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Servizi sociali delle P.A.

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Messaggio Da Ospite Ven Apr 22, 2011 12:42 pm

di Lorenzo Stella, questa proposta è sviluppata in particolar modo su Torino, ma può essere ripresa e applicata anche in molte altre città di dimensione medio-grande.
Perciò mi sento di ripostarla per darle maggiore visibilità. Questo topic inoltre può servire da lancio per discutere dell'importante questione dei servizi sociali delle P.A., di come migliorarli, ecc...

Progetto: "Una stella in ogni quartiere" (nome da definire) 

Obiettivo: Creazione di un centro, in ogni quartiere o circoscrizione di Torino, che svolga le funzioni di un consultorio, di un centro famiglie, di un centro di accoglienza e di una ludoteca.

Strutture: Riutilizzare le strutture comunali inutilizzate già presenti sul territorio al fine di creare degli spazi adeguati.

Figure professionali: Psicologo, Medico di base, Psicoterapeuta, Educatori, Animatori, laureati e/o laureandi in Comunicazione Interculturale.

Bilancio: figure professionali come animatori, educatori e laureandi in Comunicazione Interculturale potrebbero intervenire nel progetto come semplici volontari, altre figure professionali come i medici, gli psicologi e gli psicoterapeuti dovranno necessariamente intervenire dietro compenso. I fondi stanziati dal comune dovrebbero, inizialmente, coprire le spese ma, col tempo, sarebbe auspicabile che le strutture si potessero autofinanziare e quindi rendersi autonome tramite donazioni o l'organizzazione di eventi negli spazi del centro (ad es. cene di quartiere).

Obiettivi secondari: avvicinare i giovani e la cittadinanza al volontariato ed ai problemi sociali. Rendere accessibile ai giovani il mondo del lavoro. 
 


Questa era la prima bozza che avevo buttato giù.

Aggiornamento.

Progetto: “Una stella in ogni quartiere” (Nome da definire)

Obiettivo: Creazione di un centro, in ogni quartiere o circoscrizione di Torino, che svolga le funzioni di consultorio, centro famiglie, centro accoglienza e ludoteca.

Strutture: riutilizzare le strutture comunali inutilizzate già presenti sul territorio al fine di creare degli spazi adeguati e/o ampliare quelle già esistenti laddove vi sia già un servizio facente parte di quelli specificati nel punto “Obiettivo” o servizi simili.

Figure Professionali:
Psicologo: consigliato per il servizio “consultorio”; ci sono molti neolaureati che svolgerebbero tale servizio a scopo formativo. Volendo si può creare un accordo con l’UNITO, più specificatamente con la facoltà di psicologia, al fine di creare una sorta di stage all’interno dei centri. Decidere se deve essere una figura professionale retribuita o una figura professionale non retribuita è, a parer mio, molto difficile: è vero che molti psicologi (neolaureati e non) darebbero la propria disponibilità per svolgere la propria professione senza che essa venga corrisposta da una retribuzione monetaria ma è anche vero che ci sarebbero molte difficoltà, da parte degli utenti, a seguire delle sedute condotte ogni volta da uno psicologo diverso. Riassumendo trovo plausibile che vi siano degli psicologi volontari solamente nel caso in cui il Direttore del centro fosse pienamente fiducioso che lo psicologo possa rispettare il proprio impegno settimanale per una durata minima di un anno. Il servizio “consultorio” non può basarsi solamente su una sessione psicologica settimanale di un paio d’ore quindi, se lo psicologo fosse volontario, sarebbe meglio parlare di psicologi in modo tale da offrire almeno quattro sessioni settimanali, il meglio sarebbe poter offrirne sei settimanali. Qual’ora invece lo psicologo fosse retribuito non ci sarebbero problemi: si parlerebbe di almeno quattro ore al giorno di disponibilità, una sessione mattutina ed una pomeridiana.
Medico di base: consigliato per il servizio “consultorio” e per il servizio “centro accoglienza”; il medico di base è una figura molto simile allo psicologo, a parere mio è necessaria la presenza all’interno del centro piuttosto costante poiché all’interno di quest’ultimo si attuerebbe anche il servizio di “centro accoglienza”. Per questa figura professionale proporrei ad un medico di base di diminuire i propri pazienti (mutuati) e di “scambiarli” con quelli del centro (non so se è possibile ma mi informerò su questo) per poter dare la disponibilità almeno due ore al giorno.
Psicoterapeuta: consigliato per il servizio “centro famiglie”; lo psicoterapeuta non è una figura essenziale all’interno del centro ma un’ottima aggiunta a ciò che possiamo offrire. Lo psicoterapeuta potrebbe lavorare sulle coppie, sulle famiglie o su dei gruppi di famiglie che presentano particolari problemi attuando o proponendo diverse terapie come la Pet Therapy o la terapia di gruppo. A parer mio, questa è una figura che, nel nostro contesto, potrebbe essere puramente volontariale (volontariale è un neologismo creato da me) in quanto la sua presenza sarebbe richiesta per 2 o 4 ore a settimana. Ci si potrebbe anche rivolgere all’UNITO per sapere quali studenti o ricercatori meritano e necessitano di più esperienza sul campo per arricchire i propri studi.
Educatori/Animatori: consigliato per il servizio “ludoteca”; questa è la figura su cui poggia, assieme allo psicologo, il progetto del centro. Anche questa è una figura prettamente volontariale e giovanile: per far divertire e divertirsi con i bambini e con i ragazzi non serve essere diplomati o laureati, basta essere portati e averne voglia. L’unico requisito richiesto sarebbe avere un minimo di responsabilità. Il servizio “ludoteca” sarebbe aperto tutti i giorni dalle ore 14.00 alle ore 18. 30 e in queste fasce orarie sarebbe meglio avere almeno un animatore all’interno del centro, ovviamente il numero varia dalle adesioni.
Neolaureati o laureandi in “Comunicazione Interculturale”: consigliato per il servizio “centro accoglienza”; queste nuove figure professionali che vanno procreandosi nascono dall’esigenza delle comunità di persone non italiane di confrontarsi e di capire al meglio il nostro paese e, in una città multi etnica come Torino, questa è un’ esigenza prioritaria. Questa figura diventa prioritaria una volta formato il centro accoglienza in quanto questi ragazzi studiano o hanno studiato proprio per interagire con questo genere di utenza molto variegato. A parer mio, come per la figura professionale dello psicoterapeuta, ci si potrebbe rivolgere all’UNITO per sapere quali studenti o ex studenti hanno mostrato grandi potenzialità stroncate dalla mancanza dell’esperienza sul campo; proprio questi studenti potrebbero essere impiegati come volontari nei centri accoglienza.
Direttore del centro: Il direttore del centro è una figura professionale che si occupa di dirigere il centro e di renderlo mano a mano più efficiente ed efficace possibile. La mia idea è che non possa essere una figura volontariale: la presenza del direttore del centro è richiesta durante l’arco di tutta la giornata quindi andrebbe retribuito. Potrebbe anche essere possibile, inizialmente, che un direttore copra due o tre centri (vicini nello spazio).

Bilancio: I fondi stanziati dal comune dovrebbero, inizialmente, coprire le spese ma, col tempo, sarebbe auspicabile che le strutture si potessero autofinanziare e quindi rendersi autonome tramite donazioni o l'organizzazione di eventi negli spazi del centro (ad es. cene di quartiere).

Obiettivi secondari: avvicinare i giovani e la cittadinanza al volontariato ed ai problemi sociali. Rendere accessibile ai giovani il mondo del lavoro. Rendere le esperienze volontariali vere e proprie esperienze lavorative non retribuite da poter inserire nel curriculum vitae. Far resuscitare nei bambini o nei ragazzi il sentimento dell’aggregazione giovanile. Rendere più umana la vita dei meno abbienti grazie alla creazione di strutture accoglienti ma, soprattutto, alla possibilità di interagire con chi li possa comprendere seriamente. Offrire alle famiglie una soluzione al problema “Dove lascio il bambino quando sono al lavoro?” senza dover fare affidamento su servizi privati o sulla televisione. Rendere i bambini e i ragazzi che ciò che li circonda è una società multietnica. Offrire esperienze sul campo a chi non ha avuto modo di sfruttare al meglio i propri studi e/o le proprie potenzialità umane.

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Messaggio Da Ospite Dom Apr 24, 2011 10:01 pm

Il sociale è, a parer mio, il nuovo fronte su cui si deve sviluppare la discussione politica: dopo i grandi interventi come la legge 180/78 promossa dall'espertissimo Basaglia, si sono fatti grandi passi avanti ma, essendo la 180 una legge del 1978, è prioritaria una riforma che rimetta in atto i principi fondamentali "Basagliani" modernizzandoli e rinnovandoli per poter essere una nazione al passo coi tempi anche su questo particolare fronte.

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