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Pensioni: analisi e proposte

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Messaggio Da Ospite Dom Dic 19, 2010 5:30 pm

Apro questo topic per parlare di questo scottante tema e racchiudere quindi in un'unica discussione eventuali analisi, discussioni e proposte.

Per ora comincio postando solo questa notizia.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/12/19/visualizza_new.html_1648587444.html
in cui vengono riportate le analisi di Banca d'Italia sul futuro sviluppo del mondo delle pensioni, che ovviamente è tutto fuorchè roseo...


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Messaggio Da M.G. Mar Dic 21, 2010 9:16 pm

E' un tema molto delicato e complesso che dipende dai fondi dello Stato... l'unica soluzione è cercare di tagliare e di risparmiare il piu possibile, eliminando tutti gli sprechi e girare questi soldi risparmiati ai problemi fondamentali come quello delle pensioni.

M.G.
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Messaggio Da Ospite Mar Dic 21, 2010 11:35 pm

C'è anche da dire che se in Italia le pensioni minime (meglio: pensione sociale è il termine corretto se non vado errato) in particolare, ma si può dire delle varie formule pensionistiche in generale, sono tanto basse è un effetto secondario dovuto all'evasione fiscale e non tanto in maniera diretta per i mancati introiti (anche ovviamente, ma vorrei focalizzare un attimo su un altro aspetto del problema, forse anche leggermente più odioso per certi versi) nel periodo in questione: ma quanto per il fatto che moltissima gente, che ha lavorato in nero tutta la vita (quindi non versando contributi o comunque versandone meno del dovuto nei periodi passati), percepisce comunque la minima o comunque una pensione, pensioni che di fatto si possono considerare guadagno illecito che va a danno invece di chi ha sempre versato contributi.

è ovvio che se si ruba da una parte, ciò va a danno di qualcun'altro.

Oltre a questo ora l'Italia sta passando anche per grossi problemi strutturali ovviamente: aumento della vita media, diminuzione della natalità, ecc... problemi che per loro natura tendono a far saltare il sistema pensionistico, tanto più se di quel sistema se ne è abusato per anni.

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Messaggio Da Ospite Dom Mar 13, 2011 8:00 pm

é realmente un problema sociale al di poco incoraggiante, a questa tematica invito tutti i soci a formulare proposte.
Innazitutto sono contrario alla diversità delle pensioni, cioè non trovo giusto che la pensione di un giudice o di un parlamentare sia diversa da quella di un dipendente qualsiasi, quindi proporrei, pensione uguali per tutti.
cosa sicuramente difficile da attuare ma in alternativa Credo, che un dipendente debba ricevere una busta paga al netto del lordo:Esempio.
stipendio netto 1300 euro
Stipendio lordo 1800 euro
un dipendente che percepisce uno stipendio di 1800 euro protrebbe realmente stipolare una pensione integrativa.
questo sistema si usa in gran bretagna lo stato si tiene i contributi per la pensione minima poi resta al cittadino stipulare un fondo integrativo.
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Messaggio Da Ospite Dom Mar 13, 2011 11:24 pm

fondi che però sono molto a rischio c'è da dire in quanto si tratta comunque di fondi che agiscono in borsa.

Basta vedere cos'è successo con le recenti crisi in cui molta gente proprio in GB che aveva messo i risparmi in questi fondi ha rischiato con il trovarsi il nulla in mano o per lo meno con una rendita ben lontana da quella necessaria per rimanere in linea con l'inflazione.

http://www.morningstar.it/it/news/article.aspx?articleid=82413&categoryid=424

http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/I-fondi-pensione-tra-le-vittime-del-crack-finanziario-di-Bernard-Madoff

http://www.giornaledellospettacolo.it/index.php/il-giornale/news/609-carlo-felice-condannato-per-fondi-pensione-dipendenti.html (ed in Italia oltre a questo caso avremmo anche casi più grossi qua e là...)

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Messaggio Da Ospite Dom Set 18, 2011 5:49 pm

Io per la questione Pensioni avanzerei le seguenti proposte:

-Tetto massimo di 3000 euro netti al mese alle pensioni percepibili, tetto che vale quindi anche cumulando le pensioni.

-Innalzare la pensione di vecchiaia a 75 anni o 40 anni di contributi (attualmente i parametri sono 65 anni o 20 anni), abolendo però qualsiasi limite di età minimo e massimo richiesto per la pensione di anzianità (quest'ultima ricordo che fa riferimento al numero di anni lavorati, ma attualmente richiede comunque un'età 'minima' per accedervi) e al contempo premiando chi va in pensione più tardi e al contempo disincentivando fortemente chi va in pensione presto fissando come parametro 0 i 35 anni di contributi.

In questo modo oltre ad evitare i 'cumuli' di pensioni si favorirebbe chi raggiungesse l'età pensionabile dopo aver lavorato per gli anni necessari, inoltre potrebbe avere interessanti effetti nel contrasto al lavoro nero, almeno quello totale, in quanto per avere accesso alla pensione di anzianità (a cui a questo punto in genere si accederebbe prima secondo una normale carriera lavorativa) bisogna comunque risultare di avere lavorato avendo versato i contenuti.

Questo aiuterebbe inoltre a riequilibrare il sistema pensionistico minato da un sempre maggior numero di pensionati, da una maggiore età media di vita e da una diminuzione della forza lavoro 'fresca'.


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Messaggio Da Ospite Gio Nov 03, 2011 12:06 am

Idea ragionata da me e da un mio amico di fronte ad un buon caffè al bar: Istituzione di un ente solamente per le pensioni di anzianità (è questo il termine corretto dal punto di vista giuridico) che funzioni in questo modo: Una persona appena inizia a lavorare ad es. a 25 anni (qualsiasi tipo di prestazioni essa offra) si reca da questo ente e decide di aprire un "conto". Gli impiegati dell'ente calcolano in base ai vari parametri la possibile vita media del soggetto. Calcolano che il soggetto dovrà (in linea di massima) vivere fino a ad es. 90 anni. Calcolano, in base anche al tenore di vita, quanto potrebbe spendere mesilmente il soggetto una volta pensionato (ad es 1000 €) e calcolano quindi quanti contributi dovrà versare annualmente (o mensilmente) per un minimo di 35 anni questo soggetto (in questo caso il contributo annuo dovrebbe essere di 10286 € ovvero 857 € al mese). E' un contributo molto alto ma se ci fossero dei tassi di interesse anche solo del 10% annuo si arriverebbe a una pensione di 1100 € al mese quindi, sempre in base al tenore di vita, si potrebbe anche abbassare. Calcolando inoltre che i dati sulla previsione della vita sono molto ottimistici (di solito si aggiungono dieci anni alla speranza di vita matematica) questo ente non andrebbe mai in perdita: riassumo l'esempio.
Soggetto 25 anni
Previsione della vita 90 anni
Lavora 35 anni
Rimangono 30 anni
Versa mensilmente 857€ (10286 € l'anno)
Indennità prevista 1000 € al mese (12000 € l'anno)
tasso del 10%
Indennità prevista col tasso del 10% 1100 € al mese (13200 € l'anno)
Totale dei tributi 360010 €
Totale indennità prevista 396000 €
Morte a 83 anni (Nel 85% dei casi la vita effettiva è di 7 anni inferiore a quella prevista secondo le compagnie assicurative)
Totale indennità effettiva 303600 €
Ricavo dell'ente pubblico dal soggetto 56410 €

Non solo sarebbe un ente pubblico senza il solito bilancio passivo e nemmeno azzerato. Sarebbe addirittura in bilancio attivo! Che ne dite??

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Messaggio Da Ospite Sab Nov 05, 2011 2:22 pm

Insomma si potrebbe riassumere di trattare le pensioni di anzianità (legati agli anni di contributi) in maniera prettamente privatistica con la stipula da parte di questo ente pubblico (ma credo potrebbe farlo benissimo una INPS riformata) di polizze assicurative pensionistiche?

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Messaggio Da Andrea C. Tirone Sab Nov 05, 2011 3:18 pm

Ho letto l'idea di Lorenzo e non mi sembra male.Purtroppo in questo momento l'innalzamento dell'età pensionabile e il mantenimento di questo sistema è l'unica soluzione per garantire ai giovani (futuri pensionati) una pensione dignitosa (anche se non all'altezza del tenore di vita quando si lavorava),e sopratutto per garantire le attuali pensioni degli anziani che ormai sono diventati più dei giovani.Ma prima di fare riforme particolari,non si potrebbe vedere cosa si puo risparmiare controllando se tutte le pensioni sono in regola,menziono alle numerose pensioni di invalidità false (anche se non sono di anzianità) e accentuare i controlli riguardo alle truffe nei confronti dell' INPS.Questo è il modesto parere di una persona probabilmente "ignorante in materia di pensioni".

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Messaggio Da David Di Luca Dom Nov 06, 2011 7:46 am

Personalmente, credo che il maggiore difetto dell'Inps sia quello di essere una sorta di calderone dove tutti vanno a pescare. Dall'esperienza della pensione integrativa che mi sono fatto con una compagnia di assicurazione, mi è venuto da pensare che forse sarebbe meglio che ognuno avesse la sua posizione. Miei contributi, mia pensione. Se poi vogliamo mantenere un minimo di stato sociale, pensando a quelli che per vari motivi non hanno versato nulla, possiamo prevedere un prelievo di solidarietà, che so io, del 2-3%.

Altra idea buttata lì': ci sono persone che a 70 anni ancora giocano a tennis, e altre che a 50 non gliela fanno più. Potremmo prevedere quindi che si possa andare in pensione, volendo, anche dopo (e prendendo ovviamente di più) oppure prima (prendendo ovviamente di meno). La scelta viene lasciata al lavoratore, che la farà secondo le proprie forze e quello che si sente di fare.

Tutto quanto sopra a titolo puramente di contributo e brainstorming. Mi rendo conto che ci sarebbero da riformare un po' di cose, soprattutto la mentalità dell'italiano medio.

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Messaggio Da Dario De Vita (iRad) Dom Nov 06, 2011 1:22 pm

C'è dell'altro che si può aggiungere secondo me. Bisogna indagar eun po' per capire se queste somme (l'INPS muove davvero un sacco di soldi) possono essere messi a frutto.
Se sono capitali fermi si può pensare di investirli nell'acquisto di titoli di stato stranieri (e sicuri) per far fruttare queste risorse ed avere un buon ritorno. Oppure altri metodi, quelli usate dalle banche. Lo stesso discorso potrebbe valere anche per le poste.
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Messaggio Da Ospite Mer Nov 09, 2011 3:59 pm

Per Umberto la risposta e si, rispondo ad Andrea dicendo che è vero che prima di tutto ci andrebbe un adeguato intervento della finanza per rincontrollare tutte le pensioni di invalidità, però non sono d'accordo quando dici che questo è l'unico sistema in grado di mantenere la situazione ad un livello accettabile: l'INPS è una delle voci che grava maggiormente sul bilancio statale, con questo metodo lo renderesti addirittura attivo sul piano di bilancio! Quando un soggetto va ad iscriversi a questa sorta di polizza assicurativa pubblica cmq avrà il potere di "giocarsela" un po' chiedendo magari di poter andare in pensione un paio d'anni prima del previsto (dando di più al mese) o più tardi del previsto (dando di meno).
Diciamo che sarebbe una formula personalizzabile per ognuno...

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Messaggio Da Francesco Savica Sab Nov 12, 2011 12:33 pm

Cari amici,
da parecchio tempo la mia professione o quello che cerco di fare è il consulente previdenziale, la compagnia italiana per la quale lavoro come libero professionista offre tra le varie garanzie offre il blocco dei coefficienti per la conversione in pensione quelli alla data di sottoscrizione che normalmente vengono aggiornati ogni tre anni Basketball , xchè non studiare nel momento in cui una persona inizia l'attività lavorativa un meccanismo che prevede un adesione volontaria ma incentivata da parte dello stato, per queste formule che andrebbero a coprire il gap previdenziale, e non legando la rendita necessariamente all'età pensionabile. E dopodichè gradualmente la scelta deve andare alle persone decidere se far gestire i propri contributi previdenziali all'Inps o ad altre figure. Cosa ne pensate? affraid
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