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Proposte su Lavoro e Impresa

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Messaggio Da Ospite Ven Ago 06, 2010 12:17 pm

Io ritengo che in tema di lavoro, disoccupazione e economia, le norme attualmente nel programma di IDV siano condivisibili, e non siano eccessivamente utopistiche. Le riporto sotto:

* Prevedere il ricorso generalizzato ai contratti di solidarietà
* Raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane
* Disporre ammortizzatori sociali a favore di tutti coloro che ne sono privi a partire dai precari
* Abbattere il costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato
* Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese
* Prevedere la copertura dei periodi di assenza per maternità, malattia e infortunio per le partite Iva con un reddito inferiore a 20.000 euro l’anno
* 20% di aliquota minima fiscale su stipendi, pensioni e bassi redditi
* 20% di tassazione sulle rendite finanziarie, immobiliari esclusi i titoli di Stato
* 20% di aumento stipendi e pensioni minime nei prossimi 3 anni
* Detassare la tredicesima mensilità
* Fissare un tetto massimo per le retribuzioni dei manager di banche, di aziende pubbliche e di aziende che ricevono aiuti di Stato
* Ripristinare tutte le norme approvate dal governo Prodi in tema di sicurezza sul lavoro

Aggiungerei due proposte, secondo me vitali, una per il lavoro e una per l'economia:

* Abrogazione della cosiddetta "Legge Biagi"
* (ri)proporre e approvare una tassazione per le banche.

Considerato l'interesse che ogni tipo di banca riceve dallo Stato (nel caso dell'emissione di moneta), e che riceve dai cittadini (attraverso i prestiti), ritengo sia fondamentale tassare quel flusso di denaro. Anche perchè ogni cittadino versa allo Stato delle imposte che vengono, successivamente, girate alla Banca d'Italia (o meglio, Bankitalia, cioè pubblica solo per modo di dire) per coprire l'interesse sulla produzione di moneta. Quindi l'interesse ANCHE sul prestito altro non è che pagare DUE VOLTE la stessa imposta.

Se un flusso di denaro potenzialmente illimitato viene tassato con una percentuale fissa, nelle casse Statali si inserisce un flusso di denaro potenzialmente illimitato. Alleggerendo non poco la pressione fiscale sui cittadini e sugli Enti Locali. E meno pressione fiscale va a influenzare positivamente anche gli stipendi dei lavoratori.

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Messaggio Da Marcello.DeVita Ven Ago 06, 2010 12:41 pm

"(ri)proporre e approvare una tassazione per le banche" mi trovi pienamente d'accordo.

Per quanto riguarda gli altri punti li analizzeremo uno per uno. Io posso cominciare con uno in particolare

"Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese"

Ma io aggiungerei anche a seconda del titolo di studio e dell'esperienza in diversi settori non solo lavorativi.

1) Salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese

2) Salario da 1000 euro in su per laureati, dottorati, specializzati

3) Salario da 1000 euro in su per coloro che hanno compiute esperienze anche durante il periodo universitario: Erasmus, confidenza con più lingue, esperienza associative ed organizzative.

Quelli di sopra sono solo alcuni esempi ma l'obiettivo deve essere quello di garantire uno stipendio il più possibile corrispondente alle capacità, al titolo e all'esperienza di ognuno.
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Messaggio Da Ospite Ven Ago 06, 2010 1:02 pm

Basta che il salario di livello più basso non vada sotto i 900-1000 euro al mese. Stabilito questo come punto cardine, l'aumento percentuale in base alla formazione e alle competenze non può che trovarmi d'accordo. A patto che sia realmente percentuale, e quindi fisso. In modo da non vedere persone con le stesse competenze che prendono paghe diverse solo per una mera scelta aziendale.

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Messaggio Da Ospite Lun Set 13, 2010 5:48 pm

Visto che avevo giusto pochi giorni fa aperto un topic sull'argomento ripropongo una mia proposta che parte dal pressuposto che uno (uno, non l'unico ovviamente) dei problemi 'madre' (ovvero di quelli da cui derivano molti dei problemi poi più sentiti 'direttamente' dal lavoratore) dell'attuale situazione del lavoro oggi sia l'attuale sistema sindacale che non è riuscito a stare al passo con i tempi ed è stato eroso dai problemi interni, un primo passo potrebbe essere applicare i commi mai di fatto applicati dell'art 39 (tra cui quello che garantirebbe la facoltà di stipulare contratti erga omnes, mentre ora se non ricordo male i contratti stipulati valgono solo per le parti che lo stipulano, e gli effetti deleteri si vedono anche sulla questione FIAT)? Già questo sarebbe un grande passo visto che aumenterebbe la capacità di contrattare dei sindacati equilibrando quindi la situazione attuale di rapporto di poteri tra sindacati e datori di lavori e tra i sindacati stessi ("Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti...", evitando quindi che microsindacati abbiano troppo potere o che un sindacato possa operare da solo o che si cerchi di schiacciare senza colpo subire importanti posizioni rappresentative di un elevato numero di lavori da parte di alcuni settori, una sorta di democratizzazione dei rapporti sindacali quindi).

Sul salario minimo l'idea in sè è buona, ma è male formulata: proponendo un salario mensile minimo la formula può essere facilmente aggirata, per dirne una con un maggior ricorso a contratti part-time (e mi si può dire tutto, ma non si può pagare un full-time tanto quanto un part-time, credo che la cosa sia ovvia), la formula proposta dovrebbe essere invece quella del salario orario minimo, salario orario che in quanto tale può essere esteso praticamente a quasi tutte le tipologie diventando difficilmente aggirabile. Comunque il salario minimo bisogna stare molto attenti alla sua applicazione, potrebbe essere interessante solo se accompagnato da incentivi verso gli stipendi maggiori (diciamo fluttuanti per un lavoratore a tempo pieno senza straordinari tra 1000 e 2000 euro) visto che senza accorgimenti potrebbe diventare non solo lo stipendio minimo, ma anche quello unico per intere categorie in quanto i datori di lavori potrebbero applicare il minimo senza avere alcun interesse ad eventuali aumenti e similari in quanto il minimo è dato per legge (e quindi per certe letture di comodo 'incontestabile').

Prolungare la durata cassa integrazione può invece avere un effetto boomerang, non solo e non tanto sul costo del welfare (cosa che andrebbe ad erodere altri capitoli di spesa), ma quanto sul fatto che potrebbe ancora di più diventare una leva degli industriali per far ricadere loro costi sulla collettiva, quindi di fatto deresponsabilizzandoli ulteriormente, con una cassa integrazione ancora più lunga le industrie del settore automotive (che hanno un andamento di vendite ciclico) potrebbe ancora di più aumentarne il ricorso solo con la prospettiva di massimizzare i guadagni disinvestendo nel periodo 'magro' sapendo però di avere la manodopera pronta nel periodo 'grasso' (cosa che avviene già ora tra l'altro, ma che allungando ulteriormente la cassa integrazione diventerebbe regola e normalità).

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Messaggio Da Ospite Dom Gen 02, 2011 6:38 pm

condivido quanto detto sottolineando l'importanza della meritocrazia, ritengo sia fondamentale nel mondo di qualsiasi lavoro lo stimolo a darsi da fare. e' ancora piu' importante creare le condizioni alle imprese italiane,( abbasare i costi di produzione ) in modo che siano piu' competitivi e possano riportare (basterebbe una piccola parte) dell'enorme volume di lavoro che attualmente portano all'estero.

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Messaggio Da Ospite Mar Gen 04, 2011 5:30 pm

Marcello.DeVita ha scritto:"(ri)proporre e approvare una tassazione per le banche" mi trovi pienamente d'accordo.

Per quanto riguarda gli altri punti li analizzeremo uno per uno. Io posso cominciare con uno in particolare

"Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese"

Ma io aggiungerei anche a seconda del titolo di studio e dell'esperienza in diversi settori non solo lavorativi.

1) Salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese

2) Salario da 1000 euro in su per laureati, dottorati, specializzati

3) Salario da 1000 euro in su per coloro che hanno compiute esperienze anche durante il periodo universitario: Erasmus, confidenza con più lingue, esperienza associative ed organizzative.

Quelli di sopra sono solo alcuni esempi ma l'obiettivo deve essere quello di garantire uno stipendio il più possibile corrispondente alle capacità, al titolo e all'esperienza di ognuno.

Visto che in Italia e' successo molte volte, se uno la laurea se l'e' compreta?!
Voglio sperare che tutte le proposte non siano legate solo al famoso "pezzetto di carta" perche' a 49 posso assicurarvi che ho conosciuto gente laureata che valeva molto ma molto meno di chi aveva una semplice licenza media,.
Mi sta bene se si valuta sulle capacita' e sull'esperienza comprovata, cioe' quella dimostrata all'atto pratico, su affidarsi a titoli sinceramente non sono per nulla d'accordo.

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Messaggio Da Marco Lucano Mar Gen 04, 2011 5:37 pm

Marcello.DeVita ha scritto:"(ri)proporre e approvare una tassazione per le banche" mi trovi pienamente d'accordo.

Per quanto riguarda gli altri punti li analizzeremo uno per uno. Io posso cominciare con uno in particolare

"Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese"

Ma io aggiungerei anche a seconda del titolo di studio e dell'esperienza in diversi settori non solo lavorativi.

1) Salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1.000 euro al mese

2) Salario da 1000 euro in su per laureati, dottorati, specializzati

3) Salario da 1000 euro in su per coloro che hanno compiute esperienze anche durante il periodo universitario: Erasmus, confidenza con più lingue, esperienza associative ed organizzative.

Quelli di sopra sono solo alcuni esempi ma l'obiettivo deve essere quello di garantire uno stipendio il più possibile corrispondente alle capacità, al titolo e all'esperienza di ognuno.

Non sono daccordo, non si può imporre alle imprese quanto pagare i propri dipendenti. Senza contare che, come dice Grazia la laurea non garantisce la bravura.
Bisogna invece creare le condizioni affinchè le imprese possano offrire salari più alti per accaparrarsi i migliori.
Non sono per un liberismo senz' anima ma nemmeno per vincoli troppo capillari come questo. Si rischia che allora l'impresa scelga di non assumere.
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Messaggio Da Ospite Mar Gen 04, 2011 5:41 pm

Ricordate che velatamente si e' fatto notare che per uno stesso lavoro c'e' discrepanza fra i vari stati europei e questo consente alle ditte di portare le loro fabbriche dove piu' conviene a loro, si e' ventilata la proposta di unificare la base degli stipendi in tutta Europa, non so a che punto sia questa proposta, ma credo che sia una cosa a cui prima o poi si dovrebbe arrivare.
Oggi come oggi se imponi a una ditta di pagare un minimo di mille euro, quella prende a sposta lavoro dove ne puo' pagare 300 di euro...

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Messaggio Da Marco Lucano Mer Gen 05, 2011 12:53 am

GraziaM ha scritto:Ricordate che velatamente si e' fatto notare che per uno stesso lavoro c'e' discrepanza fra i vari stati europei e questo consente alle ditte di portare le loro fabbriche dove piu' conviene a loro, si e' ventilata la proposta di unificare la base degli stipendi in tutta Europa, non so a che punto sia questa proposta, ma credo che sia una cosa a cui prima o poi si dovrebbe arrivare.
Oggi come oggi se imponi a una ditta di pagare un minimo di mille euro, quella prende a sposta lavoro dove ne puo' pagare 300 di euro...

Ritengo che questo sarebbe un provvedimento da economia pianificata..assolutamente inattuabile. Mentre con il tempo grazie alla libera circolazione delle merci e dei lavoratori si arriverà a un livellamento.
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Messaggio Da Ospite Mer Gen 05, 2011 11:23 am

Che con 1000 euro di stipendio minimo le aziende scappano all'estero dove bastano 300 euro (ci sono dei posti dove ne bastano anche 30 se per questo) allora tanto vale chiudere tutte le aziende visto che significa che la gente che ci lavora ora come ora non arriverebbe neanche a fine del mese.


Comunque qui si parlava di salario minimo, non di salario unico o pre-determinato e da cui non ci si può muovere.

Faccio notare come il salario minimo esiste anche in stati come:
Francia
Spagna
Regno Unito e....

Stati Uniti d'America


Quindi sinceramente non vedo i rischi di economia pianificata... ci sarebbe se si imponesse il salario, minimo, massimo e medio, ma imponendo il minimo no.

Diciamo che gli argomenti contro questa proposta dovrebbero essere altri per lo meno ecco...


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Messaggio Da M.G. Mer Gen 05, 2011 1:26 pm

Sono d'accordo sul salario minimo, in modo da garantire un certo standard almeno dignitoso per il lavoratore... e, come sostiene Umberto, non porrei dei vincoli a stipendi medi o massimi, sennò non ci sarebbe piu alcuna libertà e si andrebbe ad intaccare troppo le aziende e non produrrebbe nulla di buono una manovra simile

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 11:40 am

Tra l'altro questo è un argomento di estrema attualità...che posizione dovremmo assumere nei confronti del caso Fiat-Fiom? Oggettivamente è una questione molto spinosa. Le ragioni stanno da entrambe le parti.
Sicuramente la Fiat, che storicamente deve molto a questo Paese, ai miei occhi farebbe una pessima figura a depotenziare gli impianti italiani. In quel caso vorrei vedere uno stato presente che adotti il pugno duro.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 11:47 am

Sulla questione FIAT...

In realtà è una questione che secondo me non riguarda neanche il mercato del lavoro... quello è solo un causus belli della FIAT...

La FIAT ha già deciso di andarsene via dall'Italia a mio parere (e Marchionne ricordiamo che è canadese, a lui dell'Italia ben poco gliene importa... anche quello è un indice secondo me di scelte aziende precise, sarei curioso di sentire seriamente e apertamente parlare Elkann delle strategie della FIAT invero...), ha trovato il terreno fertile in un governo inetto e nei sindacati divisi e ora ne sta approfittando e ora fa quel che vuole.

In fondo il contratto speciale per Pomigliano non doveva essere il primo ed ultimo? Invece, come ci si poteva immaginare, è stato solo l'inizio.

Tra l'altro aggiungo che basta vedere i numeri di produzione (ed i modelli anche) messi in campo secondo i nuovi accordi per capire che la FIAT ha già deciso di andarsene, i numeri sono ridicoli per un'azienda come la fiat... temo che tra due o tre anni Marchionne o chi per lui se ne uscirà con il fatto che negli stabilimenti italiani non si produce quanto si potrebbe (ed il fatto che l'abbia deciso lui quanto produrre l'ha deciso lui poco importerà, tanto gli italiani evidentemente per certe visioni hanno la memoria corta) e non rendono abbastanza e perciò delocalizzerà...

Poi rimango dell'idea che con i soldi che ha dato l'Italia alla fiat negli anni passati per lo meno prima di decidere qualsiasi delocalizzazione la FIAT dovrebbe restituire i soldi indietro... o in alternativa cedere il 90% (e credo di essere ancora buona) del pacchetto azionario allo stato italiano in alternativa...


Ultima modifica di Umberto Banchieri il Gio Gen 13, 2011 11:52 am - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 11:50 am

Si mi trovi perfettamente daccordo, proprio questo intendevo parlando del pugno duro dello stato.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 11:57 am

Purtroppo per noi per la FIAT il mercato principale non è neanche quello italiano, ma è quello dei mercati emergenti (basta pensare al Brasile) o il nascente mercato americano.

Quindi alla FIAT non interessa neanche tanto il danno di immagine che può avere in Italia e le eventuali perdite economiche che ne possono derivare.

Comunque a costo di scadere nel qualunquismo credo che se la FIAT volesse abbandonare (e stando alle parole dell'AD di Fiat sembra che non sia un problema, anzi!) uno stabilimento storico e centrale nella sua storia come quello di Mirafiori dovrebbe almeno cambiare nome... non sto a ricordare cosa voglia dire l'acronimo FIAT...

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 12:01 pm

La mia preoccupazione è che il caso Fiom possa creare un precedente brutto brutto. Personalmente ritengo un liberismo responsabile la via economica migliore, ma in Italia abbiamo bisogno di regole ferree, non dimentichiamoci che questo è il paese dei furbi. Almeno un grande sindacato svolge una attività di controllo.
Per quello che riguarda la Fiat mi sta anche bene che traslochino con un "arrivederci e grazie" ma gli deve costare molto caro in termini economici. Non sto a dire quanto il Paese ne risentirebbe.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 12:08 pm

Personalmente ritengo un liberismo responsabile la via economica migliore

Vero, ma il liberismo non deve sfociare nell'anarchismo ed infatti sono perfettamente d'accordo sulle 'regole feree', è esattamente il mio pensiero.

Almeno un grande sindacato svolge una attività di controllo.

Vero, purtroppo in Italia, come dicevo in un post all'inizio, addirittura certi articoli, come il numero 39, non è mai stato applicato, lasciando aperte quelle porte su cui si sta muovendo ora FIAT grazie anche alla divisione tra i sindacati (CISL e UIL obiettivamente non stanno facendo il sindacato, ma sembrano che difendano solo e solamente i datori di lavoro, più che i lavoratori, e la CGIL si è dimostrata troppo ferma e senza intenzioni di negoziare alcunchè, quindi un atteggiamento troppo intrasigente... come quello dei COBAS che in passato la stessa CGIL aveva cercato di marginalizzare).

Poi si potrebbe parlare dello stesso fatto che esistano ben tre sindacati principali (per non parlare di quelli minori comunque riconosciuti), secondo me sarebbe necessario un solo sindacato, anche con correnti interni, ma che quando firma firma per tutti e non solo per alcuni o per i propri iscritti.

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 12:19 pm

Umberto Banchieri ha scritto:
Poi si potrebbe parlare dello stesso fatto che esistano ben tre sindacati principali (per non parlare di quelli minori comunque riconosciuti), secondo me sarebbe necessario un solo sindacato, anche con correnti interni, ma che quando firma firma per tutti e non solo per alcuni o per i propri iscritti.

Però 3 sindacati garantiscono pluralità e trasparenza. Il mono sindacato è un' esperienza già vissuta sotto dittature fasciste e comuniste...hanno fallito.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 12:30 pm

Ovviamente deve essere democratico all'interno, con votazioni interne e anche, come accennavo prima, all'esistenza di vere e proprie correnti interne organizzate.

In Italia comunque in alcuni settori specifici (come la magistratura o gli agenti di assicurazione per dirne un paio, ma mi sembra che anche i giornalisti e gli operatori della moda abbiano un sindacato unico) esiste un unico sindacato.

nella stessa Italia repubblicana fino al 1950 se non ricordo male esisteva un solo sindacato, la CGIL.

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 12:41 pm

Umberto Banchieri ha scritto:Ovviamente deve essere democratico all'interno, con votazioni interne e anche, come accennavo prima, all'esistenza di vere e proprie correnti interne organizzate.

In Italia comunque in alcuni settori specifici (come la magistratura o gli agenti di assicurazione per dirne un paio, ma mi sembra che anche i giornalisti e gli operatori della moda abbiano un sindacato unico) esiste un unico sindacato.

nella stessa Italia repubblicana fino al 1950 se non ricordo male esisteva un solo sindacato, la CGIL.

Questo è vero indubbiamente. Però anche su questo forum si dice spesso che l'ordine dei giornalisti sia un male. Quelli sono settori dove liberi professionisti fanno cartello.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 1:28 pm

No, aspetta l'ordine dei giornalisti ed il sindacato dei giornalisti sono due cose assolutamente differenti, non confondiamo le due cose.
http://www.odg.it/ ordine dei giornalisti
http://www.fnsi.it/Esterne/Home.asp il sindacato dei giornalisti

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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 1:36 pm

Marco88 hascritto:
"Personalmente ritengo un liberismo responsabile la via economica migliore",
bene pero' non capisco se e' riferito solo alla proprieta' della fiat, oppure anche agli operai?


Ultima modifica di Umberto Banchieri il Ven Gen 14, 2011 11:49 am - modificato 2 volte. (Motivazione : ripristino del messaggio)

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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 6:08 pm

Umberto Banchieri ha scritto:No, aspetta l'ordine dei giornalisti ed il sindacato dei giornalisti sono due cose assolutamente differenti, non confondiamo le due cose.
http://www.odg.it/ ordine dei giornalisti
http://www.fnsi.it/Esterne/Home.asp il sindacato dei giornalisti

Si hai ragione ho usato una analogia impropria.
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Messaggio Da Marco Lucano Gio Gen 13, 2011 6:10 pm

mimmo.web ha scritto:Marco88 hascritto:
"Personalmente ritengo un liberismo responsabile la via economica migliore",
bene pero' non capisco se e' riferito solo alla proprieta' della fiat, oppure anche agli operai?

Puoi spiegarti meglio? La mia era una affermazione di carattere generale, nella fattispecie ritengo che lo stato in questo caso debba far sentire la sua voce in modo netto e inflessibile. Nel contempo non credo sia giusto operare ingerenze nella gestione dei sindacati.
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Messaggio Da Ospite Gio Gen 13, 2011 6:22 pm

marco.lucano ha scritto:
Umberto Banchieri ha scritto:No, aspetta l'ordine dei giornalisti ed il sindacato dei giornalisti sono due cose assolutamente differenti, non confondiamo le due cose.
http://www.odg.it/ ordine dei giornalisti
http://www.fnsi.it/Esterne/Home.asp il sindacato dei giornalisti

Si hai ragione ho usato una analogia impropria.

Non preoccuparti, anche se non l'ho detto nel messaggio, comunque ho capito bene il concetto che vuoi esprimere e ti posso assicurare (anche per esperienza 'diretta non mia' per così dire) che hai non hai affatto tutti i torti per usare un eufemismo ^^

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