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La Primavera Araba e l’Autunno Europeo

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Messaggio Da Ospite Sab Apr 23, 2011 10:58 am

http://leffemeride.blogspot.com/2011/04/la-primavera-araba-e-lautunno-europeo.html

La Primavera Araba e l’Autunno Europeo
di Cristoforo Simonetta

Tutti i giornali, chi preoccupato o chi entusiasta, parlano delle rivolte in medio oriente che stanno mettendo in discussione i regimi secolari presenti. Ancora esprimere un verdetto sugli avvenimenti di questi giorni è troppo presto poiché l’ondata delle cosiddette “rivoluzioni dei gelsomini” ancora non si sa dove sfocerà, se in una democrazia, in una dittatura o addirittura in una guerra civile cronica con l’annientamento dello stato (come è avvenuto in Somalia). Ma mentre si discute delle aperture “democratiche” degli stati arabi, in Europa purtroppo si sta assistendo ad un fenomeno eguale e contrario che sta portando alla ribalta forze sempre più autoritarie ed euro-scettiche.

I segnali di questo lento ed inesorabile autunno sono sempre più chiari ed evidenti in molti stati europei dalla Finlandia alla Grecia, dall’Ungheria all’Inghilterra, il verdetto pare inequivocabile purtroppo: la messa in seria discussione del modello democratico europeo, sia dai governi, che sempre più spesso vogliono avere un maggiore controllo dello stato anche a costo delle libertà individuali; ma anche dagli stessi cittadini, vero pilastro delle democrazie europee, che prendono posizioni sempre più estremiste e radicali.

Solo dieci anni fa politici come Silvio Berlusconi in Italia, Victor Orban in Ungheria sarebbero stati bollati come “fascisti” dall’intera opinione pubblica; mentre adesso vengono tollerati e considerati “moderati” da una parte (più o meno consistente) dell’opinione pubblica personaggi come Barbara Rosenkranz (candidata della destra austriaca alle presidenziali del 2010 ed orgogliosa di avere avuto una madre nazista, ha ottenuto ben il 16% dei voti) o Jimmie Åkesson (leder dei Democratici di Svezia che si considera anti-europeista e xenofobo).

Se negli anni novanta c’era chi addirittura sosteneva la fine dei confini nazionali, ora invece ritornano in voga e si rafforzano concetti come la Grande Ungheria (promossa dallo Jobbik ma a cui il partito di centro destra di Victor Orban non sembra così tanto disdegnarla vedendo le nuove riforme costituzionali) o Grande Bulgaria.
Se un tempo libertà come di opinione e di stampa in Europa erano considerate ormai nel dna di tutti i paesi dell’unione, ora invece vengono messe in discussione. Secondo Freedom House, paesi considerati democratici come Francia, Italia, Rep. Ceca, ogni anno,2011 compreso, indietreggiano sempre di più nella classifica dei paesi più “libertari” a favore magari di paesi sud-americani o asiatici.

Perfino i diritti degli operai, in nome dell’austerity e per una futura ripresa, vengono limitati, com’è accaduto in Italia con i referendum di Pomigliano e Mirafiori.

Sono solo alcuni esempi, pochi e significativi, di un processo evolutivo in corso che, come l’autunno, è lento e silenzioso ma con conseguenze per noi più importanti della primavera araba.

Insomma se in Cina, in Birmania, in Tunisia si lotta per i diritti e per una democrazia come in Europa; nel continente si tende invece ad imitare sistemi più autoritari e repressivi come la Cina stessa.

In questo contesto chi ci rimette di più e proprio l’Unione Europea che, come fa notare Lucio Caracciolo direttore di Limes in un suo recente articolo, “rischia di dissolversi come l’Urss”. È chiaro che se l’Europa (unico freno all’estremismo galoppante) si dissolverà, la prossima vittima di questa deriva rischia di essere la nostra stessa democrazia con conseguenze disastrose.

Se però l’euroscetticismo avanza (per la prima volta raggiunge il 43 % della popolazione secondo Eurostat) la responsabilità è anche di questa unione che non è così perfetta come gli europeisti vorrebbero credere: Il sistema istituzionale è troppo complesso e costoso (due presidenti, due sedi del parlamento,…) provocando procedure lente ed elefantiache; con la sua ossessione di parificare tutti gli stati allo stesso modo (fino ad arrivare ad assurdi come la proposta del 2007, bocciata, di uniformare gli orari dei negozi dal Portogallo alla Lapponia in barba a madre natura) provoca rancori e preoccupazioni; inoltre le recenti, ed inutili, politiche di Austerity e la non-politica immigratoria non hanno certo favorito a migliorare il quadro della situazione.

Per contrastare questa ondata di nazionalismo bisogna rispondere con un nuovo europeismo attivo e partecipato, che chieda una paneuropa forte politicamente e vicina ai cittadini; con una economia basata non sulla crescita del Pil, ma sul benessere e sulla felicità grazie all’aiuto di politiche ecologiste. Bisognerebbe compiere una sintesi tra un neo-europeismo ed un pensiero ecologista legati assieme anche con le nuove teorie di “democrazia partecipativa”; al fine di creare un vero e proprio paneuropeismo verde! Solamente così l’Europa potrà conoscere una nuova primavera.

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La Primavera Araba e l’Autunno Europeo  Empty Re: La Primavera Araba e l’Autunno Europeo

Messaggio Da Ospite Sab Apr 23, 2011 10:59 am

Come ho già commentato sul blog a mio dire è un bellissimo articolo! Ben scritto e ben documentato secondo me: riesce a passare da un argomento all'altro nello sviluppare dell'argomento senza stancare e con un'ottima fluidità (non nego un mio pizzico di invidia: articoli così vorrei essere capace di scriverli io ^^ )! Mi sento inoltre di condividerlo appieno nel finale!

Complimenti quindi a Cristoforo! Spero di vedere in futuro altri bei articoli da parte sua! Very Happy

Ospite
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Messaggio Da Ospite Mer Apr 27, 2011 7:52 pm

è proprio un bel articolo di qualita :complimenti cristoforo king

Ospite
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