Casoria, "Niente Biennale di Venezia la spazzatura soffoca il Museo Coraggio"
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Casoria, "Niente Biennale di Venezia la spazzatura soffoca il Museo Coraggio"
Le montagne di rifiuti lungo le strade bloccano l'accesso e dunque il Cam, il Contemporary Art Museum nella terra di Gomorra non può essere inserito nell'iniziativa veneziana "Percorsi e soste del Padiglione Italia" che valorizza i trenta siti di massimo interesse del Paese. Beffa per l'unica sede campana prescelta, con una pregevole collezione di artisti contemporanei. Spesso oggetto di atti vandalici e gesti minatori per le sue mostre ad alto tasso di provocazione
Forse, un domani, qualche artista visionario e caustico ne farà un'installazione ambientale, ma intanto sono le montagne di spazzatura per le vie di Casoria, cittadina dell'hinterland napoletano, a boicottare l'arte. E' l'ennesima beffa per il Cam, il Contemporary Art Museum, il coraggioso museo diretto da Antonio Manfredi che nella terra di Gomorra, tra mille difficoltà, tenta di offrire rassegne culturali di qualità legate all'arte contemporanea. Stavolta, a bloccare l'entusiasmo espositivo sono i rifiuti, che hanno intasato tutte le strade d'accesso al museo, decretandone l'impossibilità per il pubblico ad accedervi. Ma in quest'occasione non era in ballo la "solita" mostra. C'è qualcosa di più.
A consacrare il Cam "luogo d'interesse culturale a livello nazionale" era arrivata la 54esima Biennale d'arti visive di Venezia appena inauguratasi in laguna, nell'ambito del progetto espositivo del Padiglione Italia ideato e curato da Vittorio Sgarbi per l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Il museo di Casoria, infatti, è stato inserito nell'iniziativa "Percorsi e soste del Padiglione Italia", riconosciuto tra i trenta siti di massimo interesse del Paese, nonché unica sede in tutta la regione Campania per la sua pregevole collezione di artisti contemporanei, capace di documentare la produzione napoletana, al fianco di illustri maestri di fama internazionale.
Ma dagli uffici del Cam di Casoria è partita la lettera diretta alla direzione del Padiglione Italia della Biennale d'Arte 2011, in cui si comunica "il rinvio a tempo indeterminato di adesione al suddetto progetto non potendo assicurare la corretta fruizione della struttura a causa dell'impossibilità di accesso al Museo per la grande quantità di rifiuti che occupano le strade di passaggio verso il Museo". "Oggi abbiamo raggiunto il paradosso - dichiara Antonio Manfredi - il museo viene riconosciuto tra i trenta siti più interessanti per l'arte contemporanea in Italia e noi non possiamo partecipare alla Biennale di Venezia per i cumuli di monnezza che impediscono l'accesso al museo. Dopo un'iniziale adesione, che prevedeva l'avvio del progetto per il prossimo sabato 25 giugno e che avrebbe coinvolto più di duecento artisti nazionali e internazionali, siamo stati costretti a sospendere l'iniziativa. Viste le condizioni estreme nelle quali siamo obbligati ad operare, non ci rimane che rinviare tutto a tempo indeterminato. L'emergenza rifiuti - continua Manfredi - si è manifestata impellente già dall'inaugurazione dell'ultima mostra nell'aprile scorso. Da allora la spazzatura non è mai stata rimossa dalle strade adiacenti il museo, crescendo di volume e di ingombro, rendendo impossibile o quantomeno difficoltoso il raggiungimento della struttura".
Per le sue mostre ad alto tasso provocazione, sempre incentrate sull'impegno nel sociale, il museo è salito spesso all'onore delle cronache per atti vandalici e gesti minatori. Solo nel febbraio scorso, in un clima di isolamento da parte delle istituzioni politiche, il direttore aveva fatto pubblico appello di asilo culturale e politico alla Germania, inviando una lettera al cancelliere Angela Merkel in cui si diceva pronto a trasferire l'intera collezione allo Stato tedesco dove avviare una nuova attività museale.
Appello che si è tradotto nel maggio scorso in una grande mostra alla Kunsthaus Tacheles di Berlino, dove il Cam ha portato nel suo stile la mostra sui superlatitanti camorristi, mafiosi e affiliati alla 'ndrangheta, con mandato di cattura internazionale, scortata dallo slogan shock "May Be. They Could Live in Germany" (Può essere. Potrebbero vivere in Germania). Non a caso, proprio i banner verticali a dimensioni naturali su cui spiccavano i volti dei ricercati, abbinati con un fotomontaggio a corpi di comuni passanti, che tante critiche favorevoli avevano riscosso alla galleria berlinese, sono stati selezionati per il monumentale show del Padiglione Italia all'Arsenale di Venezia, nella sezione Museo della Mafia, dove si possono ammirare fino a novembre prossimo.
Forse, un domani, qualche artista visionario e caustico ne farà un'installazione ambientale, ma intanto sono le montagne di spazzatura per le vie di Casoria, cittadina dell'hinterland napoletano, a boicottare l'arte. E' l'ennesima beffa per il Cam, il Contemporary Art Museum, il coraggioso museo diretto da Antonio Manfredi che nella terra di Gomorra, tra mille difficoltà, tenta di offrire rassegne culturali di qualità legate all'arte contemporanea. Stavolta, a bloccare l'entusiasmo espositivo sono i rifiuti, che hanno intasato tutte le strade d'accesso al museo, decretandone l'impossibilità per il pubblico ad accedervi. Ma in quest'occasione non era in ballo la "solita" mostra. C'è qualcosa di più.
A consacrare il Cam "luogo d'interesse culturale a livello nazionale" era arrivata la 54esima Biennale d'arti visive di Venezia appena inauguratasi in laguna, nell'ambito del progetto espositivo del Padiglione Italia ideato e curato da Vittorio Sgarbi per l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Il museo di Casoria, infatti, è stato inserito nell'iniziativa "Percorsi e soste del Padiglione Italia", riconosciuto tra i trenta siti di massimo interesse del Paese, nonché unica sede in tutta la regione Campania per la sua pregevole collezione di artisti contemporanei, capace di documentare la produzione napoletana, al fianco di illustri maestri di fama internazionale.
Ma dagli uffici del Cam di Casoria è partita la lettera diretta alla direzione del Padiglione Italia della Biennale d'Arte 2011, in cui si comunica "il rinvio a tempo indeterminato di adesione al suddetto progetto non potendo assicurare la corretta fruizione della struttura a causa dell'impossibilità di accesso al Museo per la grande quantità di rifiuti che occupano le strade di passaggio verso il Museo". "Oggi abbiamo raggiunto il paradosso - dichiara Antonio Manfredi - il museo viene riconosciuto tra i trenta siti più interessanti per l'arte contemporanea in Italia e noi non possiamo partecipare alla Biennale di Venezia per i cumuli di monnezza che impediscono l'accesso al museo. Dopo un'iniziale adesione, che prevedeva l'avvio del progetto per il prossimo sabato 25 giugno e che avrebbe coinvolto più di duecento artisti nazionali e internazionali, siamo stati costretti a sospendere l'iniziativa. Viste le condizioni estreme nelle quali siamo obbligati ad operare, non ci rimane che rinviare tutto a tempo indeterminato. L'emergenza rifiuti - continua Manfredi - si è manifestata impellente già dall'inaugurazione dell'ultima mostra nell'aprile scorso. Da allora la spazzatura non è mai stata rimossa dalle strade adiacenti il museo, crescendo di volume e di ingombro, rendendo impossibile o quantomeno difficoltoso il raggiungimento della struttura".
Per le sue mostre ad alto tasso provocazione, sempre incentrate sull'impegno nel sociale, il museo è salito spesso all'onore delle cronache per atti vandalici e gesti minatori. Solo nel febbraio scorso, in un clima di isolamento da parte delle istituzioni politiche, il direttore aveva fatto pubblico appello di asilo culturale e politico alla Germania, inviando una lettera al cancelliere Angela Merkel in cui si diceva pronto a trasferire l'intera collezione allo Stato tedesco dove avviare una nuova attività museale.
Appello che si è tradotto nel maggio scorso in una grande mostra alla Kunsthaus Tacheles di Berlino, dove il Cam ha portato nel suo stile la mostra sui superlatitanti camorristi, mafiosi e affiliati alla 'ndrangheta, con mandato di cattura internazionale, scortata dallo slogan shock "May Be. They Could Live in Germany" (Può essere. Potrebbero vivere in Germania). Non a caso, proprio i banner verticali a dimensioni naturali su cui spiccavano i volti dei ricercati, abbinati con un fotomontaggio a corpi di comuni passanti, che tante critiche favorevoli avevano riscosso alla galleria berlinese, sono stati selezionati per il monumentale show del Padiglione Italia all'Arsenale di Venezia, nella sezione Museo della Mafia, dove si possono ammirare fino a novembre prossimo.
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