Referendum 12-13 giugno
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Referendum 12-13 giugno
Io oggi ho votato al Referendum
In attesa dei risultati chi vuole può scrivere in questo topic, le sue impressioni e/o difficoltà nel votare.
Io non ho avuto problemi perchè nel fine settimana ero a casa, dove c'è il seggio nella scuola del paese, a pochi passi (ci sono andato a piedi). Qualche mio amico che è fuorisede per motivi di studio invece ha potuto votare distante da casa grazie alla possibilità di fare da rappresentante di lista, un escamotage diciamo per poter votare nel seggio di cui è rappresentante.
Questa la pagina per seguire gli spogli parziali http://referendum2011.interno.it/
In attesa dei risultati chi vuole può scrivere in questo topic, le sue impressioni e/o difficoltà nel votare.
Io non ho avuto problemi perchè nel fine settimana ero a casa, dove c'è il seggio nella scuola del paese, a pochi passi (ci sono andato a piedi). Qualche mio amico che è fuorisede per motivi di studio invece ha potuto votare distante da casa grazie alla possibilità di fare da rappresentante di lista, un escamotage diciamo per poter votare nel seggio di cui è rappresentante.
Questa la pagina per seguire gli spogli parziali http://referendum2011.interno.it/
Ospite- Ospite
Re: Referendum 12-13 giugno
Confesso che sono un po' basito dal fatto che nessuno si sia fatto sentire su un argomento così importante.
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, ossia la democrazia nella sua forma più perfetta.
Un problema da sottolineare al di la dei risultati referendari secondo me è questo: gli esponenti di punta della maggioranza (Berlusconi e Bossi) hanno invitato gli elettori a non andare a votare, pur lasciando la cosiddetta "libertà di voto" (cioè i loro partiti non hanno dato indicazioni di voto). In questi giorni il referendum è anche stato definito "inutile se non dannoso" sempre da una certa parte politica..
Questo significa insultare la volontà popolare e implicitamente dichiarare che essa non serve per governare il Paese.
Il fatto che la maggioranza non abbia difeso le proprie leggi, invitando a votare NO, ma che abbia cercato di mortificare l'esercizio del diritto di voto (solo in questo caso però, salvo poi lamentarsi dell'assenteismo alle urne quando c'è da votare i partiti) è penso la dimensione più abietta e grave che la politica ha raggiunto di questi tempi. E' un palese sottrarsi al confronto democratico, senza nemmeno sostenere le proprie idee (sempre che ci siano, a questo punto il dubbio è d'obbligo) bensì invitando a far saltare il referendum, dal valore democratico (e anche economico dato che mettere in piedi un referendum non costa poco).
E' un po' come dire "sto perdendo allora vado a casa e mi porto via il pallone", per usare una metafora da calcio di quartiere, sport che presenta molte tristi analogie con la politica dei partiti.
OGGI comunque possiamo dire che si sono sbagliati, che gli elettori non ci sono stati e che gli Italiani hanno raggiunto il Quorum, dimostrando di conoscere l'importante del proprio voto e del proprio coinvolgimento diretto nella politica. Un senso di Responsabilità (che niente ha a che fare con Scilipoti e amici) che ha pervaso la penisola, per dare un segnale forte: un REFERENDUM ABROGATIVO CHE HA COLPITO 4 LEGGI FATTE DALL'ATTUALE GOVERNO.
Per me questo Referendum ha un valore fondamentale come passo nel cammino della ricostruzione di una politica rappresentativa del volere del popolo italiano.
Non spreco commenti su certe rivendicazioni di sinistra: Bersani che invita Berlusconi a dimettersi ogni due tre giorni, col PD che si accoda ai cosiddetti successi dell'IDV.
Questo Referendum è stato il successo della DEMOCRAZIA REALE, DAL BASSO.
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, ossia la democrazia nella sua forma più perfetta.
Un problema da sottolineare al di la dei risultati referendari secondo me è questo: gli esponenti di punta della maggioranza (Berlusconi e Bossi) hanno invitato gli elettori a non andare a votare, pur lasciando la cosiddetta "libertà di voto" (cioè i loro partiti non hanno dato indicazioni di voto). In questi giorni il referendum è anche stato definito "inutile se non dannoso" sempre da una certa parte politica..
Questo significa insultare la volontà popolare e implicitamente dichiarare che essa non serve per governare il Paese.
Il fatto che la maggioranza non abbia difeso le proprie leggi, invitando a votare NO, ma che abbia cercato di mortificare l'esercizio del diritto di voto (solo in questo caso però, salvo poi lamentarsi dell'assenteismo alle urne quando c'è da votare i partiti) è penso la dimensione più abietta e grave che la politica ha raggiunto di questi tempi. E' un palese sottrarsi al confronto democratico, senza nemmeno sostenere le proprie idee (sempre che ci siano, a questo punto il dubbio è d'obbligo) bensì invitando a far saltare il referendum, dal valore democratico (e anche economico dato che mettere in piedi un referendum non costa poco).
E' un po' come dire "sto perdendo allora vado a casa e mi porto via il pallone", per usare una metafora da calcio di quartiere, sport che presenta molte tristi analogie con la politica dei partiti.
OGGI comunque possiamo dire che si sono sbagliati, che gli elettori non ci sono stati e che gli Italiani hanno raggiunto il Quorum, dimostrando di conoscere l'importante del proprio voto e del proprio coinvolgimento diretto nella politica. Un senso di Responsabilità (che niente ha a che fare con Scilipoti e amici) che ha pervaso la penisola, per dare un segnale forte: un REFERENDUM ABROGATIVO CHE HA COLPITO 4 LEGGI FATTE DALL'ATTUALE GOVERNO.
Per me questo Referendum ha un valore fondamentale come passo nel cammino della ricostruzione di una politica rappresentativa del volere del popolo italiano.
Non spreco commenti su certe rivendicazioni di sinistra: Bersani che invita Berlusconi a dimettersi ogni due tre giorni, col PD che si accoda ai cosiddetti successi dell'IDV.
Questo Referendum è stato il successo della DEMOCRAZIA REALE, DAL BASSO.
Ospite- Ospite
Re: Referendum 12-13 giugno
Non ne faccio un elogio, ma riconosco quel che è: non esercitare un proprio diritto è a sua volta un diritto, opinabile, ma non condannabile.
Così come si possono avere anche avere differenti idee sul sistema del referendum che in sè presenta problemi, difetti e rischi, così come anche cose positive... sinceramente l'idea di essere andato a votare su temi 'tecnici' per esempio a me non ha entusiasmato per quanto comunque alla fine mi sia espresso per i 4 sì: molta gente ha supportato questo o quel referendum senza neanche sapere cosa prevedevano.
Per esempio non c'era due referendum sull'acqua, ce n'era solo uno, l'altro era sui servizi pubblici in generale, ma questo anche i più convinti sostenitori spesso non lo sapevano o facevano finta di non saperlo.
Quindi non sono d'accordo quando dici che invitare a non andare al voto significa insultare la volontà popolare e implicitamente dichiarare che essa non serve per governare il Paese, non c'è il nesso: un cittadino che non vota è un cittadino sì passivo e quindi almeno in quel frangente 'non attivo', ma tale decisione la prende in libertà, che sia perchè segue ciò che dice Bossi o Berlusconi, che sia per calcolo, che sia perchè non gli interessano i quesiti e/o per pigrizia.
Non andando a votare comunque esprime una sua posizione: di disinteresse. L'astenersi non può considerarsi nè un sì nè un no per quanto magari intimamente si punti a quello, ma quel che conta è il risultato reale, non quello voluto (se non a fini di valutazione storico/politico, ma non di certo a livello di urna elettorale che poi infine è quella che conta)..
Non di meno sono soddisfatto da come è andato il referendum, la partecipazione è stata alta almeno vedendo i trend recenti e spero possa rappresentare una inversione di tendenza, in quanto ogni voto in più è un tassello in più che sostiene la democrazia, anzi, non la democrazia, ma gli strumenti democratici.
Mi sembra comunque sbagliato esultare perchè è "un REFERENDUM ABROGATIVO CHE HA COLPITO 4 LEGGI FATTE DALL'ATTUALE GOVERNO."
Sono state abrogate 4 leggi, il colore del governo non conta, se fosse solo per il colore del governo che la gente è andata a votare, e non per ciò che le leggi dicono (tra l'altro di cui 3 su 4 in realtà affondano le loro radici in provvedimenti assai antecedenti a questo governo, provvedimenti precedenti magari collegati a chi oggi supporta invece posizione opposte guarda a caso solo per dar contro a questo o quell'altro) allora il referendum è uno strumento inutile e dannoso in quanto traviato nei suoi intenti.
Così come si possono avere anche avere differenti idee sul sistema del referendum che in sè presenta problemi, difetti e rischi, così come anche cose positive... sinceramente l'idea di essere andato a votare su temi 'tecnici' per esempio a me non ha entusiasmato per quanto comunque alla fine mi sia espresso per i 4 sì: molta gente ha supportato questo o quel referendum senza neanche sapere cosa prevedevano.
Per esempio non c'era due referendum sull'acqua, ce n'era solo uno, l'altro era sui servizi pubblici in generale, ma questo anche i più convinti sostenitori spesso non lo sapevano o facevano finta di non saperlo.
Quindi non sono d'accordo quando dici che invitare a non andare al voto significa insultare la volontà popolare e implicitamente dichiarare che essa non serve per governare il Paese, non c'è il nesso: un cittadino che non vota è un cittadino sì passivo e quindi almeno in quel frangente 'non attivo', ma tale decisione la prende in libertà, che sia perchè segue ciò che dice Bossi o Berlusconi, che sia per calcolo, che sia perchè non gli interessano i quesiti e/o per pigrizia.
Non andando a votare comunque esprime una sua posizione: di disinteresse. L'astenersi non può considerarsi nè un sì nè un no per quanto magari intimamente si punti a quello, ma quel che conta è il risultato reale, non quello voluto (se non a fini di valutazione storico/politico, ma non di certo a livello di urna elettorale che poi infine è quella che conta)..
Non di meno sono soddisfatto da come è andato il referendum, la partecipazione è stata alta almeno vedendo i trend recenti e spero possa rappresentare una inversione di tendenza, in quanto ogni voto in più è un tassello in più che sostiene la democrazia, anzi, non la democrazia, ma gli strumenti democratici.
Mi sembra comunque sbagliato esultare perchè è "un REFERENDUM ABROGATIVO CHE HA COLPITO 4 LEGGI FATTE DALL'ATTUALE GOVERNO."
Sono state abrogate 4 leggi, il colore del governo non conta, se fosse solo per il colore del governo che la gente è andata a votare, e non per ciò che le leggi dicono (tra l'altro di cui 3 su 4 in realtà affondano le loro radici in provvedimenti assai antecedenti a questo governo, provvedimenti precedenti magari collegati a chi oggi supporta invece posizione opposte guarda a caso solo per dar contro a questo o quell'altro) allora il referendum è uno strumento inutile e dannoso in quanto traviato nei suoi intenti.
Ospite- Ospite
Re: Referendum 12-13 giugno
Non c'entra nulla il colore del governo in sé e per sé il punto è che quelle 4 leggi erano emblematiche di un programma di governo non condiviso dagli elettori e quindi esulto perchè è stato un segnale forte che bisogna cambiare rotta e che non possono darci in pasto di tutto senza preoccuparsi delle nostre reazioni.
Condivido sul fatto che si può non votare perchè si pensa che i temi siano troppo tecnici, però trovo sbagliato che i politici incitino a non andare a votare e denigrino lo strumento referendario.
La democrazia si dovrebbe basare anzitutto sulla possibilità di essere informati e di farsi una cultura per tutti, e soprattutto con gli strumenti informatici oggi credo che sia importante che tutti si informino e si formino un'opinioni su temi importanti e dibattuti.
Altrimenti restiamo in balìa della classe politica se pensiamo che "devono fare loro per noi".. non tanto perchè siano stupidi ma semplicemente perchè hanno interessi contrari ai nostri!
Condivido sul fatto che si può non votare perchè si pensa che i temi siano troppo tecnici, però trovo sbagliato che i politici incitino a non andare a votare e denigrino lo strumento referendario.
La democrazia si dovrebbe basare anzitutto sulla possibilità di essere informati e di farsi una cultura per tutti, e soprattutto con gli strumenti informatici oggi credo che sia importante che tutti si informino e si formino un'opinioni su temi importanti e dibattuti.
Altrimenti restiamo in balìa della classe politica se pensiamo che "devono fare loro per noi".. non tanto perchè siano stupidi ma semplicemente perchè hanno interessi contrari ai nostri!
Ospite- Ospite
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