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Ra's Lanuf: la Libia, l'Europa e l'Italia.

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Messaggio Da Ospite Sab Mar 12, 2011 5:05 pm

http://leffemeride.blogspot.com/2011/03/ras-lanuf.html

di Umberto Banchieri

Ra's Lanuf fino a pochi giorni fa era un 'semplice' terminal petrolifero.
Oggi è sede di battaglie tra milizie disorganizzate, ma numerose ed un avversario forse più organizzato e meglio armato, ma non tanto da conseguire vittore decisive.
Alcuni parlano di miracolo militare da parte dei ribelli, forse sarebbe più corretto dire che la via Balbia è sempre quella e le possibilità di manovra, date anche la meccanizzazione dell'esercito di Gheddafi, sono basse quindi tutto sommato è tutta una questione di chi resiste di più (e data anche la scarsa efficenza della marina e aviazione libica bisogna vedere per quanto ancora riusciranno realmente ad operare).

Ra's Lanuf come simbolo della battaglia tra vecchio (Gheddafi) e nuovo (la maggior parte dei rivoltosi sono giovani/giovanissimi).
Ra's Lanuf come simbolo della battaglia tra dittatura e democrazia.
Ra's Lanuf come simbolo dello scontro tra le tribù di ovest ed est della Libia.
Ra's Lanuf come simbolo della debolezza energetica dell'Europa.
Ra's Lanuf come simbolo dei (necessari) equilibrismi e ipocrisie politiche del resto del mondo.

E si potrebbe andare avanti un bel po'.

Ra's Lanuf diventa quindi una battaglia a tutti gli effetti 'catartica' in cui tutti i problemi si concentrano e si scontrano nel tentativo di trovare una soluzione, soluzione che (almeno all'apparenza) non trova una reale soluzione mediana in grado di mettere la parola fine.

Un livello quindi più alto di analisi si impone.

Non è importante chi uscirà vincitore o sconfitto da Ra's Lanouf, il piano militare perde completamente di importanza.

Non è importante in mano a chi cadranno le raffinerie, non è importante chi perderà più mezzi e uomini o accederà al maggior numero di risorse militari: l'interpretazione di Rommel di battaglie nel deserto come battaglie navali dove è importante colpire i mezzi nemici piuttosto che conquistare terreno in questo caso non è quindi assolutamente valido.

Conta esclusivamente il piano politico.

Resistere per i ribelli vuol dire legittimarsi, accedere a risorse di scambio politico (le materie prime e gli impianti industriali necessari al loro sfruttamento), dimostrare di avere la forza necessaria per essere interlocutori credibili.

Avanzare per Gheddafi vuol dire invece dimostrare di essere ancora saldamente al potere, di avere una forza sufficente a far ancora danni (al suo paese), sparigliare le carte nelle diplomazie straniere (quanto sarebbe stato comodo a noi europei se Gheddafi avesse perso il controllo di Tripoli fin dai primi giorni: ci saremmo risparmiati molti grattacapi, ora il dubbio che il governo provvisorio di Bengasi non regga il tempo sufficente comincia ad insinuarsi lentamente), dimostrare di essere ancora un interlocutore, fastidioso, ma di cui ancora non si può fare a meno.

Chi perde perde tutto, chi vince (se si chiama Gheddafi) poi magari potrà essere sempre bombardato da qualche caccia di passaggio, però intanto ha affermato che una parola magica è dalla sua parte: sovranità.
E quindi una guerra contro di lui è una guerra contro la Libia.
Una guerra contro la Libia è una guerra coloniale (lo splendido scatolone di sabbia che galleggia su materie prime).
Una guerra coloniale contro un paese mussulmano è una guerra contro i mussulmani.
Una guera contro Gheddafi diventa quindi per proprietà transitiva una guerra contro i mussulmani.
Più o meno l'idea di Gheddafi è questa.
Se invece sono i ribelli a vincere probabilmente si riuscirà a normalizzare i rapporti e diventerà tutto estremamente più banale, ma bisogna essere realisti: in questo momento sono i ribelli ad essere sulla difensiva, erano troppo disorganizzati e hanno perso il momento cruciale agli inizi della rivolta quando Gheddafi era realmente con le spalle al muro. Ora è Gheddafi ad avere l'iniziativa in mano: e questo è un pericolo, non solo per la Libia, ma anche per l'Europa ed i suoi rapporti futuri con la Libia stessa e con il Nord-Africa.

E questa volta non sarà più possibile far finta di nulla e continuare ad avere rapporti come nulla fosse, la situazione nel nord-Africa sta cambiando. Non a livello politico forse, però qualcosa sta cambiando a livello sociale e di presa di coscienza da parte delle singole popolazioni.

I paesi europei era da decenni che non si trovavano di fronte ad una questione talmente difficile e complessa, e oggi giorno non c'è neanche più la 'semplificazione' della Guerra Fredda, o del mondo unipolare degli anni '90.
Il Mediterraneo stesso ha cambiato profondamente volto ed importanza negli ultimi anni.

Le scelte sono difficili e non necessariamente le scelte più plateali sono le migliori, a volte anche non scegliere è una scelta, ma sono scelte (anche il non scegliere) da fare con coscienza e decisione, aspettare e lasciar fare ulteriormente al 'caso' senza una linea politica precisa potrebbe costare molto.

E questa volta molto vicino a noi.

In fondo cio che avviene nel Mediterraneo, "che non è un oceano" (cit), non ci è estraneo: il Mediterraneo stesso come tale non si può definire un confine in grado realmente di dividere (es: una catena montuosa, una steppa desolata), ma da sempre è stato un punto di incontro in cui ciò che avveniva in un punto influenzava il resto.

Purtroppo manca obiettivamente la capacità di governare e di decidere nei governi della sponda nord del Mediterraneo.

Mai tale capacità è mancata nei paesi della sponda nord del Mediterraneo in maniera così spiccata, che sia per motivi economici (per una congiuntura, forse non rara, ma mai cascata così male ultimamente tutti i principali paesi europei in questione, Spagna, Italia, Grecia, Portogallo, sono in difficoltà economica), che politici (su questo passo, credo che la questione sia chiara almeno per l'Italia, aggiungo solo che vale anche per esempio per la Grecia, si pensi al precedente governo che era arrivato a truccare i bilanci), per di più in un momento che potenze mediterranee 'classiche' si stanno definitavamente ritirando da questo ruolo (Francia e GB) e ne stanno comparendo di nuove almeno sulla carta, ma senza la reale forza economica e militare per contare (Turchia) e ciò va a pesare sull'intera capacità d'azione dell'UE in quanto non si può pretendere realisticamente che in sede UE sia la Germania (ad esempio), che non ha esperienza nel campo del Nord Africa a portare avanti proposte o questioni che invece dovrebbero essere portate avanti da paesi con maggiori esperienza e capacità nella zona (un uccellino mi suggerisce un paese che comincia per la I, e non è quel paese in cui l'Alitalia sta immatricolando tutti i suoi aerei per pagare meno tasse...*).

Lavoro di squadra vuol dire anche suddividersi il lavoro in base alle proprie capacità.

Ra's Lanuf come simbolo per l'Italia... che abbiamo supposte rivoluzioni (nel caso migliori 'gattopardiane', ma credo sarebbe ancora un complimento) della giustizia da fare e della Libia non ce ne frega nulla.

Ditemi la verità, cari lettori: un mio amico ha visto dal vivo, mentre era al lavoro, la famosa Ruby al ritorno da Vienna, se partendo da questo spunto avessi scritto un articolo sulla faccenda di Berlusconi con molti particolari assolutamente inutili (e per questo morbosamente interessanti per i più) non credete che avrei scritto un articolo che avrebbe ottenuto in poche ore migliaia di visite (pur scrivendo cose magari già dette e risapute)?

Se è sì è esattamente quel che penso anch'io.

Ra's Lanuf... ma realmente interessa a qualcuno in Italia?



*Giusto uno dei tanti articoli sulla questione (questione mai trattata dai telegiornali e giornali e perciò è una cosa che i più forse non sanno), e neanche dei più recenti:
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-790613/alitalia-matteoli-aerei-immatricolati/


Ultima modifica di Umberto Banchieri il Dom Mar 20, 2011 1:58 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Ospite Ven Mar 18, 2011 12:15 am

breaking news:

Onu approva la risoluzione sulla No-Fly zone Francia e Gb pronte ad attaccare stanotte

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/16/visualizza_new.html_1587570705.html

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Messaggio Da Ospite Dom Mar 20, 2011 1:54 pm

Primi raid sulla Libia da parte dei francesi nella giornata di ieri, seguiti da attacchi di missili cruise americani e britannici e bombardieri stealth sulle basi aeree libiche:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2011/03/20/visualizza_new.html_1534002672.html

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/16/visualizza_new.html_1587570705.html

Intanto per l'Italia si profila un altro problema:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2011/03/20/visualizza_new.html_1533973723.html

Mi domando come mai gli italiani non sono stati fatti tutti evacuare obbligatoriamente per tempo da Tripoli visto che la conclusione di questa vicenda era abbastanza ovvia.


Intanto problemi a Lampedusa per il sovraffollamento: evidentemente spostare i profughi in Sicilia ed in altre regioni in Italia andrebbe a danneggiare la coalizione di governo in vista delle prossime amministrative... intanto degli abitanti di Lampedusa chi se ne importa... questa è la nostra politica di fronte alle emergenze. Proprio come il Giappone (alle prese con problemi ben ben più grossi a dir poco), che pure non è perfetto, neh?

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/03/18/visualizza_new.html_1534187903.html

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Messaggio Da Marco Lucano Dom Mar 20, 2011 3:21 pm

Io sono perplesso riguardo al modo in cui sono precipitati gli eventi.
In passato ho caldeggiato la necessità di un intervento militare quando allora la situazione era molto caotica. In seguito con la non-caduta immediata di Gheddafi l' Italia ha "tradito" lo stesso leader libico, col quale aveva partnership commerciali e per le quali si era umiliata (opinione personale). Ho ancora con orrore e vergogna le immagini di un Gheddafi spavaldo e irriverente trattato da padrone nella mia città a discapito dei Romani stessi che per giorni hanno dovuto subire i "capricci" del padrone di Libia, pagandoli con strade chiuse senza preavviso, mobilità e servizi interrotti....un voltafaccia ignobile, tanto più che come al solito a livello internazionale siamo l'ultima ruota del carro.

Per quanto riguarda i ribelli io modererei gli entusiasmi. Anche con l' Ayatollah e i Talebani l'opinione pubblica si profuse in elogi e sostegno, in funzione antisovietica..sappiamo tutti come è andata.
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