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Diritto allo studio - costituzione vs realtà,

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Messaggio Da Ospite Gio Apr 14, 2011 9:57 am

Ieri sera sono stato al primo incontro della serie COSTITUIAMOCI, che voleva analizzare il diritto allo studio come presentato nella Costituzione e come invece è applicato attualmente. L'incontro è stato organizzato a Padova, nella facoltà di Scienze Politiche dal sindacato degli Studenti, Associazione studenti universitari, e in collaborazione con Libertà e Giustizia associazione che da anni si schiera in difesa della costituzione (http://www.libertaegiustizia.it/chi-siamo/). Sono intervenuti come relatori Marco Giampieretti, ricercatore di Diritto Costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza di Padova, e Federica Laudisa, dell'osservatorio per il diritto allo studio regione Piemonte.

Nella prima parte il costituzionalista Giampieretti ha cercato di dare una visione d'insieme di come la costituzione affronta l'argomento istruzione e piu' in generale cultura, parlando di "costituzione culturale" e cioè il diritto alla cultura come diritto sociale dei cittadini.
Affrontando l'art. 34 comma 2, il docente ha sottolineato come compito dello Stato è disciplinare, ma anche provvedere con mezzi propri a realizzare il diritto allo studio. Infatti senza un adeguato livello culturale dei cittadini non si ha un effettivo sviluppo della personalità umana (vedi art. 2). Allo stesso modo un livello culturale adeguato è strumento per creare uguaglianza (art 3) e per dare "contributo al progresso materiale e spirituale.." (art 4). Insomma appare evidente come la nostra costituzione affidi un ruolo fondamentale all'istruzione e alla cultura. La stessa democrazia è impensabile senza un'attuazione della stessa, in quanto la democrazia è un governo "di opinione", ovvero ogni cittadino deve essere in grado di formarsi un proprio pensiero. La nostra è una delle poche costituzioni al mondo che pone in modo così centrale la cultura, vedesi art. 9 ("promuovere lo sviluppo della cultura..").

Giuseppe Compagnoni, primo professore di Diritto costituzionale, nel 1797 scriveva ribadiva l'importanza dell'istruzione e della cultura, in quanto l'ignoranza è il mezzo principale dei tiranni per affossare il potere del popolo.

Allo stesso modo la Costituzione è chiara nei ruoli del pubblico e del privato: il pubblico DEVE garantire un certo livello di istruzione, mentre il privato PUO' CONTRIBUIRE. Tuttavia l'art. 33 ci dice che non deve esserci una educazione di Stato, anzi deve esserci un insegnamento libero, che si realizza tramite il pluralismo di posizioni e opinioni anche nell'insegnamento. (Nota personale: alla faccia di Gabriella Carlucci, parlamentare PDL, che dice che i libri di testo sono "troppo comunisti"..)

E ancora, giusto per citarli, art. 21 ci ricorda che tutti possono manifestare il proprio pensiero, e con proprio si intende che c'è anche la libertà non solo di manifestarlo, ma di formarlo e averlo, libertà di pensiero quindi. E questo si collega con l'art. 33, che dice che l'istruzione di base è obbligatoria e gratuita (proprio per i motivi succitati: bisogna potersi creare un proprio pensiero, quindi servono i mezzi culturali per farlo).

Ma andiamo all'art. 34, il famoso "i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi...". Ecco, è molto chiaro come si ponga l'accento sul merito (quello vero, non quello strumentale o virtuale..). La realizzazione del diritto sociale allo studio è però un diritto che fa i conti con le disponibilità economiche dello Stato..servono soldi per applicarlo. Possiamo constatare, dice Giampieretti, come attualmente l'art. 34 sia scarsamente attuato.

Federica Laudisa entra nello specifico dei dati e della situazione attuale. Dati ISTAT 2007 ci dicono che solo il 9% degli italiani tra i 25 e i 64 anni hanno una laurea. Nella stessa fascia d'età, solo il 42% ha un diploma, mentre ben il 12% degli italiani non ha un titolo di studio o è addirittura analfabeta.

Andiamo a vedere la Legge Gelmini nei suoi punti principali..

L' art. 4 ci parla dell'istituzione di un Fondo per il Merito. Da notare che questo Fondo è stato spesso osannato dai giornali (in particolare il corriere) ancor prima della sua attuazione, nei mesi caldi del dibattito e delle proteste..

Il fondo per il merito prevede:

- premi di studio; cioè borse di studio, di cui il 10% riservato a studenti iscritti nelle università della regione di residenza.
da notar che questo 10% è stato inserito nelle ultime versioni della legge..che senso avrà? chi avrà premuto per inserirlo? e soprattutto.. che relazione c'è tra residenza e merito??

- buoni studio: cioè borse/prestito di cui una parte andrà restituita

- finanziamenti garantiti; cioè prestiti

A quanto pare il "fondo per il merito" non è altro che un gruppo di borse di studio (in parte legate alla residenza) e una serie di prestiti..che nessuno farebbe mai volentieri. Insomma, io sono bravo, e tu per premiarmi mi dai un prestito? ..?!

Ma vediamo CHI SARA' PREMIATO?
Per deciderlo ci sarà una prova nazionale A PAGAMENTO da superare.
Inutile dire che una prova a pagamento è una stupidaggine. Oltretutto la sua organizzazione risulta onerosa, e teniamo conto che uno studente uscito a luglio dalla Maturità, dovrebbe quindi a Settembre sostenere un'altra prova, (e poi anche quelle di ammissione alle facoltà universitarie..).
Tra l'altro, è' un po' come ammettere che le prove di Maturità non sono in grado di dare dei giudizi equi sulla preparazione degli studenti, non vi pare?

E CHI FINANZIA QUESTO FONDO?
- trasferimenti pubblici; non sono stati quantificati in nessun posto, e per questo c'è stata anche polemica con le regioni. si parla di fondi pubblici ma non ci sono scritti da nessuna parte. mah.

- versamenti spontanei; aspettiamo e speriamo che i privati siano buoni..?

- istituti di credito; che dovrebbero anch'essi mettersi a fare beneficenza?


Una nota: secondo voi con questi metodi, ci sarà un calo o un aumento dei laureati in Italia?
Negli ultimi 5 anni, c'è stato già un calo del 10% nelle immatricolazioni, al contrario di quanto si dice sulle università che sono piene di gente, che sono troppe e che non fanno altro che aumentare.

Domanda: e secondo voi, chi è che smette di iscriversi? il figlio di due laureati, o il figlio di due non laureati? il figlio di medico e avvocato, o il figlio dell'operaio?

L'art. 5 della Legge Gelmini delega il Governo a riformare con decreto il diritto allo studio.

Altri dati:

Per il 2012/2013 si prevede un fondo statale di 26 milioni. Rispetto ai 152 milioni del 2008/2009.

Nel 2009/2010 il fondo statale è stato di 246,5 milioni, questo perchè dopo le continue infuocate proteste contro la Gelmini, c'è stato un aumento di fondi Una Tantum.

Ma vediamo cosa fanno i nostri vicini di casa, in Europa:

Periodo 2009/2010

ITALIA. 322 milioni di finanziamento pubblico totale
GERMANIA. 1,9 miliardi di finanziamento pubblico
SPAGNA. 789 milioni di finanziamento pubblico

In Italia, per chi non lo sapesse, ogni regione stabilisce le proprie fasce ISEE, ma dirò di piu', anche all'interno della stessa Regione, ogni ente di diritto allo studio (DSU) stabilisce propri bandi diversi. Così che in ogni ateneo d'italia i requisiti per la borsa di studio sono diversi, diversi sono i fondi stanziati, diverse sono le somme concesse.

E' importante notare che in Italia molte regioni non riescono a dare borse di studio a tutti gli aventi diritto ad esse. Solo poche regioni ci sono riuscite nel 2009/2010.. e figuriamoci in futuro.

Fondamentale è anche notare che questi dati non sono chiari o pubblici ma c'è una mancanza di MONITORAGGIO dei finanziamenti che vengono dati: lo Stato stesso che ha finanziato con vari provvedimenti negli anni le Regioni, ad esempio per creare nuovi finanziamenti, non sa bene come e dove vanno a finire i fondi.. La stessa dott.ssa Laudisa sottolineava la difficoltà di reperire i dati per lei stessa che è addetta ai lavori. I dati della Francia o della Germania, invece, si trovano comodamente nei siti pubblici.

Dopo qualche domanda e intervento del pubblico, commento finale del costituzionalista Giampieretti è stato riguardo la SCARSA QUALITA' della legge Gelmini, scritta male, in maniera arzigogolata e incomprensibile, al contrario di come dovrebbe essere scritta una Legge, ovvero in termini chiari e comprensibili. Giampieretti ha sottolineato che questo è un problema comune in Italia a causa dello scarso livello tecnico giuridico di molti legislatori, purtroppo. Inoltre è evidente come il tema del Merito sia un tema fondamentale, ma venga trattato in maniera strumentale, quasi contradditoria.

La dott.ssa Laudisa, rispondendo a un intervento, ha ribadito l'importanza che lo Stato garantisca un livello costante uniforme in tutta la nazione per quanto riguarda i benefici del diritto allo Studio, servirebbe una uniformità delle risorse date in borse di studio, invece ogni regione decide per sè. In parte ciò è legale dal punto di vista dell'autonomia regionale sul diritto allo studio (riforma costituzionale 2001) tuttavia lo Stato si riserva per sé la competenza sui livelli minimi di agevolazioni garantite..cosa che non riesce a fare.


Ho cercato di riportare grazie ai miei appunti le informazioni date nell'incontro, molto interessante.
Ci saranno altri incontri simili prossimamente, riguardo Lavoro, Immigrazione e Libertà religiosa.

Fate girare pure questo contenuto Smile

Ospite
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Messaggio Da Ospite Gio Apr 14, 2011 10:41 am

Ottimo post di approfondimento! Sarà molto utile per sviluppare il programma dell'istruzione.

Anzi, ne approfitto per dire a tutti i soci e non che quando partecipate a conferenze o similari su argomenti di attualità se possibile di farne un breve report riportando un po' i punti che ne sono emersi, sopratutto quando più che opinioni riportano informazioni vere e proprio e proprio per questo doppiamente utili.
Spesso infatti a tali conferenze visto che partecipano anche delle persone che hanno competenze specifiche vengono anche dette informazioni che se no sono difficili da reperire.

Ospite
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Messaggio Da Ospite Gio Apr 14, 2011 2:28 pm

Sono pienamente d'accordo, e aggiungerei una cosa: è importante dialogare con le categorie coinvolte. Non possiamo pensare di fare un programma con dei punti su Lavoro, Università, Giustizia, etc. senza parlarne con lavoratori, precari, insegnanti, studenti, avvocati, etc. Dovremmo cercare di favorire il dialogo e il confronto, cosa che i partiti di questo paese non hanno fatto. Ad esempio a riguardo della legge Gelmini nessun partito ha dialogato con gli studenti in maniera seria e continuativa, salvo qualche "bagno di folla" di Vendola e Bersani negli ultimi giorni prima dell'approvazione.. Eppure erano mesi, ma che dico, anni che gli studenti di tutta Italia protestavano, manifestavano, aprivano le università per parlarne con i cittadini, i docenti, i giornalisti.. Non commettiamo l'errore di chiuderci: dobbiamo creare un partito che è espressione dei bisogni del Paese. Smile

p.s. questo è il sito dell'associaz che ha proposto l'incontro sul diritto allo studio, e dopo quasi 3 anni a padova posso dire che sono i piu' seri in circolazione da queste parti.. www.sindacatodeglistudenti.org

Ospite
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