Scuola primaria
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Scuola primaria
Salve, scrivo questo intervento e mi firmo come artemidos, sono la moglie di paxlex. Sono una laureata in lingue e per poter vivere lavoro come docente elementare precaria; ho molte cose da dire sulla scuola. Mi occuperò solo di ciò che conosco, perché manco da troppo tempo dalla scuola secondaria di primo grado per poter intervenire con qualcosa di significativo.
Innanzi tutto è bene chiarire che la cosiddetta riforma Gelmini NON ha creato il maestro unico perché non ha riportato a 20 ore settimanali l'orario scolastico: mantenendo la miriade di discipline di cui ci si deve occupare per legge a scuola, ha creato un viavai continuo di insegnanti nelle classi, invece della presenza ordinata di poche persone. A riguardo bisogna poi dire che il maestro unico, nel mondo d'oggi, è una figura di altri tempi, non in grado di offrire la pluralità di punti di vista richiesta al momento dal ministero.
Ciò che è necessario portare nella scuola primaria è il buon senso, cosa che non possibile fare né con una legge né con un partito – però la politica può contribuire molto a sanare una situazione di gravissimo disagio in cui si va avanti per sola buona volontà personale.
Elenco in ordine casuale e per punti le aree di principale malessere.
1) La burocrazia pervasiva a cui siamo sottoposti, l'ossessione per dei procedimenti “scientifici” nella valutazione che porta a un uso massiccio di test e non di elaborati, la necessità di usare ore non pagate per le correzioni e la compilazione di documenti vati.
2) L'enorme quantità di argomenti da trattare a fronte di orari infelici. Non vedo quale sia la logica di insegnare lingue minoritarie (dialetto) e l'inglese quando sempre più frequentemente non si conosce l'italiano o di stimolare l'uso de PC in bambini che stentano ad impugnare correttamente la matita per mancanza di esercizio manuale. Non parliamo poi di discipline quali la convivenza civile o l'educazione alimentare, in cui in quanto popolo siamo del tutto carenti.
3) La convinzione che una scuola fatta a progetti sia una scuola di qualità: oggi nelle scuole le ore di lezione sono davvero poche, c'è sempre il cosiddetto “esperto” che condiziona con la sua entrata il normale svolgimento delle lezioni. Ciò che è peggio è che le opportunità offerte gran parte delle volte coprono aspetti che dovrebbe essere compito degli insegnanti gestire – parlo ad esempio, della musica, del canto corale, della pratica sportiva, della pittura.
4) La mancanza di aggiornamenti stimolanti, che fa sì che la qualità non venga riconosciuta neanche dagli stessi interessati. Da anni gli unici aggiornamenti che vengono attivati riguardano aree di intervento specialistico (dislessia e disturbi dell'apprendimento), valutazione, assolvimento burocratico e mai approfondimenti metodologici o culturali in senso lato. E mai c'è una riflessione organizzata su cosa sia fare scuola.
5) La presenza inopportuna dei genitori e del cosiddetto “territorio”, che grazie ai Decreti Delegati e al recente concetto di autonomia ci infliggono la loro incompetenza basandosi su idiosincrasie personali e su orientamenti politici in nome di una malintesa democrazia. È inutile che citi gli episodi di violenza verso docenti che a scuola, ricordo, sono e rimangono pubblici ufficiali nell'esercizio della loro funzione.
6) L'intero disegno della scuola italiana, volta a parole a valorizzare le eccellenze e nei fatti a costruire dei cittadini ben addestrati, prevedibili e manovrabili. Tutto, dal trattato di Lisbona alla pratica giornaliera, è basato sull'autoritarismo intellettuale – l'insegnamento per problemi, anche se richiesto per legge, è quanto di più lontano esista dallo stile scolastico italiano, in cui di fatto bisogna supplire alle deficienze familiari in materia di igiene, buone maniere, stimoli intellettuali, attenzione, risoluzione dei conflitti. Il fatto è che si è malauguratamente spostata l'attenzione dal fatto che la scuola, come faceva in passato, debba istruire, cioè fornire strumenti culturali, all'idea che debba fornire personale adatto al mondo del lavoro, ma un equivoco del genere e la moderna pedagogia improntata tutta sul gioco e sul divertimento non riescono a coprire la mancanza di rispetto nei confronti dell'essere umano, ormai preso in considerazione solo in rapporto a quanto riesce a fornire alla società. In questo modo l'unico strumento rimane l'imposizione di modelli unici ed è proprio per coprire ciò che si parla di individualizzazione dell'insegnamento e valorizzazione del pensiero divergente – sappiamo bene che se si parla di qualcosa è perché in realtà non c'è.
7) La perdita del rispetto nei rapporti umani, evidentissima in ogni campo, da quello lavorativo a quello dell'intrattenimento. I rapporti sono tesi, le persone sono insoddisfatte e per difendersi dalla delusione diventano aggressive; allevano in modo aggressivo i bambini e anche gli insegnanti sono diventati aggressivi tra di loro.
Ci sarebbe una marea di altre cose da dire sugli edifici scolastici e sulle dotazioni minime, sulla mancanza cronica di soldi per le supplenze e perfino sul materiale di facile consumo, sul reclutamento, sulla piaga cronica dei precari, sul mansionismo talvolta volontario talvolta “spintaneo”, sugli esperimenti ministeriali di valutazione degli insegnanti a carico di genitori, minorenni e enti statali (INVALSI), sulla mancanza di professionalità di molti docenti che per quieto vivere vengono lasciati in pace dai dirigenti, sulle restrizioni per la concessione degli insegnanti di sostegno, sulla stagnazione dei salari, sull'accanimento statale in caso di assenza per malattia, ma mi rendo conto che non si può affrontare tutto in una volta. Allora vi suggerisco di rivolgervi alla Gilda degli insegnanti (http://www.gildains.it/), sindacato apolitico fatto di soli insegnanti, le cui proposte tecniche mi sembrano di buon senso.
Un'ultima cosa: sono contrarissima alla vostra proposta di termine del percorso scolastico superiore a 16 anni: il fatto che nel resto d'Europa si faccia così non mi pare un buon motivo per affrettare i tempi. Già a 18 anni è molto difficile rendersi conto di sé e delle proprie inclinazioni. Non lasciamoci prendere dall'idea che il mondo del lavoro non aspetta: è ben più importante formarsi con calma come persone piuttosto che offrirsi al mercimonio ora imperante senza saper pensare con la propria testa.
Questo per iniziare.
Artemidos
Innanzi tutto è bene chiarire che la cosiddetta riforma Gelmini NON ha creato il maestro unico perché non ha riportato a 20 ore settimanali l'orario scolastico: mantenendo la miriade di discipline di cui ci si deve occupare per legge a scuola, ha creato un viavai continuo di insegnanti nelle classi, invece della presenza ordinata di poche persone. A riguardo bisogna poi dire che il maestro unico, nel mondo d'oggi, è una figura di altri tempi, non in grado di offrire la pluralità di punti di vista richiesta al momento dal ministero.
Ciò che è necessario portare nella scuola primaria è il buon senso, cosa che non possibile fare né con una legge né con un partito – però la politica può contribuire molto a sanare una situazione di gravissimo disagio in cui si va avanti per sola buona volontà personale.
Elenco in ordine casuale e per punti le aree di principale malessere.
1) La burocrazia pervasiva a cui siamo sottoposti, l'ossessione per dei procedimenti “scientifici” nella valutazione che porta a un uso massiccio di test e non di elaborati, la necessità di usare ore non pagate per le correzioni e la compilazione di documenti vati.
2) L'enorme quantità di argomenti da trattare a fronte di orari infelici. Non vedo quale sia la logica di insegnare lingue minoritarie (dialetto) e l'inglese quando sempre più frequentemente non si conosce l'italiano o di stimolare l'uso de PC in bambini che stentano ad impugnare correttamente la matita per mancanza di esercizio manuale. Non parliamo poi di discipline quali la convivenza civile o l'educazione alimentare, in cui in quanto popolo siamo del tutto carenti.
3) La convinzione che una scuola fatta a progetti sia una scuola di qualità: oggi nelle scuole le ore di lezione sono davvero poche, c'è sempre il cosiddetto “esperto” che condiziona con la sua entrata il normale svolgimento delle lezioni. Ciò che è peggio è che le opportunità offerte gran parte delle volte coprono aspetti che dovrebbe essere compito degli insegnanti gestire – parlo ad esempio, della musica, del canto corale, della pratica sportiva, della pittura.
4) La mancanza di aggiornamenti stimolanti, che fa sì che la qualità non venga riconosciuta neanche dagli stessi interessati. Da anni gli unici aggiornamenti che vengono attivati riguardano aree di intervento specialistico (dislessia e disturbi dell'apprendimento), valutazione, assolvimento burocratico e mai approfondimenti metodologici o culturali in senso lato. E mai c'è una riflessione organizzata su cosa sia fare scuola.
5) La presenza inopportuna dei genitori e del cosiddetto “territorio”, che grazie ai Decreti Delegati e al recente concetto di autonomia ci infliggono la loro incompetenza basandosi su idiosincrasie personali e su orientamenti politici in nome di una malintesa democrazia. È inutile che citi gli episodi di violenza verso docenti che a scuola, ricordo, sono e rimangono pubblici ufficiali nell'esercizio della loro funzione.
6) L'intero disegno della scuola italiana, volta a parole a valorizzare le eccellenze e nei fatti a costruire dei cittadini ben addestrati, prevedibili e manovrabili. Tutto, dal trattato di Lisbona alla pratica giornaliera, è basato sull'autoritarismo intellettuale – l'insegnamento per problemi, anche se richiesto per legge, è quanto di più lontano esista dallo stile scolastico italiano, in cui di fatto bisogna supplire alle deficienze familiari in materia di igiene, buone maniere, stimoli intellettuali, attenzione, risoluzione dei conflitti. Il fatto è che si è malauguratamente spostata l'attenzione dal fatto che la scuola, come faceva in passato, debba istruire, cioè fornire strumenti culturali, all'idea che debba fornire personale adatto al mondo del lavoro, ma un equivoco del genere e la moderna pedagogia improntata tutta sul gioco e sul divertimento non riescono a coprire la mancanza di rispetto nei confronti dell'essere umano, ormai preso in considerazione solo in rapporto a quanto riesce a fornire alla società. In questo modo l'unico strumento rimane l'imposizione di modelli unici ed è proprio per coprire ciò che si parla di individualizzazione dell'insegnamento e valorizzazione del pensiero divergente – sappiamo bene che se si parla di qualcosa è perché in realtà non c'è.
7) La perdita del rispetto nei rapporti umani, evidentissima in ogni campo, da quello lavorativo a quello dell'intrattenimento. I rapporti sono tesi, le persone sono insoddisfatte e per difendersi dalla delusione diventano aggressive; allevano in modo aggressivo i bambini e anche gli insegnanti sono diventati aggressivi tra di loro.
Ci sarebbe una marea di altre cose da dire sugli edifici scolastici e sulle dotazioni minime, sulla mancanza cronica di soldi per le supplenze e perfino sul materiale di facile consumo, sul reclutamento, sulla piaga cronica dei precari, sul mansionismo talvolta volontario talvolta “spintaneo”, sugli esperimenti ministeriali di valutazione degli insegnanti a carico di genitori, minorenni e enti statali (INVALSI), sulla mancanza di professionalità di molti docenti che per quieto vivere vengono lasciati in pace dai dirigenti, sulle restrizioni per la concessione degli insegnanti di sostegno, sulla stagnazione dei salari, sull'accanimento statale in caso di assenza per malattia, ma mi rendo conto che non si può affrontare tutto in una volta. Allora vi suggerisco di rivolgervi alla Gilda degli insegnanti (http://www.gildains.it/), sindacato apolitico fatto di soli insegnanti, le cui proposte tecniche mi sembrano di buon senso.
Un'ultima cosa: sono contrarissima alla vostra proposta di termine del percorso scolastico superiore a 16 anni: il fatto che nel resto d'Europa si faccia così non mi pare un buon motivo per affrettare i tempi. Già a 18 anni è molto difficile rendersi conto di sé e delle proprie inclinazioni. Non lasciamoci prendere dall'idea che il mondo del lavoro non aspetta: è ben più importante formarsi con calma come persone piuttosto che offrirsi al mercimonio ora imperante senza saper pensare con la propria testa.
Questo per iniziare.
Artemidos
Ospite- Ospite
Re: Scuola primaria
Inanzitutto benvenuta e grazie del tuo intervento.
Per quel che riguarda la nostra proposta di diminuire gli anni necessari per conseguire il diploma di scuola media superiore posso dirti che comunque se ne sta discutendo, anche se il senso è quello di evitare che i nostri studenti arrivino nel mondo del lavoro, a parità di preparazione, in ritardo al confronto con gli altri studenti europei con ovvi svantaggi... svantaggi che sarebbero minimi se non nulli in uno Stato dall'economia solida, in crescita e con un sistema di welfare come quello dei paesi nordici di alcuni anni fa (pure da loro abbandonato in quanto divenuto insostenibile purtroppo), ma che diventano sensibili non solo allo stato attuale, ma anche in momenti più tranquilli dell'economia nostra ed europea (ma ci sono mai stati negli ultimi 30 anni?).
NDE comunque il programma lo vuole costruire insieme a tutti i soci e non vuole offrire già il 'pasto pronto' (pur partendo da poche e solide basi), è per questo che post come questi sono molto importanti.e per part
Comunque come coordinatore del team istruzione ti consiglio di contattarmi su skype, nelle prossime settimane probabilmente tra i membri del team organizzzeremo anche qualche riunione su skyper per sviluppare meglio il programma.
Per quel che riguarda la nostra proposta di diminuire gli anni necessari per conseguire il diploma di scuola media superiore posso dirti che comunque se ne sta discutendo, anche se il senso è quello di evitare che i nostri studenti arrivino nel mondo del lavoro, a parità di preparazione, in ritardo al confronto con gli altri studenti europei con ovvi svantaggi... svantaggi che sarebbero minimi se non nulli in uno Stato dall'economia solida, in crescita e con un sistema di welfare come quello dei paesi nordici di alcuni anni fa (pure da loro abbandonato in quanto divenuto insostenibile purtroppo), ma che diventano sensibili non solo allo stato attuale, ma anche in momenti più tranquilli dell'economia nostra ed europea (ma ci sono mai stati negli ultimi 30 anni?).
NDE comunque il programma lo vuole costruire insieme a tutti i soci e non vuole offrire già il 'pasto pronto' (pur partendo da poche e solide basi), è per questo che post come questi sono molto importanti.e per part
Comunque come coordinatore del team istruzione ti consiglio di contattarmi su skype, nelle prossime settimane probabilmente tra i membri del team organizzzeremo anche qualche riunione su skyper per sviluppare meglio il programma.
Ospite- Ospite
Re: Scuola primaria
Domani Giovedì 09 Dicembre alle 21:30 su Skype nell'ordine del giorno è prevista la discussione iniziale della bozza Programma NDE Istruzione. Gli interessati sono tutti invitati.
Contesto e mia posizione
Salve sono Paolo.
Ritengo sia sempre importante contestualizzare le informazioni, perché quando si parla in generale è facile fraintendere un discorso. Credo che artemidos abbia voluto parlare esclusivamente della scuola primaria (posta in oggetto al suo intervento), dove da alcuni anni si tocca la distruzione non solo della cultura, ma dell'istruzione vera e propria. Ritengo che i bambini siano a scuola per imparare (non per giocare - ogni cosa ha il suo tempo) e non possano emettere giudizi sull'operato del docente. Un po' perché non hanno la maturità, un po' perché quella situazione posta in rapporto all'università sarebbe come se gli studenti del primo anno facessero la pagella al rettore oppure gli operai di una fabbrica dessero i voti al proprietario. Poi che facciamo, licenziamo il rettore oppure togliamo la ditta al proprietario? Sono esempi limite, ma è solo per comprendere che il sistema voluto da questo governo è stato attuato al solo scopo di destabilizzare le scuole e non per creare quello spirito di collaborazione e rispetto che dovrebbe essere alla base dei rapporti. Spirito di collaborazione dove i genitori dovrebbero collaborare con il docente, in particolare sull'educazione e moralità dell'individuo, e non discutere le metodologie di studio. La metodologia deve essere discussa tra i docenti della scuola insieme al dirigente scolastico per attuare un programma didattico di maggior efficacia. Ognuno ha il suo incarico, posizione e responsabilità, non si può e non è corretto livellare tutti sullo stesso piano, almeno fino a quando si parla di primarie e secondarie. Questo non vuol dire che l'allunno non abbia voce in capitolo, una maestra attenta e aperta è sempre aperta ad ascoltare. Alle secondarie di secondo grado poi da molti anni sono presenti i rappresentanti di classe che parlano per conto della classe quando ci sono problemi, l'importante è che ci sia il rispetto del ruolo. Rispetto che non si costruisce con le regole o le punizioni, ma con l'apertura al dialogo e la comprensione della visione dell'altro. Quando questo manca, è bene che ci sia un'educazione pratica alla conoscenza del potere e dell'arroganza. Ritengo che dovrebbe esserci quasi una materia specifica in merito alla conoscenza di se stessi, perché spesso le nostre visioni sono strutturate da pregiudizi, aspettative e idee così bene da crederle vere e giuste.
Ho una mia opinione su come andrebbe ristrutturata la scuola, ma prevede un rinnovamento, un po' come la politica, totale delle persone e della loro mentalità. Le scuole primarie e quelle secondarie di primo grado unite in un programma unico che preveda non solo le materie principali quali la matematica, le lettere, le scienze, la geografia, ecc., ma anche attività quali la danza classica e moderna, la musica, la pittura, il disegno, il canto, il Tai chi, ecc. Perché è bene che il bambino comprenda da subito le difficoltà di un'arte. In questo periodo dovrebbe anche imparare un metodo di studio, attraverso il quale scoprire e mettere a frutto le sue prime abilità. Il docente delle primarie deve avere un bagaglio culturale spaventoso e una preparazione seria in diverse arti, poi visto che oggi molti bambini con difficoltà sono presenti nelle classi con altri bambini il docente è chiamato ad essere anche infermiere, psicologo e, al limite estremo, anche medico, spesso senza nessuna preparazione: in questo senso ha una grandissima responsabilità e dovrebbe essere pagato in rapporto a questo apporto, tuttavia non lo è. Per fornire un'idea, il programma di questi 8 anni dovrebbe seguire nello stile di insegnamento i programmi della scuola di Brockwood School in UK.
Nei cinque anni delle superiori la scuola dovrebbe avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, i suoi programmi dovrebbero essere rivisti, appunto, ogni cinque anni in modo da essere aggiornati con i tempi e la società, ogni scuola ovviamente dovrebbe essere autonoma in rapporto all'area trattata. Queste realtà dovrebbero poi (in realtà più o meno lo sono già ora) essere divise in "scuola tecnica e scientifica", "scuola delle arti", "scuola dell'artigianato", "scuola umanistico-linguistico" (educativo). In questi anni gli studenti entrano in contatto con imprenditori, artigiani, artisti, ecc. e per questo motivo le scuole devono essere fornite di tutti gli strumenti e ambienti per poter operare in via pratica e internamente alla stessa. Si deve evitare che una ditta possa approfittare tramite una "wor-esperience" del lavoro di una persona senza fornire un reale e vero addestramento.
Le università dovrebbero poi preparare al mondo del lavoro vero e proprio e fornire una sorta di specializzazione sul campo, dove i giovani non imparano soltanto, ma diventano produttori di beni e siano quindi, in rapporto, pagati parzialmente per i loro risultati: una sorta di via di mezzo tra un dottato di ricerca e lo studente universitario: una specie di borsa di studio a rate.
Sono solo idee buttate su questo tavolo.
Probabilmente limitate, sicuramente migliorabili.
Ritengo sia sempre importante contestualizzare le informazioni, perché quando si parla in generale è facile fraintendere un discorso. Credo che artemidos abbia voluto parlare esclusivamente della scuola primaria (posta in oggetto al suo intervento), dove da alcuni anni si tocca la distruzione non solo della cultura, ma dell'istruzione vera e propria. Ritengo che i bambini siano a scuola per imparare (non per giocare - ogni cosa ha il suo tempo) e non possano emettere giudizi sull'operato del docente. Un po' perché non hanno la maturità, un po' perché quella situazione posta in rapporto all'università sarebbe come se gli studenti del primo anno facessero la pagella al rettore oppure gli operai di una fabbrica dessero i voti al proprietario. Poi che facciamo, licenziamo il rettore oppure togliamo la ditta al proprietario? Sono esempi limite, ma è solo per comprendere che il sistema voluto da questo governo è stato attuato al solo scopo di destabilizzare le scuole e non per creare quello spirito di collaborazione e rispetto che dovrebbe essere alla base dei rapporti. Spirito di collaborazione dove i genitori dovrebbero collaborare con il docente, in particolare sull'educazione e moralità dell'individuo, e non discutere le metodologie di studio. La metodologia deve essere discussa tra i docenti della scuola insieme al dirigente scolastico per attuare un programma didattico di maggior efficacia. Ognuno ha il suo incarico, posizione e responsabilità, non si può e non è corretto livellare tutti sullo stesso piano, almeno fino a quando si parla di primarie e secondarie. Questo non vuol dire che l'allunno non abbia voce in capitolo, una maestra attenta e aperta è sempre aperta ad ascoltare. Alle secondarie di secondo grado poi da molti anni sono presenti i rappresentanti di classe che parlano per conto della classe quando ci sono problemi, l'importante è che ci sia il rispetto del ruolo. Rispetto che non si costruisce con le regole o le punizioni, ma con l'apertura al dialogo e la comprensione della visione dell'altro. Quando questo manca, è bene che ci sia un'educazione pratica alla conoscenza del potere e dell'arroganza. Ritengo che dovrebbe esserci quasi una materia specifica in merito alla conoscenza di se stessi, perché spesso le nostre visioni sono strutturate da pregiudizi, aspettative e idee così bene da crederle vere e giuste.
Ho una mia opinione su come andrebbe ristrutturata la scuola, ma prevede un rinnovamento, un po' come la politica, totale delle persone e della loro mentalità. Le scuole primarie e quelle secondarie di primo grado unite in un programma unico che preveda non solo le materie principali quali la matematica, le lettere, le scienze, la geografia, ecc., ma anche attività quali la danza classica e moderna, la musica, la pittura, il disegno, il canto, il Tai chi, ecc. Perché è bene che il bambino comprenda da subito le difficoltà di un'arte. In questo periodo dovrebbe anche imparare un metodo di studio, attraverso il quale scoprire e mettere a frutto le sue prime abilità. Il docente delle primarie deve avere un bagaglio culturale spaventoso e una preparazione seria in diverse arti, poi visto che oggi molti bambini con difficoltà sono presenti nelle classi con altri bambini il docente è chiamato ad essere anche infermiere, psicologo e, al limite estremo, anche medico, spesso senza nessuna preparazione: in questo senso ha una grandissima responsabilità e dovrebbe essere pagato in rapporto a questo apporto, tuttavia non lo è. Per fornire un'idea, il programma di questi 8 anni dovrebbe seguire nello stile di insegnamento i programmi della scuola di Brockwood School in UK.
Nei cinque anni delle superiori la scuola dovrebbe avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, i suoi programmi dovrebbero essere rivisti, appunto, ogni cinque anni in modo da essere aggiornati con i tempi e la società, ogni scuola ovviamente dovrebbe essere autonoma in rapporto all'area trattata. Queste realtà dovrebbero poi (in realtà più o meno lo sono già ora) essere divise in "scuola tecnica e scientifica", "scuola delle arti", "scuola dell'artigianato", "scuola umanistico-linguistico" (educativo). In questi anni gli studenti entrano in contatto con imprenditori, artigiani, artisti, ecc. e per questo motivo le scuole devono essere fornite di tutti gli strumenti e ambienti per poter operare in via pratica e internamente alla stessa. Si deve evitare che una ditta possa approfittare tramite una "wor-esperience" del lavoro di una persona senza fornire un reale e vero addestramento.
Le università dovrebbero poi preparare al mondo del lavoro vero e proprio e fornire una sorta di specializzazione sul campo, dove i giovani non imparano soltanto, ma diventano produttori di beni e siano quindi, in rapporto, pagati parzialmente per i loro risultati: una sorta di via di mezzo tra un dottato di ricerca e lo studente universitario: una specie di borsa di studio a rate.
Sono solo idee buttate su questo tavolo.
Probabilmente limitate, sicuramente migliorabili.
Ospite- Ospite
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