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Il bilancio dell'UE: piccola guida per conoscerlo meglio

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Messaggio Da Ospite Lun Feb 21, 2011 11:02 am

http://leffemeride.blogspot.com/2011/02/il-bilancio-dellue-piccola-guida-per.html

Il bilancio dell'UE: piccola guida per conoscerlo meglio

Di Umberto Banchieri

Il bilancio UE è formato attraverso tre tipi di risorse principalmente:
Risorse proprie tradizionali (R.P.T.): derivano dall’esistenza di uno spazio doganale unificato e sono riscosse dai Paesi membri e poi versate alla Comunità, al netto delle spese di riscossione; esse sono costituite dai dazi doganali riscossi dai Paesi membri negli scambi con Paesi terzi, dai prelievi sulle importazioni di prodotti agricoli, derivanti da scambi con paesi terzi, nonché da contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero o da altre voci (come interessi riscossi o sanzioni, nel bilancio 2011 si parla di 1,421 miliardi di Euro per queste voci);
risorsa I.V.A.: è costituita da un contributo a carico di ciascuno Stato membro calcolato applicando un’aliquota uniforme all’imponibile nazionale dell’IVA;
risorsa R.N.L. (Reddito Nazionale Lordo, già P.N.L.): che consiste in un contributo degli Stati membri commisurato alle quote parte dei RNL nazionali sul RNL comunitario, e destinata a finanziare le spese di bilancio non coperte dalle altre due suddette risorse, quest'ultima cifra si basa circa sull'1,3% del R.N.L. (1,31% del RNL per stanziamenti di impegno, ovvero gli importi autorizzati iscritti in un determinato esercizio, ed all’1,24% del RNL per stanziamenti di pagamento, ovvero fondi liquidi veri e propri), a questa seconda voce inoltre si applica dei fattore correttivi, il cui principale e più famoso è conosciuto come UK correction (la cui esistenza meriterebbe un articolo a sè per spiegarne la complessa storia, l'esistenza ed il suo meccanismo).


Attualmente le ultime due risorse costituiscono la parte maggiore del bilancio (circa il 75%).
Per la cronaca l'Italia è uno dei maggiori contributori dell'UE con una cifra di risorsa R.N.L. ier il bilancio del 2011 di 11,912 miliardi, inferiore a Germania e Francia e superiore a quella della Gran Bretagna (nominalmente sarebbe superiore, ma la UK correction o 'sconto britannico' capovolge la classifica a favore dell'Italia), l'Italia contando anche la risorsa I.V.A. è quindi la terza contributrice con ben 14,517 miliardi.

Da notare la differenza accennata prima tra stanziamenti di impegno e stanziamenti di pagamento, per ogni linea di bilancio ci sono due voci differenti: gli stanziamenti d'impegno e quelli di pagamento. I primi si riferiscono a quanto l'UE potrebbe impegnarsi a investire in un dato anno. I secondi disciplinano i pagamenti effettivi da effettuare in un dato anno.

Il bilancio 2011 è di 141,9 miliardi di Euro per quel che riguarda gli stanziamenti di impegno e di 126,5 miliardi per quel che riguarda gli stanziamenti di pagamento.

Come viene ripartito il bilancio UE
Una critica che spesso viene sollevata è che le risorse che lo stato trasferisce non ritornano completamente.
Bisogna subito dire che tale critica è piuttosto tendenziosa, infatti il bilancio non può, e non ha neanche senso che sia redistribuito in maniera paritaria.
Cifre infatti servono, oltre che a garantire il funzionamento delle istituzioni europee (6% del bilancio) a politiche estere (6%) e altre (giustizia e sicurezza 1%), a finanziare attività legate allo sviluppo, in quanto per la riuscita del mercato comune è necessario che i dislivelli tra le varie nazioni siano minimi, anzi, tra le varie regioni, per esempio infatti il sud Italia è equiparato a molti degli stati più arretrati dell'UE.
Questo in quanto il bilancio dell'UE viene usato in maniera che si può dire di stampo federalista.
Ci sono quindi le spese destinate allo sviluppo rurale che costituiscono l'11% del bilancio 2011 le risorse destinate alla coesione e allo sviluppo per la crescita e l'occupazione che rappresentano il 46%, risorse destinate quindi ad aiutare quelle zone dell'UE più in difficoltà aiutando uno sviluppo in linea con gli obiettivi strategici che l'UE deve raggiungere ed evitando che lo sviluppo di una regione vada a danneggiarne un'altra.
Fondi di cui conosciamo sopratutto le sigle con le quali vengono ripartiti: FEASR, FESR, FEP, FSE.

Bisogna anche aggiungere che per ricevere finanziamenti e fondi bisogna anche saper presentare progetti e dimostrare di aver speso i fondi in maniera corretta, purtroppo l'Italia ha sempre dimostrato un grande difetto nella capacità di presentare progetti e rispettare tempistiche e obiettivi (basti pensare allo scandalo di qualche tempo fa su fondi europei per lo sviluppo usati per finanziare un concerto di Elton John a Napoli, per non parlare del mancato rispetto dei tempi di avvio di progetti quali la TAV), dimostrando una vera e propria carenza culturale e politica su questo fronte, cosa che ovviamente non aiuta ad avere un bilancio in positivo dei trasferimenti.

Il bilancio per un'altro 30% è destinato alla agricoltura e alla zootecnia in aiuti diretti e al mercato.

Guardando le cifre rispetto al 2010 il bilancio UE ha subito diverse variazioni.
Nella parte del bilancio destinata alla crescita sostenibile (64,5 miliardi di impegno) si è assistito ad un certo aumento di risorse, non tanto nel campo delle risorse destinate allo sviluppo (13,5 miliardi di impegno, -0,9% rispetto all'anno passatto), quanto a quelle destinate alla coesione (+3,2% per totali 51 miliardi previsti, ma che diventa del +14% e 41 miliardi per quel che riguarda quanto effettivamente pagato).
Per quel che riguarda la preservazione e la gestione delle risorse naturali (58,7 miliardi) si registra un generale segno meno anche se piuttosto contenuto (-1,4% per quel che riguarda le spese di impegno, ma che scende a 3% per quel che riguarda le cifre pagate), le cifre sono così ripartite: aiuti diretti e costi relativi al mercato (42,9 miliardi) e sviluppo rurale, pesca e ambiente (15,7 miliardi).
In forte aumento (8%) le spese per cittadinanza, sicurezza, giustizia e libertà (1,8 miliardi), ma nello specifico stabili le spese per la cittadinanza (che segnano però un segno di meno 3,9% sulle cifre erogate), ma in forte aumento (13,2% per quel che riguarda le spese di impegno) per un totale di 1,1 miliardi le spese relative a libertà, sicurezza e giustizia.
In aumento le spese per il ruolo internazionale dell'UE sugli 8,8 miliardi di euro circa, rispetto agli 8,1 del precedente bilancio.
Le spese per l'amministrazione aumentano del 3,3 percento, stabilendo una spesa complessiva di 8,2 miliardi, di cui 3 per l'operatività della Commissione.

Il bilancio dell'UE non può avere debiti in quanto le spese non possono mai superare le entrate, ciò a causa di uno dei principi con cui viene stilato, i principi sono i seguenti:

1) L'unità (l'insieme delle spese e delle entrate è riunito in un unico e solo documento sottoposto ad approvazione dell’autorità competente;);
2) L'annualità (le operazioni di bilancio sono raggruppate in un esercizio finanziario annuale);
3) L'equilibrio (le spese non devono superare le entrate);
4) L’universalità, che dispone che delle entrate determinate non siano correlate a delle spese determinate, e che non ci sia compensazione tra le stesse, arrivando ad indicare solo il relativo saldo
A questa regola si pongono due eccezioni: il regime dei dodicesimi provvisori (quando si giunge ad una situazione di blocco ed il bilancio non si riesce ad adottare nei tempi previsti si rende disponibile, per continuare le attività dell'Unione, mensilmente un dodicesimo del precedente bilancio, cosa particolarmente deleteria se si pensa che le spese agricole vengono coperte per la maggior parte all'inizio dell'anno, oltretutto ciò vuol dire bloccare eventuali nuove iniziative) ed i bilanci rettificativi e supplementari, che devono essere adottati col concorso di particolari condizioni e intervenire prima del deposito del bilancio;
5) La specialità che si propone di far sì che i crediti aperti non siano cumulati, ma suddivisi per cause giustificative nel bilancio comunitario. A tal fine si prevede da un lato uno stato generale delle entrate, dall’altro uno stato delle entrate e delle spese;

Notare che con il trattato di Lisbona è decaduta anche la differenziazione tra 'spese obbligatorie' e 'spese non obbligatorie' ampliando quindi il potere di controllo dell'Europarlamento sul bilancio.

Link esterni:

Il bilancio corrente:

http://ec.europa.eu/budget/budget_detail/current_year_en.htm

Per un approfondimento sulla procedura di bilancio vi rimando a questa pagina molto esplicativa e di facile comprensione:

http://www.europarl.europa.eu/parliament/public/staticDisplay.do?id=46&pageRank=7&language=IT

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