura di comando (che dovrà essere sviluppata non solo per le forze terrestri, ma anche per quelle navali ed aeree) dovranno essere affiancate alcune unità di supporto (necessarie per lo spiegamento delle strutture di comando fuori area in particolare) come unità da trasporto.

L'obiettivo finale è di lasciare nel lungo periodo ai paesi membri solo i compiti di tipo addestrativo (base), organizzazione delle unità e di reclutamento delle forze militari, passando i compiti di comando operativo e l'acquisizione degli equipaggiamenti a questa struttura sovranazionale. Per le forze di polizia invece si dovrebbe lasciare maggiore autonomia, pur nella ricerca di una maggiore uniformità di protocolli e procedure, perciò la creazione di una struttura apposita sarebbe solo un inutile spreco o comunque una spesa esagerata non compensata da risultati (e capacità) maggiori o da economie di scala significative allo stato attuale.

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Messaggio Da Ospite Gio Set 23, 2010 2:57 pm

Alcune proposte per il punto 9

-Le industrie a controllo e/o partecipazione statale dovranno aumentare la loro quota di bilancio dedicato alla ricerca e allo sviluppo ad una cifra non inferiore al 10% del proprio fatturato.

-L'ENI e l'ENEL e gli altri enti statali dedicati al settore energetico dovranno portare per legge la loro quota di R&D dedicata alle energie rinnovabili, di nuova concezione e all'efficenza energetica almeno al 30% e l'ENI dovrà cambiare nome abbandonando 'idrocarburi' per segnare la nuova ragione sociale.

-Massimo supporto per l'espansione di queste nei mercati esteri, anche tramite joint venture con altre aziende europee del settore, purchè nel rispetto di indirizzi strategici nazionali determinati a livello governativo. L'obiettivo è quello di creare un vero e proprio sistema (certificato in maniera ufficiale anche magari dall'approvazione di un documento vincolante tra i soci delle aziende, le aziende stesse e lo stato italiano) che si muova all'unisono in maniera di massimizzarne l'efficenza e per evitare che l'operazione di un'industria vada in un qualche modo a danneggiare lo stato italiano e viceversa.

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Messaggio Da Tommaso Carrettoni Ven Set 24, 2010 12:12 pm

ma secondo tè, se non si vuole danneggiare il mercato energetico nazionale, credi si possano coordinare le società italiane con quelle europee? credo che questo sia Molto difficile. (se cerchiamo di entrare nel mercato estero, ci sarà sempre qualcuno che perde mercato, trovare un accordo tra le varie socità sarebbe impossibile) almeno questa è la mia opinione ( e voglio ricordare che nn ho nessuna conoscenza di mercato).
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Messaggio Da Ospite Ven Set 24, 2010 12:39 pm

Ottima obiezione la tua.

Inanzitutto ammetto che parto dal presupposto che comunque il trend (necessario per competere a livello internazionale) è quella della creazione di grandi società e concentrazioni.

Faccio l'esempio che conosco molto bene in campo militare/aerospaziale (altro settore come quello energetico che richiede tecnologie avanzate, capitali ingenti e forti supporti politici): in Europa sono rimaste solo due grandi concentrazioni di aziende l'italiana Finmeccanica e la franco-tedesca EADS

http://it.wikipedia.org/wiki/Industria_della_difesa

Thales e Roll Royce (che spesso collaborano con le due aziende sopra) infatti sono più produttori di componentistica che altro, al contrario le due citate sopra partono spesso dal componente singolo fino al vettore completo, come ho accennato prima tale necessità è indispensabile per competere a livello internazionale, tanto più con costi sempre in continuo aumento e perciò diventano necessarie economie di scala sempre più grandi per rimanere competitivi.

L'optimus, a mio avviso, sarebbe quello di arrivare, se non a vere e proprie fusioni, per lo meno a forti joint venture (quindi ognuno rimane indipendente, ma si sviluppa una forte collaborazione tra gli attori): ovviamente questo ha alcuni risvolti negativi (a seconda della situazione e del settore possono variare dal campo occupazionale a quello dell'indipendenza tecnologica), ma anche positivi (economie di scala, conoscenze condivise, maggior coordinamento nei confronti di attori terzi).

Ovviamente vanno soppesati attentamente costi e guadagni, ma il problema di fondo rimane che le industrie del campo energetico europeo sono ancora troppo divise e piccole (e aggiungo: tendono troppo a farsi le scarpe tra loro, perdendo poi contro aziende di continenti terzi) per competere su scala globale con colossi come quelli cinesi ad esempio che si stanno comprando tutta l'Africa (ma si potrebbe dire anche il M.O. o l'Asia Centrale) -comprese aree a storica influenza da parte di paesi europei- a suon di moneta sonante, contrastando e danneggiando le politiche di sviluppo e di supporto allo stabilità regionale supportate dall'Europa che da sole non vengono giudicate abbastanza 'allettanti'.

D'altronde può essere interessante sapere (parlando di un caso un po' più di pubblico dominio) che in Afghanistan la maggior parte delle industrie minerarie sono in mano ai cinesi... ironia della sorta noi gli stiamo facendo il lavoro sporco e loro in futuro, a situazione stabilizzata si prenderanno i dividendi... ovviamente con lo stile cinese: ovvero distruzione dei tessuti sociali e politici locali, altissima corruzione e nessunissima forma di scambio alla pari tra aziende (o stato alle spalle di queste) e territorio.

E qui rientra anche il discorso che le aziende di proprietà statale dovrebbero avere un più ampio 'codice etico'.
Se infatti la politica estera europea attuale (e quella italiana a seconda di dove batte il vento) sono per rapporti politici e commerciali alla pari (anche in caso di attori facilmente 'schiacciabili') e di supporto allo sviluppo e alla stabilità laddove se ne renda necessario, così a volte non si può dire delle nostre aziende: il caso della Nigeria (in cui abbiamo grossissimi interessi) infatti con i suoi fortissimi squilibri e con le aziende straniere che sfruttano e basta il territorio senza garantirli nessun ritorno è abbastanza lampante.


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Messaggio Da Ospite Gio Ott 07, 2010 12:25 pm

Ho cercato di ampliare un po' il punto 1, qui di seguito un po' di proposte piuttosto abbozzate aggiuntive che ho cercato di costruire in maniera realistica ed equilibrata fra le varie componenti.

A Ampliamento dei poteri dell'Europarlamento attraverso in primis una maggiore chiarezza nella ripartizione dei poteri e delle competenze con le altre istituzioni UE (in particolare abolendo la procedura di codecisione ed i poteri legislativi della commissione a vantaggio dell'Europarlamento)

B Commissione UE come vero esecutivo, ma con poteri maggiormente limitati nel processo legislativo per favorire l'Europarlamento (diretta espressione dei cittadini), presidente della commissione deve diventare un vero e proprio capo dell'esecutivo.
C Consiglio dei ministri da trasformare in camera alta degli Stati, abolizione del COREPER da assorbire nella creanda nuova camera (composta da membri fissi e, a seconda degli argomenti trattati, dai ministri competenti degli stati membri).
Allargare la camera alta anche ad un rappresentante per ognuna delle seguenti strutture:
Comitato economico e sociale europeo
Comitato delle regioni

Abolizione del voto all'unanimità, passaggio a votazione a maggioranza qualificata o ponderata per tutte le questioni richiedenti l'unanimità.

D Membri della commissione selezionati e nominati dall'Europarlamento sulla base di risultati delle elezioni per l'europarlamento; Consiglio europeo emana solo pareri favorevole o meno sulla composizione della commissione da eleggere; la camera alta ratifica la scelta dell'Europarlamento, può rimandare solo una volta la commissione eligenda all'Europarlamento richiedendo la sostituzione (purchè motivata e accompagnata da una lista di almeno altri 4/5 possibili rimpiazzi) di un massimo di 3 o 4 commissari.

D Presidente del Consiglio europeo come Presidente dell'UE (diviene il primo rappresentante dell'UE, poteri solo simbolici e di rappresentanza interna ed esterna dell'UE, in pratica la figura ricalcherebbe quelle di un classico presidente di una repubblica parlamentare).

E Consiglio europeo ha l'incarico di eleggere il presidente del Consiglio Europeo (o presidente UE) dopo aver sentito PE e camera alta.
Ratifica della scelta da parte del PE, in caso di votazione negativa (a maggioranza qualificata) il PE può indicare 3 personalità in sostituzione su cui poi dovrebbe votare nuovamente il Consiglio europeo, nel caso il PE non indicasse le 3 personalità il presidente verrebbe comunque eletto (si avrebbe quindi però comunque un effetto politico).

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Messaggio Da Ospite Ven Ott 08, 2010 9:21 pm

Altre proposte per il punto 3 (ma può toccare anche il 4 alla lontana), in particolare il punto più 'grosso' e controverso (di cui in effetti nell'UE si sta discutendo abbastanza accanitamente) è quello della procura europea, comunque:

La figura del Commissario europeo per gli Affari interni dovrebbe essere potenziata creando una struttura simile all'EDA (anche se in scala minore) che abbia la possibilità di autorizzazione ultima per le acquisizioni per i corpi di polizia nonchè per la creazione di standard unificati per l'addestramento e l'equipaggiamento sempre delle forze di polizia.

Dovrebbero essere incentivate inoltre le possibilità di addestramento comune, tramite centri di formazione europei che andrebbero a coadiuvare quelli nazionali.

Comunque in genere alle forze di polizia si dovrebbe lasciare una certa autonomia, pur nella ricerca di una maggiore uniformità di protocolli e procedure operative, perciò la creazione di una struttura apposita (paragonabile allo Stato Maggiore UE) sarebbe solo un inutile spreco o comunque una spesa esagerata non compensata da risultati (e capacità) maggiori o da economie di scala significative allo stato attuale.

Altro passo molto utile dovrà essere la creazione di un database unico per le forze di polizia europea: particolarmente utile per contrastare criminalità organizzata, terrorismo, ma anche piccola delinquenza che con la caduta dei confini ed il continuo potenziamento dei corridoi di trasporti europeo sempre più spesso tenderà, laddove sia possibile, ad agire anche in stati differenti rispetto a quelli d'origine.


Andrebbero inoltre potenziati i poteri del Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza ed incentivare e premere per la creazione di una procura europea (tra l'altro di cui viene già prevista l'eventuale creazione anche nel Trattato di Lisbona) a partire da Eurojust che si occupi in particolare di reati finanziari, la creazione di una procura europea unica infatti potrebbe essere di grande aiuti non solo per combattere i grandi reati finanziari, ma indirettamente anche per combattere la criminalità organizzata internazionale (di cui il nostro paese, insieme a molti dell'Europa dell'Est in particolare è vittima).

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Messaggio Da Ospite Dom Ott 24, 2010 7:25 pm

Vi invio la prima bozza del programma di politica estera, non fate troppo caso ai 'credits' che devo ancora aggiustare bene.

Download Bozza pol. estera ed europea con Megaupload
Download bozza pol. estera ed europea con Rapidshare


Il file è un PDF dal peso di circa un mega, già un poco curato sotto la veste grafica per renderne piacevole la lettura con alcuni piccoli approfondimenti ulteriori per rendere meno ostiche le materie trattate.

Per ora nella bozza manca solo un punto (a riguardo della politica estera italiana mediterranea) in quanto è un argomento molto sensibile e prima di scrivere 'castronerie' ci penso non due volte, ma venti volte, oltre al fatto che dato sempre la sensibilità dell'argomento qualche altro commento/proposta/ecc sull'argomento non sarebbe malvagio per meglio prendere il 'polso' dei soci di NDE sulla questione.

Sui paesi nuovi entranti non ho dedicato un capitolo speciale alla Turchia come supponevo di fare inizialmente in quanto per quello ci sarebbe bisogno di un dibattito ben approfondito (non è argomento che si può liquidare velocemente o con una discussione tra solo due o tre soci), che però voglio avviare a breve con qualche buon documento tra le mani, qualche analisi obiettiva della situazione attuale e magari aspettare le prime 'attuazioni' del recente referendum che si è tenuto in Turchia per avere un quadro più realistico, aggiornato e completo.

Abolito il paragrafo riguardante le politiche comunitarie sull'immigrazione clandestina in quanto l'argomento allo stato attuale già con gli altri punti bene o male viene fatto rientrare e non ci sarebbe abbastanza materiale per garantire un punto di programma autonomo, credo che molto più opportunatamente proposte organiche in tal senso potrebbero essere fatte rientrare nel programma di politiche di immigrazione quando questo comincerà ad essere sviluppato in maniera approfondita.

per il resto non si discosta molto da quanto preventivato, rispetto ad alcune delle proposte già postate ho provveduto altresì ad operare correzzioni e appronfondimenti.

Detto ciò questa una bozza: e aperta a qualsiasi modifica e aggiunta che vi passi per la testa, sia sulla politica estera italiana che su quelle europee (come avrete notato in fatto di politiche europee ho trattato prevalentemente di questioni organizzative e strutturali in quanto per altri settori comunitari: agricoltura o mercato economico ad esempio, lascio a chi di dovere nel proprio ambito di sviluppo di sviluppare proposte in tal senso che al più poi potremo tranquillamente aggiungere anche in questo documento quando riguardanti strettamente l'ambito comunitario, però già adesso se avete qualche idea che riguardi particolarmente tali questioni, nel caso abbiano pesantemente a che fare con l'UE non esitate a postarla).
Quindi non esitate a postare commenti, considerazioni, consigli, cose che avete letto che non vi piacciono, proposte, ecc...

L'unico limite di tempo che stabilisco per chiudere la bozza e passare al programma definitivo che andrà valutato (cosa che comunque non vuol dire che non si potrà modificare o apportare aggiunte, semplicemente diventerà un processo un po' più lungo ed 'ufficiale' farlo) è metà novembre, entro due settimane (la prossima settimana non avrò tempo di lavorarci dato che come referente regionale avrò molto da fare, quindi mi scuso dell'inconveniente), inoltre pubblicherò anche l'unico capitolo (politica estera italiana sul Mediterraneo) fin'ora lasciato in sospeso, lasciando quindi comunque una buona settimana o due (nel caso la discussione si faccia particolarmente accesa) di discussione.

A quel punto con il resto del team redigerò, sulla base dei feedback vari che verranno dal forum e non, la versione finale che quindi verrà valutata e se il feedback sarà positivo adottata secondo le procedure stabilite o rimandata per ulteriori modifiche.


Ora non mi resta che augurarvi buona lettura e raccomandarvi ulteriormente di non farsi problemi e postare qualsiasi cosa vi passi per la testa alla lettura di questa bozza, critiche pesanti comprese !

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Messaggio Da Marcello.DeVita Mar Ott 26, 2010 7:39 am

Per chi non riesce a scaricare il Programma Politica Estera eccolo qui presene nel sito:

http://www.nuovademocraziaeuropea.eu/ProgrammaPolEstera.pdf

Importante iniziare gli interventi poichè contribuiscono ad andare avanti nella realizzazione del Programma NDE

Dalla mia propongo di cambiare nome da Commissione a Governo dell'Unione Europea. Commissione da l'idea di qualcosa di temporaneo o di un progetto in fase di realizzazione. E' tempo che i cittadini europei si sentono realmente rappresentati a livello europeo da istituzioni forti e reali.
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Messaggio Da Tommaso Carrettoni Mar Ott 26, 2010 4:31 pm

complimenti!! il lavoro sembra ottimo.. mo lo stampo e me lo studio!! complimenti!! Very Happy
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Messaggio Da Ospite Dom Ott 31, 2010 1:07 pm

archimede/fabio pareto ha scritto:essendo l italia parte dell unione europea,proporrei come nuovo argomento di reclamare il sacrosanto diritto referendario,lecito in ogni democrazia europea.mediante e mail alla sede europea,e raccolta firme.che ne pensi marcello,discutiamone

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Lun Nov 01, 2010 12:43 pm

semplicemente sbalordto dall'efficienza, dalla precisione e velocità. E' già ottimo, potenzialmente superbo... i miei compliment al team!
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Messaggio Da Ospite Mer Nov 03, 2010 8:39 pm

Grazie mille dei complimenti, ed ecco l'ultima parte che rimaneva ancora da pubblicare il punto 6

Storicamente l'Italia unificata, salvo rare eccezzioni (più di tipo occasionale e per motivi di status internazionale, si pensi al corpo di spedizione italiano in Cina inviato contro quella, com'è stata conosciuta nel mondo Occidentale dell'epoca, rivolta dei Boxer), ha sempre agito in quel bacino che oggi giorno si definisce Mediterraneo Allargato, un'area che va dal Marocco fino all'Iran, passando per i paesi dell'Africa Sub-Sahariana, il Corno d'Africa ed ai paesi legati al Mar Nero: un'area vasta che quindi supera i classici limiti geografici del Bacino Mediterraneo spostando invece il limite verso paletti di tipo economici, storici e sociali.
Attraverso il Mediterraneo Allargato passano importanti vie di comunicazioni marittime, informatiche (importanti nodi della rete internet passano proprio davanti alle nostre coste), energetiche, i paesi della zona presentano in genere un forte sviluppo economico, a volte sono grandi produttori di materie prime (petrolio e gas in particolare) o sono già tra i paesi più ricchi o potenze a livello mondiale.
A fianco di questi aspetti difficilmente considerabili come negativi però coesistono gravi problematiche che hanno ripercussioni a livello mondiale: pirateria al largo delle coste somale, forti fenomeni migratori (sopratutto attraverso il Nord-Africa), crisi internazionali latenti e non in aree come quella caucasica o nel Mediterraneo Orientale, paesi a forte rischio instabilità interna, terrorismo, rapporti internazionali in veloce cambiamento (si pensi all'ascesa dell'Iran come potenza regionale o all'aumento dell'influenza saudita).
Problemi al quale si affiancano problemi di natura anche più prettamente regionale, ma non meno importanti come la salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità nel Bacino e questioni legate alle zone di pesca.
Sfortunatamente la politica estera italiana negli ultimi anni è stata segnata da un decadimento della sua capacità di intervento (e sopratutto la capacità di ottenere risultati) ed influenza nello scenario, anche laddove i nostri interessi ed i nostri interventi (economici o militari) -e di conseguenza investimenti di risorse- sono più alti, ciò in primis è da addebitare non tanto alle capacità del nostro corpo diplomatico o a fattori strutturali (cambiamenti nei rapporti di forza economici, militari o demografici ad esempio), quanto a errate scelte politiche governative.
Diventa quindi necessario rivedere profondamente la situazione attuale della nostra politica estera nella regione per correggere gli errori ed i danni provocati dalla malpolitica negli ultimi anni.
Particolarmente grave, in particolare, è la situazione attuale dei nostri rapporti con uno dei principali paesi della sponda sud del Mediterraneo: la Libia, paese con il quale in particolare i rapporti nostrani, anche per motivazioni storiche, sono particolarmente profondi.
In particolare si è assistito ad un continuo piegarsi vero e proprio (come dimostrato sopratutto nel caso del 12 settembre del peschereccio Ariete) verso gli interessi libici, chiudendo spesso anche un occhio su violazioni (confermate o presunte) di diritti umani sul territorio libico in particolare a danno delle persone migranti in passaggio sul territorio libico.
La Libia d'altro canto costituisce un forte interesse economico per le aziende nostrane: infrastrutture, energia, turismo, ecc... e perciò mantenere rapporti comunque positivi è necessario sotto quest'ottica, rapporti positivi che però non vuol dire, ed è cosa ben diversa, avere rapporti di sudditanza come appaiono oggigiorno.
Perciò si rende necessario una revisione profonda dei rapporti diplomatici, in particolare da abbandonare definitivamente non saranno più solo gli show che sono stati consentiti al leader della Libia, che comunque rientrano in un mero fatto di colore, ma sopratutto dovranno essere abbandonati quei rapporti dannosi per l'immagine dell'Italia, ma anche per la nostra stessa sovranità: bisognerà respingere con fermezza le continue richieste di fondi (che vanno ben oltre il necessario per il contrasto dell'immigrazione clandestina) che vengono dalla Libia e sopratutto legare il nostro supporto a tali attività al rispetto dei diritti umani.
Nell'ottica della revisione dei rapporti con la Libia molto utile potrebbe risultare anche il potenziamento del forum e delle attività in ambito EUROMED, investendo tale forum in particolare di trovare accordi quadro per problemi quali i flussi migratori non controllati e le zone di pesca (ovvero più in generale le Zone Economiche Esclusive -che si possono estendere fino a 200 miglia dalla costa- problema particolarmente sentito da tutti i paesi della zona del Mediterraneo in quanto situati su mari chiusi: il Mediterraneo non supera mai le 400 miglia di estensione) una risposta multilaterale, per questo forse più elaborata, ma di sicuro più efficace sul lungo periodo di una risposta bilaterale come quella perseguita dai nostri governi negli ultimi anni per rispondere a tali problemi.
Potenziando le attività di EUROMED e quindi inquadrando la maggior parte delle questioni in ambito multilaterale risulterebbe molto utile, tra l'altro, per depotenziare le capacità di pressione, tramite sopratutto strumenti economici, della Libia nei nostri confronti.
Buoni invece sono i nostri rapporti attuali con i paesi dei Balcani, ma questi risultano molto al di sotto delle possibilità potenziali che invece esistono e d'altronde spesso tale area viene bisfrattata dalla nostra politica, basti vedere quanto la decisione della riduzione dei nostri interventi, sopratutto in Kosovo, diminuirà la nostra capacità di influenza sulle decisioni che verranno prese in tale contesto, contesto ancora oggi potenzialmente caldo ed infiammabile, nonchè al centro di importanti questioni geopolitiche che vedono il coinvolgimento, diretto o meno, di importanti stati come la Russia e la Turchia.
Anche nell'ottica di un progressivo ingresso e/o avvicinamento di tali paesi nell'UE si rendono necessarie da parte italiana iniziative di ampio respiro con tali paesi, in particolare per quel che riguarda lo sviluppo economico, con particolare riguardo per quel che riguarda i settori di produzioni non concorrenziali o complementari con i nostri settori di forza in maniera da massimizzare gli effetti positivi per le economie interessate e minimazzare quei fenomeni generati da uno sviluppo poco pianificato che potrebbero generare danni reciproci, ed i settori della giustizia e della pubblica sicurezza per minimazzare in particolare problemi di criminalità internazionale che una maggiore integrazione con l'UE potrebbe aumentare grazia alla diminuzione di importanza dei confini di tali paesi.
Nell'ambito del Mediterraneo Allargato inoltre l'Italia può giocare un ruolo importante per quel che riguarda le situazioni di crisi grazie agli importanti rapporti, sopratutto di tipo commerciale, che l'Italia intrattiene con i vari attori.
Per quel che riguarda il Mediterraneo Orientale (le situazioni di crisi tra Israele e Libano e Siria ed il problema dello stato palestinese) l'Italia deve maggiormente farsi sostenitore dei processi di negoziati adoperandosi per garantire all'UE, parte attiva di tali negoziati, gli strumenti necessari per offrire soluzioni e possibilità di azione; in particolare la partecipazione italiana ad UNFIL II, per non essere vana, deve essere accompagnata da una attiva azione diplomatica volta a trovare una soluzione ai problemi di confini esistenti tra il Libano, la Siria e lo stato di Israele, anche sfruttando i buoni rapporti esistenti tra l'Italia e la Siria e l'Italia e lo stato israeliano oltre che ovviamente la posizione politica garantita dalla partecipazione alla sopra citata UNFIL II, azione diplomatica che di fatto fin'ora è mancata o comunque non è mai stata portata ai livelli necessari.
Altre questioni in cui l'Italia potrebbe avere molta voce in capitolo sono la questione iraniana in vece dei rapporti commerciali e storici tra i due stati e la questione somala, quest'ultima in particolare oltre ad intaccare nostri interessi economici vitali (le linee marittime che dall'Oceano Indiano passando per Suez attraversano il Mediterraneo) rischia, se non gestista adeguatamente, di diventare una questione di sicurezza primaria in quanto la Somalia potrebbe diventare base del terrorismo internazionale ancora di più di quanto sia lo Yemen o il Waziristan oggigiorno; necessario si rende quindi un supporto attivo da parte dell'Italia all'instabile governo somalo fornendolo degli strumenti (addestramento delle forze di polizia, militari e dei quadri dirigenti, fornitura di materiale per la sicurezza e sanitario, accordi di cooperazione per lo sviluppo, cooperazione di intelligence) necessari per adempiere ai suoi compiti contribuendo ad evitare la formazione di una bolla di instabilità che potrebbe minacciare (ed in parte già lo fa) nostri interessi vitali.

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Messaggio Da Ospite Lun Nov 08, 2010 10:53 am

La bozza completa

http://rapidshare.com/files/429575177/Programma_Pol._Estera.pdf


se avete problemi di reindirizzamento aggiungere a rapidshare.com quanto di seguito /files/429575177/Programma_Pol._Estera.pdf

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Messaggio Da Marcello.DeVita Lun Nov 15, 2010 11:12 am

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Messaggio Da Marco Lucano Mar Gen 04, 2011 11:54 am

Particolarmente grave, in particolare, è la situazione attuale dei nostri rapporti con uno dei principali paesi della sponda sud del Mediterraneo: la Libia, paese con il quale in particolare i rapporti nostrani, anche per motivazioni storiche, sono particolarmente profondi.
[/quote]

Durante l'ultimo viaggio di Gheddafi mi sono sentito umiliato come Italiano.
Ci siamo comportati da paese vassallo.
Abbiamo trattato con tutti gli onori il capo di uno stato dove ancora oggi si celebra una volta l'anno la giornata dell' odio contro gli italiani. Senza contare le spese infinite che ha dovuto sobbarcarsi il Cerimoniale.
Ora, va bene che strategicamente (come mi sembra sia stato affrontato qualche messaggio fa) ci serve l'amicizia della Libia, ma ne vale la pena a questo prezzo??

p.s. Umberto a parte "ecceZZioni" scrive veramente bene.
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Messaggio Da Marcello.DeVita Mar Gen 04, 2011 11:57 am

Questa della giornata dell'odio contro gli italiani non la sapeva molto probabilmente si riferisce al periodo coloniale, ma si celebra ancora? Puoi citare fonti dove si possa confermare la presenza di tale giornata?

Eh si i testi (bozze) devono essere corrette. Dopo le festività partiranno i lavori di correzione.
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